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Music (41)


Free Lance International Press

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Dopo i grossi numeri  collezionati nel finale dell’anno  2023, Tiziana Raciti torna con un nuovo brano  innovativo e intrigante  dal titolo “Pick me up” (Prendimi). Questa canzone caratterizzata dal forte impatto musicale, ancora una volta scritta dall’autore palermitano Fabrizio Clementi è già destinata alla parte alta delle classifiche.

L’ennesima hit dal ritmo travolgente si appresta a a diventare il tormentone della stagione. E’ un sound dai toni dance in grado di mantenere o indurre una variazione dello stato emotivo, ma anche fisico dell’ascoltatore. La conseguenza è quella che l’effetto benefico  del pezzo musicale si  propaga in ogni particella del tessuto umano.

La musica ci rivela che nulla è impossibile e anche nei momenti di tristezza e di perdita di controllo, ci indica la  cosa più giusta e importante da fare. 

L’ autore Fabrizio Clementi si è superato ancora una volta, nel puntare su nuove sonorità, ed ha pensato di far interpretare il brano alla bravissima cantante Tiziana Raciti. La pluripremiata cantante siciliana di Priolo Gargallo, a causa della  sua grinta e vocalità è ormai definita e conosciuta come  “la Tina Turner della Sicilia”. La data ufficiale di uscita di “Pick me up” è fissata per Venerdì 22 Marzo su tutte le piattaforme musicali ed i Digital stores.

Il video del brano si potrà inoltre visualizzare su YouTube nel canale di Tiziana. Ma per chi non vuole perdersi neanche un giorno, potrà ascoltare il brano in anticipo il 21 Marzo in onda su All Music Digital  Radio, tra le ore 10,45 e le 11,20. 

Il brano “Pick me up” sarà presente nel  format  MYCHANCE ON AIR sul canale  50 radio, nell’ambito dell’edizione discografica di “Artisti online”.

 

Tiziana Raciti

Tiziana Raciti è una  cantante professionista  di Priolo Gargallo della provincia di Siracusa. Canta  dall’età di sei anni, e i suoi genitori,  dopo aver notato la sua  predisposizione artistica, acconsentirono  che partecipasse alle manifestazioni  nelle varie località della sua  provincia. A 12 anni Tiziana si presentò  al festival degli sconosciuti patrocinato  da Teddy Reno e Rita Pavone, i quali dopo  aver  visto  le qualità della giovane cantante,  le consigliarono di rimanere a Roma.

Nella capitale Tiziana avrebbe avuto sicuramente maggiori  opportunità per crescere sia professionalmente che vocalmente, ma i suoi genitori  vista la sua giovane età  rimasero  irremovibili e non acconsentirono. A 18 anni  Tiziana sostenne un provino alla Rai per il programma  “Non è la Rai”, riscuotendo consensi dallo staff e da  parte di Boncompagni, ma anche in questo caso i suoi genitori non se la sentirono di lasciarla da sola a Roma.

 

 Una volta ritornata in Sicilia, Tiziana proseguì negli studi  e poi partecipò a Messina  alle selezioni regionali, “una voce per Sanremo”, che si svolgevano in quattro serate.  Sul podio salirono cinque, sei ragazze su 200 partecipanti, Tiziana  riuscì nell’impresa, così  a vent’anni  conquistò  l’Ariston  e partecipò a “una Voce per Sanremo”. Ritornata a casa, Tiziana proseguì con impegno la sua carriera artistica, si guadagnò una meritata notorietà  e ricevette tante proposte per ospitate in tv.

Un autore  dopo averla sentita, le propose di cantare un suo inedito, “la favola di Arianna”  che la fece definitivamente conoscere al grande pubblico e si rivelò una bellissima esperienza.

Grazie ai suoi  brani  pubblicati sul web e in particolare su  digital store, ricevette grande visibilità a livello nazionale ed internazionale. Abbiamo incontrato Tiziana per conoscerla più da vicino ed è sorta una piacevole conversazione.

 

Tiziana nell’arco della tua carriera hai avuto delle meritate gratificazioni, ce le puoi parlare?

