L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Food & Wine (267)

 
 
 
 
Urano Cupisti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

    La Route

Il mese di Marzo 2025 ha registrato il mio settimo tour nella Borgogna Classica, la Côte d’Or. Quella parte della Regione Borgogna-Franca Contea che ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi più che una Terra Eccezionale una “Terra di Eccezioni”, così definita da Camillo Favero e dal compianto Giampaolo Gravina nell’introdurre “Vini e Terre di Borgogna”.

L’ho percorsa da Nord (villaggio di Marsannay) a sud (villaggio di Santenay). Da est (fiume Saône ad ovest (Hautes-Côtes de Nuits e Hautes-Côtes de Beaune). Calpestando i Climat più o meno famosi cercando di provare a mantenere vivo il il gusto per il dettaglio, a dare risalto alle regole rigide, a sottolineare l’eccezione sempre in agguato. Comprendere ed interpretare. Non facile in quel marasma di regole, pur sempre condivise, difficile da trasmettere ai neofiti.

La nozione di Climat, “identità specifica e originale di una determinata parcella di vigne conosciuta da secoli con lo stesso nome”.

   Vigneto Romanée-Conti

Oggi risultano ancora schedati 1.247 diversi climat della Côte d’Or a comporre il mosaico di circa 60 chilometri da nord a sud.

Tralascio la Storia che si perde nella notte dei tempi, le origini che fanno riferimento ai Galli, ai Romani, il Vino delle Abbazie, Il Vino dei Duchi, L’incidenza della Rivoluzione, Il Vino dell’Ottocento, mentre ricordo l’espansione delle colture odierne biologiche e biodinamiche.

 

E per ultimi loro, i vitigni. Il Principe Pinot Noir, l’affascinante Chardonnay, i vinosi Gamay e Aligotè. Ricordare che nella quasi totalità dei casi sia il Pinot Noir che lo Chardonnay fermentano ed affinano en fûts, meglio conosciute come barriques (228 lt.). Da qui il detto “vinificazione borgognotta”.

Ed ecco il mio Tour in pillole:

- Da Marsannay a Gevrey-Chambertin, passando dai vigneti di Fixin;

- Da Morey-Saint-Denis a Chambolle-Musigny;

- Da Vougeot a Vosne-Romanée passando dai vigneti posti ad Est di Gilly-Les Cîteaux e ad ovest di Flagey-Echezeaux fino a calpestare le mitiche  vigne della Romanée-Conti e La Tâche;

- Nuits-Saint-Georges e dintorni (Premeaux e Prissey);

- Tra Corton e Beaune. Da perdersi in un dedalo di Climat. Aver calpestato le vigne della Collina di Corton: Ladoix-Serrigny,

    un Clos

Aloxe-Corton, Pernand-Vergelesses;

- Pommard, Volnay e dintorni;

- Mersault, con il suo mix di rossi e bianchi;

- Tra Saint-Aubin e Puligny-Montrachet, l’olimpo dello chardonnay;

- Per poi raggiungere Santenay soffermandomi a toccare le zolle di Chassagne-Montrachet.

Ancora una volta un viaggio tra piccoli produttori e domaines di culto, leggende viventi. Capire il complesso sistema delle appellation e dei climats  plasmati e forgiati da secoli di storia. Chapeau!!!

 

 

Caveau

 La motivazione: ricerca particolare nella Linguadoca del Muscat de Frontignan Aoc.

L’Appellation si trova nel sud-est della fascia costiera mediterranea una volta Regione Languedoc-Roussillon, oggi Regione Occitanie. A est si trova la AOC Muscat de Mireval e a nord-est la AOC Muscat de Lunel (entrambe con vini simili).

Il vino dolce è stato il primo dei quattro Vin doux naturel a essere classificato come AOC nel 1936. Appartiene alla seconda categoria di qualità "Grands Vins du Languedoc". I vigneti si estendono per circa 800 ettari su terreni argillosi, ricchi di ossido di ferro e quindi di colore rosso, intervallati da calcare. Si estendono nei comuni di Frontignan e Vic-la-Gardiole, nel dipartimento dell'Hérault.

È una delle zone vitivinicole più antiche della Francia. Già Plinio il Giovane (61-113) sottolineava nelle sue lettere l’esistenza del "vino delle api". È stato il famoso medico Arnaldus de Villanova (1240-1311), considerato l'inventore del vin doux naturel, ad esclamare che si sentiva più giovane di molti anni dopo averlo bevuto ogni giorno il Muscat de Frontignan, decretandone il successo.

