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Occorrevano il talento e la sensibilità dello storico dell’arte moderna e contemporanea Flavio Caroli, noto nell’armonizzare erudizione e vivacità narrativa, per reggere le fila di questo straordinario diario che ripercorre il mistero di una vita straordinaria. COME IN UNO SPECCHIO di Flavio Caroli è quasi una sceneggiatura di un film, un viaggio alla scoperta dell’affascinante figura della giovane donna cremonese, Sofonisba Anguissola, la prima pittrice professionale della storia dell’arte italiana e non solo che ha vissuto fra il periodo del Rinascimento e il secolo del Barocco. Epoche di grande splendore artistico e culturale. Sofonisba esegue, in modo encomiabile, molti ritratti su commissione coadiuvata dalla sorella Lucia altrettanto talentuosa nella pittura, come sostiene il Vasari parlandone con Michelangelo e, affermando che Lucia, ha un livello di talento e abilità pari a quello di sua sorella. Sofonisba spiccherà il volo mentre Lucia resterà nell’ombra. Michelangelo nutriva una grande stima artistica e intellettuale per Sofonisba, la loro conoscenza nasce grazie ad un semplice disegno di questa giovane pittrice cremonese datato 1554, che mostra il fratello Asdrubale morso da un granchio, ad attirare l’attenzione di Michelangelo su questo ritratto eccezionale non è solo la capacità della giovane artista nel riprodurre i tratti fisici, ma anche la sua abilità nel trasmettere la personalità e l'anima del soggetto. Dal diario (…) Oggi è arrivata una lettera, caro diario, indovina di chi? Di Michelangelo. Proprio di Michelangelo Buonarroti. Quel mitico gigante mostra un apprezzamento evidentemente eccezionale per il mio disegno nel quale ho rappresentato, con divertimento, un fanciullo morso da un granchio. Il mio intento era evidente: mostrare il dolore fisico nelle fattezze di un volto, rappresentare cioè quelli che Leonardo ha definito “i moti dell’animo”(…). Questo disegno è considerato la fonte d'ispirazione per il dipinto di Caravaggio, "Ragazzo morso da un ramarro”. Il successo internazionale di Sofonisba Anguissola non ha eguali e la conduce nel 1559, come prima tappa del suo percorso professionale, alla corte di Madrid. Due amori sono presenti nel corso della sua vita. Il secondo matrimonio in cui lui, Orazio Lomellini, che ha ventitre anni meno di lei, si rivelerà come l’unica vera grande storia d’amore. Dal diario: (…) La verità, adesso devo dirlo, è che sono innamorata. Ho quarantasette anni. Per la prima volta sono innamorata. E’ una parola di cui non conoscevo il significato. La mia anima vuole solo lui. Il mio corpo prova sensazioni indescrivibili. Non sapevo nulla di tutto ciò. Ho capito che l’amore è una questione di buchi nell’anima. Tutti noi abbiamo dei buchi nell’anima. Ogni tanto arriva qualcuno che riempie, o compensa, quei buchi nell’anima (…). Sofonisba Anguissola ebbe una vita molto lunga. La sua longevità è eccezionale per l'epoca in cui ha vissuto ed è stata una delle prime artiste italiane a raggiungere la fama europea. All’età di novantasei anni fu ritratta da Antoon van Dyck un celebre giovane, frizzantino, pittore fiammingo. Fu allievo di Peter Paul Rubens e divenne il primo pittore di corte in Inghilterra sotto Carlo I Stuart. Con il racconto COME IN UNO SPECCHIO Il diario segreto di Sofonisba Anguissola il professore Flavio Caroli ci porta una storia forte e commovente, sostenuta da una scrittura affascinante al contempo realistica e poetica. Uno dei libri più importanti della narrativa italiana di quest’anno.
Flavio Caroli
Storico dell’arte e critico d’arte italiano (n. Ravenna 1945). Laureatosi in Lettere moderne (1968) e specializzatosi in Storia dell’arte (1972) presso l’Università di Bologna, qui ha intrapreso la carriera accademica, svolgendo successivamente attività di docenza nelle università di Salerno (1990-93) e Firenze (1993-94). Responsabile scientifico delle attività espositive di Palazzo Reale a Milano (1997-2004), ordinario di Storia dell’arte moderna presso il Politecnico di Milano dal 1995, tra i temi preferenziali dei suoi studi vi è l’analisi dei modelli introspettivi ravvisabili nella produzione artistica del mondo occidentale, sui quali ha condotto approfondite comparazioni con tradizioni figurative extraeuropee; C. ha inoltre condotto studi sull’arte del Cinquecento e sulla fisiognomica. Tra le sue pubblicazioni occorre citare: Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna (1975); Europa, America. L’astrazione determinata (1976); Primitivismo e cubismo (1977); La politica dell’arte (1979); I capolavori parlano. Cinque secoli di pittura moderna (1982); La pittura contemporanea dal Romanticismo alla Pop Art (1987); Tiziano (1990); Leonardo, studi di fisiognomica (1991); Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud (1995); L’anima e il volto. Ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon (1998); La storia dell’arte raccontata da Flavio Caroli (2001); Le tre vie della pittura (2004); Arte d’Oriente, Arte d’Occidente, 2006; Tutti i volti dell’arte (2007); Il Volto di Gesù (2008); Il volto dell'Occidente: i venti capolavori che hanno fatto l'immagine della nostra civiltà (2012); Anime e volti: l'arte dalla psicologia alla psicoanalisi (2014); Con gli occhi dei maestri (2015); Il museo dei capricci. 200 quadri da rubare (2016); L'arte italiana in quindici weekend e mezzo (2018); Elogio della modernità (2019); La grande corsa dell'arte europea (2020); I sette pilastri dell'arte di oggi (2021). C. è inoltre autore dei romanzi Mayerling, amore mio (1983), Trentasette, il mistero del genio adolescente (1996), Voyeur. I segreti di uno sguardo (2014) e del memoir Storia di artisti e di bastardi (2017).
COME IN UNO SPECCHIO
Il diario segreto di Sofonisba Anguissola
Flavio Caroli
Rizzoli Editore
Pagine 189
Di pagina in pagina una sottile inquietudine si impadronisce del lettore: merito di una narratrice generosa, che scrive con lucidità e vigore, guidata da un’intelligenza solida e concreta delle relazioni umane Dacia Maraini con il suo ultimo libro SCRITTURE SEGRETE - Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola - ha letteralmente rivoluzionato il modo di guardare la storia della scrittura femminile, che è stata a lungo marginalizzata, raccontando i fatti per quelli che furono riportando a nuova luce scrittrici ignorate o dimenticate, mistiche, cortigiane e rivoluzionarie. Nel Medioevo, ad esempio, le donne non avevano nessun accesso all’insegnamento e non potevano leggere, non avevano la parola, non avevano la possibilità di accedere alla scrittura responsabile; pochissime lo hanno potuto fare e spesso quelle poche che avevano la possibilità di scrivere non venivano prese sul serio. Avendo letto anche le mistiche, l’autrice Dacia Maraini ha scoperto tutto un mondo che non poteva esprimersi. Le mistiche hanno scritto testi bellissimi che sono rimasti purtroppo nascosti nei conventi. Le cortigiane al contrario avevano accesso all’istruzione. Fare la cortigiana significava poter disporre liberamente di sé, del proprio tempo, leggere e studiare, tutte cose negate anche alle donne di rango più elevato. Il ruolo principale della donna era legato al matrimonio e alla maternità. Nel matrimonio medievale l’idea dell’amore non esisteva proprio, l’idea dell’amore nasce nell’Ottocento con il Romanticismo ma questa è un’altra storia.
