L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Fashion, Art and Cinema (48)

                                       

Antonella Pagano

Roma, DICEMBRE - Non si ferma il 'volo' di 'Ancora volano le farfalle', il film di Joseph Nenci tratto dal libro 'Vivere volando' di Giorgia Righi, la storia di una giovane ragazza affetta da Atassia di Friedrich, una malattia degenerativa molto rara. Sale ancora piene, come accaduto l'altro giorno al cinema Astra di Pesaro. E presto la pellicola tornerà a Roma.


In un 'viaggio emozionale' alla ricerca di coraggio e speranza per una vita piena di 'sfide', il racconto fa conoscere agli spettatori Giorgia, la 'ragazza delle farfalle'. "Non so dove stia andando, nemmeno in che luogo mi trovi ora, ma mi sento leggera e libera come non mi sono mai sentita prima. Volo" sono le parole utilizzate dall'autrice del libro, pubblicato da Letteratura Alternativa. Un'opera che fa sognare e cattura il pubblico per la sua empatica bellezza.

 

Francesca Anastasi “Sublime” è una nota stilista di abiti e costumi da mare molto chic e di grande impatto visivo. Gli abbigliamenti estivi Francesca li studia, li realizza e li prova personalmente. Il suo percorso lavorativo iniziò all’età di 15 anni come modella e fotomodella e per anni si sottopose a continui trasferimenti in Italia e all’estero.  In seguito Francesca decise di lasciare ufficialmente le passerelle per trasformarsi in una creativa, manager di sè stessa: intraprese così una nuova attività, quella della stilista. Iniziò a creare costumi da bagno e gioielli esclusivi. Grande importanza nella sua evoluzione come imprenditrice è stata sua nonna che le insegnò l’arte del filato. Negli anni, svariate sono state le sue collezioni che hanno lasciato un’impronta e tendenza nell’ambito della moda.  Francesca Anastasi ha messo in mostra le sue capacità anche come organizzatore di eventi: tra questi ricordiamo il “Luxury Défilé Rome” del quale ha curato anche la Direzione Artistica.

Francesca Anastasi l’abbiamo incontrata per essere al corrente  delle novità nell’ambito delle sue creazioni.

 Buongiorno Francesca conosco da anni le tue bellissime creazioni. Cosa hai inserito quest’anno di novità? 

(1) Quest’anno ho voluto esplorare nuove forme e materiali, puntando su tessuti eco-sostenibili, come il nylon rigenerato, che offrono la stessa eleganza e performance senza impatti negativi sull’ambiente. Ma non è soltanto questione di sostenibilità: le nuove silhouette che propongono celebrano la diversità dei corpi femminili, enfatizzando le firme naturali con tagli sartoriali laser che combinano comodità e lusso . 

Come nasce l’idea di una tua ispirazione?

La mia ispirazione nasce dall’idea che un costume non debba essere semplicemente indossato,  ma vissuto. Per questo motivo dedico particolare attenzione ai dettagli ed alla comodità, come cuciture B elasticizzate oppure laser, supporto interno, lancieri a interna.

E’ una palette cromatica che richiama il mare e la terra, non soltanto da sfoggiare in spiaggia oppure in yacht per prendere il sole e fare il bagno, ma anche da cocktail essendo costumi gioielli che si prestano per le serate estive. Il tutto deve essere accompagnato da ampie gonne stile Positano. Sono dei veri e propri statement di personalità e consapevolezza di una moda multifunzionale .

  Cos’è la femminilità per te?

La femminilità è un modo di essere, è “la donna”. Io amo la femminilità romantica e di classe , mai eccessiva, io credo che non si debba esagerare in un capo. Io studio la femminilità romantica, stanno tornado di moda le bluse, il total withe, l’organza sera e il chiffon che evocano delicatezza e sensualità. Questa tendenza si manifesta in capi stratificati, punti luce, con sovrapposizione di tessuti leggeri che lasciano intravedere la pelle in modo elegante.

Parlando di femminilità il capo più gettonato che credo abbiano tutte le donne nell’armadio, anche le più sportive, è il tubino per le serate speciali ed il tailleur reinterpretato in chiavetta moderna di grande tendenza, gli oversize capi larghi con corpetti in pizzo aderenti il richiamo al vedo non vedo.

 Francesca hai un sogno che vorresti realizzare ?

Si ho dei sogni nel cassetto e ci sto lavorando.  In questo momento sono in elaborazione, per portare i miei capi su diversi fronti.

Potresti descrivere il tuo carattere?

Sono una donna solare, socievole, positiva, dolce, testarda ed equilibrata.

Credo che essere positivi sia il motore della vita, fa stare bene anche chi ti sta accanto, ti aiuta tutti i giorni a vivere bene. Amo essere felice e se ho un problema , non  lo faccio diventare un macigno, ma penso subito a come risolverlo. 

Sono una donna piena di idee,  creo ogni giorno, mi fa sentire viva e mi dà energia. Credo di creare anche mentre dormo. Ma la cosa che amo di più del mio carattere è che ho dei principi e dei valori ben saldi, la bellezza esteriore  passa , sono certa che la bellezza interiore cresca nel tempo e possa spostare il mondo con un sorriso. 

Sono empatica sento le emozioni di chi ho di fronte, colgo gli stati d’animo, comprendo gli occhi e amo ascoltare. In poche righe questo è il mio carattere …

 Nel concludere la nostra conversazione, cosa vorresti aggiungere?

Il mondo della moda mare sta vivendo una nuova era, caratterizzata da un equilibrio perfetto tra stile, funzionalità e rispetto per l’ambiente. Il 2024 celebra le diversità stilistiche, offrendo infinite possibilità di espressione. Io ritengo sempre importante il buongusto, che non dovrebbe mai passare di moda. E’ necessario essere consapevoli e divertirci per inventare nuovi outfit e sperimentare mentre ci muoviamo verso un futuro sempre più inclusivo .

Invito le donne ad avere più fiducia in se stesse e di indossare una moda che le valorizzi, apportando valore e classe alla propria persona.

Grazie Francesca Anastasi e tanti auguri per la tua attività.

 

 

 

 

 

 

 

Con un’autentica pièce e un testo poetico: “Panalfabetare” mi sono recata nel cuore del Sannio, a Morcone. L’Alfabeto di pane che ho ideato molti anni orsono continua a ispirarmi pagine e a suggerirmi territori in cui e di cui narrare. Quest’ultimo Panalfabetare, capitolo di tutta la grande magia che è la Poesia dei Territori fisici e dell’anima che da sempre alacremente coltivo- è dedicato alla storia e alla vitalità che l’Antico Mulino Florio ha avuto nel tempo e che continua ad averne rinnovando ancora oggi il farsi esperienza produttiva del territorio fin dal 1700 quando fu edificato. La direzione artistica e scientifica di RaRo ha pensato e voluto la parola poetica per tratteggiarne la storia passando per una prospettiva creativa e fiabesca insieme, la storia di tutto il contesto, vita, sementi, acqua, meccanica e idraulica. Il Mulino Florio è stato appositamente aperto dall’Associazione Il Presepe nel presepe; associazione  che in dicembre allestisce l’immenso presepe vivente sull’estesa radura prospicente il bosco, poco più in là da dove sorge il delizioso mulino. Dunque è proprio dentro il mulino che s’è espanso il suono dell’armonica a bocca e dei campalli che fanno sintesi di tutto il pastorale, il magico e il sacro che percorre le contrade italiane.

