L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Food & Wine (255)

 
 
 
 
Urano Cupisti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 L'azienda in Franciacorta

2021: doppia celebrazione. il 60 ° del primo Franciacorta ei 90 anni del suo fondatore.

 

 

Nel 1961 Franco Ziliani dette vita al primo Franciacorta Spumante metodo classico. Una data epocale per la spumantistica nazionale.

Per la prima volta in Italia una zona vitivinicola, se pur modesta nelle dimensioni, si pose come competitor nel mondo del perlage mondiale.

 
 Vigneti

Nel 2021 Guido Berlucchi entra nell'anno delle celebrazioni per il 60 ° anniversario del primo Franciacorta nel migliore dei modi, ottenendo il “sigillo” di Wine Spectator che ha attribuito al suo vino di vertice , il Palazzo Lana Extreme 2009 , il massimo punteggio ( 93/100 mai raggiunto da un Franciacorta) ed un set di valutazioni per Guido Berlucchi Linea '61 , tutte superiori ai 90/100.

L'INIZIO.

Ci sono domande capaci di cambiare il destino di persone e di luoghi. "E se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?" è stata una di quelle.

 
 Le purpitre

Nel 1955 il giovane enotecnico Franco Ziliani la rivolse a Guido Berlucchi , gentiluomo di campagna. Berlucchi cercava un consulente capace di migliorare il suo Pinot del Castello e trovò invece il partner per un'avventura di gusto che avrebbe modificato il destino della Franciacorta.

Tutto nato da un incontro, da una domanda. Oggi l'azienda ancora guidata dalla famiglia Ziliani affronta una fase di profonda innovazione , di nuove sfide nei rivoluzionari scenari di mercato, con lo stesso spirito con cui Franco Ziliani si immaginò di creare ex novo nel 1961.

 
 Franco Ziliani e Guido Berlucchi

Il “messaggio” è chiaro : capacità dell'azienda di produrre non solo ottimi vini, ma anche Cultura ed Azione sul Territorio.

In autunno la linea Cuvée Imperiale rinnoverà il suo abito e vedrà ampliata la sua gamma. Un restyling dinamico, contemporaneo in linea con la sua storia di 60 anni.

In Estate, con un evento a Palazzo Lana a Borgonato (BS), dimora storica risalente alla fine del 1400 e sede della Guido Berlucchi, saranno celebrati in contemporanea i 90 anni del fondatore Franco Ziliani ed i 60 anni della sua “creatura”, il primo Franciacorta.

Per l'occasione uscirà un'edizione speciale “Franco Ziliani” , un tributo al fondatore, un vino da collezionisti.

Tiratura limitata in Magnum di un Franciacorta Nature , una base Pinot Nero ricavato dai migliori vigneti di proprietà, con 96 mesi sui lieviti ; un “vino miliare” che resterà nella storia aziendale.

Senza dimenticare quell '”Officina” di lavoro dove Saperi , Culture aziendali e Visioni trovano spazi per confronti con personalità provenienti da ambiti diversi. Quell'Agora chiamata nel 2018, ACADEMIA BERLUCCHI .

la famiglia Ziliani

Ebbene, l'Accademia Berlucchi s'appresta a trasformarsi da crisalide a farfalla in un soggetto attivo e progettuale per il proprio territorio, mettendo a comune la rete di pensiero e di contatti in questi 3 anni, con l'idea di sviluppare importanti progetti di CSR (CSR è un acronimo inglese, Corporate Social Responsibility, che troviamo in Italia come RSI, Responsabilità Sociale d'Impresa) per la Franciacorta ed anche oltre.

Il primo, ambizioso progetto verrà comunicato nel primo weekend di Ottobre.

Diciamoci tutta la verità; per molti della mia generazione il Franciacorta Berlucchi è stato il nostro "primo champagne" , parte profonda degli albori della nostra passione per il vino.

La strada che mi portò verso le sue storiche cantine, molti anni fa, rappresentò un viaggio enoico nel mio intimo. Come non festeggiare il 90esimo di Franco Ziliani con la “sua” Magnum?