 

Ho avuto tantissimi consensi  tra i quali posso ricordare il premio “Cartagine” e il  “Premio eccellenza artisti”. Un’altra grande soddisfazione è stata quando ho ricevuto  il Premio Colosseo d’Oro.  Nell’ambito di quell’evento  ho avuto l’opportunità  di incontrare e conoscere Gisela Lopez Montilla che oltre ad essere una bravissima cantautrice è un’artista completa a 360 gradi.  Ci siamo trovate subito in sintonia ed è nata una bellissima collaborazione  dal momento  che mi ha fatto interpretare il suo capolavoro.  Si tratta  del brano musicale “Run, run, run “ che ho inciso e si trova  su tutte le piattaforme. Questo pezzo musicale  è stato poi proposto a Sanremo Senior e il destino  ci ha consentito di superare le selezioni. Siamo  riusciti ad arrivare in finale, tra i primi venticinque finalisti, scavalcando più di 900 concorrenti.

 

Purtroppo è successo qualcosa di imprevedibile come il decesso di tua madre  e non sei riuscita a presentarti a  Sanremo vero?

 

Il caso ha voluto che mia madre nei giorni precedenti la partenza  per Sanremo  si è aggravata e questa circostanza  oltre al fatto che è venuta  anche a mancare, mi ha impedito di poter partire. Giustamente  ho informato i componenti della Direzione del  Sanremo Senior  che  sono stati comprensivi e mi hanno garantito che dal momento  che è una  giusta causa, mi hanno conservato la finale per l’anno prossimo. La perdita di mia mamma ha lasciato in me un vuoto incolmabile, però io avverto   in un certo senso  la sua presenza,  con una forza dietro, che non  mi permette di lasciarmi andare. I miei genitori mi hanno cresciuta con la musica ed è grazie a loro che ho acquisito la forza per  andare avanti.

Adesso c’è un nuovo singolo alle porte da mettere sotto l’albero di Natale per questo fine 2023 e che allieterà i tuoi fans. Ce ne puoi parlare?

 

Il nuovo pezzo musicale è Melody  nasce dalla collaborazione tra  l’autore di testi  palermitano Fabrizio Clemente e Loris Federici (musicista e compositore) che ha curato l’arrangiamento musicale del brano. Fabrizio sono anni  che mi segue  e mi apprezza.   Precedentemente mi aveva  inviato tanti brani,  in modo che io li esaminassi,  il destino ha voluto che quando ho sentito  questo suo ennesimo pezzo musicale, ho captato subito che era quello giusto da poter proporre.  Melody tratta un tema introspettivo che riguarda l’amore verso la melodia, le note e la musica in genere. Sono sicura che piacerà  e lo dedico  a  tutti i miei fans e a  tutte le persone che hanno creduta in me.

Grazie Tiziana Raciti

 

 

 

 

 

 

 

 

Al secondo posto è arrivato Lorenzo Pellegrini e al terzo Jacopo Sordilli.

 

Il Festival realizzato con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Ariccia, già nota per il suo importante e storico Festival, è stato organizzato per Arcadia da Tony Riggi.

La regia dell’evento è stata opera di Donatella Cotesta.

Perfetto il mood del Festival, dalle selezioni alla finale. Il cantautore Tony Riggi bravissimo anche nelle vesti di organizzatore, ha dichiarato; “Posso dire che abbiamo fatto centro e dopo 30 anni è stato riproposto nuovamente l’avventura del festival e della tradizione musicale di Ariccia.

La soddisfazione di questa sera ci dà la spinta giusta e da domani si inizia a lavorare nuovamente per la prossima edizione.”

Molto importanti sono state le master class nei due giorni che hanno preceduto la finale svoltasi a Parco Chigi ad Ariccia. Il sindaco Gianluca Staccoli ha dimostrato grande soddisfazione, così come il consigliere comunale delegato a Sport-Turismo e Spettacolo Danilo Costantini. 

    Tony Riggi

Nella serata sono state grandi le esibizioni dei partecipanti, così come quelle dei molti ospiti, tra cui Simone Patrizi. 44444Quest’ultimo ha ricordato nella sua performance, la partecipazione al Festival di Sanremo 2002, dedicando la sua esibizione a Franco Migliacci.

Ad aprire la serata, sono stati Roberto del Monte e i Big Soul Mama, oltre a Tony Riggi con la sua band i “The Knights Templar”.

Sul palco è salito anche l’Ing. Pasquale Marasco, presidente dell’A.N.I.L.D.D.  (Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa) che ha consegnato al Sindaco e alle altre personalità, attestati speciali da parte dell’associazione.

Chiara Orlando (14 anni) la vincitrice del Festival, ha interpretato magistralmente “Gabbia” al pianoforte, una canzone composta e scritta interamente da lei.  