Nel libro SCRITTURE SEGRETE - Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola di Dacia Maraini tante meravigliose “favole vere”. Grazie alla propria determinazione le oltre settanta protagoniste sono diventate donne forti e libere. Piccole grandi donne che hanno trovato il coraggio di non farsi rubare la vita, di credere nei propri sogni e di trasformarli in realtà. Donne che hanno magistralmente usato la scrittura e la parola come forma di liberazione e affermazione.
IL libro SCRITTURE SEGRETE - Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola di Dacia Maraini è di vasto respiro, condotto con sapienza. Un affresco articolato e un racconto avvincente. Un libro potente un vero capolavoro. Davvero ci si dissolve in questo libro e ci si innamora delle protagoniste: si prova una forte empatia per le loro storie e i loro sentimenti e alla fine ci si sente un po' sole. E si vorrebbe ricominciare.
Dal libro (…) La storia del talento femminile è effettivamente più che una storia di scoraggiamento: è una storia di repressione. Qualche tempo fa in America, in una università pubblica, una docente di lettere mi ha fatto notare che su Wikipedia alla voce Italian Literature non si trovava nemmeno un nome di donna. E questo su un’importante fonte di informazione alla portata degli studenti! La discriminazione continua ancora oggi. Il mercato è aperto alle donne , anche perché le donne sono le lettrici più numerose. Non c’è discriminazione sul piano del mercato. Il problema comincia quando dal mercato si passa alle istituzioni letterarie dove si stabiliscono i valori per le prossime generazioni, dove si fissano le gerarchie, i nomi prestigiosi che diventeranno i modelli di riferimento del Paese. (…).
Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e disponibili in BUR, tradotti in oltre venticinque Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. I suoi ultimi romanzi: Una rivoluzione gentile (Rizzoli 2021) - Vita mia (Rizzoli 2023).
SCRITTURE SEGRETE
Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola
Dacia Maraini
Rizzoli Editore
Pagine 365
Siamo in una fase di incertezza internazionale, ordine globale sospeso per la competizione fra Russia Cina e gli Stati Uniti; prevale una dimensione tribale del potere in queste grandi potenze e naturalmente ci sono scosse a catena che entrano non solamente nella vita e nelle relazioni degli Stati ma nella vita di tutti noi. Viviamo in una situazione di incertezza permanente dove i conflitti attraversano fasi acute di scontri e poi momenti di cessate il fuoco anche all’interno delle nostre società. Comprendere ciò che sta accadendo non è solo necessario, è nostro dovere. Nel libro, che in questo momento tutti dovremmo leggere per comprendere meglio la complessità della situazione geopolitica internazionale attuale: LA SCOSSA GLOBALE – L’effetto Trump e l’età dell’incertezza, il giornalista Maurizio Molinari analizza in modo approfondito le cause e svela il drammatico scenario che potrebbe delinearsi in futuro. E lo fa anche con cognizione storica avvalendosi di uno stile chiaro e sintetico, riuscendo a fornire una dettagliata e obiettiva cronaca degli avvenimenti. Un dossier documentato e argomentato con assoluta lucidità e precisione su uno dei temi più dibattuti del momento che senz’altro, non può lasciare indifferenti. Nel saggio LA SCOSSA GLOBALE emerge il rigore giornalistico di Maurizio Molinari con analisi scrupolose e grafici relativi all’UE della Difesa con quota di PIL impiegato per fonte di finanziamento dal 2019 al 2026 e grafici riferiti alle nazioni con le più grandi riserve di petrolio ovvero i giganti dell’energia: Usa, Arabia Saudita e Russia. Nel libro LA SCOSSA GLOBALE – L’effetto Trump e l’età dell’incertezza di Maurizio Molinari, per completezza di informazione, trovano spazio interessanti mappe che offrono una visione immediata e chiara non soltanto dell'assetto geopolitico ma mostrano come si combatte anche sotto terra evidenziando tunnel sotterranei in Corea del Nord, i tunnel sotto la striscia di Gaza, l’area di cantiere del bunker sotterraneo a Pechino, altre mappe mostrano il sistema difensivo multistrato degli USA, il sistema difensivo areo israeliano, le miniere nello spazio ovvero i metalli presenti sugli asteroidi, le terre rare nel mondo: estrazione e riserve stimate ( produzione 2020 e 2021) tanto per citarne alcune. Un libro eziologico, una sorta di bussola per comprendere da dove la genesi, in cui si percepisce l’empatia e il senso di responsabilità morale. Dal libro (…) risorse come le terre rare, le criptovalute, l’intelligenza artificiale, l’acqua e i satelliti spaziali ci obbligano a guardare alla sfida neomercantilistica fra Usa e Cina in maniera ibrida, ovvero tenendo presente non solo gli equilibri commerciali nelle manifatture e lo sfruttamento dell’energia tradizionale, ma anche diverse fonti di ricchezza che ci portano a ripensare l’industria mineraria, l’uso del cosmo come spazio economico, la definizione stessa del denaro e dell’alta tecnologia. Cresce così la sensazione di essere arrivati al momento nel quale il nuovo secolo ridisegna le nostre vite, trasformando in archeologico quanto resta del Novecento (…).
Molinari, Maurizio. – Giornalista e scrittore italiano (n. Roma 1964). Dopo aver studiato all'Università Ebraica di Gerusalemme e al Manchester College di Oxford, si è laureato in Scienze politiche e in Storia all'Università “La Sapienza” di Roma. Giornalista professionista dal 1989, ha lavorato per La voce repubblicana prima di diventare corrispondente per La stampa da Gerusalemme, Bruxelles ma soprattutto da New York. Specializzato in politica estera e questioni internazionali, dal 2016 al 2020 è stato direttore del quotidiano di Torino e dallo stesso anno al 2024 ha diretto la Repubblica, della quale è attualmente editorialista. Della sua densa produzione saggistica si citano qui: Il paese di Obama (2009, Vincitore del Premio Capalbio 2011), Gli italiani di New York (2011), Governo Ombra (2012), L'Aquila e la farfalla (2013), Il califfato del terrore (2015), Jihad. Guerra all'Occidente (2015), Duello nel ghetto (2017), Il ritorno delle tribù (2017), Perché è successo qui. Viaggio all'origine del populismo italiano che scuote l'Europa (2018), Assedio all'Occidente. Leader, strategie e pericoli della seconda guerra fredda (2019), Atlante del mondo che cambia (2020), Il campo di battaglia. Perché il Grande Gioco passa per l'Italia (2021), Il ritorno degli imperi. Come la guerra in Ucraina ha stravolto l'ordine globale (2022), Mediterraneo conteso (2023), La nuova guerra contro le democrazie (2024) e La scossa globale (2025).