 

Urano Cupisti

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

La voglia di ripartire è tanta ed i motivi tantissimi. È necessario un cambio di passo e strategie nuove nell'affrontare le evoluzioni del corona virus comprese le innumerevoli varianti. Questo il momento di programmare le aperture future, questo il momento, anche da parte di noi comunicatori, di diffondere le notizie con allegate le proposte di superamento di eventuali difficoltà. E se Wine Paris & Vinexpo Paris rinvia al 2022 le sue manifestazioni, la notizia che l'enoturismo si sta preparando per una pronta ripartenza, ci rincuora. Intanto le “guide” di ogni genere continuano ad elencarci le eccellenze che l'uomo e la natura (che non si sono mai fermati) hanno prodotto recentemente.I produttori si riuniscono in nuovi consorzi per promuovere e valorizzare terre, territori, vitigni autoctoni e nel mondo della ristorazione personaggi famosi si mettono in gioco aprendo nuovi locali sotto la spinta "della nuova speranza" Tutti speranzosi; Tocca a chi ci guida a dirigere l'orchestra delle nuove prospettive e previsioni.

    

 

Frammento n. 1

Anche Wine Paris & Vinexpo Paris rinviato al 2022.

Alla fine anche i francesi gettano la spugna: le nuove date 14-15-16 febbraio 2022. Tuttavia, per continuare a mantenere il collegamento tra gli espositori ei visitatori di ogni parte del mondo, a giugno si svolgerà Vinexposium Connect, una piattaforma digitale con eventi chiave incentrati sul business. Un evento simile a quelli studiati dalla tedesca ProWine e dal nostro Vinitaly.

 

Frammento n. 2

L'enoturismo come leva per la ripartenza.

La presentazione di un libro scritto a quattro mani dal senatore Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini è stata occasione per parlare di “Enoturismo come leva strategica per la ripartenza”. Presenti i ministri Franceschini (cultura), Garavaglia (turismo) e Patuanelli (politiche agricole). Luogo: Sala Stampa del Senato. “Turismo del Vino in Italia” il titolo di un vero e proprio “manuale” che ha recepito la nuova normativa nazionale. Ribadito il ruolo sempre più centrale dell'enogastronimia nel turismo.

 

 

Frammento n. 3

Ora c'è la guida dei marchi dei vini più ammirati.

Basta parlarne. In questo particolare momento le iniziative di questo tipo non possono che far bene. “I marchi di vino più ammirati 2021”, una lista dei marchi stilata da “Drinks International”. I produttori più iconici, entusiasmanti e innovativi al mondo. Roba da far rabbrividire i “naturalisti”. Per il nostro Paese segnalati nell'ordine: Antinori (9 °), Planeta (17 °), Frescobaldi (24 °), Gaja (26 °), Tenuta San Guido (Sassicaia) (40 °) sui primi 50. Spagnoli e argentini in pole, seguiti da francesi e neozelandesi.

 

 

Frammento n. 4

Un nuovo Consorzio nel Lazio

Costituito il nuovo Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei Vini Doc CORI, accreditato come il primo in provincia di Latina. Tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura degli interessi generali relativi alla denominazione “Cori”. Sarà data una attenzione particolare al “Nero Buono”, vitigno locale, esclusivo della zona circoscritta al Comune di Cori. Soci fondatori: lo stesso Comune di Cori, la cooperativa Cincinnato, l'azienda (già affermata) Marco Carpineti, l'azienda Pietra Pinta, Molino7cento e azienda Filippi.

 

 

Frammento n. 5

Passioni non sopite: Sophia Loren

Sophia Loren Original Food la nuova insegna dei Ristoranti che la famosa attrice aprirà presto in Italia e non solo. A monte la nuova società che vede la bella Sophia insieme all'imprenditore di moda (Yamamay e Carpisa) e amico da una vita Luciano Cimmino. La notizia è di questi giorni pubblicata dal Corriere della Sera. Prima apertura Firenze poi Napoli e Milano (risto e pizzeria), Dubai, Miami, Hong Kong e Shanghai. Del resto la passione dell'attrice verso la cucina è ben nota. Basti pensare alle “veraci” interpretazioni di alcune scene dei suoi film ei libri di ricette pubblicati nel passato. Passioni non sopite che ritornano.

 

 

Frammento n. 6

Ristorante “underwater”.

Non è proprio una novità. Ricordo l'Under Spangereid in Norvegia, l'Ithaa nell'atollo Alif Dhaa alle Maldive, Al Mahara a Dubai, Aquarium a Nashville e poi Altri in Sud Africa, Messico ecc… Ma questo ricopre una particolare importanza perché rappresenta la voglia di investire e ripartire dopo la chiusura forzata per la pandemia. Andrea Berton, stella Michelin si prepara a dirigere il suo primo ristorante Underwater. Location l'atollo di Raa alle isole Maldive all'interno del resort You & Me by Cocoon. Sarà una esperienza gastronomica caratterizzata dalle suggestioni italiane unite a un twist internazionale.La “cucina”, intesa come ambiente riservato e attrezzato per la preparazione e la cottura dei cibi, sarà valorizzata dal contesto esclusivo caratterizzato da ampie vetrate immerse nei fondali corallini della laguna.

