L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Politics (360)

    Carlotta Caldonazzo

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June 14, 2023

 

June 14, 2023
           VIDEO

Questo è il popolo e la nazione che la UE e gli USA e le forze atlantiste vorrebbero vedere soccombere nella guerra con la UCRAINA.

E la cui identità culturale di tradizione certe forze neonaziste vorrebbero cancellare...

Ciò è stato fatto seminando odio, rancore e risentimento fra il popolo ucraino e russo, in modo scientifico e pianificato da forze e potentati occulti che si muovono dietro le quinte, sobillando e ingannando. 

Giovani e meno giovani soldati ucraini muoiono combattendo valorosamente da oltre un anno contro i Russi, convinti che i Russi siano orchi e persuasi di combattere per la integrità della madrepatria.

E così giovani e meno giovani soldati Russi combattono altrettanto valorosamente, per difendere i confini dalla tenaglia NATO e per garantire sicurezza alle popolazioni del Donbass bombardate e perseguitate dal regime di Kiev sin dal 2014. 

A causa di chi ha voluto l'accerchiamento NATO di Mosca negli ultimi anni e di chi ha voluto questa guerra per procura fra Ucraina e Russia, e a causa di chi ha provocato sin dal 2014 la guerra civile nel Donbass e ha poi tradito gli accordi di Minsk in cui la Federazione russa aveva riposto la ultima speranza, la Ucraina e la sua regione russofona sono terre martoriate, bagnate di sangue e di lacrime. 

Solo uno sforzo diplomatico internazionale che riconosca la verità storica e geopolitica può fermare la guerra fraticida fra uomini e donne, divisi dalla lingua e dalle tradizioni, ma con gli stessi cuori che palpitano per amore o passione, e con le stesse lacrime e gli stessi occhi per i propri figli o genitori o amici. 

Siamo tutti fratelli e sorelle sulla Terra e solo la verità e il suo riconoscimento potrà restituire la pace e la giustizia a tutti noi, e scongiurare un conflitto su vasta scala che rischia di diventare uno scontro nucleare.

June 13, 2023

June 13, 2023

Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,

il Rettore   


Tomaso Montanari


Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena

June 11, 2023

June 05, 2023

June 04, 2023

Comprendere come si sta configurando la struttura delle relazioni internazionali non è una sfida semplice, considerate anche le vicende relative al conflitto tra Russia e Ucraina che rendono lo scenario mondiale turbolento e incerto. Il libro “Indagine sul multipolarismo” accetta la sfida ed impegna una serie di studiosi internazionali (russi, statunitensi, cinesi, italiani, francesi) nell’analisi del concetto. Infatti, il multipolarismo è la categoria su cui ruota tutto il contenuto del volume. Esso viene disarticolato, quasi vivisezionato, in una miriade di analisi, che richiedono un notevole impegno al lettore per essere ricomposte in un quadro di sintesi tale da fornire una guida interpretativa.

 

Viene dispiegato un vasto armamentario concettuale costituito da modelli e teorie di vario genere che offrono molti interrogativi e qualche risposta che illumina il cammino analitico dei lettori. Per gli esperti di geopolitica e studiosi di relazioni internazionali costituisce una palestra per esercizi teorici rivolti ad irrobustire le loro capacità speculative, per il lettore meno esperto e non aduso ad un linguaggio specialistico rappresenta sicuramente una lettura utile ma particolarmente impegnativa e sfidante. Insomma, il libro non si legge tutto di un fiato comodamente seduti su una poltrona.

 

Il presupposto da cui le analisi contenute nel volume si muovono è la presa d’atto che siamo in una fase storica di progressiva redistribuzione del potere e del prestigio internazionale. Pertanto, è sempre più necessaria una seria riflessione sul multipolarismo anche perché il suo contenuto nel linguaggio corrente è spesso carico di una forte ambiguità come uno degli autori (Alessandro Colombo) riconosce nella ampia prefazione.

Il multipolarismo è una categoria delle scienze politiche, ed in particolare delle relazioni internazionali, la quale unitamente a unipolarismo e bipolarismo descrive la struttura del sistema internazionale e da conto della configurazione del potere a livello mondiale sia esso militare, politico, economico, tecnologico e culturale. Insomma, ci dice come il potere è distribuito nel mondo, a quali attori statali si ascrive e i punti di concentrazione. Il valore è essenzialmente analitico descrittivo. Oggi invece a questo concetto viene attribuita una valenza anche normativa, cioè sarebbe una configurazione secondo alcuni ideale verso cui tendere al fine di avere un ordine mondiale stabile, sicuro e pacifico, ovviamente da preferire alle altre due forme.