Altri famosi personaggi che, con le loro affermazioni, lo hanno reso famoso?

-  Il filosofo inglese John Locke (1632-1704);

- Il filosofo Voltaire (1694-1778);

Muscat 2023

- il Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson (1743-1826);

- la Marchesa di Lur-Saluces proprietaria dello Château d'Yquem, nel 1700.

 

Il produttore scelto dal sottoscritto per una visita approfondita è stato CHÂTEAU DE LA PEYRADE.

I vigneti si trovano su un leggero promontorio tra il mare e l'Etang de Thau nelle vicinanze della cittadina Sète.

Nelle mattine estive, risultano immersi in un'umidità permanente ottima per la maturazione delle sue uve. Le viti affondano le loro radici nel calcare di Frontignan, arrivando anche ad una profondità di circa venti metri.

La tenuta dello CHÂTEAU DE LA PEYRADE ha un’estensione di 24 ettari coltivati ​​a uve Muscat petits grains, Pinot Nero, Syrah, Vermentino (Rolle) e Grenache Gris, che danno vita a una gamma molto variegata di vini dolci e secchi, bianchi, rosati e rossi.

Muscat traditional

I miei assaggi:

- MUSCAT DE FRONTIGNAN TRADITION. 15 % vol, 115 gr residuo zuccherino, fermentazione bloccata con aggiunta di 10% di alcool. Percorso in inox. Il mio giudizio: Ottimo, voto 89/100;

- MUSCAT DE FRONTIGNAN PRESTIGE 2023. Millesimato, 15 % vol, 115 gr residuo zuccherino, fermentazione bloccata con aggiunta di 10% di alcool. Percorso in inox. Il mio giudizio: Eccellente, voto 90/100;

- MUSCAT SEC COTE LILAS, VIN DE PAYS DES COLLINES DE LA MOURE, 13 % vol, vino secco senza residuo zuccherino. Assemblaggio di Moscato petits grains e Vermentino (Rolle). Fermentazione completa in inox. Il mio giudizio: Ottimo, voto 88/100;

- ENTRE DEUX IGP PAYS D’OC. 12.5 % vol, 40 gr di residuo zuccherino. Parcelle di vigneti  che vengono vendemmiate in agosto due settimane prima di quelle destinate al Tradition. Fermentazione molto lunga, minimo da 15 a 20 giorni. Segue l'arresto con solfiti. Il mio giudizio: Ottimo, voto 88/100;

- VENDAGE D’AUTOMNE, Vino dolce naturale (vdn). Uva moscato bianco grani piccoli. Mosto d'uva parzialmente fermentato da uve appassite. 14,5% vol, 80 gr di zuccheri residui. Vigneti con suolo calcareo lacustre di Frontignan. esposizione a sud. Fermentazione naturale molto lunga, arresto naturale della fermentazione. Il mio giudizio: Eccellente, 91/100.

 

Assaggi effettuati il 11 febbraio 2025

Vini assaggiati

CHÂTEAU DE LA PEYRADE

Rond Point Salvador Allende

Frontignan

Tel: +049 04 67 48 61 19

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www.chateaulapeyrade.com

  Sacrario italiano

Fiume della Francia settentrionale affluente della Vesle, che si getta a sua volta nell'Aisne, che si getta a sua volta nell Oise che confluisce nella Senna.

Sulle sue rive fu combattuta nel luglio del 1918 una violenta battaglia, alla quale partecipò, accanto alle armate francesi , il II Corpo d'armata italiano agli ordini del generale Albricci.  Per gli italiani il fronte francese significò, in poco più di sei mesi, 5.000 caduti e oltre 4.000 feriti. Oggi superate le poche case di Bligny si sale una collina sulla cui sommità troviamo il Cimitero Militare Italiano che impressiona per la sua grandezza. Al suo ingresso sventola la bandiera italiana, quella francese e quella d’Europa, all’interno un grande viale di cipressi e un piccolo tempio posto al centro di quattro sterminati campi di croci. Sul tempio la dedica: "AI CINQUEMILA SOLDATI ITALIANI MORTI IN TERRA DI FRANCIA".

  Pinot Meunier

Già nel 2016 scrissi: Situata a sud della città di Fismes, la valle dell’Ardre, con i suoi graziosi paesaggi collinari, è piena di vestigie dei tempi trascorsi. Le incantevoli chiese di Courville, Saint-Gilles, Poilly o di Crugny sono tra i monumenti della valle meritevoli di essere visitati ed ammirati per capire che siamo nella Champagne. In una Champagne diversa da quella patinata, meta di milioni di turisti”.