Il rito della molitura ovvero il Rito della Mugnaia, così ho sciorinato poesia, storia, letteratura, fatti sociali insieme ad una spolveratina sapiente di sociologia, giusto quanto e come fanno le mamme in cucina con il sale. E il Rito si è fatto pièce naturale nella sua totale verità, non v’è stata finzione e la scenografia è stata realmente il mulino con l’acqua che riempiva la fota, la grande vasca dentro la quale girava la grande ruota a trasmettere energia alle grandi pietre che molivano i grani antichi. Forse era tempo che ci fosse una mugnaia dopo secoli di mugniai? E’ stata la trovata drammaturgica per un copione riversato in uno scenario oltremodo sorprendente. Morcone, capitale del Territorio sannitico, area interna del beneventano sta ospitando, dal 5 luglio a tutto il 4 agosto, la 1^ Edizione di RaRo, Festival del Lavoro Creativo & Culturale.

L’anima di tutto quanto è la Prof.ssa Rossella Del Prete, Responsabile scientifico e Direttore artistico che sostiene vibratamente che: “La creatività ha ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la qualità sociale e lo sviluppo economico dei territori. Design e cultura materiale, moda, architettura; tecnologie e software dell’informazione e della comunicazione (ICT), branding, pubblicità, teatro, cinema radio, televisione ed editoria e poi l’industria del gusto, l’arte contemporanea, il patrimonio culturale, la musica e lo spettacolo dal vivo sono alcune delle declinazioni della creatività e dei lavori ad essa connessi; le imprese creative -ha continuato la Prof.ssa Del Prete - generano circa il 6% delle ricchezza prodotta (oltre 90 miliardi) e valorizzano una filiera produttiva di oltre 250 miliardi di euro. La cultura, per l’Italia tutta, è un formidabile attivatore di economia come riporta anche quest’anno il Rapporto annuale di Fondazione Symbola e UnionCamere ‘Io sono Cultura’, che continua ad attestare il valore crescente del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) che nel 2021 corrispondeva a 88,6 miliardi di euro corrispondenti al 5,6% del valore aggiunto italiano e un valore accresciuto di + 1,8% nel 2022. Il Settore Culturale e Creativo, dunque, offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, cioè quasi il 6% dell’occupazione totale. Si tratta di una filiera oggi molto complessa in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore (275.318 imprese e 37.668 organizzazioni no-profit)”.

Avendo vissuto molti decenni a Matera è indubbio che nutra un’autentica venerazione per la farina e il pane, indubbio che la  lunga storia dei mugnai -terminata con il declino dei mulini in quel lontano gennaio del 1869 quando una legge iniqua, brutta e cattiva penalizzo’ proprio i piccoli mulini di montagna- che non potesse interessarmi, anzi mi intrigasse fino al punto di scrivere una pièce. Di lì a pensare il personaggio della mugnaia che si fa rivoluzionaria e rivendica la dignità e l’importanza di quei lavori nobili che hanno significato molto nella storia della nostra nazione e dei nostri paesi, il passo è stato non proprio breve ma di certo sentito fino nelle viscere. Sapere, per esempio, che i mugnai riuscirono, almeno nelle grandi città, a fondersi e comporre le corporazioni benchè poi non siano riusciti ad assumere un ruolo importante nella generale organizzazione sociale, è altra sostanza storica e sociale che di diritto è entrata nella pièce.

Alla materializzazione delle metafore, cosa che amo fare da sempre, vi ha provveduto la Chef internazionale Anna Maria Mastrantuono che ha realizzato le lettere dell’Alfabeto di pane ricamando la pasta di pane, intrecciandola e decorandola con rose e farfalle, sempre buone e di pane pure quelle. Pagine di seta e lettere di pane hanno composto una pièce delicata e commovente che ha accarezzato finanche le pietre di cui è fatto l’Antico Mulino Florio nella fitta boscaglia di Morcone, le parole e le lettere di pane, i versi, le filastrocche e le delicate laiche ‘litanie’ hanno incisivamente stigmatizzato la sacralità dei chicchi di grano che -sotto il lavorio delle pietre molitorie e di sorella acqua- han fatto la sacralità di quella polvere bianca che diventa pane per la famiglia e meraviglia di nutrimento, oltre che di nutrizione. La sacra magia del Teatro s’è fusa alla sacra magia della Farina e del Pane dentro un sacro Bosco. Un sacro Mulino tutto in pietra, con la sua forma fiabesca, la ruota con pale orizzontali, che è rarità e peculiarità insieme, e i grani antichi e le belle parole danno ancora oggi un Pane Buono! Non ha forse il pianeta bisogno urgente di buone parole, buone come il pane? Non può il Teatro rigenerarsi narrandosi in luoghi che sono autentici, veri teatri naturali?

 

 

 

  Bruce Payne 

Una delle più maestose ville suburbane di Roma, Villa Massimo,  si è illuminata -oltre che del cielo capitale- di tutte le stelle del cinema italiano convenute per la festa del Globo d’Oro di questo 2024. L’Associazione della Stampa Estera in Italia ha pensato e fondato il Premio ben 64 anni orsono perché la settima arte -definizione coniata da Ricciotto Canudo nel 1921- la cinematografia parlasse dell’Italia al mondo. Era stato proprio Canudo a pubblicare la definizione del Cinema quale “La nascita della settima arte”, il manifesto con cui intese annunciare e far comprendere al mondo che la cinematografia avrebbe compiuto il miracolo della sintesi spazio-temporale; è così che dal cortometraggio di soli 3 secondi, realizzato da Louis Aimé Augustin Le Prince nel 1887, al primo film di Auguste e Louis Lumière nel 1895, ad oggi, il tempo e lo spazio si sono dati convito sugli schermi di tutto il mondo per poi essere la Festa del 3 luglio 2024 in un luogo già prestigioso per se stesso, Villa Massimo. Negli ultimi sessantaquattro anni l’Associazione della Stampa Estera ha inteso celebrare molto prestigiosamente il cinema italiano, gli autori, i produttori, i registi, gli interpreti e tutte le maestranze alle cui eccellenze attribuisce il Premio, anzi, più precisamente, un alto riconoscimento al talento. E insieme al riconoscimento la promozione, per l’appunto in tutto il mondo, della cinematografia, arte ma anche importante e rilevante industria. Ha, dunque, dato convito a tutti nel luogo che con suoi giardini, con la sua storia culturale, con l’essere sede dell’Accademia Tedesca, lì dove arte e creatività germogliano feracemente, ha voluto conclamatamente attribuire al Cinema il ruolo di grande significanza culturale ed economica. Quella di quest’anno è un’edizione peculiare per essere particolarmente attenta al Principio Femminile di cui tutta la Storia e la Filosofia sono intrise, è, pertanto, particolarmente

