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Music (43)


Free Lance International Press

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Gabriele Sbattella o semplicemente Gabry conosciuto come “ l’uomo gatto” classe 1971, è stato campione per ben 79 puntate di fila della trasmissione Sarabanda condotta da Papi. Gabry fece la storia del programma , poi negli anni ebbe una serie di esperienze artistiche. In tempi più recenti  Gabry L’uomo Gatto e il noto cantautore pontino Tony Riggi hanno stretto un rapporto di amicizia correlata  con la musica. Il loro incontro avvenne negli studi Vox di Roma dove tutti e due dovevano effettuare il provino per “Tu si que vales”. L’ interpretazione dell’artista marchigiano  piacque molto a Tony Riggi che subito gli fece la proposta di collaborare musicalmente con lui.  Recentemente si sono ritrovati a Latina per completare quello che avevano iniziato, ossia il remake di un brano musicale che  Gabry  aveva già lanciato. Si intitola “stare insieme  a te” e    presto sarà trasformato in Kizomba nella nuova versione prodotta Tony Riggi che è l’editore del brano.  In seguito la nuova versione della canzone, uscirà anche come  video clip su tutti gli store digitali, in formato MP3. Gabry lo abbiamo incontrato con la compagna  Elena insieme a Tony Riggi al Lido del Sandalo del litorale di Latina ed è sorta una piacevole conversazione.

Buongiorno Gabriele è un piacere incontrarti e conoscerti personalmente.

Sono lieto di stare  qui e apprezzare la costa di mare pontina.  Conoscevo il litorale  Tirrenico  perché avevo lavorato in Toscana, però lungo  la costa laziale c’ero stato solo di passaggio . Conoscere il l Lido di  Latina è stata una piacevole scoperta,  con il suo profumo di mare molto intenso. Io abito nelle Marche in una bella località quale Porto San Giorgio e fin dalla giovane età mi sentivo attratto dalla  passione per la musica che ascoltavo tutto il giorno con i  dischi 45 giri. Dopo qualche anno  trovai impiego per quattro stagioni come  animatore turistico nei villaggi e così misi a frutto la mia conoscenza  per le lingue straniere. Ad un certo punto arrivò la grande opportunità della  televisione e sappiamo tutti com’è andata a finire.

Sei stato tra i personaggi entrati nella storia della fortunata trasmissione “Sarabanda” condotta da Enrico Papi  la quale ti ha fatto conoscere al grande pubblico

Diciamo che ci andai per caso giusto per fare un’esperienza in televisione e divertirmi, ma non pensavo di avere le doti per diventare campione.  La cosa incredibile è che mi chiamarono  dall’oggi al domani,  così mi ritrovai catapultato in fretta  in quella trasmissione, diventai  campione e tutto quello che poi  è arrivato, non me lo sono andato a cercare.  In seguito per caso mi è capitata l’opportunità  di fare anche l’attore, ci ho provato un paio di volte e ho capito che potevo fare anche  quell’esperienza . Un amico mi disse, ti vorrei  far recitare in un film drammatico, anche se a prima vista sembrerei poco adatto  dal momento che il mio viso è simpatico, portato a far ridere. Posso dire invece che me la sono cavata abbastanza bene, in quanto mi son saputo calare in un personaggio che presentava un ruolo molto intenso. il film uscirà a dicembre nei circuiti delle reti  Mediaset  e  non vedo l’ora che questo film esca, perché ho voglia di vedermi  nei panni di attore. Devi dire che io sono molto critico nei confronti di me stesso.

Tony raccontaci di questa tua recente e nuova collaborazione con Gabry

Io credo che la nostra intesa possa funzionare e in seguito ci saranno  altre sorprese con nostre produzioni inedite. In questo momento ci troviamo  al Lido del Sandalo sul litorale della spiaggia di Latina e abbiamo  già cantato insieme il ritornello della canzone. E’ nostra intenzione prossimamente, dedicare un formato vinile a questo brano. Tempo fa sembrava un oggetto finito nel dimenticatoio dei ricordi,  invece il vinile sta tornando prepotentemente di moda e  e tantissimi artisti stanno ripubblicando i loro migliori LP in questo formato.