LA SCOSSA GLOBALE
L’effetto Trump e l’età dell’incertezza
Maurizio Molinari
Rizzoli Editore
Pagine 315

Rileggere oggi un libro sull'Europa scritto poco dopo la sua costituzione è tutt’altro che superfluo. Giovanni Reale è stato uno dei nostri intellettuali più originali e raffinati. Ha interpretato in libri che sono insieme saggi e viaggi romanzeschi, alcuni capolavori della letteratura mondiale. Nel saggio Radici culturali e spirituali dell’Europa - Per una rinascita dell’ “uomo europeo” - edito nel 2003 - si spronano e si combattono la scienza, la letteratura e la filosofia, i fatti umani e la Storia. Lo storico Giovanni Reale usa una lingua generosa, svelta e nello stesso tempo evocativa. Con elegante e sobrio spirito etico mette in scena i protagonisti della reale storia dell’Europa. In un mondo in cui tutti sembrano avere la risposta giusta a ogni domanda, la scienza, la filosofia e la storia viaggiano controcorrente ed è per questo che rileggere a distanza di ventidue anni dalla sua prima edizione, le pagine del saggio Radici culturali e spirituali dell’Europa - Per una rinascita dell’“uomo europeo” di Giovanni Reale - è stato uno dei massimi esperti di filosofia antica in campo internazionale - significa trovare precise risposte a domande urgenti sull'identità europea, significa trovare spunti da approfondire per affinare il proprio spirito critico di fronte alle sfide della realtà. In questo straordinario saggio ritornano a nuova luce autorevoli pensatori che con le loro grandi opere hanno rappresentato in modo esemplare il pensiero filosofico della tradizione occidentale. Il libro Radici culturali e spirituali dell’Europa - Per una rinascita dell’“uomo europeo” di Giovanni Reale è un’erudita puntuale ricognizione del vasto e dibattuto universo della storiografia. Un affascinate percorso attraverso i secoli, composto da brevi saggi, numerosi atti di convegni e citazioni estratte da libri di pensatori autorevoli, che coprono varie aree del sapere come filosofia, letteratura e scienze. Un saggio denso di riflessioni, che ci aiuta a comprendere le origini della nostra storia. Il monito di Giovanni Reale: (…) Se non si vuole ridurre l’Europa a una pura sfida politica o economica, bisogna avere il coraggio di gettare lo sguardo sull’origine della nostra storia, sulla possibilità di rinnovare l’uomo europeo, facendo vivere in forma nuova le sue radici culturali e spirituali. Poiché, come ebbe a dire Max Scheler, “mai e in nessun luogo i semplici trattati hanno creato una comunità, al massimo essi la esprimono” (...).
Giovanni Reale (1931-2014) è stato uno dei più importanti filosofi italiani, nonché uno dei massimi esperti di filosofia antica in campo internazionale, Reale è stato autore di una monumentale Storia della filosofia greca e romana (Bompiani Editore 2004) e di innumerevoli contributi e saggi scientifici, su Platone, Aristotele, Seneca, Plotino e Agostino, molti dei quali destinati alla circolazione internazionale, attraverso la traduzione in diverse lingue straniere.
Nel 1982 ha fondato la collana Vita e Pensiero Temi metafisici e problemi del pensiero antico.
Numerose le pubblicazioni con molte case editrici.
Dal catalogo Raffello Cortina Editore ha pubblicato, nella collana Scienza e Idee, "Saggezza antica" (1995), "Corpo, anima e salute" (1999), "Quale ragione?" (con Dario Antiseri, 2001) e "Radici culturali e spirituali dell'Europa" (2003).
Radici culturali e spirituali dell’Europa
per una rinascita dell’“uomo europeo”
Giovanni Reale
Edizione Mondolibri su licenza Raffaello Cortina Editore (2003)
Pagine 183
| George Eliot for François D'Albert |
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Dietro lo pseudonimo maschile di George Eliot si nascondeva Mary Anne (Marian) Evans (1819–1880), una delle scrittrici più importanti dell'età vittoriana.
Essere un'artista donna in quel periodo significava affrontare una doppia battaglia: non solo lottare per la parità professionale in un ambiente dominato dagli uomini, ma anche subire un giudizio diffuso che considerava il genio femminile come per natura inferiore. Questa combinazione di pregiudizi ha spesso negato il pieno riconoscimento alle loro opere.
Mary Anne Evans adottò uno pseudonimo maschile per due ragioni principali. Voleva essere presa sul serio ed evitare che i suoi romanzi fossero etichettati come letteratura minore "per signore". Inoltre, intendeva proteggere la sua opera dal forte pregiudizio sociale che la colpiva a causa della sua vita privata: viveva da vent'anni come una moglie con il filosofo e critico George Henry Lewes, un uomo sposato.
Nata nelle Midlands, Mary Anne Evans dimostrò subito una spiccata intelligenza. La sua formazione fu influenzata dall'accesso alla biblioteca di Arbury Hall e da un ambiente religioso vario. Dopo la morte della madre, Mary Anne si trasferì con il padre a Foleshill e iniziò a frequentare la società intellettuale di Coventry, in particolare il circolo dei liberi pensatori di Charles Bray. Queste conoscenze la portarono a sviluppare un pensiero liberale e a maturare dubbi sulla verità letterale della Bibbia. La sua prima opera di rilievo fu la traduzione della Vita di Gesù di David Strauss (1846). Dopo la morte del padre, si trasferì a Londra e divenne vicedirettore (dal 1851) della rivista radicale The Westminster Review.
Il 1854 segnò l'inizio della sua unione con George Henry Lewes.
Sebbene l'unione non fosse legale, la coppia si considerava sposata. La loro vita non convenzionale causò scandalo e portò la società letteraria londinese a isolarli inizialmente.
Mentre scriveva per la Review, Evans maturò la decisione di dedicarsi alla narrativa. Sotto il nome di George Eliot, pubblicò nel 1857 Scenes of Clerical Life e, nel 1859, il suo primo romanzo completo, Adam Bede, che riscosse un successo immediato. Nonostante la sua vera identità fosse stata rivelata, la sua popolarità come autrice non fu intaccata.
Dopo la morte di Lewes nel 1878, Eliot sposò John Walter Cross, un uomo d'affari più giovane di vent'anni, nel 1880, pochi mesi prima della sua morte. A causa delle sue convinzioni agnostiche e della sua relazione non tradizionale con Lewes, le fu negata la sepoltura a Westminster Abbey; riposa nel cimitero di Highgate, accanto a Lewes. L'opera più celebre di Eliot, Middlemarch (1872), è considerata una pietra miliare nella storia del romanzo inglese. I suoi romanzi, ambientati soprattutto nella provincia britannica, sono noti per lo stile realista e la profonda analisi psicologica dei personaggi, evidenziando il conflitto tra i sogni individuali e i limiti imposti dalla società. Nonostante un breve declino di fama nel XX secolo, George Eliot è stata rivalutata dalla critica (tra cui Virginia Woolf) e oggi è riconosciuta come un'autrice essenziale e una maestra di stile e chiarezza di pensiero. Molte donne hanno lottato per la libertà e l'autonomia in diversi ambiti.
Troppe, tuttavia, sono rimaste ignorate e dimenticate dalla storia. Per poter agire liberamente nelle arti, sono state costrette a ricorrere a pseudonimi maschili. Le conquiste dei propri diritti sono ancora molto spesso calpestate e la libertà individuale non sempre è attuabile.
Non capita spesso di percorrere così febbrilmente le pagine di un libro, per arrivare in fretta più avanti. Al centro l’ineluttabilità dei sentimenti, le passioni divoranti e la purezza trasformate in talentuosa scrittura. La biografia con la verve del romanzo, IL MONDO CHE SARÀ di Luigi Fontana è un racconto appassionante, poetico e stupefacente, scritto con un linguaggio incisivo e potente. Luigi Fontana ci illustra la sua vita attraverso quella intensa di suo padre, Jimmy Fontana, uno dei più importanti Cantautori degli Anni ’60, ce la illustra come se visitassimo una pinacoteca dove ritroviamo anche i profili di “quelli che contano” nel campo delle arti, della musica, dello spettacolo. Uomini e donne che Luigi Fontana ha avuto modo di frequentare e conoscere. Ma c’è un connotato che fa di questa biografia qualcosa di molto diverso dai flash dei rotocalchi intorno alla vita privata degli uomini di successo. Ed è la descrizione meticolosa e la costante ricerca nel tempo di Luigi Fontana narratore, la sua attenzione nell’individuare la strada che ha portato la gente famosa ad essere quello che è, e quali siano stati gli ostacoli che ognuno ha dovuto superare. Al pari dei grandi ritrattisti, Luigi Fontana coglie i numerosi particolari, in intuizioni lampeggianti, l’essenza di una personalità, le sue sfumature, le contraddizioni, le qualità e le debolezze, mosso unicamente dal desiderio di comunicare anche la sua personale esperienza, con una grande quantità di dettagli. Narrando la sua vita, con il IL MONDO CHE SARÀ, Luigi Fontana oltre ad aver creato con la parola scritta, un encomiabile tributo al padre, ci insegna senza volerlo a meditare sulla nostra, come magnificamente espresso nella "call-to-action" finale in quarta di copertina: Penso che la vita sia una grande, irripetibile opportunità. Una canzone da inventare. Un libro da scrivere. Un sorriso da regalare agli altri. ‘Il mondo che sarà’ è tutto questo per me. È il mio sorriso per chi lo cercherà.