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

Essere coinvolto in un formato così diverso da strappare applausi. Bravi!

È accaduto Lunedì 29 marzo in un evento live streaming che ha coinvolto un centinaio di persone, collegate da tutta Italia. Esperti del settore, giornalisti di eno-gastronomia, sommelier dell'olio, olivicoltori, intellettuali del cibo, semplici amanti dell'extra vergine.

Per circa un'ora trascinati nel nuovo progetto creativo e in un unico, grande assaggio corale. Sotto la guida magistrale di Francesco Petacco, consulente agronomico, enologo e assaggiatore di olio e Andrea Di Marco , attore, comico, autore, chiamato a stupire come conduttore per guardare all'olio come non si è mai fatto.

Non una degustazione tecnica, una lezione didattica, un ripetere le “solite cose” a volte in un clima noioso e soporifero. Niente di tutto questo o meglio solo parte di questo (degustazione, didattica e conoscenza dell'attuale complessità legislativa sia nazionale che europea,) inserito in uno spettacolo ironico e allo stesso tempo competente che alla fine ha fatto esclamare a molti di noi: "come è già finito? ”.

Ho imparato di più in quell'oretta che ore ed ore a seguire corsi ufficiali decisamente noiosi. Bravo Francesco, bravo Andrea.

L'olio extra vergine è tra le bandiere del Made in Italy, l'alimento chiave della nostra tradizione gastronomica e culturale ma anche vittima delle contraffazioni che subisce nel mondo, dove la disinformazione ancora la detta da padrone.

“Un extra vergine è come l'anima gemella: va cercato con passione, coinvolgimento dei sensi e con la guida saggia dell'intelletto. Imparare a raccontarlo con competenza, oggi, è necessario. Perché giova alla salute dei consumatori e del Paese, per un futuro sostenibile e un'economia etica, ancorata al territorio ”. Così Francesco Petacco, sintetizzando pagine e pagine di testi scritti “barbosi”.

Cosa significa Extra Vergine? Lo sappiamo scegliere, davanti allo scaffale? Ne riconosciamo la cultura, le sfumature organolettiche, i criteri per utilizzarlo in cucina, i modi infiniti con cui le produzioni si esprimono del territorio nel territorio?

Domande che hanno avuto risposte degustando tre oli provenienti da regioni diverse: Liguria, Puglia, Sicilia .

Lezione corale di assaggio in simultanea con i cento assaggiatori in possesso del kit inviato dall'organizzazione direttamente ai nostri domicili.

Sorprese sensoriali accompagnate e guidate da Francesco ed Andrea per ritrovare un nuovo sguardo su un prodotto cardine dell'economia agricola italiana, che merita di essere raccontato e acquistato con intelligenza.

A seguire una breve quanto concisa tavola rotonda on line tra Michele Bungaro (capo dell'Osservatorio mondiale dell'olio di oliva del COI collegato da Madrid), Sabrina Diamanti (presidente del Consiglio dell'ordine nazionale dottori agronomi e forestali e consigliera dell'associazione di donne dell'olio “Pandolea”) e il giornalista Matteo Macor come moderatore.

L'importanza di offrire sguardi nuovi, aperti verso il consumatore, per innalzare la cultura dell'extra vergine e salvaguardare il valore come presidio fondamentale del tessuto economico, ambientale e culturale italiano, anche a livello istituzionale, i temi dibattuti.

Al termine non poteva mancare il commento di un imprenditore dell'olio, Marco Lucchi .

“Iniziativa mirabile per noi produttori, che rimaniamo spesso nell'ombra. Dobbiamo coinvolgere, appassionare il consumatore per svelare il mondo che c'è dietro. E questo intrapreso da Razione K - conosci il tuo cibo e Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, è senza alcun dubbio l'approccio migliore ”.

Per vedere il video, approfondire gli argomenti e le riflessioni su https://razionek.net/

 

 
 Stemma dell'azienda

Con lui cerchiamo di immaginare il futuro della vitivinocoltura italiana nella speranza di una ripresa veloce e immediata dopo questa terza ondata del coronavirus ed in presenza di una vaccinazione diffusa.