Gabry cosa ne pensi del  formato di musica del vinile?

Credo che stia rivuvendo una nuova giovinezza. Io che ho ormai superato i cinquanta, ho potuto osservare tutta l’evoluzione della musica, dal vinile, al nastro, al compact disk, al digitale. Eravamo analogici e siamo diventati digitali, però il fruscio che fa la puntina sul vinile è qualcosa di romantico che lascia l’ascoltatore incantato. Qualche giorno fa stavo ascoltando   un vinile di Battisti, l’ho messo sul giradischi e sembrava che Lucio si trovasse davanti a me in sala d’incisione a cantare il brano. Gli amanti della musica sono concordi che l’ascoltare un disco  con il vinile, lascia una  grandissima sensazione.

Per concludere, com’è nata Gabry questa simpatica denominazione, di  uomo Gatto?

Mi trovavo a Ravenna nel 2002 in un villaggio e dovevamo montare uno studio musicale per rappresentare  un ruolo non ballato dal momento che io non so ballare. Mi era piaciuto talmente tanto questo personaggio, che alla fine dissi, lo porto a Sarabanda e in trasmissione  piacque molto. Non potevamo portare il nome di questo personaggio con il nome originale  perché l’inglese non è una lingua conosciuta da tutti qui in Italia, così abbiamo creato questo fantomatico personaggio  dell’uomo gatto (in inglese cat) che è  un tipo bizzarro con le sue camice colorate, le cravatte particolari e la sciarpa del Bayer Monaco.

Grazie Gabry

 

 

Domenica sera 30 giugno presso il “Salotto Tevere” sulla banchina del lungotevere della città di  Roma, all’altezza del Ponte Cestio,  si è svolta una serata all’insegna della musica e del divertimento. Il concerto  denominato  “Premio Caruso 2024 ” ha visto come protagonisti la cantautrice venezuelana Gisela  Josefina Lopez e  il maestro Giovanni Caruso. Un suo allievo Samuel Fiorentino che recentemente ha superato l’esame di  Conservatorio,  ha accompagnato  anch’egli i brani musicali con la sua chitarra, mostrando un’ abilità non comune. Il pubblico è rimasto favorevolmente coinvolto dalle canzoni  e dalle musiche ben ritmate, che inducevano a ballare. La cantautrice  Gisela  Josefina Lopez  ha interpretato i seguenti brani musicali italo latino americani inediti, inseriti nell’ultimo album discografico, incisi con il maestro Giovanni Caruso che ha arrangiato le musiche: Nota de Amor,  Un llanto, Que es la vida, Desmontame, Tu primer beso, Ningún problema, Estación. La coppia artistica si è esibita inoltre nell’interpretazione  di celebri e già conosciute canzoni: Quizás, quizás, Como la flor, Embrujo, Ay mi piel, Moliendo café, Barlovento, Algo contigo, Baila morena. Nella serata c’è stata l’opportunità di ballare sul palco  una celebre canzone del grande Billo's: Pensándolo bien tu cumpleaños es todo el año. Infine è stato cantato un nuovo brano, scritto insieme alla giornalista Annalisa Venditti "Nelva" (con arrangiamento musicale del Maestro Giovanni Caruso) che prossimamente uscirà in videoclip.

All’evento artistico ha partecipato anche la giovanissima Elisa Fiorentino che per l’occasione, ha indossato, un vestito tipico folcloristico del  Venezuela. Gisela  ha inteso  evidenziare  che quello attuale è effettivamente  il periodo più brutto della recente storia che sta attraversando il suo Paese di origine: tra violenze e soprusi. Nell’arco della serata  c’è stato spazio per  ascoltare anche della gradevole  musica classica  interpretata   alla chitarra dal maestro Giovanni Caruso in coppia con Samuel Fiorentino. Complimenti al Patron del Concorso, Gennaro Ruggiero e  alla Presentatrice dell’evento, la bellissima Angelica Loredana Anton.