Luigi Fontana (nome d’arte di Luigi Sbriccoli) è un cantante, pianista, compositore, arrangiatore e produttore musicale, nato a Macerata, ma romano di adozione. Figlio primogenito di Jimmy Fontana, uno dei più importanti Cantautori degli Anni ’60, Luigi ha seguito il padre nella sua vita artistica per oltre trent’anni, calcando, accanto a lui, le tavole dei palcoscenici di tutto il mondo. Autore di Colonne Sonore, doppiatore di Cartoni Animati e Cantautore anch’egli, ha pubblicato nel 2014 il suo album da solista L’illusionista e altre storie.
Attuale Presidente dell’Unione Nazionale Autori (U.N.A.), Delegato del Nuovo IMAIE e Consigliere di Sorveglianza della S.I.A.E., è oggi profondamente impegnato in attività a favore dei suoi colleghi, di musica e di ogni altro settore artistico, in difesa dell’Arte e della Cultura nazionali.
IL MONDO CHE SARÀ
La storia della mia vita accanto al mio grande papà
Luigi Fontana
Edizioni Readaction
Pagine 479
| Mary Shelley |
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Si dice che Mary Shelley si riunisse con il marito, Percy Shelley, Lord Byron e altri amici per raccontare storie di mistero fino a tarda notte. Proprio dopo una di queste riunioni, le venne in mente l'idea centrale di Frankenstein, l'opera che la rese celebre.
Mary e Percy Shelley trascorsero l’estate del 1816 sul lago di Ginevra. A causa della pioggia incessante, il gruppo, che includeva Byron, fu costretto a restare a lungo chiuso in casa. Parlarono di esperimenti per rianimare la materia morta e si lessero storie di fantasmi. Fu allora che Byron propose una sfida: ognuno avrebbe dovuto scrivere una storia di fantasmi. Da quel gioco nacque uno dei romanzi più importanti della storia della letteratura inglese.
Forse è sorprendente sapere che il romanzo Frankenstein o il moderno Prometeo è considerato la prima grande opera letteraria di fantascienza. Ed è ancora più sorprendente che in molti ignorino che questo libro – la cui storia è poi approdata al cinema, in televisione e persino nei cartoni animati – sia stato scritto da una donna: Mary Shelley. Non solo: lo scrisse in un’epoca in cui le probabilità per una scrittrice di raggiungere la fama erano pressoché nulle. La vita di Mary Shelley fu tanto affascinante quanto la sua opera: caratterizzata da grandi tragedie, un amore che conservò nel cuore fino alla morte e un'esistenza piena di audaci avventure. Le vicende della sua vita potrebbero ispirare la trama di un altro eccellente romanzo.“Provare amore per un altro mi trascinerà nell’ingranaggio dell’esistenza che conduce la gente, e dal quale per ora sono escluso.” (Mary Shelley, Frankenstein) Nonostante Mary Shelley sia entrata nel novero dei grandi scrittori della letteratura universale grazie a Frankenstein, quest'ultimo non fu certo la sua unica opera. Scrisse altri romanzi e opere teatrali che negli ultimi anni hanno attirato sempre più l’attenzione degli esperti. Travolto dalla fama quando l'autrice era ancora in vita, Frankenstein mise in ombra per molti anni le sue altre creazioni. Mary Shelley nacque a Londra, il 30 agosto 1797, in una famiglia di stirpe nettamente progressista. Suo padre, con il quale Mary ebbe sempre un rapporto molto stretto, era William Godwin, filosofo, giornalista e scrittore. Sua madre, Mary Wollstonecraft, fu una filosofa pioniera del movimento femminista. Purtroppo, la madre di Mary morì durante il parto, apparentemente a causa di una grave infezione e di una febbre altissima. La donna aveva avuto una figlia prima di sposarsi, che il padre di Mary accolse come figlia sua. Le due bambine crebbero come sorelle, instaurando un rapporto molto intimo che conservarono per tutta la vita. Quando Mary aveva 3 anni, suo padre si sposò con una vicina, che a sua volta aveva due figlie. Sembra che Mary non andasse d’accordo con la matrigna, arrivando perfino a odiarla. Ciononostante, si può affermare che ebbe un’infanzia e un’adolescenza felici. Suo padre educò Mary e la sorellastra Claire in modo molto liberale, dando loro accesso a un’ampia formazione e assicurandosi che diventassero due donne molto istruite.
Citazioni da Frankenstein
• “È più felice quell’uomo che crede che la sua città natia sia il mondo intero, di quello che aspira a divenire più grande di quanto la sua natura gli consenta.“
• “Un essere umano perfetto dovrebbe sempre mantenere la mente calma e serena e non permettere che la passione o che un desiderio passeggero disturbino mai la sua tranquillità.“
Alcune curiosità su Mary Shelley e il suo Frankenstein
Mary Shelley scrisse il suo romanzo più famoso, considerato uno dei capolavori della letteratura inglese, a soli 19 anni. Ci volle circa un anno per lavorare alle correzioni con il marito, Percy Shelley, e per trovare un editore. Il romanzo venne pubblicato nel 1818 in forma anonima, con una dedica al padre di Mary Shelley, William Godwin. Per anni pubblico e critica nutrirono il sospetto che il libro fosse opera di Percy Shelley. Il romanzo vedrà il nome dell’autrice in copertina soltanto nel 1831.
L’unico figlio sopravvissuto di Mary Shelley si chiama Percy Florence Shelley. Florence, come Firenze, la città in cui è nato. Nel suo viaggio tra le più belle città d’Europa Mary Shelley trascorse anche lunghi periodi in Italia. Tra le città che visitò ci sono anche Torino, Milano, Bologna, Napoli e Roma. Percy Shelley morì in mare tra La Spezia e Livorno, venne cremato a Viareggio e seppellito nel cimitero acattolico di Roma.
La prima edizione italiana di Frankenstein venne pubblicata soltanto nel 1944 da Ranieri Cochetti.
Le difficoltà che le donne incontravano in ogni forma d'arte, in un'epoca in cui l'uomo doveva essere l'unico artefice del pensiero, penalizzavano la forza, l'intelligenza e la genialità di molte grandi artiste. Mary Shelley era una di queste. Niente riuscì a fermarla e, grazie alla sua determinazione, Frankenstein è un'opera la cui lettura è ancora oggi stimolante e fondamentale.
Dopo il magnifico romanzo Il profumo delle foglie di limone Clara Sánchez torna con un racconto magico e ipnotico, che s’interroga sul tempo e sulle innumerevoli possibilità che ogni scelta racchiude in sé. Una storia di amore e di colpa, di verità nascoste e di coraggio che rimane impressa nel cuore. Nel recente romanzo La casa che attende la notte dell’autrice Clara Sánchez ciò che è estremamente improbabile prima o poi si verifica. Fatti così improbabili, inattesi e inverosimili, così fuori da ogni logica che però, inesorabilmente accadono. E spingono la protagonista Alicia, una studentessa ventenne di Madrid, baby-sitter di Rafael, un bambino di nove mesi dotato di un acuto intuito, a chiedersi se, nella sua quotidianità, si tratti di semplici coincidenze oppure di segni del destino, indizi di una volontà invisibile che governa il corso delle cose. A questo interrogativo cerca di rispondere il romanzo La casa che attende la notte di Clara Sánchez. È lei a guidarci in un viaggio suggestivo attraverso le leggi che governano il caso e i meccanismi dell’universo in cui viviamo. Reinventando le vite di tre personaggi: il piccolo Rafael, la sua tata Alicia e lo spirito di Hugo un ragazzo che è uscito di casa e non vi ha fatto più riorno, con un linguaggio di incomparabile bellezza, Clara Sánchez ci esorta a credere più che nell’agire di forze misteriose, nella forza del principio dell’improbabilità perché come ci ricorda anche una nota citazione di Shakespeare: ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne comprenda la tua filosofia.