Chi è Marco Bacci?

Fiorentino di nascita, da sempre con solide e profonde radici nella sua terra. Entra nell'azienda di abbigliamento della famiglia e nello stesso periodo, avvia una società immobiliare. Nel 1984 compra l'azienda vinicola “Castello di Bossi”, come investimento immobiliare. Nel 1996, il vino e la tenuta diventano il suo obiettivo principale. Nel 1998 acquista l'azienda Renieri a Montalcino . Di seguito Terre di Talamo a Manciano (Gr).

Oggi il gruppo Bacci Wine è leader di qualità in tutto il mondo.

- Ci sarà la tanto agognata ripresa, veloce e immediata, dopo questa terza ondata del coronavirus?

- Sicuramente ci sarà; non solo una ripresa ma un'autentica euforia. Le persone sono state costrette e private della loro libertà per un anno. La pandemia, cosa mai successa prima, ci ha trovati un po 'tutti impreparati. Nessuno di noi ha mai visto niente di simile, a parte le persone più anziane che hanno passato la guerra. Dopo un anno, abbiamo preso le misure, le vaccinazioni stanno prendendo il verso giusto. Sono ottimista. Penso che nei prossimi 2mesi ci sarà una evoluzione positiva eclatante .

 
 Marco Bacci

- Penso che molti hanno i miei stessi sentimenti, riprendere un “calpestare le vigne”. Si aspetta un nuovo boom di visite dei wine lover e la ripresa del “turismo del vino”?

- Tutti hanno voglia di calpestare la terra delle vigne. Noi siamo in Toscana, siamo molto fortunati di poter godere delle bellezze dei luoghi che ci circondano. Quale miglior occasione per riscoprire luoghi dove si producono i migliori vini del mondo. Qui a Castello di Bossi abbiamo moltissime prenotazioni per la stagione dopo Pasqua in poi. Sembra ci sia la consapevolezza che finalmente questo incubo finirà.

- L'aria che tira non è delle migliori, molte venditedi aziende vinicole, alcune “imbarazzanti”. Però sento dire in giro di giovani che il coraggio, alla ripartenza, di investire. Ed altri già affermati pronti con nuove idee per affrontare le sfide future. I suoi futuri progetti?

- Il gruppo Bacci Wine con Castello di Bossi in Chianti classico, Renieri a Montalcino e Terre di Talamo nella denominazione Morellino di

 
 Castello di Bossi

Scansano, continua a crescere a dispetto di tutto quello che accade. Il mio prossimo progetto si sta materializzando con la tanto desiderata “cantina sommersa” all'Argentario. Il Vino rosso TALAMO, un assemblaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sirah, sarà immerso a 35mt di profondità con un termoclima perfetto di 16 gradi tutto l'anno. Ci rimarrà per almeno 18 mesi. La posa delle bottiglie (10.000) avverrà a fine maggio.

- Sarà il green (biologico, biodinamico e naturale) a prevalere nella produzione e comunicazione?

- Il gruppo Bacci Wine è ormai da anni certificato Biologico. Non ci sono alternative a questa direzione. Siamo responsabili di quello che facciamo e che lasceremo ai nostri figli. La qualità ha solo da guadagnare. Le piante pure. È ormai certo che le viti godono nel non essere avvelenate . Vivono di più e danno frutti migliori.

- Molti credono che ci sarà un ritorno alla cucina tradizionale, a consumare i pasti tra le mura domestiche. Nelle strategie di venditadel gruppo Bacci Wine ci sarà una particolare attenzione verso le enoteche?

- Tutti hanno imparato o si sono affinati in cucina durante il primo vero lockdown. Tutti i miei amici hanno messo su peso. Comunque, la voglia di uscire è tanta. Penso che quando ci sarà la possibilità, in molti hanno voglia di risocializzare con le gambe sotto il tavolo di un buon ristorante. Verrà naturale "aiutare" la ripresa di una categoria che ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia. Sicuramente la ricerca nelle enoteche, quando non si è potuto fare nella carta dei vini al ristorante, ha insegnato molto e questo sistema di distribuzione continuerà ad evolversi e da parte nostra a seguirlo con attenzione.

 
Renieri a Montalcino 

- Ricerche clonali verso i monovitigni o insistere su assemblaggi?