    Monica Bellucci Globo d’Oro alla carriera

prezioso rilevare che il Cinema oltre che profondamente sensibile e segnato, ne faccia una cifra di cui andar fiero. “E’ l’edizione del cinema italiano al femminile" ha commentato sui media Claudio Lavanga, Co-Direttore Artistico del premio. Dal Miglior Film alla Migliore Regia, dalla Migliore Attrice e Attore ai molti altri riconoscimenti, il Globo d’Oro ha coperto l'intero spettro della produzione cinematografica. Tanti i volti amati dagli italiani, tante le suggestioni e molte di più le emozioni. Alcuni i volti internazionali giunti ad onorare la Festa del nostro cinema: c’era l’oramai toscano Sting e signora, la Trudy Styler che ha indagato la città che insieme a Matera producono su me un effetto catartizzante come poche cose al mondo: i miei figli, i territori fisici di questa nazione baciata da tutti gli dei del mondo, i territori dell’anima che da sempre alacremente coltivo; ebbene, aver indagato la Napoli che adoro in tutti i suoi colori, sapori, suoni e in quella lingua che ha saputo produrre canti e balli, danze e musiche con un DNA sintesi d’UMANITA’, mi fanbno dire che vorrò conoscere personalmente questa donna che “ha osato” indagare Napoli; ci vuole, infatti, coraggio da leoni e sensibilità angelica per passare su quelle strade, dentro quella storia, sniffare Napoli è sniffare la vita, la vita vera, è osservare quella pietra preziosa multisfaccettata e tentare di coglierne i segreti, le magie, le malìe, il fascino infinito, il sogno che a Napoli sa come farsi realtà, Napoli? Napoli sa entrare dai pori della pelle e conficcarsi nell’anima! Voglio guardare negli occhi Trudy Styler, è nata nel mio stesso mese, nel mio stesso anno sicuramente ha negli occhi la polvere magica dei secoli, la stessa che so di avere io che son vissuta a Matera, unica città al mondo perennemente antropizzata. Vorrò farLe percorrere le assolate viuzze dentro i “Sassi”, là dove la Malva e i Capperi fioriscono insieme alle antiche storie. E c’era Tim Burton che ha accompagnato la nostra Bellucci e c’era Bruce Payne. Il Bruce Payne delle 200 ed oltre pellicole interpretate, il Payne che ha interpretato il terrorista ad alta quota, Passenger 57, così come in Creators-The-Past (girato in Italia), Dungeon & Dragons, Highlander e, nel 2024, entrambi: Rendel.2 e lo Stoico, appena venduto in tutto il mondo a Cannes 2024. Si Lui ha voluto esserci e ha accettato la mia intervista, anzi ha esordito con questa bella esclamazione: che notte è stata! Splendidamente presentata da Claudio Lavanga, Alina Trabattoni (Direttori Artistici) e Antonio Centomani (regista televisivo). E ritrovare Tim Burton con il quale ho una bella amicizia dopo l’incontro in Warner Bros. E ricordare quanto ci siamo divertiti a giocare sull'idea ispiratrice di Mr Bruce Payne come Mr Bruce Wayne. Si, è una persona molto gentile, mi ha portato nel suo grande studio, nei Pinewood Studios con le pareti letteralmente coperte, direi: adornate con i suoi incredibili storyboard. Ero e confesso d’essere ancora un suo grande fan. Lui è un vero grande! E poi l’altro incontro straordinario l’ho avuto con il fascino di Trudie Styler, brava per le sue incredibili capacità narrative, gli investimenti e soprattutto tutta quella Sua interiorità posta al servizio della narrazione! Condivido la sua stessa passione per Napoli. Vi ho trascorso un anno per lavoro, prima e anche durante il tempo del terribile "Virus Wuhan". Penso di aver conosciuto molto bene Napoli, la sua incredibile energia, la spontaneità, la forza, la tenacia e soprattutto quella celebrazione della vita che trovo così profondamente radicate in tutta l’Italia e in particolare nel Sud d'Italia. Essere accettati, sperimentare la compassione e la gentilezza, l'ospitalità e l'inventiva oltre la ricca storia sul come sopravvivere sfruttando al meglio, anzi: facendo tesoro d’ogni giorno, sono valori incommensurabili. Saremmo davvero fortunati se tutti potessimo respirare quella stessa aria restando, però, umili ed educati per imparare dalla cultura profonda e stimolante del sud Italia. Direi che sono fortunata io ad aver avuto l’opportunità di intervistare un grande attore d’oltreOceano e raccogliere impressioni, suggestioni e pensieri sulla serata dei Globi d’Oro di questo 2024. Allora gli chiedo:

Mr Payne, ci sono differenze tra il cinema italiano e quello americano? E se si qual’è la più significativa?

Intanto la FAMA. Quindi, avendo scritto, diretto e prodotto film in Italia, con molte delle troupe italiane, penso di aver maturato una visione chiara e un punto di vista personale e originale in relazione al 2024 e per il prossimo 2025. Naturalmente questa domanda richiederebbe una lunga risposta, ma conosco bene gli spazi della stampa, pertanto se devo limitarmi ad una visione omnicomprensiva direi:  quando si visiona ciò che è vagamente definito come: "Un film europeo" e, in questo caso, un film italiano, mi chiederei: cosa porti via con te dopo averlo visto? Cosa risuona con te e perché? In generale si dispone decisamente di meno soldi, non ci si orienta verso grandi stelle e si punta piuttosto alla realizzazione del successo in n. di biglietti, insomma d’incasso che, d’accordo, per gli investitori significa gratificarsi, ma il film? E’ vittorioso di per sè? Ha fatto scoprire qualcosa allo spettatore? Magari qualcosa  di nuovo?  O ha finito solo per aggiungersi al popcorn? Nella cinematografia europea seria c'è una profonda e viscerale connessione con il rispetto dell ' “Arte” del fare Cinema, cruciale se si voglia riflettere seriamente sul mondo. Rispetto a quanto Lei accennava circa Ricciotto Canudo, uno dei primi teorici del cinema italiano, accreditato per aver inventato la definizione del cinema quale "Settima arte", direi che il cinema europeo rischia e si sforza di essere toccante e originale, insomma tutt’altro che un “franchising alimentato al cucchiaio” con uno spell-it-out che generi pieno coinvolgimento dello spettatore nel senso che possa trovare, nel susseguirsi di coincidenze, di pensieri, sentimenti e significati, il getto costante di adrenalina. Mi piace pensare che lo stesso fare seducente con cui in Italia si prepara e si apprezza il cibo sia utile, parimenti, per compiere il lungo cammino verso la comprensione di quanto e come ci interconnettiamo tutti, quindi potremmo applicare la stessa ricetta-formula al film, sì da ottenere quella speciale texture, quell’increspatura, piega, aroma e finanche l’imperfezione… in poche parole: la Vita


Quale parte del pianeta ha le migliori maestranze e la migliore tecnologia?