Siamo nella Champagne vera, quella dei contadini, abituati alle cadenze delle stagioni, quella delle cooperative dove ci si unisce per esprimere la propria individualità. Sembra un paradosso ma è proprio così.

Già  l’Ardre, un piccolo fiume che nasce dalla Montagna di Reims, corre verso nord-ovest per poi confluire nella Veisle, il fiume navigabile di Reims. Tutto un sistema idrico che crea quel micro-clima importantissimo ed essenziale per la maturazione delle vigne.  

In “quei serbatoi” d’uva che per alcuni secoli sono stati e continuano ad essere fonte di approvvigionamento per le Grandi Maison. Ricordiamoci che la Vallée de l’Ardre si trova sopra il 49° parallelo e mai come oggi c’è bisogno di frutti acidi per continuare la grande favola della produzione dello Champagne.

La Vallée de l’Ardre, Vallée de la Vesle e il distretto Tardenois, sono definiti nel loro insieme “Petite Montagne de Reims”, circa 2.500 ettari con terreni composti di argille, limo argilloso, sabbie silicee, marne calcaree.

Non troviamo solo vigne ma anche distese di cereali (grano, mais), patate, barbabietole. 

  l'Ardre

Ci troviamo tra il 49° e il 49,5° parallelo Nord. Il clima, di conseguenza è da considerarsi semi-oceanico: fresco, se non freddo, umido d’inverno, mite ma sempre umido d’estate. La maturazione complessa, lenta e talora tardiva rimane dunque un dono prezioso della natura, insostituibile nell’ottica della qualità.

Qui i tre vitigni, Pinot Noir, Chardonnay, Pinot Meunier, quest’ultimo in prevalenza, seguono la tradizione che li vogliono in assemblaggio per attenuare le asperità climatiche.

Tuttavia, da qualche anno si sta facendo spazio una moda che porta a vinificare un solo tipo d’uva e, nella Vallée de l’Ardre, il Pinot Meunier ne è il riferimento.

Sappiamo che un 

 Vallée

tempo la Champagne possedeva numerose varietà d’uva e la vinificazione prevalente era rivolta verso i vini rossi fermi, in concorrenza con la Borgogna. Pochi sanno che si contavano un’ottantina di vitigni che, a seguito della meccanizzazione, industrializzazione e fillossera, le varie cultivar sono state scartate perché meno propizie. Oggi alcune di esse ritrovano spazio, in particolare in questa valle: Arbanne, Petit Meslier, Fromentau, Blanc Vrai.

La Champagne, con i suoi inizi incerti, il suo passato bellico, la complessità dei suoi climi, la sua “aura globale”, invidiata da tutto il mondo vitivinicolo e i suoi fiumi, come l’Ardre, ambasciatori di vino.

 

 

  Lorraine

 C’era una volta la Regione Champagne, poi accorpata a le Ardenne, trasformata in Champagne-Ardenne. Nel 2016 la Grande riforma regionale francese. La Champagne, le Ardenne, l’Alsazia e la Lorena confluiscono in quella denominata GRAND EST con capoluogo regionale Strasburgo.

I territori vitati che fine hanno fatto?

- Il dipartimento della Champagne (così si chiama adesso) è rimasto nei confini precedenti sempre tutelato dalle leggi che non cambiano dal 2011;

- Il dipartimento dell’Alsazia stessa soluzione con i suoi spumanti classificati Cremant d’Alsace;

e la Lorena dove da diversi anni abbiamo la presenza di viticoltori spumantisti?

    Perlage lorraine

Ecco arrivare in soccorso alle legittime richieste di una cantina sociale, alcuni negociant e 44 produttori la Commissione Europea approvando una nuova IGP, l’IGP LORRAINE.

Cinquantuno (51) ettari vitati interamente dedicati alla spumantizzazione così ripartiti:

- 75% spumanti bianchi;

- 5% spumanti rosé;

- 5% spumanti rossi.

Altri dati significativi: 23.500 km², 3 dipartimenti (Meurthe-et-Moselle, della Moselle e della Meuse).

I vitigni ammessi sono in totale 17. Le uve bianche consentite includono chardonnay, pinot bianco, riesling, aubin, auxerrois, müller-thurgau, johanniter, muscaris e solaris. Le uve rosse consentite invece includono pinot noir, gamay, meunier, cabernet cortis, gamaret e pinotin. Altri vitigni ammessi sono il pinot Grigio e il souvignier gris, e l'unica condizione è che il riesling non possa costituire più del 30 per cento del prodotto finale.