- Il vino è come musica. Quando mi chiedono: ma tu che vino preferisci? Quello buono, rispondo . Vieni la musica, quella bella. Che sia rock, Jazz, classica ecc. Non ci sono limiti. Che sia assemblaggio o monovitigno. Quello che importa è che sia buono. Che rappresenti il ​​meglio di quello che riusciamo ad avere dalla terra.

- Infine il valore delle “Guide”. Ancora bicchieri, tralci, stelline e stellette per giudicare un vino? Non pensa che forse serva un po 'di soggettività nel gusto?

- Il valore delle guide fa parte del gioco. Essere giudicati da terzi fa comunque piacere. L'anno passato siamo stati giudicati con il Brunello Renieri 2015 , 100 centesimi, secondo miglior vino del mondo (James Suckling). In una concorrenza quasi illimitata e pensando a quanti vini vengono prodotti nel mondo, la cosa non può che far piacere. Ma il godimento più grande è sicuramente quello di scoprire individualmente qualche bottiglia che ti emoziona . Che ti fa sentire più importante di qualsiasi giudizio.

Durante l'intervista Marco Bacci ha accennato al progetto TALAMO , “Il mio prossimo progetto che si sta materializzando con la tanto desiderata cantina sommersa all 'Argentario”.

Sul fondo del mare di Talamone dove maturare 10mila bottiglie di vino rosso a base di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sirah. Non è la prima volta; anche l'Azienda Arrighi di Porto Azzurro (Isola d'Elba) ha in corso un progetto simile assistito dal Prof. Attilio Scienza.

A differenza del tentativo di Antonio Arrighi questo della Bacci Wine è sicuramente su più vasta scala: vini che verranno posati tra fine aprile e inizio maggio a 35 metri di profondità, all'interno di 15 gabbie metalliche, a circa 500 metri di distanza dalla costa . Un ettaro di fondale dove il vino Talamo rimarrà per almeno un anno e non più di due. Il tempo necessario per completare la sua maturazione a una temperatura di circa 16 gradi che, a quella profondità, è rimasto praticamente per tutto l'anno.

Non vedo l'ora di assaggiarlo e parlarne. Grazie Sig. Bacci per la sua disponibilità. Chapeau!

 

 

Urano Cupisti

Intervista del 30 marzo 2021

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

La crisi Covid continua a tenere banco e nonostante tutti gli sforzi da parte della comunicazione ufficiale, la luce in fondo al tunnel non si scorge, neanche i primi barlumi. Registriamo sempre più dati allarmanti nel settore dell'agro-alimentare dove è collocata l'eno-gastronomia. 4.258 aziende fallite nel 2020 ei primi dati camerali del 2021 tenero al pessimismo. Le manifestazioni rinviate durante la pandemia atto I e II non si trovano spazio in quella atto III e già si parla, a settembre, di atto IV. Il Vinitaly, l'evento più importante in Italia, rinviato ufficialmente al 2022 con, forse, una mini-edizione rigorosamente b2b, business to business. A margine di questa devastante crisi c'è chi vedrebbe Milano capitale italiana del Vino (e non più Verona).Un vecchio ritornello che ogni tanto, qualcuno ben interessato, “rigorgheggia”. Ma qualche notizia buona, qualche frammento cosmico che ci faccia sognare, c'è? Le Donne della Birra in cattedra ad insegnare e formare nel mondo delle bionde. Ed infine le indicazioni dove trovare i migliori gelati secondo Gambero Rosso.

 

Frammento n. 1

La crisi Covid

Ne ho accennato in un frammento precedente. Nonostante l'agro alimentare nel 2020 sia stato il confronto che meglio è riuscito a reggere l'urto della crisi profonda dovuta alla pandemia, i dati ufficiali dell'Union Camere registrano ben 4.528 fallimenti di aziende agricole ei dati del primo bimestre 2021, in percentuale spalmabile su tutto l'anno, non sono affatto consolanti. Il Nord-Est il più colpito con 1.996 imprese che hanno chiuso definitivamente i battenti. Certo, considerando che il Made in Italy ha voce prioritaria proprio in questo comparto, non c'è da stare allegri. Per adesso, come soluzioni, solo buone intenzioni che vedranno i loro effetti nei programmi di investimento asseverati da Business Plan.“La qualità italiana ha bisogno di essere promossa e valorizzata su larga scala e l'aiuto dei Consorzi-Fidi può essere fondamentale nel determinare il successo di una visione imprenditoriale”. Parole, solo parole. Nel frattempo, dal 1 ° gennaio 2021 sono in vigore le nuove regole europee che modificano i criteri di classificazione dei debitori, la nuova definizione di default. E le banche ne tener conto!