 

Napoli nel 600, 700 e 800 è stata una capitale dal passato storico europeo importante, dove vi transitavano artisti di ogni genere: musicisti,  parolieri e grandi interpreti.

Questa è stata la ragione principale  che poi nell’indotto si è potuto fare della grande musica. Con il passare del tempo i più importanti pezzi musicali sono stati riproposti nell’ambito di un repertorio più moderno e strutturato.

I grandi artisti di allora aprirono  due strade:  l’interpretazione lirica e la canzone cosiddetta  più confidenziale, più da salotto. In ogni caso la musica popolare napoletana proviene da tempi ancora più antichi: si può fare cenno al  canto delle lavandaie del Vomero,  una allegoria del 1200 che era un canto di protesta contro la dominazione aragonese, in cui il fazzoletto assume il significato di terra.

Negli anni a cavallo  tra l’800 e il 900,  l’incisione fonografica era ancora inesistente per cui  si stampavano gli spartiti esclusivamente attraverso le cosiddette “copielle”.

Queste canzoni che si rivolgevamo ad un pubblico borghese,  vendevano centinaia di migliaia di  copie ed altri musicisti  avevano la possibilità di riproporle a casa attraverso un pianoforte.

Ad esempio la celebre “funicoli funicolà” pare che abbia venduto centinaia di migliaia di copie non di dischi ma di spartiti, per cui si può immaginare  l’enorme successo nazionale ed internazionale di questo celebre brano. 

Con l’uscita sul mercato in Italia del primo fonografo, venne inciso il primo disco nel 1895 – 15 anni dopo l’uscita di Funiculì funiculà – con una canzone di Bernardo Cantalamessa dal titolo ‘A risa”(la risata).

Per conoscere più profondamente il percorso di un interprete della meravigliosa musica napoletana, abbiamo incontrato Mimmo Di Francesco, un artista che da  anni, (da solista e in gruppo), interpreta le celebri melodie partenopee accompagnandosi con la chitarra.

 

Mimmo parlaci di te e della tua passione per la musica partenopea

La passione musicale mi venne verso i 16, 17 anni  quando abitavo a Napoli. In seguito iniziai a suonare la chitarra e come spesso succede, si  finisce per imbattersi in qualche canzone napoletana,  perché è il patrimonio culturale della città. Iniziai a suonarle e provai una grande passione anche a cantarle.

Dopo qualche tempo volli provare un’altra esperienza e iniziai a collaborare per una compagnia teatrale, dove si faceva teatro classico dialettale, con le relative musiche delle canzoni che sottolineavano alcuni momenti della trama  della commedia.

Cosa c’è di magico nella  città di Napoli che riesce a creare tanti artisti?

E’ un qualcosa che risiede nel DNA di tutti i napoletani. Un noto verso di una canzone napoletana  “O surdate”  cita: “Io sono napulitano e si non canto,  moro”.  E questa frase  la dice tutta.  Napoli è una città molto musicale perché è legata alla leggenda della “sirena partenope”  che fondò  la città e le sirene è risaputo che cantano. Il mito racconta la Sirena Partenope che con il suo bellissimo canto cercava di sedurre il giovane Cimone, ma questi rifiutò. Partenope allora per il dolore, si gettò dalla roccia più alta. Le onde portarono il suo corpo fino al golfo di Napoli, precisamente sull’isolotto di Megaride.

Mimmo  qual è la denominazione del gruppo nel quale ti esibisci?

Gruppi musicali in realtà ne ho diversi e sono almeno dieci anni che giriamo soprattutto il Lazio per fare concerti. Il gruppo più noto è il “Cuore napoletano”, poi ho un progetto aperto che si chiama “Partenope In-Canto”.  In questo ambito, mi avvalgo della collaborazione di altri musicisti, quindi può essere un duo, un trio, un quartetto, o  un sestetto. C’è infine  il gruppo dei “latinapoli” della nostra città, con i quali recentemente ci siamo esibiti il 31 luglio a Cori (per la festa del Corace).

Noi proponiamo la canzone classica napoletana  con degli arrangiamenti diversi che tendiamo a vestirla in maniera più moderna. Questo genere  ci permette di fare delle elaborazioni  e degli arrangiamenti personalizzati.

Quali sono i pezzi musicali che normalmente suoni con il gruppo  durante le serate?

A noi piace proporre  brani più celebri tra i quali: Reginella, Malafemmina, O Surdato ‘nnamurato, Tammurriata nera. Nel nostro repertorio inoltre, cerchiamo di aggiungere anche pezzi musicali  meno noti   per fare un’opera di divulgazione, perché questo è uno dei nostri scopi.