Inoltre gli spumanti devono essere prodotti con il metodo tradizionale della rifermentazione in bottiglia con un minimo di nove (9) mesi di permanenza sui lieviti.

    Marchio IGP Lorraine

Lo sapevate che nel XIX secolo nella Lorena si producevano già vini spumanti? I produttori si stabilirono nella Mosella nel 1870 per commercializzare vini spumanti per il mercato tedesco. Durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, diversi produttori presentarono i loro spumanti.

All'inizio del XX secolo i conflitti armati, significativi in ​​questa regione, danneggiarono profondamente i vigneti. Rimasero allora solo pochi nuclei, nei dipartimenti di Meurthe-et-Moselle, Mosa e Mosella.

Il territorio vinicolo è piuttosto sparpagliato e gode di un clima molto rigido. Nondimeno l’assenza di montagne agevola la maturazione delle uve dovuta all’irraggiamento solare e al drenaggio dei terreni.

La situazione viticola presenta alcuni apprezzamenti curiosamente isolati come i vigneti persi nel mezzo della pianura cerealicola.

Non resta che assaggiare i nuovi IGP Lorraine e prometto che lo farò  presto. Chapeau!

 

 

 

 

  Le Grand Morin a Sezanne

Qualcuno, le Petit Morin, lo definisce un “fiumiciattolo insignificante”. Quel qualcuno non ha mai calpestato il territorio della Champagne e non ha mai seguito il corso di questo piccolo, importante, fiume.

Nasce da una palude. Precisamente nel Comune di Val-des-Marais, dipartimento della Marne.  Scorre parallelo al Grand Morin, a nord del medesimo, generalmente verso ovest per poi confluire nella Marne dopo un percorso di circa 80 Km zigzagando nel Nulla, fino a portare le proprie acque in quella piccola valle che prende il suo nome: la Vallée du Petit Morin.

Perlage che nasce prevalentemente da uve chardonnay come ultimo baluardo della Côte de BLancs ad ovest e Côte de Sézanne a Sud. A seguir l’influenza del vitigno Pinot Meunier della vicina Vallée de la Marne.

Difficile è definire un carattere univoco nello stile degli Champagne del la Vallée du Petit Morin.

Interessanti sono le interpretazioni dei vignerons  Ulysse Collin e Cyril Jeaunaux (Jeaunauz-Robin).

C’è un minuscolo paesetto, un paese da nulla, tuttavia grazioso, protetto com’è da un andamento collinare e circoscritto da boschi che lasciano spazio a vigneti. E il Petit Morin che lo attraversa creando quel microclima necessario: Le Talus de Saint Prix.

    Percorsi

Le Grand Morin anch’esso nasce dalle paludi della Champagne e dopo un percorso sinuoso di circa 120 km sfocia nella Marne da est verso ovest. Perché fiume di vino?

Perché attraversa la Côte de Sézanne creando quell’idroclima necessario per i numerosi vigneti di chardonnay.

Solo vino lungo il suo percorso?

La valle del Grand Morin, soprannominata “valle dei pittori”, ha ispirato molti artisti importanti del XIX secolo, come Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Corot. Gli incantevoli villaggi di Crécy-la-Chapelle e Villiers-sur-Morin, sorti lungo il fiume tranquillo costellato di mulini e lavatoi, offrono agli appassionati di pittura vedute davvero suggestive. Un percorso artistico, punteggiato di cavalletti, che permette di scoprire i diversi luoghi da cui i famosi artisti hanno tratto la loro ispirazione.

     Percorsi

"E' proprio a Sézanne che è stata ritrovata la più antica vite al mondo".La Côte de Sézanne è essenzialmente una continuazione della Côte des Blancs, separata solo dalle paludi di Saint Gond e in gran parte dominata dalla stessa varietà, l’uva Chardonnay.

Qui la sua espressione è più ricca e rotonda e i vini non possiedono la stessa capacità di invecchiamento degli Champagne dei villaggi Grand Cru della Côte des Blancs.Il sottosuolo è prevalentemente argilloso e limo argilloso con alcune sacche di gesso e le vigne sono orientate verso sud-est.Come la Côte des Blancs, è coltivata principalmente a Chardonnay (64%), ma circa un quinto è affidato al Pinot Meunier.