Il romanzo La casa che attende la notte dell’autrice spagnola Clara Sánchez è un racconto affascinante, un viaggio collettivo ed esistenziale che si snoda anche oltre le porte del tempo, dentro la nostra storia, dentro le storie di tutti noi. Dal libro La casa che attende la notte: (…) Nessuno di noi sa cosa si porta dentro dalla nascita (…).
La casa che attende la notte dell’autrice spagnola Clara Sánchez è un romanzo atipico straordinariamente incalzante e prodigo di colpi di scena che tiene inchiodati fino all’ultima pagina.
Clara Sánchez è l’unica scrittrice ad aver vinto con i suoi romanzi i tre più importanti premi letterari spagnoli: il premio Alfaguara con La meraviglia degli anni imperfetti, il premio Nadal con Il profumo delle foglie di limone, bestseller che ha venduto un milione di copie, in cima alle classifiche di vendita per anni, e il premio Planeta con Le cose che sai di me. In Italia sono tutti pubblicati da Garzanti, insieme a La voce invisibile del vento, Le mille luci del mattino, Entra nella mia vita, La forza imprevedibile delle parole, L’amante silenzioso, L’estate dell’innocenzae l’attesissimo seguito del Profumo, Lo stupore di una notte di luce. Nel 2018 ha partecipato con un racconto all’antologia su madri e figli
La casa che attende la notte
Clara Sánchez
Editore Garzanti
Pagine 200
Mirko Lainati è un giovane autore che, con acume e profondità, sa condurre il lettore in una riflessione necessaria per l'esplorazione del Sé e della società. La sua ultima opera è una raccolta di racconti che funge da specchio per l'esperienza umana. Attraverso queste narrazioni, il lettore è invitato a un'esplorazione introspettiva, trovando in ogni storia un punto di riferimento per una migliore comprensione e collocazione nel mondo e nella società spesso distratta o comprensiva.
Il suo "Prosopon" è il libro che getta la maschera. Con la forza delle sue parole, svela il volto dietro le apparenze e si erge a manifesto della libertà di essere e del valore dell'educazione alla consapevolezza.
D-"Ciao Mirko, complimenti per il tuo secondo libro, Prosopon. La nostra prima domanda è: Qual è il messaggio principale o l'idea che hai voluto trasmettere ai tuoi lettori con questo romanzo?”
R- L’idea iniziale era quella di riuscire a trasmettere un messaggio che porto con me da una vita: chi siamo oltre la maschera… quella che indossiamo ogni giorno, quella che abbiamo creato per salvare noi stessi o che ci è stata assegnata da circostanze esterne come una società che vorrebbe omologarci al suo pensiero, un amore che non ha i sapori giusti e/o essenzialmente le paure che ci hanno frenato nel tempo. Successivamente è subentrato il pensiero di voler insegnare qualcosa a quel piccolo Mirko lì fuori che, stringendo tra le mani le storie di Berta e Dana, potrebbe ricevere la spinta giusta per comprendere meglio sé stesso o sé stessa.
D- "Sei un autore molto giovane: Da quanto tempo coltivi la passione per la scrittura e, soprattutto, qual è la motivazione più profonda che ti spinge a continuare a scrivere?"
R- Con molta onestà potrei dire di aver iniziato a scrivere da ragazzino. Inizialmente tutti gli elaborati volgevano alla creazione di piccole storie per delle webserie, piccoli cortometraggi, pertanto connessi ad esposti più audiovisivi. Poi, devo ammettere, che il cambio di rotta è giunto con la lettura. Più leggevo e più mi rendevo conto delle infinite possibilità e del modo in cui le parole potessero aiutarmi a sviluppare messaggi e a dare una chiara immagine della forza pensiero. Riconosco, pertanto, nella lettura una delle forti caratterizzazioni della mia passione.
D_ "Pensando al ruolo della lettura in generale: Quale valore o arricchimento pensi che l'esperienza di leggere un libro possa offrire ai lettori di oggi?"
R- Oggi più che mai la lettura è una necessità e dovrebbe rappresentare interesse per tutti. Proviamo a pensare, per un secondo, ad un mondo in cui la frenesia e la velocità spingono chiunque a non assaporare gli attimi, a non vivere pienamente i momenti. Non è poi così difficile immaginarlo poiché viviamo in un contesto precisamente identico all’immaginario appena posto. Bisogna leggere anche solo per riscoprire cosa significhi vivere il momento, godersi un mondo diverso spingendo oltre il pensiero, per vedere tutto con occhi diversi e mente più libera.
D_ Essendo così giovane, quali sono state le sfide e le soddisfazioni maggiori nell'affrontare un progetto così impegnativo come la scrittura di un intero libro?"
R- La sfida è stata, in particolar modo, trovare qualcuno che potesse aiutarmi a diffondere il messaggio. Non è facile, oggi, essere in grado di avere supporto quando scrivi con il cuore e non solo per i numeri. Mi ritengo molto fortunato e non ringrazierò mai abbastanza la mia editrice, Marzia Carocci, per avermi visto come nessuno mai leggendo in me qualcosa che andasse oltre l’immagine dell’ordinario. Le soddisfazioni sono giunte e continuano a giungere. La più grande arriva sempre quando qualcuno, avendo letto l’elaborato, mi racconta di essersi rivisto nelle storie, nei personaggi, e di aver riscoperto in esso una parte nascosta di sé.
D_"Ci sono autori, italiani o stranieri, che consideri dei veri e propri modelli o maestri e che hanno influenzato il tuo stile o il tuo modo di vedere la narrativa?"
R- Lo stesso Pirandello ha caratterizzato Prosopon permettendomi di riallacciare il vissuto che ho portato come me in quella scrittura con le maschere de Il Fu Mattia Pascal. Hesse, d’altro canto, è l’autore che ha contribuito alla formazione della mia scrittura dandomi modo, leggendo sempre di più i suoi capolavori, di cogliere quella parte introspettiva che da tempo ho tentato (erroneamente) di reprimere.
D_Progetti Futuri: "Dopo Prosopon, hai già la testa piena di nuove storie? Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti di scrittura?"
R- Direi di non aver mai smesso di lavorare. Prosopon rappresenta l’inizio di qualcosa di più grande su cui continuo a metter mano senza sosta. Ho ancora molto da voler condividere, di personale, di autentico. C’è tanto, pensandoci, che credo meriti di essere raccontato in tanti modi diversi. Potrei dire che quando una passione scorre nel sangue è difficile fermarla, soprattutto se l’ispirazione è ancora dalla tua parte.
"Mirko, ti ringraziamo per la disponibilità. Per concludere, desideriamo lasciarti uno 'Spazio Libero': un momento privo di domande, dedicato esclusivamente a te, per dire ai nostri lettori ciò che più ti sta a cuore in questo momento."
R- Vorrei dire a chi ci legge li fuori che raccontare una storia vissuta sulla pelle è estremamente difficile, così come trovare anche semplicemente la forza di condividerla.
Auguro a chiunque di riuscire a farlo e di poter trovare qualcuno che ascolti e capisca sul serio: oltre lo status, lo standard, la maschera.
Grazie davvero per l’opportunità.
