Print this page

La verità nella stampa? Esiste? Da quale pulpito?

By Marzia Carocci April 01, 2021 2672

La libertà di espressione è alla base dei diritti umani, è la radice della natura umana e la madre della verità. Sopprimere la libertà di parola significa insultare i diritti umani, soffocare la natura dell'uomo e reprimere la verità.

                                                                             Liu Xiaobo

E 'ormai consolidato il fatto che tutti siamo bisognosi di notizie e approfondimenti.

Nel XV secolo le notizie cercavano date dai cronachisti o dai monaci. Si parlava di economia e commercio oltre che di fatti inerenti alle battaglie o guerre del momento. Non erano chiaramente scritte a stampa ma come manoscritti si diffondeva la “verità” del momento; questi fogli uscivano ogni quindici giorni e  a volte settimanalmente. Nel XVIII secolo abbiamo l'avvento del quotidiano; nasce il bisogno di essere informati giornalmente, a questi si aggiungono le riviste ei periodici culturali. Tutto in nome di voglia di conoscenza e d'informazione.

Tutto però con i secoli subisce una lenta e importante trasformazione.

Scelta della carta da stampa, macchine adatte al taglio dei fogli, lavorazione e impaginazione. Si cerca la perfezione fino al 1886 quando grazie all'installazione nel New York Tribune della macchina “linotype” si accelerò indubbiamente la produzione dei giornali.

Da quel momento in poi il giornalista diventa colui che va a caccia di scoop, notizie da prima pagina, di sensazionalismi e spesso è colui che osa e rischia per informare il cittadino. Non si risparmia, viaggia, indaga, spiega, sottolinea, informa, condivide ma come? In quale misura? Di quale verità si parla? Di una verità di parte? Di sezione? Di impronta politica? Cosa c'è dietro una notizia oltre le parole? Non è cosa segreta sapere che ogni giornalista appartenente a una testata "firmata" e conosciuta deve favorire la propria matrice sia questa di stampo politico, pubblicitario, economico, religioso.Non vi sarà mai un giornalista che scriverà qualcosa che penalizzi o che possa danneggiare quell'idealismo alla base della testata per la quale scrive. Sia questo di destra o di sinistra.

Sappiamo che “Il Giornale” appartiene alla famiglia Berlusconi, l'Avvenire è il giornale della CEI, Il Sole 24 ore appartiene a Confindustria, il gruppo Espresso è tendenzialmente di sinistra. Il Messaggero è della Holding Caltagirone (suo genero è Casini); QN- Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno sono simpatizzanti di una politica di destra ecc.

Niente di anormale; volenti o nolenti ognuno ha le proprie idee, sia politiche o religiose, ma cosa accade se il giornalista aderisce in modo totalitario alla congettura di pensiero del giornale d'appartenenza? Ricordiamo che ci sono anche giornalisti del grande schermo e di emittenti radiofoniche. Tutti professionisti capaci di scrivere e di presentare articoli e programmi dove esprimono i prodotti osservati dal proprio punto di vista.

I consumatori, siano questi i lettori dei vari quotidiani o mensili, gli spettatori dei vari tg, gli ascoltatori di radio, saranno fruitori di notizie confuse, elaborate, insidiose dove vi sarà certamente una base di verità ma questa verrà direzionata a sfavorire e  a contrastare chi la pensa differentemente dal loro “sottobosco” politico. L'utente inconsapevole affamato di notizie e voglioso di sapere, non si renderà conto di venire in qualche modo indottrinato verso un pensiero univoco da un potere di stampa che, assoggettato dallo schiavitù psico / politica, ha smesso di vestire l'orgoglio giornalistico diventando in qualche modo pedina di un potere che ci vuole lobotomizzati a dovere.Solo il giornalista freelance sceglie, pur con tantissime difficoltà economiche, di movimento, di aiuto, di importanza professionale agli occhi dei più, di appartenere alla grande famiglia di chi ha deciso che la stampa deve restare informazione apolitica in favore di tutti gli uomini poiché solo così si crea l'evoluzione morale e etica dell'essere umano sempre meno autonomo e sempre più schiavo di pensiero. Ricordiamo che la libertà, il rispetto, la verità aprono i dialoghi e  i rapporti umani senza catene. Essere liberi è decidere E DI PRETENDERE di sapere la verità.

Rate this item
(0 votes)
Last modified on Thursday, 01 April 2021 14:56