Frammento n. 2

 

Annullato il Vinitaly.

Sul palazzo di Verona-Fiere sventola una “bandiera bianca”, quella della disperazione. Rinviato al 2022 la più grande manifestazione vinicola nazionale. Le nuove date: dal 10 al 13 aprile. “Tenteremo di fare Opera Wine il 19-20 giugno, Vinitaly International Academy (21-24 giugno), forse. Nella speranza che la campagna vaccinale, per quelle date, sia ad un buon punto. Sic et Non.

Frammento n. 3

Corre voce che si farà ad Ottobre.

Niente affatto !!! Voci fuorvianti che provengono da una lettura superficiale di una nota di Verona-Fiere. È in atto un tentativo organizzativo per un Vinitaly Special Edition 2021 riservato al “b2b”, business to business, in presenza dei buyer internazionali. Potranno partecipare o collegarsi in video-conferenza con i produttori per svolgere “gli affari”. Fondamentale potenziare l'azione di promozione sui buyer. Wine Lover dovete pazientare fino all'aprile 2022. Altrimenti, se avete le possibilità, volate in Cina, Brasile, Russia. Non si capisce il perché ma in quelle nazioni le Manifestazioni sono confermate.

 

 

Frammento n. 4

Ci risiamo: Milano vs Verona.

Iniziò Angelo Gaja ben quattro anni fa stanco di vedere al Vinitaly, turbe di ubriachi dare il meglio di loro. "Abbiamo bisogno di un appuntamento dedicato ai professionisti (come il Vinexpo di Bordeaux) senza l'assalto popolare come a Verona". Ora ne parlano diversi giornalisti, referenti di testate importanti, che cercano di dare voce alla necessità di rivedere la Manifestazione in vista di una ripresa e un nuovo necessario approccio alla stessa. Milano come città grande e meglio organizzata, dal punto logistico, di Verona ritenuta troppo provinciale ed inadatta al grande business.Daniele Cernilli, mitico Doctor Wine, ricorda che il pericolo è rappresentato dai tedeschi del ProWein tutto finalizzato al Trade (commercio) e che, in questo momento, sarebbe una guerra fratricida ingaggiare un braccio di ferro tra Milano e Verona. C'è chi ricorda che Verona è conosciuto all'estero come la capitale del vino italiano e chi insiste nel cambiamento sede per dare una svolta significativa. Personalmente sto con i produttori vinicoli. Del resto Milano ospita Wine Week. Vediamo come evolve, forse rappresenta la svolta.

 

Frammento n. 5

Le Donne della Birra a cattedra

L'Associazione Le Donne della Birra riunisce tutte quelle che lavorano nel settore o che amano la bevanda spumeggiante. Da fine aprile di quest'anno fino a gennaio 2022 daranno vita ad un loro progetto che la pandemia ha rimandato di un anno: corsi on-line a tema birraio con un target sia professionale che amatoriale. Partner sarà Formalimenti, una piattaforma di e-learning (tele apprendimento) a supporto dei corsi via web. Per saperne di più vale la pena sintonizzarsi con la diretta Facebook del 6 aprile, ore 18,30, che andrà in onda in simultanea su Donne del Cibo, Formalimenti e Donne della Birra. 

 

 

Frammento n. 6

Le migliori gelaterie secondo Gambero Rosso


L'estate si avvicina ed il consumo di gelato anche.
Gambero Rosso pubblica la guida delle gelaterie migliori d'Italia sulla base di quanto assaggiato dai loro esperti durante il 2020. Sulla base di cosa? Ingredienti insoliti e diversi, gusti golosi, tradizioni regionali. Ma anche la riscoperta di gusti antichi selezionando con pazienza protagonisti, valorizzando in particolare un gelato sì goloso ma anche sano e sostenibile. E gli esperti sono riusciti a scoprire anche il piacere, da parte dei maestri gelatieri, sconfinare nel mondo della pasticceria e della cioccolateria dando vita ad intriganti mix. Per saperne di più e scegliere i prodotti della gelateria premiata vicino casa: la guida online del Gambero Rosso.

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 
 Pasta alla Norma

A volte capita di mangiare un piatto molto conosciuto senza sapere la sua storia. Aggiungo: un piatto semplice fatto con prodotti dell'orto.