    Matteo Garrone per “Io capitano”

In termini di passione? È impossibile rispondere a questo. Tutti i paesi e le culture hanno tanto da offrire, condividere, e inventare storie da raccontare. In termini di tecnologia? Sì, si potrebbe supporre che quei paesi “benedetti”, ossia con le tasche più profonde, hanno la migliore tecnologia-ma ciò sarebbe molto fuorviante. Ad esempio, Romania, Bulgaria, Ungheria e Sì: Italia,
tutti hanno incredibili talenti e originalità che trasudano abbondantemente dalle loro vene.
Poi l'India e l'Inghilterra. Vale a dire Prime focus (Mumbai) genitore di Double Negative (DNeg)- società di effetti visivi britannico-indiano, fondata nel 1998 e Londra, il Regno Unito, che impiegano, a livello globale, migliaia di persone di grande talento; affermo ciò perché ho avuto esperienza con artisti del calibro di Steve Griffith e Steve Jelly, grandi creativi, logici, oltre che di grande statura umana. Inoltre, naturalmente, l'I.L.M. di George Lucas (industrial light and magic), quindi l'incredibile, supremo editor, Martin Smith, con il quale ho avuto il grande piacere di lavorare fianco a fianco. Oggi: i computer, le linee T3, T4, T5 e la fibra ottica rendono il mondo molto più piccolo, tutto ravvicinato e a portata di mano per coloro che hanno fame di conoscenza e sanno “sentire” il domani prima che arrivi.

Quale immagine del cinema italiano porta nel cuore? Quale ha colpito il suo immaginario con tutta la potenza simbolica ed evocativa?

Ancora una volta, so che lo spazio stampa non può contenere un argomento così enorme.
L'elenco dei creativi e di tutti coloro che sono “ispirazione” è lungo. Per citarne alcuni: Roma, città aperta (1945) Ladri di biciclette (1948) Vacanze romane (1953)
La Strada (1954) La Grande Guerra (1959) La battaglia di Algeri (1960) La Dolce Vita (1960) L'Avventura (1960) La Notte (1961) 8½, Il leopardo, (1963), Il Grande Silenzio (1968)
Il conformista (1970) Il grande Vittorio Storaro. 'Last Emperor, Apocalypse Now', la lista  è infinita,
Lo splendido Sergio Leone -unitosi come siamese al supremo Ennio Morricone.
E come dimenticare Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini,
Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Luchino Visconti, Francesco Rosi e Dario Argento?
Potrei scrivere tanto di più anche per citare tutti gli ultimi creativi italiani, ma sono solo umano e come tutti: sono eccitato e potentemente entusiasta per tante delle immagini dei film e delle storie, come lo sono con i lavori degli attuali Nuovi registi.
Quale attrice e quale regista? Ho detto attrice.

Per quanto riguarda ‘il super potere femminile… che è donna', mi sovviene l'intervista di Connie Chung dell'unico e stellare Marlon Brando, nel settembre 1989, in cui la signorina Chung gli chiese se sapesse d’essere considerato il più grande attore di tutti i tempi. Ebbene, dovremmo ringraziare il Grande Marlon Brando per l’umile gestazione in e di: del suo lato femminile, essendogli consapevoli e grati  del nutrimento che ce ne viene, invece che continuare a tenere la porta chiusa da maschi dominanti unidimensionali. Consiglio, a tale riguardo, la visione della clip: https://youtu.be/fgvMPUcw_2Q?feature=shared, che ci fa riflettere sul tema del "sessismo".
Nel suo documentario ‘Women Make Film', il raro e incredibile Mark Cousins, con,
Exec Prod: l'unica e stellare Tilda Swinton afferma abbastanza correttamente che: "Molti uomini si identificano così tanto con gli uomini che omettono le donne - questo è sessismo -  e dobbiamo chiamarlo sessismo; insomma, benchè non intendano lasciare le donne fuori dalla storia del cinema, di fatto lo fanno. Ergo, gentilmente, se vuole, usi la seguente postulazione spesso usata: nella lingua inglese, divenuta la lingua dell'America, esiste ancora oggi la parola "storia"? -La sua storia- Perché non è "LA NOSTRA STORIA"? Nella squisita lingua italiana, se proviamo ad usare ‘' wordreference.com ' e inseriamo la parola ‘storia’, la risposta in traduzione è la parola: "storia". Figo, vero? Nessuna assegnazione di genere. E' una storia. Tutte le nostre storie. Adesso Lei A.A. Pagano mi chiede: quali attrici e quali registi ammiro? Beh, se l'universo fosse così gentile e mi concedesse l'opportunità di lavorare con Meryl Streep, significherebbe andare al di là d’un sogno. Ovviamente, se fossero ancora con noi le grandi e sorprendenti Anna Magnani e Monica Vitti, sarebbe altro sogno! E sarebbe altrettanto incredibile lavorare al fianco di Claudia Cardinale, Eva Mattes, Kyoko Kagawa, Gong Li e -naturalmente- l'indomabile Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone. Ce ne sono davvero troppe da menzionare, includerei: Ana Caterina Morariu, Gaia Bermani Amaral, Monica Bellucci, Asia Argento, Vittoria Puccini, Cristiana Capotondi,

Carolina Crescentini, Elisabetta Canalis, Maria Grazia Cucinotta, Paola Cortellesi, Laura Morante, Anna Safroncik. Il potere delle donne registe in Italia è palpabile. Ricordiamo come "Il Duce" fu così impressionato: che tentò di sviscerare, comprendere profondamente la meravigliosa e rara Elvira Coda Notari. Nata nel 1875 a Salerno e che dal 1916 al 1930 creò una così vasta produzione, circa 60 lungometraggi più un centinaio di cortometraggi e documentari. E che dire, insieme ad Elvira Notari, di Pionieri del calibro di Lina Wertmüller e Liliana Cavani? Sono state per decenni le rare eccezioni che hanno sfondato raggiungendo il più vasto pubblico. Lina Wertmüller ha vinto i suoi primi premi nel 1963 e nel 1965. È stata la prima donna a vincere -come miglior regista- agli Academy Awards nel 2019! Pensi a questo e a cosa dice oggi la comunità cinematografica globale. Veramente? 2019 !! Ma ppppppper favore!!!!!
Per quanto riguarda i registi e creativi in futuro? Mi piacerebbe molto lavorare con:
Chiara Bellosi, Susanna Nicchiarelli, Michela Occhipinti, Alice Rohrwacher, Maura Delpero, Elena Petitti di Roreto, Elena Rossini, Chiara Battistini, Serena Corvaglia, Veronica Mengoli, Edoardo De Angelis, Roberto Saviano, Leonardo Fasoli, Stefano Bises, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Gianfranco Rosi, Eitan Pitigliani, per citarne solo alcuni tra gli straordinari tanti talenti in Italia oggi.
Banale ma non troppo: con quale regista italiano lavorerebbe sia come interprete che come co-regista?