Che strumenti utilizzate nel gruppo?

Oltre a chitarre di vario tipo, utilizziamo anche strumenti a percussione come classici tamburi a cornice  della tradizione, abbiamo anche la fisarmonica e il clarinetto. Sono tutti strumenti tradizionali e  non vi sono strumenti elettronici. E’ proprio una nostra precisa scelta di identità.

Progetti futuri?

Abbiamo già qualche data per dei prossimi concerti, ma non abbiamo l’ufficialità. C’è soprattutto  l’intenzione di fare un disco insieme, ma dobbiamo reperire  le risorse per realizzare questo progetto. Sarò un disco dove proponiamo il classico napoletano rivisitato.

Nella città  di Latina dove viviamo, vedo che quando vi esibite, siete accolti da tanto entusiasmo.

A Latina siamo avvolti dall’affetto di tanta gente che ci segue nei nostri spettacoli. C’è ancora tanta gente però che confonde  il genere musicale che proponiamo, con il neomelodico.

 Di certo la canzone napoletana rappresenta la musica italiana nel mondo e infatti tanti  stranieri  ne sono attratti. La mia speranza è che questo genere musicale  possa essere apprezzato sempre più anche dalle giovani generazioni,  per conoscere la nostra vera tradizione e identità.

Mimmo Di Francesco nel tuo percorso musicale, ti senti di essere grato a qualcuno?

In particolare vorrei  ringraziare il maestro Enzo Alvino, il regista che mi ha introdotto  nel mondo musicale napoletano e poi tutti i grandi interpreti della canzone napoletana che mi hanno ispirato.  Invito ad andare ad ascoltare tra i tanti, i dischi di Roberto Murolo, di Renato Carusone, di Angela Luce e di Sergio Bruni.

Nelle  vecchie incisioni storiche degli anni 50 agli anni 70, c’è tutto quello che si deve sapere sulla musica napoletana, che è sempre stata fonte di gioia, di bellezza e di soddisfazione.

Per concludere, cosa ci puoi dire del tuo modo di interpretare un genere musicale così importante?

Io cerco di metterci la mia personalità, però prima di affrontare qualsiasi brano napoletano, vado a vedere se lo ha inciso Roberto Murolo che a mio parere è stato  il più grande interprete della canzone napoletana.  Roberto Murolo  è l’essenzialità  sotto forma di chitarra e voce ed è veramente enciclopedico perché credo che le canzoni più belle  le abbia incise tutte o quasi.  Renato Carusone può essere considerato  un grande innovatore  e negli anni 50 e dopo essersi recato in America,  ebbe la grande intuizione di mettere insieme il jazz americano con la tradizione napoletana, fondendo il tutto con la  sua grande ironia. L’ultima grande artista napoletano a mio parere è stato Pino Daniele,  un artista apprezzato in tutto il mondo, per essere riuscito a riunire la tradizione partenopea,  con il jazz il blues e la musica pop.

Grazie Mimmo Di Francesco e buona fortuna

 

 

 

 

Quasi da sempre, viviamo immersi in un mondo dualistico, un mondo e un’umanita’ dove tutto è bianco o nero, il bene o il male e via discorrendo.

Nella sua intima essenza, la realtà non è così: i colori, i sapori e gli odori, così come i sentimenti e le sensazioni sono il frutto di combinazioni infinite e, alle volte basta fermarsi un attimo, entrare profondamente in noi stessi per percepire questa intima essenza propria di tutte le cose e di tutti i fenomeni.

Il mondo della musica “leggera” non sfugge alla visione dualistica, anzi propone una estremizzazione della stessa e così è stato negli anni sessanta con l’emersione pressoché contemporanea di due fenomeni epocali quali sono stati i Beatles e i Rolling Stones due gruppi che hanno segnato un brusco e affascinante salto in avanti della musica contemporanea con effetti dei quali i componenti delle due band non erano allora assolutamente consapevoli.

Che avesse allora una cifra dolce e melodica, come era nel caso dei Beatles, o dura e rocchettara, come era propria dei Rolling Stones fu subito chiaro che nulla sarebbe più stato come prima.