Pomodoro, sedani, basilico, melanzane, ricotta salata, condimenti tradizionali (aglio, olio, sale): Pasta alla Norma.

Dove è nata, il perché di questo nome?

 
 Vincenzo Bellini

È un piatto siciliano, precisamente catanese, che risale ad alcuni secoli fa. Una data precisa è difficile ipotizzarla anche perché da quando se ne parla era già presente nei piatti domenicali isolani. Il nome?

Sul nome esistono storie miste a leggende. Due su tutte. Una senza anima, l'altra più romantica , sentimentale, legata ad un'Opera Lirica: Norma di Vincenzo Bellini.

Francamente dalla trama dell'Opera con la sacerdotessa Norma, figlia del capo abbiamo dei druidi, non alcun nesso with un piatto di pasta. Allora?

La storia che definisco senz'anima è da attribuire ad un commediografo catanese, tal  Nino Martoglio che davanti ad un piatto di pasta così

 
 Nino Martoglio

condito e dietro richiesta di un suo giudizio, avrebbe esclamato "È nella Norma!" . Come dire "senza infamia ne lode".

L'altra, più sentimentale, sulla base di una ricetta reinterpretata e messa a punto da uno chef siciliano in occasione delle serate “meneghine” seguite alle prove, al Teatro La Scala di Milano, per la nuova opera lirica del grande compositore catanese Vincenzo Bellini . 

Arie, libagioni e pasta siciliana con le melanzane chiamata per l'occasione “Pasta alla Norma”.

C'è chi è pronto a giurare che il musicista, dopo il "fiasco" della prima alla Scala, ha trovato ispirazione nel comporre la cavatina Casta Diva , aggiunta in un secondo momento per rimediare al fiasco stesso, proprio mangiando un piatto di Pasta alla Norma.

 
 La cavatina Casta Diva

È notizia di questi giorni, che la “pasta alla norma” e la candida come patrimonio culturale gastronomico dell'Unesco. Chapeau!

Urano Cupisti

 
 

Un progetto accarezzato da tempo grazie all'interesse sempre più diffuso per questo piatto simbolo delle tradizioni culturali e gastronomiche tramandate da generazioni in Sicilia diventando, anno dopo anno, un piatto nazionale. Buon appetito e Chapeau!

Urano Cupisti, l'Eretico del Vino e non solo!

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

La forza della disperazione. Non ho altro titolo per questo periodo che viviamo. Siamo in piena pandemia atto III , già parlano di atto IV all'orizzonte. Adesso tutti si rivolgono alla psicologia rispolverando il termine resilienza ovvero “la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà”. Allora la domanda “quando ne usciremo” diventa quanto “resilienti saremo”. Nel mondo dell'enogastronomia tutti impegnati a rimandare le manifestazioni o inventarsi incontri come Benvenuto Brunello Off o mantenere i contatti con video-conferenze, video-corsi, video-assaggi ecc, ecc, ecc… Adesso anche sul fronte vaccini, nei quali confidavamo la riscossa, regna il caos.Si salvi chi può mentre i dati che registriamo risultano inflessibili: nel 2020 ben 4.258 aziende agricole sono fallite!

 

Frammento n. 1

La chiamerei la “forza della disperazione”.

Di fronte ai Dpcm che non danno scampo a nessuna iniziativa, Il Movimento Turismo del Vino, spinto dalla forza della disperazione, programma, organizza come se fossimo ormai lontani da ogni forma pandemica. Vigneti Aperti, Cantine Aperte e Calici di Stelle prossimi appuntamenti “in sicurezza”. Iniziative che giganti erano in grado di muovere “milioni di winelover”. Vigneti Aperti programmati dal 20 marzo prossimo. Sogno o son desto? Previste visite contingentate (!), Solo su prenotazione (quanti '). Con le zone rosse che prolificano di settimana in settimana?

 

Frammento n. 2

Tenuta Alois Lageder: via (in parte) dalla Doc Alto Adige.

Sembra una notizia di poco conto ma, nel mondo del vino, non è così. Uscire da certi vincoli di produzione regolamentati dalle Doc ed incamminarsi verso quella che i Lageder hanno definito "libertà necessaria per meglio esprimersi". È tanta roba. Anche perché l'azienda Lageder rappresenta il maggior azionista del Consorzio Alto Adige Doc . Per adesso solo Löwengang Chardonnay si vestirà in etichetta come Igt Vigneti delle Dolomiti ma presto anche le linee “capolavori” e “composizioni” seguiranno la stessa strada."A causa del cambiamento climatico dobbiamo essere aperti a percorrere nuove strade per poter enfatizzare la vivacità, la freschezza e la precisione dei nostri vini anche in futuro" parola di Helena e Alois Clemens Lageder.