Tutta la ricchezza di un’epoca a torto giudicata “barbara”, in un saggio curato da uno dei più importanti medievisti italiani. CARLO MAGNO Un padre dell’Europa di Alessandro Barbero racchiude ampie escursioni dei costumi dell’epoca e nella vita privata del protagonista: Carlo Magno, un conquistatore che sapeva comandare. Spiegare il Medioevo non è facile come sembra. Soprattutto per il concetto di età di mezzo è entrato nella coscienza storica occidentale a partire dal XV secolo come esempio negativo; un’epoca di disarmonia gotica a detta degli umanisti, di corruzione papista a detta dei riformati, di irrazionalità e di barbarie dai philosophes illuministi. E anche quando, come in età romantica, si è passati alla sua esaltazione, si è trattato di un’apologia pretestuosa, che non ha condotto a un vero sforzo di comprensione storica. Tutto questo ha lasciato in eredità agli studiosi una moltitudine di stereotipi duri a morire e approcci storiografici contrastanti. L’autore di CARLO MAGNO Un padre dell’Europa Alessandro Barbero ha scelto un tema unificante, quello dello studio delle strutture del potere e dei poteri come una lente attraverso cui far emergere le diverse chiavi interpretative del passato riportando a nuova luce la vita di Carlo Magno: una vita intensissima in cui si susseguono eventi bellici e politici di primaria grandezza per l’integrità dell’Europa. Assistiamo così alle invasioni dei popoli germanici e all’incontro di questi con lo stato romano cristianizzato; seguiamo le tappe che hanno portato alla nascita dell’Impero carolingio e alla sua trasformazione nei regni nazionali, cogliamo i momenti chiave dello scontro tra papato e impero, culminato nella celebre lotta per le investiture. CARLO MAGNO Un padre dell’Europa di Alessandro Barbero è un lungo racconto che ci parla di monasteri e di castelli, di feudi e vassalli, di liberi comuni e signorie, di moltitudini di uomini e donne, contadini, cavalieri, monaci, mercanti, rimasti senza nome e di protagonisti celebri come Carlo Magno un eroe da leggenda. Seguendo l’intreccio dei poteri lo studioso Alessandro Barbero compone un affresco dove affiorano i mille aspetti del Medioevo: la vita sociale e l’attività culturale, la dimensione religiosa e lo sviluppo economico. Ciò che emerge è l’immagine di un millennio tutt’altro che monolitico, ma formato da un insieme di realtà temporali e geografiche ciascuna dotata di meccanismi propri e irripetibili: un’epoca di grande complessità, finalmente restituita alla propria verità storica. CARLO MAGNO Un padre dell’Europa dello storico e scrittore Alessandro Barbero è un saggio affascinante, una profonda riflessione sulle radici dell’Europa. Rivive nell’opera di un grande studioso la storia di Carlo Magno: un profeta, uno statista e un precursore. Alessandro Barbero con CARLO MAGNO Un padre dell’Europa ci offre una visione d’insieme ampia e documentata, condotta con abile piglio narrativo, che mostra il volto profondo di un grande statista e di una grandiosa civiltà percorsa da problemi e inquietudini molto simili a quelle della nostra epoca “globale”. Una grande opera storiografica che risponde a molte questioni ancora aperte.
Alessandro Barbero ha insegnato Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale. Ha vinto il Premio Strega nel 1996 con il romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, ha collaborato per molti anni con il programma Superquark di Piero Angela e i suoi podcast sono tra i più seguiti.
Tra le sue molte opere per Laterza: Dizionario del Medioevo (con C. Frugoni); Medioevo. Storia di voci, racconto di immagini (con C. Frugoni); Carlo Magno. Un padre dell’Europa; La battaglia. Storia di Waterloo; 9 agosto 378 il giorno dei barbari; Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano; Benedette guerre. Crociate e jihad; Lepanto. La battaglia dei tre imperi; Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali; Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco; Caporetto; Dante; L’aristocrazia nella società francese del Medioevo; All’arme! All’arme! I priori fanno carne!.
CARLO MAGNO - Un padre dell’Europa
Alessandro Barbero
Editori Laterza
Pagine 451
In Italia alla fine del XIX secolo nascono le prime associazioni femminili. Molte sono formate da donne della migliore borghesia che chiedono diritti per loro stesse, senza interessarsi dei drammatici problemi delle lavoratrici; ma presto una parte del movimento femminile riesce ad impostare alleanze con il sindacato e il nascente Partito Socialista. Anna Kuliscioff, militante di questo partito e instancabile alfiere dell’emancipazione femminile scrive: il voto è la difesa del lavoro e il lavoro non ha sesso. Con lei, perseguitata e più volte imprigionata, i movimenti femminili escono dal chiuso dei salotti e dei circoli di signore illuminate e diventano fatto di massa. Nel Parlamento vengono presentati e respinti numerosi progetti di legge per la parità salariale e per il voto alle donne. Anna Kuliscioff (1854-1925), la grande dirigente socialista di origine russa, compagna di Costa e di Turati fu incaricata dal partito di preparare un progetto di legge per la tutela del lavoro delle donne e dei bambini. Rivolgendosi alle donne disse: I diritti sono di chi sa conquistarseli.
Al primo congresso delle donne italiane che si svolge nel 1908 si parla di istruzione, di previdenza, a quei tempi quasi nulla, della condizione giuridica della donna, di cultura, di emigrazione e del voto. L’opinione pubblica reagisce con sarcasmo sottolineando i toni esasperati delle femministe, i loro radicalismi francamente ridicoli. Il terreno in Italia non è però ancora adatto alle rivendicazioni femminili. Giolitti concede nel 1912 il suffragio universale, ma lo riserva ai soli uomini anche se analfabeti e lo nega alle donne. E’ con la prima guerra mondiale che le cose cominciano a cambiare rapidamente. Fu sulle spalle della donna che si scaricò anche una delle più pesanti responsabilità del tempo di guerra: trovare il modo di sfamare la famiglia. Mentre gli uomini si uccidevano in un’inutile strage, le donne portavano avanti una loro guerra per il progresso. Alcune categorie di lavoratrici riuscirono ad ottenere la giornata lavorativa di otto ore, mettendo fine a quegli interminabili turni che in campagna erano dall’alba al tramonto. Alla fine della guerra non fu un caso se quasi contemporaneamente molti paesi concessero il voto alle donne. Il romanzo della straordinaria vita di Anna Kuliscioff ripercorsa da Tiziana Ferrario riporta alla vita la voce di una protagonista della cultura non solo italiana, una penna scomoda, talvolta polemica, ma sempre assetata di una cosa sola, la giustizia. Con il libro Anna K l’autrice Tiziana Ferrario restituisce la Storia alla sua dimensione umana. Con questo straordinario romanzo storico, narrato con garbo, dell’autrice Tiziana Ferrario la Storia diventa concreta e umana, animata da personaggi che sono messi a nudo nelle loro storie private, nelle loro sofferenze e debolezze, nei loro sogni, nei loro vizi e qualche volta perfino nella loro irritante mediocrità. Un libro scritto con amore, cura e stile. Una storia vera poetica e sorprendente.
Con Anna K, Tiziana Ferrario ci racconta una storia di donne: donne vere come Anna Kuliscioff che seppero rompere il fronte dei pregiudizi per ragionare a mente libera. Nella biografia di Anna K emerge il potere e il destino di tutte le donne dall’Ottocento ad oggi. Tiziana Ferrario è riuscita ad affrontare una materia scomoda con coraggio e intelligenza. Dal libro la determinazione di Anna Kuliscioff: (…) A Parigi non ci aspettano di certo a braccia aperte, ma ci andrò. Non possiamo lasciare che la pace venga decisa solo dagli uomini (…) A Parigi chiederemo di partecipare ai lavori della conferenza di pace. Di sedere, almeno una volta, accanto ai potenti. E se non vi lasceranno parlare? Parleremo lo stesso. Nelle piazze, sui giornali. Non siamo più le donne del silenzio. Ci sono delegazioni da Inghilterra, America, Olanda, Francia…tutte unite. Per il disarmo. Per il suffragio. Per un’Europa diversa (...).