Nonostante sia una zona meno rinomata rispetto alle altre aree dello Champagne, è proprio a Sézanne che è stata ritrovata la più antica vite al mondo: vitis balbianii o sezannensis. Ed è sempre a Sézanne che fu piantata la prima vite di Chardonnay, sotto il regno di Luigi IX.

E il Grand Morin che la protegge.

 

 

 

 

    Chateau Chenonseau

La Loira, con un corso di 1.020 km, è il più lungo fiume francese. Il suo bacino è esteso per 117.000 Km² e occupa più di un quinto del territorio.

Il nome del fiume in latino è Liger tant’è che gli abitanti si chiamano ligeritains. Sin dai tempi antichi ha ricoperto il ruolo di importante asse di navigazione e di trasporto merci.

Ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio Centrale e precisamente dal monte Gerbier de Jonc. Siamo nel Vivarais ad una altezza di 1.408 m slm, là dove un cartello porta l’iscrizione :” Qui comincia la mia corsa verso l’Oceano”.

Perché “fiume di vino”?

    Chateau Chenonseau

Basta osservare il suo percorso lungo le regioni e i dipartimenti che attraversa dove la vite ne è testimonianza di questo appellativo.

AUVERGNE

L’Auvergne, il regno francese dell’acqua e del fuoco.  Ampi pascoli e i fitti boschi che coprono i giganti addormentati costituiti da vulcani che disegnano l’orizzonte. Fonti termali, come Volvic e Vichy, regalano una rilassante palette cromatica. E il vino?

La denominazione si trova  sul corso superiore del fiume ed è stata classificata come AOP nel 2009. I vigneti coprono 410 ettari di vigne in 53 comuni. Ci sono cinque sottozone, Boudes, Chanturgue, Châteaugay, Corent e Madargues. I vini rossi e rosati rappresentano due terzi della produzione e sono fatti principalmente di Gamay con proporzioni di Pinot Noir. I vini bianchi sono prodotti da Chardonnay.

  Pouilly sur la loire

BORGOGNA-FRANCA CONTEA

Il fiume inizia ad essere meno turbolento ed assume così la forma di “placido corso d’acqua” nel lungo percorso che lo porterà al grande estuario.

Lascia la regione Alvernia-Rodano-Alpi e lambisce la parte ovest della Borgogna-Franca Contea  per iniziare quell’ansa che da fiume verticale lo conduce ad orizzontale. E proprio in quell’ansa troviamo il “favoloso mondo del Sauvignon Blanc”: Pouilly-sur-Loire (il

    Chenin Blanc

celeberrimo Pouilly-fumé) ad est nella Borgogna-Franca Contea e l’area ad ovest intorno alla città di Sancerre, già regione Centro-Valle della Loira.

CENTRO-VALLE della LOIRA

Benvenuti nella regione Centro-Valle della Loira, la Valle rinomata per i suoi Castelli e per città come Orleans e Tours. Qui regna indisturbato il Cabernet Franc. Cheverny, Touraine, Vouvray, Chinon le AOC più famose

PAESI della LOIRA

    Foce della Loira

La regione ultima. Da Samur ancora terra di rossi a Nantes nel bel mezzo dei vigneti di Muscadet, passando per il regno di sua maestà lo Chenin Blanc. Coteaux de Layon, les vins de Anjou e il mitico distretto di Savennières con i suoi vigneti simbolo: Coulée-de-Serrant e La Roche-aux-Moines .

Infine il distretto del MUSCADET. Diviso in tre denominazioni: Muscadet, vicino alla costa, Muscadet de Sèvre-et-Maine, dove si produce il miglior muscadet da abbinare alle ostriche della vicina Bretagna e Muscadet des Coteaux de la Loire posizionato più nell’interno.

Per onor del vero nella Loira si coltivano anche, in piccola parte, il Cabernet Sauvignon, Gamay , Pinot Nero e Grolleau. Quest’ultimo, autoctono della Loira costituisce la base per i vini rosati che troviamo nel distretto di Anjou.

“Nantes è l’ultima città prima dell’estuario della Loira, con il cuore e la storia in Bretagna e i piedi nel distretto della Loira Atlantica”.

Dal centro città, dove inizia l’estuario fino all’Oceano Atlantico ci sono 60 chilometri. Saint- Nazaire ultimo avamposto. I vigneti sono un ricordo. Il grande fiume, stanco del suo lungo cammino si lascia contaminare, a poco a poco, dalle acque salmastre marine.