Considerata quest’ambiguità concettuale, in cui l’essere si sovrappone al dover essere, è apprezzabile il fatto che gli autori del volume cerchino di dare un contributo per chiarire il significato e l’utilizzo del concetto stesso.  Da un lato si cerca di capire quali sono le tendenze che guidano il sistema mondiale, da un altro invece si ragiona sulla efficacia di un sistema multipolare nelle relazioni internazionali.

L’interrogativo decisivo lo pone Antonio Colombo il quale domanda se ha senso chiedersi se il sistema internazionale sia unipolare, multipolare o bipolare.

Una strada analitica da percorrere è capire – sostiene Colombo – come all’interno di un’area regionale si distribuisce il potere rinunciando a rinchiudere tutte le regioni in una medesima scacchiera diplomatica e strategica dettata da unipolarismo, bipolarismo e multipolarismo.

Se si adotta questa prospettiva si percepisce l’emergere di un ordinamento spaziale alternativo (l’India in Asia meridionale, il Brasile in America Latina, il Sud Africa nell’Africa sub-sahariana, la Cina in Asia orientale, la Russia tra Europa e Asia, l’Unione Europea), edificato sulla capacità di organizzazione delle singole regioni e sulla (progressiva) esclusione di qualunque interferenza esterna nelle proprie dinamiche di pace e di guerra.

Dal 1648 al 1945 il mondo ha visto il susseguirsi di Sistemi Multipolari, dove la distribuzione del potere è a capo di un numero ristretto di attori. Dal 1945 circa in poi, durante la Guerra Fredda si afferma un sistema bipolare dominato dagli Usa e dall’Unione Sovietica. Con il crollo di Berlino emerge un sistema unipolare che intorno al 2007/2008 presenta una configurazione di transizione verso forme differenti che hanno tratti multipolari e bipolari, a seconda della prospettiva di osservazione ed in cui la dimensione regionale assume una sempre maggiore rilevanza come viene messo in evidenza da diversi autori.

In questo contesto assume una particolare rilevanza il fattore “tecnologia”. Il sistema internazionale si sta configurando su un bipolarismo tecnologico in cui gli Usa e la Cina giocano la partita principale. Gli altri attori presenti nell’arena geopolitica politica mondiale ed in particolare l’Europa, relativamente alle piattaforme digitali, infrastrutture di trasmissione, cavi e data store, intelligenza artificiale stanno cercando di recuperare il divario rispetto ai due attori principali. L’Europa gioca una partita rivolta a costruire una propria sovranità tecnologia presupposto di una autonomia strategica che ancora non riesce a sviluppare a pieno e capace di metterla in grado di scalfire la supremazia tecnologica di Pechino e Washington.

Epicentro del libro sono gli articoli dello studioso russo Andrej Kortunov, direttore del Russian International Council di Mosca e autore del saggio “Tra policentrismo e Bipolarismo” e Phil Kelly geopolitico statunitense che si confronta con il russo nell’articolo “La transizione attuale della politica globale”.

Kelly sostiene che la politica globale sta attualmente passando dall’unipolarismo a una costellazione diversa, che sarà, molto probabilmente, bipolare o multipolare. Dove tale transizione giungerà, al momento non è ben chiaro.

La multipolarità è diventata nella concezione di Kortunov- afferma Kelly- «nient’altro che un’immagine dell’ordine mondiale desiderato, tratteggiata con le linee più sottili».

Un’alternativa convincente al multipolarismo sarebbe il multilateralismo, perché si baserebbe più sulla cooperazione e sugli interessi comuni tra tutti gli stati piuttosto che su una gerarchia di potere e privilegio.

Il multilateralismo di Kortunov, sembra tradursi in una focalizzazione sui mercati comuni e sul modello di integrazione regionale.

In definitiva, sostiene Kelly, Kortunov ci offre poco per spiegare perché il suo multilateralismo segni un miglioramento negli affari esteri o come possa essere raggiunto. Una lettura contemporanea dei mercati comuni potrebbe indicare, al contrario, un progresso ritardato verso livelli più elevati di integrazione.

Le previsioni dei due autori divergono in modo sostanziale. Mentre Kelly intravede un’era di disordine e conflitto, Kortunov ipotizza che la terra andrà incontro ad un epoca di integrazione pacifica e stabilizzante. Kelly sostiene la sua tesi utilizzando la teoria dell’equilibrio del potere, il realismo e altre teorie che, come viene ampiamente illustrato, sostengono la previsione di una transizione turbolenta verso un ordine mondiale che ancora deve definire i contorni.