Siamo nel ventunesimo secolo: non sappiamo quali passi compirà la donna in un quarto di secolo. Certo, per la coscienza che ha conquistato, oggi il suo ruolo è quello di chi non si accontenta più di essere accettata nella società, ma questa società con la sua presenza, vuole modificarla.
Tiziana Ferrario, giornalista, milanese, è stata uno dei volti del TG1-Rai. Conduttrice, inviata di politica estera, corrispondente da New York, ha raccontato guerre e crisi umanitarie, dall’Afghanistan al Medio Oriente all’Africa. Per il suo lavoro sui conflitti è stata nominata Cavaliere al merito dell’Ordine della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ha scritto Il vento di Kabul (Baldini Castoldi Dalai 2006); Orgoglio e Pregiudizi. Il risveglio delle donne ai tempi di Trump (2017); Uomini, è ora di giocare senza falli! (2020); La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli (2021); La bambina di Odessa (2022), tutti pubblicati da Chiarelettere, e Cenere (Fuoriscena 2024).
Anna K
Tiziana Ferrario
Fuoriscena Libri
Pagine 239
Ogni epoca architettonica ha avuto influenze diverse a seconda della nazione e delle vicende storiche, presentando sempre anticipazioni e influenze tardive, senza contare i revival, che sono succeduti, dal neogotico al neoclassico sino al postmoderno. In Italia, il dibattito sull’urbanistica moderna, soprattutto nel dopoguerra, quando si deve dare un nuovo assetto alle città, è piuttosto vivace. Dagli anni ’60 in poi, l’urbanistica quale pianificazione territoriale è stata progressivamente politicizzata, lasciando sempre meno spazio ai tecnici e vincolando sempre più le scelte ad interessi partitici. Sono altrettanto attuali i problemi legati alle espansioni delle megalopoli, svuotamento e degrado dei centri storici e delle campagne, quartieri dormitorio, denutrimento ambientale, mancanza di alloggi ecologici, speculazione edilizia: l’urbanistica, fra progetti avveniristici e mancanza di programmazione, perde spesso il controllo con la realtà sociale. D’altra parte gli effetti distruttivi di questa prassi sono evidenti nelle brutture architettoniche che squarciano anche le zone storiche. Il deturpamento ambientale non si limita al centro. Molte periferie crescono senza aree verdi, perché il terreno è costoso e la programmazione degli enti pubblici è spesso impotente di fronte alla speculazione dei privati. L’atteggiamento degli architetti è poi, talvolta contradittorio e rivela una mancata conoscenza e aderenza alla realtà urbanistica. Vengono elaborati piani regolatori tecnicamente avanzatissimi, magari geniali dal punto di vista estetico e funzionale, ma del tutto astratti dalla realtà che dovrebbero orientare. Anche questo è un sistema capzioso per evitare la programmazione. Altro problema: tutti parlano di ecologia, ma in realtà in concreto nessuno agisce. La teoria slegata dall’applicazione pratica rimane fine a se stessa, tanto che la realtà è abbandonata allo spontaneismo degli interessi privati o a interventi pubblici disorganici, soggetti quindi alle pressioni dei gruppi economici più forti. Le nostre città crescono, così, in molti casi disordinatamente in quartieri nuovi primi di infrastrutture essenziali e irrispettose della natura. Si renderebbe necessario, a questo punto, che gli enti pubblici a livello internazionale si facessero portavoce di una seria programmazione urbanistica non solo nelle aree centrali e nelle periferie ma anche nelle campagne, nelle aree marginali, recuperate, così, ad una vita socialmente qualificata. Il libro Città foresta umana – L’empatia ci aiuta a progettare di Mario Cucinella con la collaborazione di Serena Uccello invita a costruire in modo empatico e meno impattante. Dal libro dell’Architetto Mario Cucinella: (…) Molto di quello che abbiamo costruito negli ulti i decenni lo abbiamo costruito contro la natura e non assieme alla natura o accanto ad essa. Di fatto costruiamo e distruggiamo allo stesso tempo. É incredibile il cortocircuito che abbiamo innescato: ci illudiamo di edificare il nostro mondo sottraendolo alla natura senza capire che la natura è il nostro mondo. Ecco perché parlare di sostenibilità significa oggi tornare a parlare di empatia (…).
Il libro Città foresta umana – L’empatia ci aiuta a progettare di Mario Cucinella e Serena Uccello è un viaggio imperdibile lungo la storia del pensiero dal mondo antico all’età moderna, che esorta ogni lettore a esercitare il più grande privilegio concesso all’uomo: quello di pensare in modo empatico. Ciò di cui l’architettura contemporanea ha bisogno – dice l’autore Mario Cucinella – non sono dogmi e chiusure, ma il coraggio di aprirsi ad altri punti di vista: una sfida che non riguarda solo l’architettura, ma l’intera umanità. Nessun romanzo è avvincente come certe storie di progettazione. Ce ne danno prova Mario Cucinella e Serena Uccello con il libro Città foresta umana – L’empatia ci aiuta a progettare, il racconto di quella che è forse la più sorprendente avventura architettonica: vi appassionerà.
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Mario Cucinella, architetto e designer, si laurea a Genova con Giancarlo De Carlo nel 1987. Dal 1987 al 1992 lavora nello studio di Renzo Piano a Genova e a Parigi, come responsabile di progetto. Nel 1992 fonda lo studio internazionale MCA - Mario Cucinella Architects, che oggi ha sede a Bologna (1999) e Milano (2019). Lo studio possiede una solida esperienza nella progettazione architettonica e integra strategie ambientali ed energetiche, portando avanti ricerche sui temi della sostenibilità secondo un approccio olistico. Nel 2015 fonda SOS - School of Sustainability, una scuola per giovani professionisti neolaureati che ha l'obiettivo di fornire loro gli strumenti necessari per affrontare le questioni ambientali con un approccio aperto, olistico e guidato dalla ricerca. Nel 2017 cura il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2018. Cucinella curerà il Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka. Per Einaudi ha pubblicato, con Serena Uccello, Città foresta umana. L'empatia ci aiuta a progettare (2024).
Serena Uccello, giornalista de «Il Sole-24 ore», si è occupata di economia del lavoro. Per Einaudi ha pubblicato, con Nino Amadore, L'isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia (2009), con Marzia Sabella, Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia (2014), con Piergiorgio Baita, Corruzione (2016), con Cosima Buccoliero, Senza sbarre. Storia di un carcere aperto (2022) e, con Mario Cucinella, Città foresta umana. L'empatia ci aiuta a progettare (2024).