 

 

Dopo i grossi numeri  collezionati nel finale dell’anno  2023, Tiziana Raciti torna con un nuovo brano  innovativo e intrigante  dal titolo “Pick me up” (Prendimi). Questa canzone caratterizzata dal forte impatto musicale, ancora una volta scritta dall’autore palermitano Fabrizio Clementi è già destinata alla parte alta delle classifiche.

L’ennesima hit dal ritmo travolgente si appresta a a diventare il tormentone della stagione. E’ un sound dai toni dance in grado di mantenere o indurre una variazione dello stato emotivo, ma anche fisico dell’ascoltatore. La conseguenza è quella che l’effetto benefico  del pezzo musicale si  propaga in ogni particella del tessuto umano.

La musica ci rivela che nulla è impossibile e anche nei momenti di tristezza e di perdita di controllo, ci indica la  cosa più giusta e importante da fare. 

L’ autore Fabrizio Clementi si è superato ancora una volta, nel puntare su nuove sonorità, ed ha pensato di far interpretare il brano alla bravissima cantante Tiziana Raciti. La pluripremiata cantante siciliana di Priolo Gargallo, a causa della  sua grinta e vocalità è ormai definita e conosciuta come  “la Tina Turner della Sicilia”. La data ufficiale di uscita di “Pick me up” è fissata per Venerdì 22 Marzo su tutte le piattaforme musicali ed i Digital stores.

Il video del brano si potrà inoltre visualizzare su YouTube nel canale di Tiziana. Ma per chi non vuole perdersi neanche un giorno, potrà ascoltare il brano in anticipo il 21 Marzo in onda su All Music Digital  Radio, tra le ore 10,45 e le 11,20. 

Il brano “Pick me up” sarà presente nel  format  MYCHANCE ON AIR sul canale  50 radio, nell’ambito dell’edizione discografica di “Artisti online”.

 

Tiziana Raciti

Tiziana Raciti è una  cantante professionista  di Priolo Gargallo della provincia di Siracusa. Canta  dall’età di sei anni, e i suoi genitori,  dopo aver notato la sua  predisposizione artistica, acconsentirono  che partecipasse alle manifestazioni  nelle varie località della sua  provincia. A 12 anni Tiziana si presentò  al festival degli sconosciuti patrocinato  da Teddy Reno e Rita Pavone, i quali dopo  aver  visto  le qualità della giovane cantante,  le consigliarono di rimanere a Roma.

Nella capitale Tiziana avrebbe avuto sicuramente maggiori  opportunità per crescere sia professionalmente che vocalmente, ma i suoi genitori  vista la sua giovane età  rimasero  irremovibili e non acconsentirono. A 18 anni  Tiziana sostenne un provino alla Rai per il programma  “Non è la Rai”, riscuotendo consensi dallo staff e da  parte di Boncompagni, ma anche in questo caso i suoi genitori non se la sentirono di lasciarla da sola a Roma.

 

 Una volta ritornata in Sicilia, Tiziana proseguì negli studi  e poi partecipò a Messina  alle selezioni regionali, “una voce per Sanremo”, che si svolgevano in quattro serate.  Sul podio salirono cinque, sei ragazze su 200 partecipanti, Tiziana  riuscì nell’impresa, così  a vent’anni  conquistò  l’Ariston  e partecipò a “una Voce per Sanremo”. Ritornata a casa, Tiziana proseguì con impegno la sua carriera artistica, si guadagnò una meritata notorietà  e ricevette tante proposte per ospitate in tv.

Un autore  dopo averla sentita, le propose di cantare un suo inedito, “la favola di Arianna”  che la fece definitivamente conoscere al grande pubblico e si rivelò una bellissima esperienza.

Grazie ai suoi  brani  pubblicati sul web e in particolare su  digital store, ricevette grande visibilità a livello nazionale ed internazionale. Abbiamo incontrato Tiziana per conoscerla più da vicino ed è sorta una piacevole conversazione.