In conclusione, la multipolarità, riprendendo il pensiero di uno degli autori, Côme Carpentier de Gourdon, è uno dei caratteri che sovente si ritiene essere tipico dell’architettura attualmente in evoluzione del mondo moderno; soprattutto dopo la crisi del 2007/08 che ha colpito profondamente le economie occidentali dominanti e stimolato contemporaneamente l’ascesa di Cina, India, Russia e di altre nazioni emergenti.

Rispetto alle tendenze future che disegneranno le configurazioni future del sistema internazionale vale come guida l’affermazione dell’autore francese  ”Le teorie sono come le carte astrologiche. Mappano le configurazioni celesti e delineano le possibili conseguenze, ma non possono fornire certezze sul futuro”.

 

Scheda del libro

INDAGINE SUL MULTIPOLARISMO. Pareri a confronto

A cura di Tiberio Graziani – Prefazione di Alessandro Colombo

Autori: Paolo Bargiacchi, Alberto Bradanini, Côme Carpentier de Gourdon, Aymeric Chauprade, Aleksej Gromyko, Phil Kelly, Andrej V. Kortunov, Zeno Leoni, Andrea Muratore, Igor Pellicciari, Emanuel Pietrobon, Huasheng Zhao.

Collana Giano. Relazioni Internazionali diretta da Tiberio Graziani.

Edizioni Callive, Roma 2023 – ISBN 9788889991749 – Euro 20

 

da Analisidifesa.it

 

 

June 04, 2023

May 29, 2023

May 27, 2023

Non c'è nulla di cui sorprendersi. È tutto scandalosamente normale: una masnada di ignorantoni eterodiretti, rappresenta le istituzioni europee occupandone i più alti Uffici. Costoro non sono sfiorati dalla vergogna perché presi da una condizione di imbarazzante quanto sconcertante inadeguatezza sia culturale sia morale. Ma andiamo per gradi... 

… come alcuni di voi sapranno, gli scontri tra Ucraina e Russia si sono concentrati nell'oblast di Belgorod (di cui è anche toponimo), importante snodo ferroviario a due passi dal confine. Tali scontri hanno impresso una certa stampa ma soprattutto i reparti militari coinvolti a vario titolo. Dunque, tale situazione delicata, ha preteso un chiarimento ufficiale. Chiarimento ufficiale che è stato affidato al cosiddetto “alto rappresentante dell'ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza”, lo spagnolo Josep Borrell. Un giornalista accreditato alla conferenza stampa ufficiale dell'UE ha chiesto a Borrell quale fosse l'attuale situazione nell'oblast di Belgorod. Egli ha risposto di non essere a conoscenza di nulla che riguardasse Belgrado (Serbia).Gelo in sala, il giornalista scandisce il nome B elgorod ma l'

Non sono a conoscenza di nulla. Né di Belgrado né di BelgorF. Non posso commentare cose di cui non sono a conoscenza!

Semplice, no? Lui non ne sa nulla e quindi non ne parla! Lui, la nostra “guida politica estera e di sicurezza comune dell'ue” di cui è pure vicepresidente, grazie alla modifica introdotta nel 2008 dal trattato di Lisbona. E pensare che la guerra in corso è giunta alla fine del quindicesimo mese consecutivo e il fenomeno post-nogheriniano, giusto 24 ore prima di questa figuraccia aveva dichiarato che l'addestramento dei piloti ucraini al pilotaggio degli F-16 è già iniziato in molti  Paesi , come la Polonia. Questo prenderà tempo ma prima si inizia meglio è. All'inizio si discute, i Paesi sono riluttanti, come per i Leopard, ma alla fine ci si arriva. Ed è una misura ulteriore per far sì che l'Ucraina si possa difendere.

 

Alcune malelingue hanno fatto notare che tra l'abborracciato iberico ed il di Maio scorra buon sangue e larga intesa. Ed anche su questa chiosa, non c'è nulla di cui sorprendersi.

PS

Diffidate dell'articolo capzioso apparso sul sito aperto che ancora non è chiaro se sia un sito che si occupa di satira o meno. In quelle righe, si portano i lettori a credere che sia stato un lapsus, avrebbe solo confuso una località con un'altra. La verità invece è che non ne sa nulla perché costui è una zappa. 

PS bis. 

L'unica testata ad aver pubblicato il video – democraticamente fatto sparire di mezzo per evidenti ragioni di alta sicurezza, verrebbe da pensare – è stata quella di Visione TV che ha recuperato e mandato in chiaro l'estratto presente su tiktok: url https:/ /www.youtube.com/watch?v=stUuNNZz9cI&t=713s

 

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