 

  

    Vin de sable

Il Ròdano, in francese Rhône, Ròse in occitano, Rhone o Rotten in tedesco, in latino Rhodanus  è lungo 812 km, nasce in Svizzera dove scorre per i primi 267 km, per proseguire poi in Francia per altri 545 km fino a sfociare nel Mar

    Vigneti e Rodano

Mediterraneo. Ha  una portata media annua presso la foce di 1820 m³/s e ricopre il ruolo di principale fiume di Francia per volume d'acqua.

Nasce in Svizzera dal ghiacciaio omonimo, la cui acqua si raccoglie in un laghetto a 2208 m di altitudine. Corre latitudinalmente da est verso ovest nell'alta vallata corrispondente al cantone svizzero del Vallese. La valle si restringe notevolmente in corrispondenza di Martigny e il corso del fiume vira in direzione nord prima di gettarsi nel lago Lemano (Lago di Ginevra).

Come emissario in corrispondenza della città di Ginevra entra in Francia proseguendo incassato per svariati km, ricevendo da destra il copioso apporto dell'Ain e giungendo in breve a Lione dove riceve le acque della Saona (oltre 470 m³/s), suo principale tributario di destra. Da qui, notevolmente arricchito d'acque, diventa navigabile.

     Syrah

Continua longitudinalmente, da nord verso sud, verso la foce a delta nel Mar Mediterraneo. Lungo questa seconda parte del percorso riceve da sinistra il grosso contributo (360 m³/s) dell'Isère. Proseguendo il fiume riceve svariati apporti che ne accrescono ulteriormente la già notevole portata.

Il fiume giunge alla fine del suo percorso gettandosi con l'ampio delta della Camargue nel mar Mediterraneo. Il bacino del fiume copre un'estensione totale di 95500 km². Nel delta, che inizia subito dopo la città di Arles, il corso del Rodano si divide in due rami, Grand Rhône e Petit Rhône.

Fin qui niente di particolare, cose risapute da tempo. La particolarità che ci interessa è che il Rodano, lungo l’intero percorso, svolge il ruolo di termo-regolatore di quell’effetto che passa sotto il nome di Hidro-clima, tanto desiderato dai vigneti che corrono lungo tutto il suo percorso.

     Mappa del corso del fiume

Valais (Svizzera)

Il Vallese è una delle sei regioni vinicole svizzere. I vigneti coprono 5.236 ettari. Sono caratterizzati da circa 60 varietà di uve diverse, per lo più autoctone, di cui solo quattro rappresentano quasi il 90% della superficie. Si tratta, per oltre la metà, di Fendant(Chasselas), Pinot Nero, Gamay e Silvaner.

Savoia

Distretto vinicolo attraversato, oltre che dal Rodano, dall’Isère e Ain suoi affluenti. Il Jongieux, Seyssel, Bugey con vitigni Mondeuse, Roussette, Chasselas, Molette

Ma è dopo aver ricevuto le acque della Saona a Lione che il Rodano aumenta la sua importanza viti-vinicola dando il proprio nome a distretti come Rodano settentrionale (La Côte du Rhône Nord) e Rodano Meridionale (La Côte du Rhône Sud). Inoltre diventa navigabile rappresentando una delle vie d’acqua più importanti francesi.

Rodano Settentrionale

Il regno incontrastato del vitigno Syrah. Nomi come Côte Rotie, Condrieu, St-Joseph, Hermitage, Crozer-Hermitage, Cornas, St-Péray parlano da soli e raccontano questo distretto unico.

Rodano Meridionale

         Hermitage

Con i distretti di Côtes du Vivarais, Coteaux du Tricastin, Rasteau, Gigondas, Vacqueyras, Côtes du Ventoux, Lirac, Tavel, Côtes du Luberon e naturalmente il più famoso Chateauneuf-du-Pape.

Vitigni bianchi  Viognier, Marsanne,  Roussanne, Clairette, Grenache Blanc, Pic-poul, Bourboulenc ed i neri Grenache noir, Morvedre, Muscardin, Vaccarèse, Counoise, Cinsault, Carignan, Terret Noir, Picardin e naturalmente Syrah

Delta del Rodano

Ad est lambisce la Provenza, ad ovest la Camargue. Vogliamo ricordare le vin de sable?

Rodano, fiume di Vino. Chapeau!

 

 

 Prelibatezze

 A due passi dal confine con la Slovenia da sempre a difesa della tradizione goriziana.

La Subida della Famiglia Sirk è  proposta di ospitalità, ristoro, relax ed esperienza nel Collio.