In un solo battito cardiaco di New York, in un nano secondo, sa? Trovo sempre strano, come il mondo sembri dimenticare -forse è la mutazione della spesso errata guida di affidarsi ad app e smartphone life construct'? Quello che voglio dire è: basta dire una sola parola, la parola: ITALIA. Lasciarla marinare nel proprio essere e nel proprio spirito e scoprire: Architettura, invenzioni scientifiche e tecnologiche e scoperte antiche e nuove. Arte, Medicina, Opera, Musica, Letteratura, Tutti i costumi e la Medicina e il Romanticismo. Oh! Qualcuno ha detto Cibo, caffè, Bevande e la loro coltivazione e la loro lavorazione? Si, anche tutto ciò. Insomma e’ lo zeitgeist umano; il ' Made in Italy’ è uno dei più famosi loghi catch phrases di tutti i tempi! Ho anni di esperienza in questo campo, lavorando come, Co-Regista, Scrittore, Produttore esecutivo, Interprete, Creativo, Adattatore, “Scultore” in Piemonte, Napoli, Milano e Roma. È un lavoro molto di cura dei dettagli. Richiede ore e ore di ricerca, il testo non si ottiene da una traduzione al pulsante, con una app e un clic, è un lavoro certosino, richiede, sottigliezza, finezza, pazienza e poi, naturalmente, porsi molte domande al fine di trovare l'epoca corretta, il giusto posizionamento, l’impostazione, come dire: il nido di ciascuna parola, quindi il nido della frase per poi tessere il tutto; come un sarto: con ago, filo e punto dietro punto per unire attraverso ogni personaggio, ogni scenario e situazione e poi con costante paziente raffinazione procedere con il pizzicare raffinatissimo. Al momento mi impegna un incredibile progetto che sto sviluppando con lo scrittore e direttore della fotografia Mimmo Fontanella. Si chiama "Ombre nella luce". Un’Opera unica, ambientata a Napoli, un’opera multiforme che abbraccia l'amore profondo, che mette insieme  molte dimensioni affascinanti nel tempo e nelle relazioni; una storia vera di eroine di fede e di tenacia.

Grazie Mr. Payne, spero presto ce ne vorrà parlare. Intanto La ringrazio molto per tutto quanto ci ha donato così generosamente. Inoltre, lei sembra profondamente innamorato della mia Italia, non avrà mica intenzione di stabilirsi qui?

Lo sto sognando, vediamo!

Torno alla serata. Se il Globo d’Oro alla carriera è andato ad una Donna-Attrice di rara bellezza, iconica, nota nel mondo qual’è Monica Bellucci, mi ha molto colpito l’incredibile voce e il volto plastico ed

    C’è ancora domani di Paola Cortellesi

evocativo di Maurizio Lombardi cui è andato lo speciale riconoscimento del Globo d'Oro Italiani nel Mondo. Un attore dalla statura internazionale, talchè è proprio internazionalmente che si va esprimendo con una incisività molto oltre il comune, anzi oltre lo straordinario anche quale nobile portabandiera dell’italianità nel mondo. Oltre il comune e soprattutto oltre il convenzionale sono stati i co-direttori Alina Trabattoni e Claudio Lavanga -con la regia di Antonio Centromani- che hanno condotto la serata con misurata eleganza, nessuna affettazione, nessun cedimento allo sterile sussiego, piuttosto con deliziose piccole e simpatiche gags a stemperare la solennità dei conferimenti, la magia della notte del cinema italiano, il fascino di una storia infinita, gloriosa, scintillante e ammaliante. Alina Trabattoni cura insieme a Claudio Lavanga la direzione artistica del Globo d’Oro - riconoscimento dell’intenso duro costante lavoro, un intreccio di passione e dedizione che tutti i professionisti del cinema spendono per porre in essere le loro opere. In ragione di ciò, per coloro che ricevono questo premio, con una metafora appropriata a Roma, direi che si aprono le porte di un pantheon; nel 27 a.C. a Roma veniva eretto il Pantheon, grazie a Marco Vipsasio Agrippa, genero di Augusto. Luogo assolutamente emblematico che l’Agrippa dedicò alla dea Cibele oltre che a tutti gli dei passati, presenti e futuri, ma, per prima, lo dedicò proprio a una divinità femminile. E ritorna il principio femminile che in questa 64^ Edizione il Globo d’Oro della Stampa Estera, associazione che mette insieme diverse centinaia di soci in tutto il mondo, ha magistralmente posto all’attenzione del mondo. “Si premiano tutti quegli artisti che hanno contribuito significativamente alla cultura italiana e internazionale, riferisce la Trabattoni: l’industria cinematografica italiana è semplicemente straordinaria. I suoi attori, produttori e registi sono rinomati per la loro bravura e talento ed hanno contribuito a creare film che hanno lasciato un'impronta indelebile nel cinema contemporaneo. Nell’ultimo anno, l'Italia ha prodotto una serie di film straordinari che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali e hanno affascinato il pubblico di tutto il mondo. Questo dimostra che il futuro del cinema italiano è brillante e promettente, e continuerà a stupire con la sua creatività e innovazione”. Ho seguito per le vie dell’etere, non tutti i giornalisti hanno potuto essere lì, dunque tutto sommato, seguire la diretta s’è rivelato funzionale all’attenzione assoluta, nessuna distrazione, neppure per la bellezza infinita che abbracciava tutti i convenuti. In sontuosa organza total black, quasi dark, tacco stratosferico oltre i 15, la deliziosa Bellucci s’è lasciata andare al romanticismo, anche diplomatico, allorchè ha ringraziato il nuovo compagno di vita per averla accompagnata, si parla del grande Tim Burtonproprio quel Timothy Walter Burton, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore, animatore e disegnatore statunitense noto per quel suo cinema dalle ambientazioni spesso fiabesche e gotiche, ma interessato anche a temi riguardanti l'emarginazione e la solitudine. Il Tim Burton i cui film pare abbiano incassato oltre 4 miliardi di dollari sicchè, nella storia del cinema, passa per essere uno dei registi di maggiore successo commerciale. La Bellucci ha, quindi, ringraziato tutte le talentuose persone incontrate verso le quali ha dichiarato la propria gratitudine per averle insegnato a migliorarsi come attrice ed ha ringraziato le figlie per insegnarle sempre tante cose, proprio alle figlie ha dedicato il Premio.  Emozionante è stata la semplicità elegante di Paola Cortellesi -stella italiana- che col Suo “C’è ancora domani“ continua a mietere premi e successo di pubblico e  d’incassi internazionali. Ben 124 nazioni, infatti, le stanno tributando riconoscimenti e successo; e dopo la Francia, l’Inghilterra, Spagna, Germania e Argentina ha dichiarato di sperare che anche gli Stati Uniti si accorgano di questa pellicola che sta funzionando, e non poco, sul piano internazionale; una pellicola, “una storia”, ha riferito:”…che continua ad esistere…”. Fondato nel 1960, il Globo d'Oro sta assistendo in questa edizione 2024 ad una Cortellesi che col suo film si muove in ben 124 paesi; una Cortellesi che ha detto di sentirsi fiera di come le donne sappiano stare sì dentro le storie, ma come sappiano anche crearle e narrarle. A chi le ha chiesto cosa abbia determinato il successo della sua opera, ha sostenuto di poter ascrivere il successo al registro utilizzato, il taglio che le è più connaturato: l’umoristico e l’iro

