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Lettera di un detenuto

By Roberto Fantini March 01, 2017 3641

Solo dentro un carcere se ne comprende la follia. Fuori di qui, anche io non sapevo!

La domanda: "cosa si può fare? Cosa si può fare per i detenuti, ma soprattutto per la società  civile?"

La risposta di un detenuto è: va bene un periodo fuori dalla società , purchè serva a una riabilitazione e non ad andare ""fuori di testa"" per sempre, quindi...

Per prima cosa servirebbero celle più umane. Nelle condizioni in cui si trovano ora, i detenuti non possono tornare ""verso"" la società  ma solo ""contro"". Invece di perseguire la ricostruzione di una coscienza civile del rispetto si alimenta quella del disprezzo. Questo non giova a nessuno: né ai detenuti né alla società 

Inoltre, la carenza di personale limita di molto tutte le attività  che dovrebbero giovare al detenuto, cioè¨ quelle fuori dalla cella.

Questo illusorio meccanismo di pena, più che una restrizione della libertà  è un sistema ""criminale involontario"", uno strumento di alienazione che rende ancor più  disarticolate le già  non formate strutture mentali dei detenuti.

Dico ""criminale"" e ""involontario"" perchè inconsapevole dei danni che si creano in questo ambiente disumano e assolutamente distruttivo: apparentemente pianificato, ma inutile per ciò che viene chiamato ""riabilitazione"".

Non sarà  mai riabilitata la ""società  civile"", che non conosce i crimini perpetrati per mantenere lo ""status quo"" di questo manicomio, permesso perchè un muro di omertà  e finta funzionalità  di facciata lo circonda.

Mi trovo in una cella di circa 22 mq, con altri cinque detenuti. Di questi, tre sono molto probabilmente innocenti.

Non lo dico basandomi sulle loro parole (a logica difesa della propria innocenza) ma per quanto ho letto sulle motivazioni delle loro sentenze di ""condanna"". In esse appare, come in una inevitabile cascata, l'errore di ""giudizio di chi indaga"", costruendo una ""macchia di colpevolezza"" che si espande e diviene indelebile, contaminando ogni valutazione successiva. E' quasi logico che un giudice creda a chi porta avanti le indagini, pur miranti solo a provare la colpa e mai (come dovrebbe essere a norma di legge) a raccogliere anche prove a discarico del presunto colpevole (non più presunto innocente).

Questa parentesi è tanto per chiarire che addentrarsi in questo surreale manicomio chiamato carcere, implica conoscerne aspetti impossibili da credere.

Come si può pretendere di riabilitare sei soggetti, di cui 2-3 certamente innocenti, chiusi insieme in 22 mq.? Pensate anche a un solo innocente, con cinque criminali rei confessi che raccontano i loro crimini come vanto... Magari un padre di famiglia, detenuto solo perchè qualcuno a cui dava fastidio ha testimoniato il falso spedendolo nell'inferno del carcere.

Se pure fossero quattro innocenti e due criminali incalliti, questi ultimi, per naturale tendenza, sarebbero in grado di rendere succubi gli altri, fisicamente e  psicologicamente, perchè la mente criminale è sempre prevaricante. Usa astuzie a cui un innocente non potrebbe mai, per sua natura, arrivare.

A volte persino un solo vero criminale, in cella con due innocenti e tre ""borderline"" (nel senso che i loro reati sono pi— errori da procedura civile che penali), può prendere il sopravvento sugli altri, e protrarre indisturbato la sua determinazione a delinquere anche in prigione.

Come si può definire questo sistema ""riabilitante"" se lo stesso cappellano di un famoso carcere, nonché il suo direttore, dichiarano che nel corso degli anni, dal 30 al 50% dei detenuti in attesa di giudizio vengono assolti, in uno dei tre gradi? E qual è  la  percentuale degli innocenti dichiarati colpevoli?

C'è una statistica, o un elenco ben fatto, di tale indicibile inciviltà ? Nessuno calcola questa mostruosità?

Se io fossi il peggiore criminale, un criminale mediocre o un innocente mi ascoltereste allo stesso modo? Fate una prova: consideratemi un pluriomicida, un pluripregiudicato in attesa di giudizio, e rileggete... cosa ne pensate di questo succulento gruppo di ""pecorelle"" che mi offrite da spolpare per facilitarmi l'esistenza anche dentro? Ora consideratemi un mediocre delinquente. Mentre attendo di essere giudicato, apprendo da chi è peggiore di me utili indicazioni per percorrere al meglio la strada del crimine, in cui al momento sono un fallito. Forse non ho ancora scelto completamente quella direzione, ma la detenzione mi indirizzerà  verso l'unica via possibile: se il ""migliore"" in questo posto è il ""peggiore"" in libertà , il male non può che essere la scelta giusta!

Ora consideratemi un innocente con un po' di cultura, ""rinchiuso"" tra criminali senza scampo, con livelli di istruzione che vanno dal più basso al medio-basso (diplomati e laureati sono solo il 2%). In mezzo a detenuti con patologie psichiatriche di vario tipo, nascoste dalla tossicodipendenza o da farmaci che non impediscono loro di delinquere; insieme ad altri innocenti, che sono il più grande tormento (almeno per me). Impossibile per un innocente pensare ""Mal comune mezzo gaudio"", E'una malvagità  troppo grande!

Resta forse altro da dire? Chiunque io sia, criminale, mezza tacca, innocente... come vi sentite? Da ignoto detenuto in attesa di giudizio, non mi aspetto di ottenere niente per me. Il mio sfogo è solo per far conoscere all'opinione pubblica una realtà  di cui ho dato solo un accenno.

C'è molto di più da sapere su questo orrore, nascosto dal muro di gomma che lo circonda. Qualche carcere   ""modello"",   spesso   mostrato   dai  media,   dimostra   solo   una   ""vergogna  perpetuata"" nascondendo dietro il sorriso di pochi scelti sessantottomila esseri distrutti, in disfacimento (numero in costante crescita).

Come potrà la società  essere riabilitata da questa follia, che lei stessa permette?!

RINGRAZIO I RADICALI per la loro volontà  di giustizia.

Un detenuto in attesa di giudizio da un anno e tre mesi. Presunto innocente? Presunto colpevole? Oppure la schizofrenia di entrambe le cose? Perché sto già  pagando? Ora sono in sciopero della fame e della sete. Non ci sono altre scelte.

Per ulteriori informazioni potete contattarci all'indirizzo email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

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Last modified on Tuesday, 24 March 2020 11:41
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