Con il trascorrere dei decenni, ne sono in effetti trascorsi sessanta, alcuni di loro sono morti, altri si sono un po’ persi, ma le rispettive icone, Paul dei Beatles e Mike dei Rolling Stones, entrambi insigniti del titolo di baronetti ed entrambi ricchissimi sono perfettamente consapevoli di avere segnato un epoca e di avere, nel bene e nel male contribuito e in non piccola parte a renderci quel che siamo.

Tantissimi auguri, Mike!

Voglia di ricominciare con musica e nostalgia - io c’ero 

L’evento è stato  organizzato da Ernyaldisco

 

 Dietro a mascherine, occhi che brillano, sguardi attenti, curiosi, a volte smaniosi. Gente che si muove, si sofferma, chiede, s’informa e cede alla tentazione di acquistare l’oggetto desiderato e finalmente trovato.

Uomini e donne di ogni età alla ricerca di nostalgiche rarità o di musiche da ascoltare con il graffiante suono che solo un giradischi può dare.

Ero lì, fra di loro e finalmente dopo tanto, ho sentito odore di vita, di risveglio, di voglia di ricominciare dopo il buio che ci ha avvolto negli ultimi due anni pandemici.

Green pass all’entrata, mascherine all’interno. Nessun biglietto d’ingresso.

Entrata gratuita. Mamme e carrozzine, uomini giovani e meno giovani, persone con il cane al guinzaglio.

Mille colori, stili, fra capelloni e glabri, tatuati e con giacca, persone con mani strette a  buste trasparenti contenenti tesori cercati e trovati. Sacchetti di “note” da gustarsi a casa.

Si è svolta così dopo sei anni che mancava da Firenze il 19 e il 20 febbraio al Palazzetto dello Sport a Scandicci (FI) la Fiera del disco. Espositori competenti provenienti da tutta Italia selezionati con attenzione e professionalità da Ernyaldisko.

Collezionismo di grande interesse fra dischi lp, 45 giri, gadget, t-shirt. 50 espositori di tutto quanto fa musica, nostalgia, vintage e collezionismo del settore.

300 metri lineari di esposizione dove tutti i generi musicali erano a disposizione di collezionisti e amanti del genere.

Punk, musica classica, cantautorato italiano e straniero, jazz, rock, pop, vinili di grandi band, musica per tutti i gusti e per tutte le tasche. Una fiera ben riuscita mentre il sole fuori, ha accompagnato con luce e calore l’intera giornata.

Ho vagato fra uno stand e l’altro chiedendo se potevo fotografare i vari settori, (ovviamente mi sono presentata con tesserina alla mano) ed è stato veramente piacevole la collaborazione degli espositori che in qualche caso si è fatto fotografare.

 

Per chi volesse ancora visitarla, sarà aperta a Bologna il 5 e 6 Marzo al Palasavena di san Lazzaro, il 12 e 13 marzo a Pescara presso Porto Turistico e infine a Bari il 19 e 20 Marzo al Palamartino.

Sempre ingresso gratuito, green pass e mascherina all’interno dei locali.

 

Un consiglio personale? Chi può ci vada!

 

 

 

Il mio primo contatto, una specie di innamoramento, con Franco Battiato è stato con  Fetus,  il suo primo disco di musica elettronica che ha fatto da colonna sonora a notti insonni, passate a dipingere acquerelli astratti quanto le sue “melodie”.

Quando è passato a scrivere  canzonette  l'ho vissuto come una specie di tradimento. Tra i miei amici si diceva che si fosse “venduto al mercato”, che fosse “passato dall'altra parte”; frasi rigorosamente in bianco e nero, prive delle sfumature della vita, in un'epoca di schieramenti a priori.

Solo più tardi ho capito cosa stava facendo, forse; stava scrivendo i mantra del XX secolo; il praticante canta i mantra ignorando le parole di sanscrito di cui sono composti, la Parola di Dio è solo suoni; sono proprio quei suoni che risuonano in certi punti del corpo, stimolano certi centri e favoriscono certe risposte. Il praticante non lo sa, canta e basta. Le  canzonette  del suo  periodo pop , con le loro allusioni ei loro deliziosi nonsense svolgono la funzione di moderni mantra; l'inconsapevole fan le canta ei chakra cantano e risuonano con lui, danno delle piste, aprono possibilità.

Potrebbe essere una delle tante spiegazioni di un essere umano inspiegabile, come tutti i misteriosi personaggi che hanno illuminato il XX secolo e che sono sfuggiti alle definizioni banali, all'essere da una parte o dall'altra, soprattutto dalla parte dei potenti.