  Trudie Styler col marito Sting

nico. Ha tenuto anche a rimarcare che “il 45% del pubblico è maschile, la quale ci deve far gioire, significa che sono in molti a voler camminare insieme alle proprie figlie e alle proprie compagne, insomma insieme alle donne”. Il Globo d'Oro, alla sua 64ª edizione, continua ad essere, dunque, un enorme faro che proietta il suo luminosissimo raggio di luce sul panorama cinematografico italiano e premia la Migliore fotografia Paolo Carnera, in “Adagio”, il Miglior cortometraggio (Unfitting” di Giovanna Mezzogiorno), il Migliore documentario (Trudy Styler con “Posso entrare? An Ode To Naples”), la Giovane promessa (Rebecca Antonaci per “Finalmente l’alba”), la Migliore opera prima (“Gloria” di Margherita Vicario), la Migliore serie TV (“Un amore” di Francesco Lagi), la Migliore colonna sonora (Margherita Vicario e Davide Pavanello per “Gloria”), la Migliore sceneggiatura (Daniele Lucchetti e Francesco Piccolo per “Confidenza”), la Migliore commedia (“Romeo e Giulietta” di Giovanni Veronesi), la Migliore attrice (Micaela Ramazzotti in “Felicità”), il Miglior attore (Elio Germano in “Confidenza”), la Migliore regia (Matteo Garrone per “Io capitano”) e il Miglior film (C’è ancora domani” di Paola Cortellesi). Molto avrei da dire sul grande Garrone, sul suo deserto per viaggiatori estremi, per i suoi estremi sentimenti in un mondo che va desertificandosi sia nei territori fisici che in quelli dell’anima, e se i deserti fisici sono terribili, lo sono ancora di più i deserti dell’anima. Molto avrei da narrare delle tante stelle italiane per le quali vorrei una strada…si proprio una via, magari Via Veneto che si faccia raccolta di impronte di quanti adesso -da tutto il mondo- torneranno sul palcoscenico totale e favoloso che è la nostra Italia, madre di una Cinematografia maiuscola (rivendico ovviamente la maternità di questa idea che mi auguro l’Associazione della Stampa Estera voglia prendere in considerazione operativa-magari da inaugurare per l’Edizione 2025) Non una copia di quella americana, semplicemente una strada italiana per le impronte dei divi e dei nuovi cineasti di tutto il mondo. Il Globo d'Oro ha il proprio Comitato Cinema 2024 composto da Claudio Lavanga (Direttore Artistico) NBC NEWS, USA; Alina Trabattoni (Direttore Artistico) TRT World; Maarten van Aalderen, De Telegraaf, Olanda; Patricia Mayorga Marcos, El Mercurio, Cile; Vera Naydenova (Responsabile Serie TV) BTV, Bulgaria; Vera Shcherbakova (Responsabile Sezione Cortometraggio) ITAR-TASS, Russia; Sofya Lipenkova, corrispondente freelance, Russia (responsabile social media Globo d’Oro); Alba Kepi, RTV Ora News, Albania; e Constanze Templin giornalista freelance, Germania (Responsabile Sezione Lungometraggi).

 

 

     Schiapparelli

Sempre piu' l'intelligenza artificiale domina sulle sovrastrutture del Concept Store e della realta' virtuale come in questo contesto Moda dove ne riscontriamo una palese e nitida applicazione.

L'illusionismo creato da fibre tessili ottiche e trasmettitori di luce e colori in una policromia che domina sugli abiti diventa palcoscenico e non piu' passerella:dai saltimbanchi al poligonismo come pure al poligenismo si esce e si entra in schemi dettati dal buonsenso ma anche dal surreale attraverso prodotti metamorfici che scuotono la mente ma non la fantasia poiche' l'imprevedibile non sempre soddisfa i gusti degli osservatori: lo stupore è concreto ma non coerente con quello che poi veramente si cerca di ottenere per entusiasmarci.

Siamo nel regno dell'Alta Moda di gennaio 2024,siamo a Parigi dove il retro' è sempre reinterpretato dai piu' classici ma off shore ed ecco Viktor & Rolf sovrabbondare,Schiaparelli con un magnetismo lunare, Giorgio Armani Prive' ricco di architetture e simmetrie,Dior con minuziose lavorazioni,,Chanel che riecheggia l'androgena Coco',Jean Paul Gualtiero torna a nastri,lacci,corsetterie e bondage nelle tonalita' del rosa e del nero,Gian Battista Valli impera con volumi trasversali ,dove volteggiano nel neonondo le sette sottane come in una Pompadour in un thunderdom di eleganza sospesa; le crinoline ? Perché no...torniamo ad una Chloe' soft nella sua evanescenza e trasparenza come anche Valentino che esordisce e sbalordisce con una sposa unique in see through di tulle e pizzo nero Chantilly.

La moda? Non soltanto sulla catwalk ma anche nel parterre e nelle receptions,sorrette da trampoli o stiletto rocamboleschi e dal glamgloss si ergono le muse dei rotocalchi dove una Naomi Campbell è sempre presente.

Temperiamo i colori della nuova stagione con toni accesi off limits ed un vasto caleidoscopio ci irradia nel Cosmotron della vestibilita' oltre a

    Paul Costello

creste,cornici,piume,concentriche spirali e greppiers nelle tendenze d'oltreoceano.

I Bogcore e non più gli Jankees da New York con Tommy Hillfinger e Thomas Browne con un inverosimile spettacolo dedicato ad Edgar Allen Poe nelle Fairy Fun Groove .

Casual,country,dark,folk e grunge; in questa Grande Mela il wrap dress di Diane Von Furstemberg festeggia i suoi cinquanta anni e per DKNY la super model Kaia Gerber rappresenta il volto della

generazione Zeta.

Opulescenza ed una sempre ovvia stravaganza a Londra dove si celebrano i quaranta anni di runaway arricchite da eventi circondariali di pregio ed eccentricità e dove non poteva mancare Anna Wintour, mentre la supermodel Iris Law risplende con un insolita fluorescenza nella sfilata di Burberry laddove il direttore creativo Daniel Lee omaggia il Brit Style(city subculture and British country); Lila Moss primeggia alla sfilata grottesca ed oversize  di J.W. Anderson; il glamour dei capi di Paul Costello si immedesima nella sindrome della regalità in una scelta del subject matter che ripropone la classe e la semplicità pur sempre apprezzata.