  Prelibatezze

Una realtà che comprende il ristorante Trattoria al Cacciatore – stella Michelin dal 2007 riconfermata nell’edizione 2024 della Guida Michelin – e l’Osteria la Preda de La Subida, dove si mangia quotidiano, all’insegna della tradizione. Le ho provate tutte e due nel settembre di quest’anno.

Trattoria il Cacciatore, radici contemporanee, la tradizione proiettata nel futuro.

La storia del ristorante Trattoria al Cacciatore è iniziata negli anni ‘80 con Josko Sirk e la moglie Loredana, che decisero di trasformare l’osteria di famiglia in un punto di riferimento gastronomico del territorio.

Negli anni il locale si è trasformato, a piccoli passi, con l’aggiunta di contemporaneità e tecnica in cucina – grazie all’arrivo dello chef Alessandro Gavagna – ed ha maturato uno stile personale nella gestione della sala, contraddistinto da cura dei dettagli, garbo e calore nell’accoglienza grazie alla gestione di Tanja e Mitja Sirk.

Un ghiotto percorso che, a seconda della stagione, fa conoscere sapori inusuali ed ingredienti particolari.

La mia scelta:

Dadolata di Cervo.  Curatissima carne di cervo. L’insalata di finocchio ed il finocchietto selvatico.

Le Zucchine ed i Fiori di Sambuco.  Bocconcino di zucchine, gradevolmente croccante, in sciroppo di fiori di sambuco. Anelli di cipolla dorati.

I Girini, Briciole di Pasta Buttata.  I fiori di zucca, le zucchine ed i primi porcini.

I Sapori del Golfo durante il G8 di Trieste. Caserecci di sorgo e le verdure di stagione. Le fave ed il profumo di alici.

   Vini particolari

La Faraona Porchettata. Petto di faraona arrotolato e grigliato, insalatina di cetrioli ed il fresco del kefir.

Il Sorbetto e l’Aceto di Casa Sirk.

Il Cervo dell’Imperatore.  Lombo di cervo affumicato e alla griglia, le melanzane alla menta ed i frutti rossi.

E per finire Le Dolci Proposte della Cucina

   Osteria La Preda

Il giorno dopo, a pranzo, presso  l’Osteria la Preda de La Subida dove vari spuntini sposati a buon calici mi hanno ricordato le soste dei cacciatori dopo la “battuta”.

Trattoria il Cacciatore, Osteria la Preda de la Subida, è trovare il tempo per sognare, i sentieri che portano alle stelle. Chapea!!!

 

La Subida

Via Subida, 52,

Cormòns (Gorizia) Italia

Telefono  +39 0481 60531

Email  This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

www.lasubida.it

 

    Interno

Narbonne con i suoi 2500 anni di storia  è una città dal ricco e variegato patrimonio storico e culturale: è stata la più antica colonia romana della Gallia.

Si trova nel cuore dell’Occitania. Dominata dalla sua Cattedrale In radioso stile gotico.

La cattedrale di Saint-Just e Saint-Pasteur  fu costruita tra il XIII e il XIV secolo rimanendo  incompiuta poiché i Consoli si rifiutarono, in quei tempi turbolenti, di distruggere i bastioni per continuare la costruzione. E poi spiagge, vigneti, canali.

Da alcuni anni ha un “all you can eat “ (tutto quello che puoi mangiare) dal nome tipico francese: LES GRANDS BUFFETS,  il locale più ricco di Francia (24 milioni di fatturato).  

   Cascata di astici

È un concept spiazzante dove i piatti classici e le specialità regionali della cucina francese vengono serviti nella formula tutto quello che puoi mangiare  al prezzo fisso di circa € 60,00 escluse le bevande  che però hanno ricarichi modesti. Per una bottiglia di Champagne Mercier si spende 25 euro.  

Per Michel Guérard, noto cuoco, scrittore e imprenditore francese, uno dei fondatori della nouvelle cuisine e inventore della cuisine minceur, Les Grands Buffets è “il più grande teatro culinario del mondo”, con la lista d’attesa record nel paese.

Quando si pensa e parla di buffets  il pensiero ci porta a retaggi del passato: alle colazioni d’hotel , ai party organizzati con servizio catering, piatti sempre uguali ed a volte dominati dalla mediocrità culinaria. Les Grands Buffets di Narbonne è il locale in contro-tendenza;  è la reincarnazione contemporanea del seicentesco servizio alla francese (Chaine des Rotisseurs).

 Foies-gras

Ci vogliono mesi per prenotare un tavolo ed è perfino d’obbligo rispettare un codice preciso per l’abbigliamento. La cucina?