CITTÁ FORESTA UMANA
L’empatia ci aiuta a progettare
Mario Cucinella
con Serena Uccello
Edizioni Einaudi
Pagine 221
Ogni giorno affrontiamo conoscenze diverse e più ampie informazioni, e approfondiamo e allarghiamo la nostra esperienza nel mondo. Ma se le occasioni e gli incontri che direttamente ci si offrono sono limitati dai tweet e incompleti, infinite possono essere invece le scoperte consentite dalla lettura. Per questo il nuovo titolo
CHI NON LEGGE E’ PERDUTO – Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura di Vittorio Feltri è uno dei libri più importanti. Anzitutto, perché accoglie la più grande varietà di discorso possibile, inoltre perché, dal punto di partenza di un’offerta di lettura interessante, tende a raggiungere molti altri scopi. Quest’opera corale in CHI NON LEGGE E’ PERDUTO se ne pone parecchi: oltre a quelle comuni delle opere dello stesso tipo, essa si propone di invitare a riflettere, a giudicare, ad analizzare i problemi e di stimolare a creare in maniera autonoma occasioni personali di discorso. E questo soprattutto attraverso un metodo che può essere chiamato di dialogo: scorrendo l’indice generale, essa vi porrà delle domande, alle quali vi sentirete provocati a rispondere. Il libro CHI NON LEGGE E’ PERDUTO – Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura di Vittorio Feltri è un metodo di dialogo libero, di discussione serena e convinta su tutte le cose, importanti e utili, serie e spassose, dolorose e piacevoli, che circondano l’uomo. Gli scrittori hanno operato ed espresso le loro idee, da molti secoli prima di Cristo fino ad oggi per tutti. Perché si potesse imparare a scoprirne i valori, ad analizzarne i significati, a verificarne la validità e l’importanza. Tali idee fruttificheranno anche per mezzo dei giovani, anche oltre loro stessi, attraverso la parola, la memoria e lo svolgersi della quotidianità. L’antologia racchiusa in CHI NON LEGGE E’ PERDUTO – Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura di Vittorio Feltri invita ad esplorare gli aspetti meno superficiali della realtà individuale e sociale e offre l’occasione di riflettere sugli argomenti che interessano il pensiero umano di tutti i tempi: la conoscenza di se stessi e degli altri, i rapporti fra gli uomini. Da queste pagine, i giovani lettori, sentiranno il bisogno di chiarire chi sono e che cosa vogliono, chi sono gli altri e che cosa vogliono e l’esigenza di trovare un piano di accordo e di pacifica convivenza in una società che anche loro stessi contribuiranno a migliorare. La scelta e i commenti dell’autore, come d’altra parte ogni elemento di questa antologia, hanno in comune un medesimo scopo: condurre i giovani a sviluppare e ad esercitare su argomenti diversi il loro senso critico, che è l’elemento fondamentale del processo di maturazione attraverso il quale ciascuno arriverà a scegliere, con tranquilla certezza, con senso di responsabilità e con autonomia, negli anni futuri, la direzione di pensiero e di attività che gli sarà congeniale.
Un libro nitido nella scrittura, vibrante, appassionato e intenso nei sentimenti. Ecco perché, dall’Eneide, la Divina Commedia, il Decamerone a I Malavoglia, La coscienza di Zeno, il Gattopardo, i sedici autorevoli pensatori selezionati dall’autore Vittorio Feltri appaiono i più adatti a spiegare il magmatico mondo contemporaneo.
Vittorio Feltri
Direttore editoriale del quotidiano «Il Giornale». In precedenza ha diretto «Libero», «L’Europeo», «L’Indipendente» e il «Quotidiano Nazionale» («il Resto del Carlino», «La Nazione» e «Il Giorno»). Da Mondadori ha pubblicato Non abbiamo abbastanza paura (2015), Chiamiamoli ladri (2017), Il borghese (2018), L’irriverente (2019), Ritratti di campioni (2020), Com’era bello l’inizio della fine (2022), Il latino lingua immortale (2024); Una Repubblica senza patria (2013) e Il Quarto Reich (2014), scritti con Gennaro Sangiuliano, e Il vero cafone (2016), scritto con Massimiliano Parente.
CHI NON LEGGE E’ PERDUTO – Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura
Vittorio Feltri
Edizioni Mondadori
Pagine 169
Le prime pagine del libro FRANCESCO IL PRIMO ITALIANO di Aldo Cazzullo ci fanno riascoltare la voce di tre grandi maestri dell’umanità. Sono le tre figure che con il loro insegnamento hanno dominato la storia dell’umanità. Grazie allo studioso Aldo Cazzullo abbiamo l’opportunità di penetrare il pensiero di Francesco, di Gesù e del Buddha per imparare cosa ci renda davvero capaci di vivere con pienezza. Se vogliamo diventare compiutamente umani dobbiamo entrare nella logica dell’essere. Che significa imparare a conoscersi, a dominarsi, a superare le inevitabili sofferenze. Ecco dunque gli insegnamenti di Francesco, di Gesù e del Buddha su cinque grandi tematiche: l’amore, l’anima, la giustizia, la libertà, la verità. I tre maestri non ci propongono la ricetta della felicità “chiavi in mano”, ma ci educano all’amore che rende liberi. Non lasciarsi turbare dalle difficoltà, vivere con equilibrio le relazioni. La vita è un’arte che si impara.
Al capitolo 5 l’autore Aldo Cazzullo si sofferma su i santi di Assisi Chiara e Francesco. La storia di due giovani che, volgendo lo sguardo al mondo che li circondava, decisero di cambiarlo. Alle gigantesche figure dei due “soldati della povertà” lo studioso Aldo Cazzullo dedica questo capitolo nel quale tra slanci, abbandoni e ritorni, ripercorre il cammino dei santi di Assisi basandosi anche sui loro scritti. Un capitolo appassionante che omaggia due vicende straordinarie, unite in un’avventura spirituale ancora attualissima.
A soli due anni dalla morte, nel 1228, Francesco d’Assisi veniva proclamato Santo. La prigionia durante la guerra tra Perugia e Assisi, le visioni notturne, la cura dei lebbrosi, segnarono l’inizio della sua conversione, che culminò con l’episodio del Crocifisso custodito nella Chiesa di san Damiano, quando Francesco disse che Cristo gli aveva chiesto di riparare la sua casa in rovina. Fu allora che abbandonò ogni bene terreno: un gesto simboleggiato dal suo denudarsi davanti al vescovo Guido I. La carità verso i più deboli, l’essere stato il primo stigmatizzato, ma anche un ecologista ante litteram: tutto contribuì a trasfigurare nella leggenda la sua figura.
Per smentire i cliché, Aldo Cazzullo, ricostruisce la nascita del mito di Francesco, soffermandosi sull’influenza dirompente del suo messaggio. Con rigoroso metodo storico, l’autore va alla ricerca del vero volto del Santo Patrono d’Italia. Un profeta del suo e del nostro tempo, che contrapponendosi alle convenzioni aprì le porte al cristianesimo moderno. Significativa la scelta della copertina del volume FRANCESCO IL PRIMO ITALIANO: lo sguardo dolce, la bocca piccola, le orecchie prominenti: cosi come un uomo qualunque, Cimabue raffigura Francesco d’Assisi negli affreschi della basilica destinata ad accoglierne le ceneri. Francesco d’Assisi protagonista di una rivoluzionaria esperienza religiosa, anche dopo la sua morte non ha mancato di ispirare artisti diversissimi come Giotto e Gentile da Fabriano, Jan van Eyck e Caravaggio. Anche la più autorevole arte cinematografica ha reso omaggio al simbolo della pace e dell’umiltà.
Dal capitolo 12: L’Eredità di Francesco: (…) Se l’Italia è una superpotenza culturale, il merito è anche di San Francesco. Sotto certi aspetti, possiamo davvero sostenere che Francesco sia stato il primo italiano. Un Paese che per altri sei secoli e più non sarebbe diventato uno Stato, ma che nel tempo è diventato una patria in senso culturale, artistico, spirituale anche grazie a lui (…).
Aldo Cazzullo
(Alba, 1966) racconta da trentacinque anni i principali fatti italiani e internazionali. È vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, dove cura la pagina delle Lettere. Conduce su La7 "Una giornata particolare". Ha scritto oltre trenta libri. Per HarperCollins sono usciti "Quando eravamo i padroni del mondo", un successo internazionale da 300.000 copie, e "Il Dio dei nostri padri", che è stato il libro più venduto in Italia nel 2024, superando le 400.000 copie. È tradotto o in corso di traduzione negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Germania, Spagna, Francia, Portogallo, Brasile.
FRANCESCO IL PRIMO ITALIANO
Aldo Cazzullo
Edizioni Harper Collins
Pagine 262