Non diremo che Franco Battiato ha letto Gandhi, Silo o Martin Luther King, non lo tireremo dalla nostra  parte  come si suol fare con i morti che, di norma, non hanno più la possibilità di smentirti. Lo lasceremo  in pace .

Semplicemente salutiamo l'essere umano, lo studioso di Gurdjieff, dei mistici e del Libro Tibetano dei Morti, il musicista poliedrico e mai soddisfatto, lo studiooso e praticante sempre alla ricerca del prossimo passo dell'ascesa. Nel Suo ultimo lavoro Fondamentale  Attraversando il Bardo, Sguardi sull'aldilà, libro documentario  e Capisce Che il percorso verso il  DOPO  fosse Già tracciato e conosciuto.

Forse gli accadimenti degli ultimi anni, gli incidenti, le dicerie sulla malattia erano l'ultima dissimulazione per partire con la dovuta calma e consapevolezza. Senza inutili distrazioni.

Dunque, buon cammino e arrivederci, Franco. Felici di aver condiviso insieme qualche istante del misterioso viaggio come Esseri Umani.

 

 

per gentile concessione dell'agenzia di stampa PRESSENZA

Lo scorso 20 ottobre a Roma, al Palazzo dei Congressi dell'Eur, si e' svolta la manifestazione Roma Music Expo' 2019. Scuole di musica, studi di registrazione, rivenditori del settore, musicisti e tecnici hanno avuto modo di presentare il loro repertorio migliore.
Il Palazzo è stato trasformato in una grande piazza interattiva nella quale gli operatori del mondo della musica hanno avuto modo di intessere rapporti e stabilire intese per il futuro delle proprie aziende, mentre  i visitatori interfacciarsi con le stesse aziende. Durante la giornata si sono susseguite performance del settoredi ogni tipo. E' la piu' grande manifestazione italiana del centro-sud: 3000mq di estensione, music live, demo e dibatitti dedicati a musicisti e appassionati.

Jimmy Ingrassia è un cantautore ed interprete di origini siciliane, ha all’attivo un EP ed un album, è stato vincitore di prestigiosi concorsi canori, alcuni dei quali l’accademia di Sanremo

“ SANREMOLAB ” ed il festival internazionale TOUR MUSIC FEST.


E’ stato finalista al festival MUSICULTURA, NUOVE PROPOSTE DEL FESTIVAL DI SANREMO, DEEJAY ON STAGE e PREMIO MUSICA CONTRO LE MAFIE.

Vanta inoltre diverse esperienze televisive, soprattutto RAI e MEDIASET, alcune delle quali: THE VOICE OF ITALY, DOMENICA IN, DORECIAKGULP e AMICI, ed ha cantato in mondovisione per PAPA FRANCESCO.

Nel novembre 2016 è stato ospite del celebre programma ROXY BAR di Red Ronnie per presentare il suo nuovo disco “ Sotto i piedi dei giganti ”.

Nel febbraio 2017 ha aperto il concerto di Erriquez (BANDABARDO’) nel locale NA COSETTA di Roma, nell’aprile 2018 è stato ospite del prestigioso CLUB TENCO in occasione del format IL TENCO ASCOLTAche si è svolto presso il teatro Francesco Ramarini di Monterotondo (RM).

Nell’ottobre 2018 il suo brano dal titolo LIBERO, che tratta il tema dell’immigrazione, è stato scelto dal CLUB TENCO ed inserito nella compilation MIGRANS abbinata alla rivista IL CANTAUTORE, pubblicata in occasione del PREMIO TENCO.

Nel marzo del 2019 viene contattato ancora una volta dal CLUB TENCO, ed invitato a fare un concerto a Sanremo direttamente nella sede del club.

Nel mese di agosto apre il concerto del cantautore RON, presso le Cantine Fina di Marsala (TP).

Attualmente è al lavoro per la realizzazione del nuovo album.

“ Suoni tra il folk e il pop più orecchiabile, trasformerebbero l’esistenza in refrain da cui risulta difficile liberarsi. Allora lo prescriveremmo agli amanti di Mannarino e di Silvestri, di Cristicchi e Gazzè: ascoltatori attenti che cercano musica per spazzare nuvole dal cuore ”

Recensione ROCKIT

-Nel 2015 esce il singolo LIBERO, che affronta il delicato tema dell’ immigrazione, come nasce questa canzone?

L’idea del tema è venuta a me e a Francesco Musacco, già produttore artistico ed arrangiatore di Cristicchi, Alex Baroni, Luca Carboni, ecc., l’ho scritta in una notte, tutta di getto, poi il giorno dopo in studio con Francesco l’abbiamo completata.