Cosa dire poi su Milano Fashion Week:un melange di stili indescrivibile con  Iceberg, Borbonese,Antonio Marras,Fendi, Etro,Cavalli,Max Mara, Prada,Emporio Armani,Tom Ford.Jimny Choo,Bottega Veneta,Blumarine,Curiel,Gucci,Versace,Brioni,seguiti da un'interminabile caravan di grandi brands senza trascurare le marche minori e con ampia rilevanza agli artisti emergenti.

Il World of Fashion dell'Alta Moda Romana  si è svolto nello sfarzo di Palazzo Brancaccio con nomi di stilisti italiani di rilievo come Raffaella Curiel,Ettore Billotta e dove è emersa la sfilata della calabrese Azzurra Di Lorenzo con il suo Giardino dell'Anima. Per il centenario  Renato Balestra(quest'anno avrebbe compiuto 100 anni) la capitale ha organizzato tre grandi eventi tra Trinità dei Monti,Porta Pinciana e il Campidoglio dedicati a questo grande maestro di elegantissima arte manifatturiera.

   Dior

Proiezioni irrefrenabili e redesigning clothing  come una tua carta d'identità diventa un redesigning gli umani per gli anni a venire.

Comunque anche questa volta la moda è seducente,maliziosa,creativa,intima,perversa e superlativa, un racconto raccolto in un libro dei sogni,in un metaverso di un mondo virtuale dove ci si può proiettare ed interagire occupando capsule temporali attraverso il potere dell'immaginazione.

Non soddisfatti inoltre della settimana della moda i nostri beniamini continueranno con Sfilate Cruise per portare le loro collezioni in tutto il mondo

 

Storie e figure che rimangono nell’immaginario collettivo del mondo orientale.

Palazzo Braschi a Roma ospita una grande mostra: un viaggio nelle abitudini di una società prospera e pacifica fissato nelle centinaia di stampe che raccontano con lucida precisione la vita vissuta. Un occasione per immergersi in un Giappone prospero e borghese, a volte ironico e disincantato.

L’ eleganza dello stile dei vari artisti è coniugata con la modernità di un linguaggio che è diventato modello e archetipo di un periodo storico e di un rinnovamento sociale.  Figure di dame e di gheishe di gentiluomini e di contadini, tutti colti con una grande dignità rappresentativa. Del tutto indipendente dalle funzioni che svolgono.

Molti di questi disegni sono simboli e tramite di un rinnovamento di alcune tematiche, che saranno modello anche per molte creazioni occidentali.

La mostra riguarda il periodo di pace creato dal governo militare dei Tokugawa. Un periodo legato a grandi cambiamenti sociali, economici ed artistici che portò alla riapertura del paese agli scambi con le potenze occidentali a partire dalla metà dell’Ottocento.

In mostra oltre trenta artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi più noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada.

La tecnica dell’ukiyoe, importata dalla Cina, implementò la diffusione di immagini e libri permettendo una produzione in serie grazie anche al talento degli artisti ingaggiati. La produzione di stampe, infatti, rappresentò un vero e proprio mercato, tantissimi furono gli artisti e i professionisti, tra pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi, che lavoravano in atelier sotto la direzione di un editore il quale sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, e immetteva le opere sul mercato.

 La classe cittadina emergente di Edo, composta da borghesi e mercanti, non avendo potere politico, scelse di vivere nel lusso. Ukiyo, che fino ad allora era stato inteso nel senso di attaccamento all’ illusorio mondo terreno da cui rifuggire, secondo l’ insegnamento buddhista, ora prendeva un senso opposto di godimento di tutto quello che era nell’attimo  e nella moda.

La grande novità di queste immagini erano quindi  anche i soggetti, completamente diversi dalla grande pittura  aristocratica di Kyoto.

La grande mostra, dal titolo :“Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone”, sarà visibile fino al 23 giugno 2024 al Museo di Roma a Palazzo Braschi. Dal martedì al venerdì, l’orario di apertura sarà dalle 10.00 alle 19.00,  con ultimo ingresso alle 18.00. 

È promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e organizzata dalla Sovrintendenza Capitolina e da MondoMostre, con il supporto di Zètema Progetto Cultura, curata da Rossella Menegazzo, presenta centocinquanta capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento.  L’Ukiyoe,  vuol dire :“immagini del mondo fluttuante”, si tratta di un genere pittorico nato in epoca Edo (1603-1868) che include  dipinti, rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi e stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.

 

Negli eleganti ambienti del Museo Napoleonico di Roma si è aperta una interessante esposizione. “Giuseppe Primoli e il fascino dell'Oriente”

Si tratta di una mostra dedicata al Conte Primoli e al suo interesse per l’ arte del Giappone e, in generale, per il continente asiatico.

Il bel palazzetto sul lungotevere, all’ angolo con via  Zanardelli, di fronte al Palazzaccio, era una residenza rinascimentale. Oggi, oltre alla collezione permanente, sempre interessante per i suoi reperti legati a Napoleone e per allestimento stile primo ‘800, accoglie  per alcuni mesi una piccola ma interessante mostra realizzata con particolare attenzione e competenza dai curatori del Museo Napoleonico: Elena Camilli Giammei, Laura Panarese e Marco Pupillo.

L’ evento è dedicato a quello che era il padrone di casa del palazzo prima che esso venisse da lui donato alla municipalità di Roma nella prima metà del 1900.

 Si tratta di un interessante e originale personaggio che è ,a tutti gli effetti, il Genius Loci del luogo. Si tratta del Conte Giuseppe Primoli, estroso e creativo discendente di Napoleone Bonaparte da parte di madre. Giuseppe era vissuto con la zia, l’ Imperatrice Eugenia, che lo iniziò ai piaceri e alle fatiche del viaggiare. Momento iniziale dei suoi viaggi, l’apertura del Canale di Suez  del 1869 a cui seguiranno molte altre avventure.

Parte dell’ esposizione riguarda anche la sezione dell’ India, e Sud America, che era di proprietà del fratello Luigi. L’ interessante mostra è frutto della loro passione per l'Oriente, il Giappone e la fotografia.

 Tema delle molte preziose fotografie esposte, molto fragili poiché realizzate con l’ antica tecnica dell’ albumina, non sono solo persone comuni, ma soprattutto amici e conoscenti che indossando costumi di foggia giapponese e orientale rappresentavano le famose Masquerade Exotique. Che vedono protagonista tra gli altri personaggi come Sara Bernhardt.

Interessante, ma anche divertente e molto moderno, il ruolo di quattordici kakemono esposti, di proprietà di Giuseppe Primoli.

Si tratta rotoli decorativi dipinti con scene tradizionali giapponesi, ma usati dal suo possessore come supporto per autografi dei VIP del tempo. In alcuni casi gli amici del conte aggiungevano con componimenti e dediche autografe. Tra i più noti scrittori, poeti e artisti francesi e italiani del tempo furono lieti di lasciare la loro traccia sugli spazi vuoti di queste piccole opere d’ arte, senza che nessuno gridasse allo scandalo. Primoli stesso portava con sé i rotoli, che raffigurano soprattutto fiori,  quando si recava a teatro o in luoghi di ritrovo allo scopo di potenziare la sua collezione di firme famose. Tra queste primeggia quella di Emile Zola,  oltre a quelle di Claudel, Valery, Loti, Anatole France.