 

Tiziana nell’arco della tua carriera hai avuto delle meritate gratificazioni, ce le puoi parlare?

 

Ho avuto tantissimi consensi  tra i quali posso ricordare il premio “Cartagine” e il  “Premio eccellenza artisti”. Un’altra grande soddisfazione è stata quando ho ricevuto  il Premio Colosseo d’Oro.  Nell’ambito di quell’evento  ho avuto l’opportunità  di incontrare e conoscere Gisela Lopez Montilla che oltre ad essere una bravissima cantautrice è un’artista completa a 360 gradi.  Ci siamo trovate subito in sintonia ed è nata una bellissima collaborazione  dal momento  che mi ha fatto interpretare il suo capolavoro.  Si tratta  del brano musicale “Run, run, run “ che ho inciso e si trova  su tutte le piattaforme. Questo pezzo musicale  è stato poi proposto a Sanremo Senior e il destino  ci ha consentito di superare le selezioni. Siamo  riusciti ad arrivare in finale, tra i primi venticinque finalisti, scavalcando più di 900 concorrenti.

 

Purtroppo è successo qualcosa di imprevedibile come il decesso di tua madre  e non sei riuscita a presentarti a  Sanremo vero?

 

Il caso ha voluto che mia madre nei giorni precedenti la partenza  per Sanremo  si è aggravata e questa circostanza  oltre al fatto che è venuta  anche a mancare, mi ha impedito di poter partire. Giustamente  ho informato i componenti della Direzione del  Sanremo Senior  che  sono stati comprensivi e mi hanno garantito che dal momento  che è una  giusta causa, mi hanno conservato la finale per l’anno prossimo. La perdita di mia mamma ha lasciato in me un vuoto incolmabile, però io avverto   in un certo senso  la sua presenza,  con una forza dietro, che non  mi permette di lasciarmi andare. I miei genitori mi hanno cresciuta con la musica ed è grazie a loro che ho acquisito la forza per  andare avanti.

Adesso c’è un nuovo singolo alle porte da mettere sotto l’albero di Natale per questo fine 2023 e che allieterà i tuoi fans. Ce ne puoi parlare?

 

Il nuovo pezzo musicale è Melody  nasce dalla collaborazione tra  l’autore di testi  palermitano Fabrizio Clemente e Loris Federici (musicista e compositore) che ha curato l’arrangiamento musicale del brano. Fabrizio sono anni  che mi segue  e mi apprezza.   Precedentemente mi aveva  inviato tanti brani,  in modo che io li esaminassi,  il destino ha voluto che quando ho sentito  questo suo ennesimo pezzo musicale, ho captato subito che era quello giusto da poter proporre.  Melody tratta un tema introspettivo che riguarda l’amore verso la melodia, le note e la musica in genere. Sono sicura che piacerà  e lo dedico  a  tutti i miei fans e a  tutte le persone che hanno creduta in me.

Grazie Tiziana Raciti

 

 

 

 

 

 

 

 

Al secondo posto è arrivato Lorenzo Pellegrini e al terzo Jacopo Sordilli.

 

Il Festival realizzato con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Ariccia, già nota per il suo importante e storico Festival, è stato organizzato per Arcadia da Tony Riggi.

La regia dell’evento è stata opera di Donatella Cotesta.

Perfetto il mood del Festival, dalle selezioni alla finale. Il cantautore Tony Riggi bravissimo anche nelle vesti di organizzatore, ha dichiarato; “Posso dire che abbiamo fatto centro e dopo 30 anni è stato riproposto nuovamente l’avventura del festival e della tradizione musicale di Ariccia.

La soddisfazione di questa sera ci dà la spinta giusta e da domani si inizia a lavorare nuovamente per la prossima edizione.”

Molto importanti sono state le master class nei due giorni che hanno preceduto la finale svoltasi a Parco Chigi ad Ariccia. Il sindaco Gianluca Staccoli ha dimostrato grande soddisfazione, così come il consigliere comunale delegato a Sport-Turismo e Spettacolo Danilo Costantini. 