Allora mancavano pochi giorni per presentarsi alle selezioni per il Festival di Sanremo, e oltre all’audio era necessario un videoclip, così chiamai il regista Marco Gallo e in quattro e quattr’otto, con considerevole fretta, confezionammo il tutto.

Ebbene, credo che questo brano sia un’alchimia, perché anche se fu fatto tutto in velocità, (sia il pezzo che il videoclip), penso non potesse uscire fuori meglio di così, sono soddisfatto.
 

-nel testo citi, ringrazi Lampedusa, quanto c’entra il tuo coinvolgimento in quanto siciliano?

Beh io mi sento estremamente coinvolto, ancor di più in quanto siciliano, perché purtroppoLampedusa è sempre stata una delle mete principali degli sbarchi, però conosco i miei conterranei, e so quanto la loro accoglienza sia straordinaria, fatta nel modo più umano possibile, perché si parla di esseri umani, non certo di altro.

Spesso sento quei discorsi assurdi, di gente che dice che devono stare a casa loro, che devono tornarsene da dove sono venuti, così, come se si parlasse di oggetti, la trovo una cosa sconcertante, il fatto è che il problema non sono loro, come non siamo stati noi nel passato quando migravamo, la storia ce lo insegna.

C’è una canzone, cantata proprio da Simone Cristicchi, dal titolo “ Cigarettes ”, dove è stato musicato un testo che risale all’anno 1912, tratto da una relazione dell’ispettorato del congresso americano sugli immigrati italiani negli stati uniti d’America, che descrive la visione che hanno gli americani di noi (al tempo immigrati), ebbene, parlano allo stesso identico modo in cui parliamo noi degli immigrati che provengono generalmente dall’Africa.

La storia è ciclica, dobbiamo ricordarci da dove veniamo, che non siamo oggetti ma esseri umani, che sono esseri umani.

-tu forse sei stato il primo a sollevare in note questo fenomeno, poi dopo in tanti lo hanno cantato, ognuno affrontandolo dal proprio punto di vista, quel’è stato il tuo?

Non so se sono stato il primo, anzi credo di no, dato che come ti dicevo prima, so che proprio Cristicchi ne aveva già parlato in quella canzone del 2013, ma chiaramente non è affatto questo che conta, l’importante è che se ne parli il più possibile, poi è normale che ognuno lo debba affrontare sotto chiavi diverse.

Per esempio il mio amico Mirkoeilcane, che nel 2018 ha partecipato al Festival di Sanremo proprio con una canzone che parla di immigrazione, che trovo straordinaria, ha usato una sorta di metafora, io invece ho cercato di affrontare il tema descrivendo in maniera molto semplice ciò che accade ormai quasi regolarmente, e ciò che spinge questa gente a fare un passo così azzardato.

-Preferivo cantare canzoni d’amore…e invece continui a cavalcare palcoscenici con canzoni di denuncia, come per esempio al “ PREMIO MUSICA CONTRO LE MAFIE con il brano

“ ALZA LA BANDIERA” in cui ti posizionasti fra i finalisti

Eh si, cerco di affrontare temi che mi stanno a cuore, che mi colpiscono, “ alza la bandiera ” è un brano di contestazione, di protesta, nonché di consapevolezza, anche in questa canzone descrivo ciò che accade, racconto semplicemente la verità.

Il politico di turno infatti, come sempre, pensa solo a se stesso, non di certo al popolo, anche questa è mafia.

Tento di risvegliare la “ piazza piena ma stanca ” , ricordando che “ ci hanno messo le ali ma strisciamo per terra ”.

In quasi tutto l’album SOTTO I PIEDI DEI GIGANTI incito a riflettere e ad aprire gli occhi.

-“ scusa effendi ”, continui a mettere in gioco i potenti, “ effendi ” è una parola turca che significa signore, indica un potente

Si è un termine che mi ritrovo spesso a dover giustificare nei concerti, perché molti pensano che io dica FENDI, quello delle borse ah ah ah (ride).

È una canzone ironica, anzi sarcastica, che racconta il controllo che avviene su di noi.

In realtà la maggior parte dell’album parla di questo sistema che ci schiaccia, che ci opprime, il gigante ovviamente è il sistema, in copertina infatti c’è una mia foto nella quale vengo ritratto a sorreggere questo gigante per non rischiare di farmi schiacciare.