Tra le opere esposte molti oggetti della collezione Primoli tra cui il prezioso ventaglio in seta dipinto da Giuseppe De Nittis per la principessa Mathilde Bonaparte, che rappresenta una scena tipica giapponese: uno stormo di oche in volo.

La mostra si svolgerà dal 15 marzo all’8 settembre 2024

 

L'autunno è alle porte e la nuova collezione autunnale con puntualità ed eleganza ha fatto già la sua entrata.
Nonostante le alte temperature non accennino ad abbandonarci sarà opportuno non farci cogliere impreparati ed iniziare a pensare al cambio stagione e a rinnovare il nostro  guardaroba.
Innanzitutto  cominciamo con le calzature, alle scarpe sportive oramai irrinunciabili e  disponibili in modelli  sempre più colorati e fantasiosi,  (messe da parte le sneakers bianche per l'imminente cambiamento del tempo ),  ideali per coloro che amano gli outfit minimal e non solo.
Si affermano e si riconfermano le scarpe dècolletè a punta nere, un classico intramontabile da abbinare ai tailleur giacca e gonna, il nuovo protagonista delle collezioni autunno inverno 2023-2024.
Come di consueto, in fatto di colore, i capi autunnali si tingono di nero, marrone, senape con tutte le nuances derivate, tonalità delle foglie cadute dagli alberi, e saranno molte le vetrine allestite in tema autunnale.  Ma non è solo così perché ci saranno nuovi colori di tendenza che ravviveranno il nostro guardaroba autunnale-invernale quali il giallo limone, il rosa confetto, il celeste ed anche il verde ed  il rosso tipici del periodo natalizio. Costante saranno i vestiti di pelle-ecopelle, da sfoggiare sia di giorno e di sera.


Se già da qualche anno la moda ha cambiato parvenza, si è evoluta nel proporre abiti indossati da modelle tutt' altro che magrissime come indossatrici over size o splendide modelle curvy;. La moda propone, ma ognuno di noi segue il suo stile libero di scegliere come farlo e budget permettendo. La nostra moda Italiana è considerata nel mondo una delle più importanti: made in Italy è sinonimo di qualità, fascino e bellezza.


A livello  internazionale la moda del 2023-24 abbraccia concetti di diversità ed inclusione che stanno diventando punti estremamente fondamentali con la creazione di linee di abbigliamento dedicate anche ai disabili.
Diciamolo che la moda sta rinnovando il suo look...  era ora!   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con gli accessori giusti, il look può cambiare completamente. Hanno un ruolo tutt'altro che marginale, anzi, aggiungono carattere e stile all'outfit.

Nelle ultime tendenze in fatto di moda l’ OCCHIALE DA SOLE è divenuto  l'accessorio più cool per eccellenza,  un vero Must have per donne, uomini e bambini.

Se negli anni passati era un oggetto utile per il periodo estivo per ovvi motivi ora è diventato un accessorio di moda da indossare tutto l'anno nelle più svariate  ccasioni ed attività,  citiamo ad esempio gli  occhiali sportivi per coloro che praticano running  o  ciclismo, per gli appassionati della montagna,  occhiali per gli amanti della  caccia e addirittura gli attualissimi occhiali gaming per PC.

Circa la tendenza degli occhiali per il 2023, oltre ai modelli classici se ne aggiungono molti altri bizzari ed eccentrici, sia nelle forme e nei colori, sebbene il colore bianco e nero siano i più richiesti.

Circa i  costi,  se ne possono acquistare sia quelli a prezzi  modici nei reparti di oggettistica sia quelli glamour e brandizzati nei negozi ottici.

Eppure, anche se convinti che gli occhiali siano un accessorio moderno e alla portata di tutti,  i primi occhiali con lenti per filtrare i raggi UVA sono stati prodotti nelle vetrerie di Murano, a Venezia dove delle copie del Settecento sono sopravvissute. Questi occhiali anche detti “occhiali da gondola”, o “vetri di dama” con vetro verde sono stati utilizzati dalla nobiltà veneziana per preservare la vista dal riverbero costante della luce sull'acqua della laguna.

Infine è importantissimo ricordare che gli occhiali da sole non sono soltanto un accessorio alla moda, ma anche un alleato utile a proteggere i  nostri  occhi:  gli occhiali con lenti da sole limitano e prevengono gli effetti nocivi dei raggi UVA e UVB.

 Il soggiorno estivo al mare negli anni ‘20 diventò una consuetudine, andavamo completamente vestiti, con cuffiette e cappellini. Le spiagge ora si riempiono di ombrelloni. Negli anni precedenti   la moda ufficiale proponeva il costume intero con il gonnellino. Mentre per molti anni il costume intero nero fu considerato solo per donne di una certa età, oggi è il più chic tra le più giovani. Lo si nota sulle passerelle dell'alta moda, presso le catene dei grandi magazzini, nei mercatini e nelle boutique.

L' elegante costume nero sarà presente negli anni con i vari modelli: sgambato, spalline sottili, scollo a V e tessuti tecnici. A cominciare degli anni che vanno Dal 1946 al 1960 viene proposto il bikini, fu grande scandalo. Ci vorranno anni prima che questo entri a far parte  dell’abbigliamento comune in spiaggia.

 

Dal ‘61 fino ai nostri giorni fanno comparsa sulle spiagge bikini con ricami, fiori, stampe, tessuti uncinetto, e tutti rigorosamente abbinati a borse a telo da mare……ma il costume nero non si discute, è sempre pronto nel cassetto per poterlo indossare in ogni occasione. Per le donne che amano e indossano solo il bikini dopo gli anni ‘70 c’è la moda Hippy, e il costume allora si stringe, c’è il glamour, lo stile osé, “ Hot “: fanno il loro ingresso il perizoma e il costume brasiliano. Per naturale evoluzione oggi siamo arrivati al costume da bagno che diventa un top abbinato a una gonna e a un pantalone, pronti per un cocktail.

 

Ma le novità non finiscono qui: si crea “il costume adatto al proprio fisico “, reggiseno a fascia per chi ha poco seno, reggiseno a triangolo - adatto a chi ha seno medio importante - , reggiseno con coppa imbottita - adatto a chi vuole sostenere o valorizzare il seno -, e ci si industria anche saper scegliere il  modello di slip: super sgambato, a vita alta per nascondere qualche chiletto in più e  slanciare  la figura, slip a vita   bassa etc…

 

Ma, nonostante le creatività e lo sbizzarrirsi degli stilisti per i vari colori, vediamo sempre le grandi dive del cinema e dello spettacolo scegliere per uno scatto in copertina per un importate rivista il costume nero.  E, si, l' intramontabile costume nero è una garanzia per tutti: per il commercio all’ ingrosso, per i commercianti dei tessuti, per i negozianti e le proprie clienti. Un colore senza tempo, intramontabile, sempre presente negli nostri armadi.

 

 

 

 

                                                                                                   Nadia  Ludovici

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