    Tony Riggi

Nella serata sono state grandi le esibizioni dei partecipanti, così come quelle dei molti ospiti, tra cui Simone Patrizi. 44444Quest’ultimo ha ricordato nella sua performance, la partecipazione al Festival di Sanremo 2002, dedicando la sua esibizione a Franco Migliacci.

Ad aprire la serata, sono stati Roberto del Monte e i Big Soul Mama, oltre a Tony Riggi con la sua band i “The Knights Templar”.

Sul palco è salito anche l’Ing. Pasquale Marasco, presidente dell’A.N.I.L.D.D.  (Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa) che ha consegnato al Sindaco e alle altre personalità, attestati speciali da parte dell’associazione.

Chiara Orlando (14 anni) la vincitrice del Festival, ha interpretato magistralmente “Gabbia” al pianoforte, una canzone composta e scritta interamente da lei.  

 

Napoli nel 600, 700 e 800 è stata una capitale dal passato storico europeo importante, dove vi transitavano artisti di ogni genere: musicisti,  parolieri e grandi interpreti.

Questa è stata la ragione principale  che poi nell’indotto si è potuto fare della grande musica. Con il passare del tempo i più importanti pezzi musicali sono stati riproposti nell’ambito di un repertorio più moderno e strutturato.

I grandi artisti di allora aprirono  due strade:  l’interpretazione lirica e la canzone cosiddetta  più confidenziale, più da salotto. In ogni caso la musica popolare napoletana proviene da tempi ancora più antichi: si può fare cenno al  canto delle lavandaie del Vomero,  una allegoria del 1200 che era un canto di protesta contro la dominazione aragonese, in cui il fazzoletto assume il significato di terra.

Negli anni a cavallo  tra l’800 e il 900,  l’incisione fonografica era ancora inesistente per cui  si stampavano gli spartiti esclusivamente attraverso le cosiddette “copielle”.

Queste canzoni che si rivolgevamo ad un pubblico borghese,  vendevano centinaia di migliaia di  copie ed altri musicisti  avevano la possibilità di riproporle a casa attraverso un pianoforte.

Ad esempio la celebre “funicoli funicolà” pare che abbia venduto centinaia di migliaia di copie non di dischi ma di spartiti, per cui si può immaginare  l’enorme successo nazionale ed internazionale di questo celebre brano. 

Con l’uscita sul mercato in Italia del primo fonografo, venne inciso il primo disco nel 1895 – 15 anni dopo l’uscita di Funiculì funiculà – con una canzone di Bernardo Cantalamessa dal titolo ‘A risa”(la risata).

Per conoscere più profondamente il percorso di un interprete della meravigliosa musica napoletana, abbiamo incontrato Mimmo Di Francesco, un artista che da  anni, (da solista e in gruppo), interpreta le celebri melodie partenopee accompagnandosi con la chitarra.

 

Mimmo parlaci di te e della tua passione per la musica partenopea

La passione musicale mi venne verso i 16, 17 anni  quando abitavo a Napoli. In seguito iniziai a suonare la chitarra e come spesso succede, si  finisce per imbattersi in qualche canzone napoletana,  perché è il patrimonio culturale della città. Iniziai a suonarle e provai una grande passione anche a cantarle.

Dopo qualche tempo volli provare un’altra esperienza e iniziai a collaborare per una compagnia teatrale, dove si faceva teatro classico dialettale, con le relative musiche delle canzoni che sottolineavano alcuni momenti della trama  della commedia.

Cosa c’è di magico nella  città di Napoli che riesce a creare tanti artisti?

E’ un qualcosa che risiede nel DNA di tutti i napoletani. Un noto verso di una canzone napoletana  “O surdate”  cita: “Io sono napulitano e si non canto,  moro”.  E questa frase  la dice tutta.  Napoli è una città molto musicale perché è legata alla leggenda della “sirena partenope”  che fondò  la città e le sirene è risaputo che cantano. Il mito racconta la Sirena Partenope che con il suo bellissimo canto cercava di sedurre il giovane Cimone, ma questi rifiutò. Partenope allora per il dolore, si gettò dalla roccia più alta. Le onde portarono il suo corpo fino al golfo di Napoli, precisamente sull’isolotto di Megaride.