C’è una deviazione delle menti, di cui continuerò a parlare in questo nuovo album che sto scrivendo.

-cosa sono i diritti umani?

Non è cosi semplice rispondere , credo sia il rispetto per il prossimo, cercare di fare delle azioni che non vadano a ledere il prossimo.

 

https://www.facebook.com/jimmyingrassia/

http://www.jimmyingrassia.it/

Dall’unione di sei artisti, provenienti da esperienze complementari diverse, nasce a Roma, nelFautunno ’96, il gruppo “Terrantica”. Attori rockers e menestrelli accomunati dalla passione per la musica popolare.

Un po’ per la provenienza dei componenti, un po’ per la vastità del materiale a disposi­zione, l’attenzione si è subito concentrata sulla

 
 Video intervista a Teresa Andrioli

tradizione deH’Italia-Centromeridionale. I brani, proposti sono dunque soprattutto saltarelli, pizziche, tarantelle e tammuriate.

L’approccio dei Terrantica alla musica popolare non è di tipo accademico. Non è una ricerca etnica o culturale, ma uno spontaneo avvicinarsi all’anima più vera delle nostre radici. Le musiche come liberazione, come momento di socializzazione. La festa, il ballo il divertimento, diventano dunque i cardini dello spettacolo dei Terrantica.

Con l’energia che il gruppo esprime dal vivo, quindi suoni essenziali, arrangiamenti semplici e un largo uso dei colori e percussioni i brani tradizionali sono eseguiti tanto secondo lo schema classico, quan­to con arrangiamenti originali, alcuni dei quali ispirati dal racconto di anziani in paesi del Lazio e della Puglia.

Tanto dal vivo, quanto in studio, Terrantica fanno uso dei soli strumenti acustici tradizionali: organetto, flauto, mandolino, violino, chitarra, chitarra battente e classica, ciaramella e zampogna. Per le percussioni: tamburelli, tammorre, nacchere, campanelli, scaccia-pensieri, puti pu e trìccheballacche.

I COMPONENTI DEL GRUPPO

 

Pino Lomanno  (Percussioni e canto) 

Calabrese, è il “brigante” del gruppo, ha conosciuto il tamburello al suo paese e da li ha sviluppato la ricerca nelle percussioni popolari.

Teresa Andreoli (canto)

Da Roma, attrice teatrale è da sempre appassionata di dialetti e di danze popolari.

Mauro Bassano (Zampogna, organetto e chitarra battente)

Romano, ha un passato da bluesman, ma è stato folgorato dall’Organetto. Ha un rapporto quasi carnale con i suoi strumenti. Parlando con i vecchi delle varie regioni ha imparato non solo le loro melodie, ma anche l’amore per lo strumento stesso. Luca Trombacela (Flauti, ciaramella, bozooky, violino e voce) Napoletano, compositore arrangiatore, è appassionato di strumenti, ne possiede tantissimi, antichi e moderni. E’ passato dal rock alla musica irlandese fino ad approdare alla nostra tradizione.

Felice Zaccheo (Chitarra e mandolino)

E’ il più giovane del gruppo ma ha già diverse esperienze musicali, tanto nel blues quanto in complessi bandistici.


Il CD d’esordio dei Terrantica: “Primi Passi” contiene brani classici della tradizione più tre pezzi originali molto legati ad essa. Il lavoro in preparazione, ’’Bacco Tabacco e Venere”, con­terrà invece musiche e canti popolari tra i meno noti, più composizioni legate appunto al tema classico del vino, dell’amore e dei campi.
I Terrantica si esibiscono spesso in locali e centri sociali tanto a Roma quanto nel resto d’Italia. Partecipando volentieri a manifestazioni sociali e culturali, a festival e a fest

e o a sagre pae­sane, a volte accompagnati da un gruppo di ballerini.

Da ricordare:

Brasile (marzo 2001), Chicago (agosto 2000), Festival di Saracena (CS - luglio 2000), Estate Romana (1998-1999- 2000), Festival Intemazionale della Zampogna Scapoli (15 luglio 1999), Roma Saltantes (maggio 1999), Torrepaduli (Le - agosto 1998-1999), Roma festa della musica (1998- 1999), Roma carnevale (1998), Legambiente (2000-2001), Telethon (1999-2000), Etno Festival (Porto Ercole - giu­gno 2002), Festa dell’Uva (Marino - ottobre 2003)

Per il gruppo Terrantica:

Mauro 3384423288 - e.mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

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