Tipicità francesi:  lepre à la royale, anatra e oca allo spiedo, boeuf bourguignonne e la blanquette di vitello, acciughe fritte, totani ripieni senza dimenticare lumache e rane.

E poi 9 tipi di foie gras, 5 tipi di pâté inclusi i foies- gras,  111 tipi di formaggio, caviale e trippa a volontà.

L’interno della location? Quattro sale arredate in stili diversi con un comune denominatore: lo sfarzo.

   Cremerie

Aperto 365 giorni all’anno, tre coperti al giorno.

Dimenticavo: In un angolo  incombe “minacciosa” una bellissima bilancia d’epoca. Meglio evitarla. Chapeau!

 

 

   Vitigno antico

Capire il Prosecco. Già l’invito ad una degustazione con questo titolo è stato stimolante. Ed ha assunto il livello di interessante nelle parole che lo hanno accompagnato.

“Siete sicuri di conoscerlo bene? Sapete la differenza tra Conegliano-Valdobbiadene DOCG e Prosecco DOC? Lo sapete che l’uva glera può essere spumantizzata anche con il metodo classico? Che esiste la versione nature con 0 zuccheri? Li avete mai assaggiati in queste versioni? Se conoscete tutto il mondo Prosecco state tranquillamente a casa. Altrimenti questo è il Banco d’Assaggio Blind Wine Tasting che vi farà ricredere sui tanti giudizi negativi e cancellerà altrettanti pregiudizi”

Secondo voi mi sono lasciato fuggire un’occasione simile?

Puntuale come un cadetto eccomi all’appuntamento del 10 settembre presso il Wine Corner del Ristorante Europa di Lido di Camaiore dove gli amici della Community Vino una Passione hanno dato vita a questo didattico incontro.

Sette bottiglie: risultato eccitante, allettante, provocatorio.

Un po’ di storia.

L'origine del Prosecco è molto antica e il suo vitigno di provenienza , il Glera , era già noto all'epoca degli antichi Romani che lo utilizzavano per produrre un particolare vino bianco denominato “Pucino”.

Le origini del nome Prosecco: tutto parte dal Comune Prosecco che si trova vicino a Trieste rivendicandone la paternità. Vero è che del vino Prosecco abbiamo la certezza della sua presenza, nella versione vino da pasto, nel territorio costituito dal triangolo Asolo-Conegliano-Valdobbiadene, fin del '500. Da vino da pasto a rifermentato in bottiglia (Prosecco con il fondo) per arrivare alla spumantizzazione con il metodo Charmat è risultato il percorso fino al ‘900.

Prosecco: vino

Vitigno: Il vitigno principale da cui si ottiene il Prosecco è il Glera, classificato come semi-aromatico; possono concorrere poi, fino ad un massimo del 15%, altri otto vitigni, dagli autoctoni Bianchetta, Perera, Verdiso, Glera lunga agli internazionali Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero.

Dal 2009, il mondo del Prosecco è costituito da tre diverse denominazioni: Prosecco DOC, Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG e Asolo Prosecco DOCG.

Il Prosecco spumante nasce principalmente dal Metodo Charmat. Con questo metodo, che prevede la rifermentazione in grandi recipienti (autoclavi), si ottengono sia vini frizzanti, sia spumanti, a seconda della tipologia che le cantine scelgono di creare. Molto usato il Metodo Charmat “lungo” con permanenza in vasca fino a 12 mesi.

Negli ultimi anni si produce Prosecco Metodo Classico (rifermentazione in bottiglia) riducendo lo zucchero quasi a 0.

   Uno dei vitigni

Alcune aziende hanno riscoperto il metodo “ancestrale o Prosecco con il fondo” ovvero fermentazione del mosto e/o vino in bottiglia.

PIRAMIDE del PROSECCO

- Eccellenza cru  Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG  Cartizze 107 ettari;

- Rive (Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Superiore DOCG) 43 micro aree dette "Rive" (frazioni/località di 12 comuni TV);         

- Storico  Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Superiore DOCG 15 comuni TV;            

- Asolo Prosecco DOCG  19 comuni TV    ;

- Prosecco sottozona trevigiana Prosecco di Treviso DOC  95 comuni TV;             

- Prosecco interregionale Prosecco DOC  556 comuni, 9 province, 2 regioni (Friuli e Veneto).

Le classificazioni in riferimento al dosaggio zuccherino:

- Dry: oltre 18 g/l

- Extra Dry: da 12 a 17 g/l

- Brut: da 6 a 11 g/l

- Extra Brut da 0 a 5 g/l

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