Mimmo  qual è la denominazione del gruppo nel quale ti esibisci?

Gruppi musicali in realtà ne ho diversi e sono almeno dieci anni che giriamo soprattutto il Lazio per fare concerti. Il gruppo più noto è il “Cuore napoletano”, poi ho un progetto aperto che si chiama “Partenope In-Canto”.  In questo ambito, mi avvalgo della collaborazione di altri musicisti, quindi può essere un duo, un trio, un quartetto, o  un sestetto. C’è infine  il gruppo dei “latinapoli” della nostra città, con i quali recentemente ci siamo esibiti il 31 luglio a Cori (per la festa del Corace).

Noi proponiamo la canzone classica napoletana  con degli arrangiamenti diversi che tendiamo a vestirla in maniera più moderna. Questo genere  ci permette di fare delle elaborazioni  e degli arrangiamenti personalizzati.

Quali sono i pezzi musicali che normalmente suoni con il gruppo  durante le serate?

A noi piace proporre  brani più celebri tra i quali: Reginella, Malafemmina, O Surdato ‘nnamurato, Tammurriata nera. Nel nostro repertorio inoltre, cerchiamo di aggiungere anche pezzi musicali  meno noti   per fare un’opera di divulgazione, perché questo è uno dei nostri scopi.

Che strumenti utilizzate nel gruppo?

Oltre a chitarre di vario tipo, utilizziamo anche strumenti a percussione come classici tamburi a cornice  della tradizione, abbiamo anche la fisarmonica e il clarinetto. Sono tutti strumenti tradizionali e  non vi sono strumenti elettronici. E’ proprio una nostra precisa scelta di identità.

Progetti futuri?

Abbiamo già qualche data per dei prossimi concerti, ma non abbiamo l’ufficialità. C’è soprattutto  l’intenzione di fare un disco insieme, ma dobbiamo reperire  le risorse per realizzare questo progetto. Sarò un disco dove proponiamo il classico napoletano rivisitato.

Nella città  di Latina dove viviamo, vedo che quando vi esibite, siete accolti da tanto entusiasmo.

A Latina siamo avvolti dall’affetto di tanta gente che ci segue nei nostri spettacoli. C’è ancora tanta gente però che confonde  il genere musicale che proponiamo, con il neomelodico.

 Di certo la canzone napoletana rappresenta la musica italiana nel mondo e infatti tanti  stranieri  ne sono attratti. La mia speranza è che questo genere musicale  possa essere apprezzato sempre più anche dalle giovani generazioni,  per conoscere la nostra vera tradizione e identità.

Mimmo Di Francesco nel tuo percorso musicale, ti senti di essere grato a qualcuno?

In particolare vorrei  ringraziare il maestro Enzo Alvino, il regista che mi ha introdotto  nel mondo musicale napoletano e poi tutti i grandi interpreti della canzone napoletana che mi hanno ispirato.  Invito ad andare ad ascoltare tra i tanti, i dischi di Roberto Murolo, di Renato Carusone, di Angela Luce e di Sergio Bruni.

Nelle  vecchie incisioni storiche degli anni 50 agli anni 70, c’è tutto quello che si deve sapere sulla musica napoletana, che è sempre stata fonte di gioia, di bellezza e di soddisfazione.

Per concludere, cosa ci puoi dire del tuo modo di interpretare un genere musicale così importante?

Io cerco di metterci la mia personalità, però prima di affrontare qualsiasi brano napoletano, vado a vedere se lo ha inciso Roberto Murolo che a mio parere è stato  il più grande interprete della canzone napoletana.  Roberto Murolo  è l’essenzialità  sotto forma di chitarra e voce ed è veramente enciclopedico perché credo che le canzoni più belle  le abbia incise tutte o quasi.  Renato Carusone può essere considerato  un grande innovatore  e negli anni 50 e dopo essersi recato in America,  ebbe la grande intuizione di mettere insieme il jazz americano con la tradizione napoletana, fondendo il tutto con la  sua grande ironia. L’ultima grande artista napoletano a mio parere è stato Pino Daniele,  un artista apprezzato in tutto il mondo, per essere riuscito a riunire la tradizione partenopea,  con il jazz il blues e la musica pop.

Grazie Mimmo Di Francesco e buona fortuna

 

 

 

 

Quasi da sempre, viviamo immersi in un mondo dualistico, un mondo e un’umanita’ dove tutto è bianco o nero, il bene o il male e via discorrendo.

Nella sua intima essenza, la realtà non è così: i colori, i sapori e gli odori, così come i sentimenti e le sensazioni sono il frutto di combinazioni infinite e, alle volte basta fermarsi un attimo, entrare profondamente in noi stessi per percepire questa intima essenza propria di tutte le cose e di tutti i fenomeni.

Il mondo della musica “leggera” non sfugge alla visione dualistica, anzi propone una estremizzazione della stessa e così è stato negli anni sessanta con l’emersione pressoché contemporanea di due fenomeni epocali quali sono stati i Beatles e i Rolling Stones due gruppi che hanno segnato un brusco e affascinante salto in avanti della musica contemporanea con effetti dei quali i componenti delle due band non erano allora assolutamente consapevoli.

Che avesse allora una cifra dolce e melodica, come era nel caso dei Beatles, o dura e rocchettara, come era propria dei Rolling Stones fu subito chiaro che nulla sarebbe più stato come prima.

Con il trascorrere dei decenni, ne sono in effetti trascorsi sessanta, alcuni di loro sono morti, altri si sono un po’ persi, ma le rispettive icone, Paul dei Beatles e Mike dei Rolling Stones, entrambi insigniti del titolo di baronetti ed entrambi ricchissimi sono perfettamente consapevoli di avere segnato un epoca e di avere, nel bene e nel male contribuito e in non piccola parte a renderci quel che siamo.

Tantissimi auguri, Mike!

Voglia di ricominciare con musica e nostalgia - io c’ero 

L’evento è stato  organizzato da Ernyaldisco

 

 Dietro a mascherine, occhi che brillano, sguardi attenti, curiosi, a volte smaniosi. Gente che si muove, si sofferma, chiede, s’informa e cede alla tentazione di acquistare l’oggetto desiderato e finalmente trovato.

Uomini e donne di ogni età alla ricerca di nostalgiche rarità o di musiche da ascoltare con il graffiante suono che solo un giradischi può dare.

Ero lì, fra di loro e finalmente dopo tanto, ho sentito odore di vita, di risveglio, di voglia di ricominciare dopo il buio che ci ha avvolto negli ultimi due anni pandemici.

Green pass all’entrata, mascherine all’interno. Nessun biglietto d’ingresso.

Entrata gratuita. Mamme e carrozzine, uomini giovani e meno giovani, persone con il cane al guinzaglio.

Mille colori, stili, fra capelloni e glabri, tatuati e con giacca, persone con mani strette a  buste trasparenti contenenti tesori cercati e trovati. Sacchetti di “note” da gustarsi a casa.

Si è svolta così dopo sei anni che mancava da Firenze il 19 e il 20 febbraio al Palazzetto dello Sport a Scandicci (FI) la Fiera del disco. Espositori competenti provenienti da tutta Italia selezionati con attenzione e professionalità da Ernyaldisko.

Collezionismo di grande interesse fra dischi lp, 45 giri, gadget, t-shirt. 50 espositori di tutto quanto fa musica, nostalgia, vintage e collezionismo del settore.

300 metri lineari di esposizione dove tutti i generi musicali erano a disposizione di collezionisti e amanti del genere.

Punk, musica classica, cantautorato italiano e straniero, jazz, rock, pop, vinili di grandi band, musica per tutti i gusti e per tutte le tasche. Una fiera ben riuscita mentre il sole fuori, ha accompagnato con luce e calore l’intera giornata.

Ho vagato fra uno stand e l’altro chiedendo se potevo fotografare i vari settori, (ovviamente mi sono presentata con tesserina alla mano) ed è stato veramente piacevole la collaborazione degli espositori che in qualche caso si è fatto fotografare.

 

Per chi volesse ancora visitarla, sarà aperta a Bologna il 5 e 6 Marzo al Palasavena di san Lazzaro, il 12 e 13 marzo a Pescara presso Porto Turistico e infine a Bari il 19 e 20 Marzo al Palamartino.

Sempre ingresso gratuito, green pass e mascherina all’interno dei locali.

 

Un consiglio personale? Chi può ci vada!

 

 

 

Il mio primo contatto, una specie di innamoramento, con Franco Battiato è stato con  Fetus,  il suo primo disco di musica elettronica che ha fatto da colonna sonora a notti insonni, passate a dipingere acquerelli astratti quanto le sue “melodie”.

Quando è passato a scrivere  canzonette  l'ho vissuto come una specie di tradimento. Tra i miei amici si diceva che si fosse “venduto al mercato”, che fosse “passato dall'altra parte”; frasi rigorosamente in bianco e nero, prive delle sfumature della vita, in un'epoca di schieramenti a priori.

Solo più tardi ho capito cosa stava facendo, forse; stava scrivendo i mantra del XX secolo; il praticante canta i mantra ignorando le parole di sanscrito di cui sono composti, la Parola di Dio è solo suoni; sono proprio quei suoni che risuonano in certi punti del corpo, stimolano certi centri e favoriscono certe risposte. Il praticante non lo sa, canta e basta. Le  canzonette  del suo  periodo pop , con le loro allusioni ei loro deliziosi nonsense svolgono la funzione di moderni mantra; l'inconsapevole fan le canta ei chakra cantano e risuonano con lui, danno delle piste, aprono possibilità.

Potrebbe essere una delle tante spiegazioni di un essere umano inspiegabile, come tutti i misteriosi personaggi che hanno illuminato il XX secolo e che sono sfuggiti alle definizioni banali, all'essere da una parte o dall'altra, soprattutto dalla parte dei potenti.

Non diremo che Franco Battiato ha letto Gandhi, Silo o Martin Luther King, non lo tireremo dalla nostra  parte  come si suol fare con i morti che, di norma, non hanno più la possibilità di smentirti. Lo lasceremo  in pace .

Semplicemente salutiamo l'essere umano, lo studioso di Gurdjieff, dei mistici e del Libro Tibetano dei Morti, il musicista poliedrico e mai soddisfatto, lo studiooso e praticante sempre alla ricerca del prossimo passo dell'ascesa. Nel Suo ultimo lavoro Fondamentale  Attraversando il Bardo, Sguardi sull'aldilà, libro documentario  e Capisce Che il percorso verso il  DOPO  fosse Già tracciato e conosciuto.

Forse gli accadimenti degli ultimi anni, gli incidenti, le dicerie sulla malattia erano l'ultima dissimulazione per partire con la dovuta calma e consapevolezza. Senza inutili distrazioni.

Dunque, buon cammino e arrivederci, Franco. Felici di aver condiviso insieme qualche istante del misterioso viaggio come Esseri Umani.

 

 

per gentile concessione dell'agenzia di stampa PRESSENZA

Lo scorso 20 ottobre a Roma, al Palazzo dei Congressi dell'Eur, si e' svolta la manifestazione Roma Music Expo' 2019. Scuole di musica, studi di registrazione, rivenditori del settore, musicisti e tecnici hanno avuto modo di presentare il loro repertorio migliore.
Il Palazzo è stato trasformato in una grande piazza interattiva nella quale gli operatori del mondo della musica hanno avuto modo di intessere rapporti e stabilire intese per il futuro delle proprie aziende, mentre  i visitatori interfacciarsi con le stesse aziende. Durante la giornata si sono susseguite performance del settoredi ogni tipo. E' la piu' grande manifestazione italiana del centro-sud: 3000mq di estensione, music live, demo e dibatitti dedicati a musicisti e appassionati.
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