 

 

Frammento n. 3

Antica Torino, vermut bianco

Preferisco scriverlo come è stato pensato nel 1800: Vermut e non alla francese Vermouth . Fatta questa precisazione rilevo che c'è aria di rinascita intorno a questa particolare bevanda nata in una liquoreria vicina a Piazza Castello, nel centro di Torino. Oggi parliamo dell'evoluzione dell'antica ricetta ad opera di Filippo Antonelli, Vittorio Zoppi e Paola Rogai proprietari dell'Antica Torino. Un Vermut Bianco ottenuto dopo diversi esperimenti arrivando alle conclusioni che le estrazioni in acqua e alcool fornivano sapori più immediati e lineari. Dopo prove di macerazioni separate e aggiunte in dosaggi diversi si è trovata la formula che racchiude in sé sentori floreali, aromatici e speziati. “Da bere come aperitivo, prima dei pasti” il consiglio dei produttori. Un ulteriore suggerimento? Provatelo come “after dinner” non ve ne pentirete. Distribuito in Italia da Sagna: una garanzia di successo.

 

Frammento n. 4

Ahimè. Produzione di Olio: la Grecia ci scavalca.

Adesso siamo terzi dopo l'irraggiungibile Spagna e la vicina Grecia. L'Italia perde il secondo gradino a causa del netto calo produttivo registrato nelle regioni olivicole più importanti: Puglia, Calabria e Sicilia. Qualcuno accenna alla situazione pandemica del paese. Anche in Spagna e Grecia hanno problemi con il Covid. I problemi sono ben altri.

 

Frammento n. 5

Il Covid è riuscito a dividere i produttori “naturali”

Tre sono le associazioni a livello nazionale che rappresentano i “produttori naturali”: ViTe (Vini e Territori), VinNatur e ViniVeri. Fino a pochi giorni fa il loro slogan comune era: “Fare rete”. È bastata la terza ondata pandemica ad annullare l'iniziativa prevista per gennaio 2021 ad incrinare il loro sodalizio. I più informati raccontano di liti, incomprensioni. Angiolino Maule , guru di VinNatur, per continuare “pretende” che tutti debbano accettare di farsi controllare, essere produttori naturali veri. A questo punto ViniVeri si è defilata. Per adesso sono rimaste in due ma “attendiamo novità sui vaccini”. È probabile che corrano nuovamente per conto proprio.

 

Frammento n. 6

Anteprima Vini della Costa “scivola” al 5 e 6 giugno (per ora).

Lucca torna ad ospitare i profumi ei sapori della Costa Toscana nell'annuale rassegna dei viticoltori delle province bagnate dal mare Tirreno: Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto. Un viaggio indimenticabile attraverso oltre 600 etichette. Come sempre saranno le prestigiose Masterclass ed i numerosi laboratori di degustazione ad offrire gli approfondimenti aggiuntivi. Incrociamo le dita, che sia la volta buona per ripartire!.

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 
 birra da vino

Villaga, un piccolo paesino di circa duemila anime, posto all'inizio dei Monti Berici. Ci troviamo nella parte meridionale della provincia di Vicenza.

Fu oggetto di una mia visita, alcuni anni fa, alla ricerca di quella “strana produzione” di birra da vino.

Ne avevo sentito parlare e la notizia mi incuriosì. Un mondo straordinario dove vino e birra si congiungono dando vita ad un connubio che ha dell'incredibile.

 
 bottaia

Non una novità assoluta nel mondo variegato delle birre ma quella cantina-birrificio vicentina rappresentava e rappresenta tutt'oggi una particolarità unica nel suo genere: produrre solo birre da vino utilizzando mosti della propria produzione vinicola.

Da Siemàn era ed è tutto diverso. Andrea Filippini , uno dei tre fratelli, l'appassionato che ha l'onere della produzione delle birre, utilizza mosti di garganega, moscato bianco, tai bianco, incrocio manzoni (vitigni a bacca bianca) e tai rosso, corbinona, turchetta, cabernet sauvignon , pinot nero (vitigni a bacca nera) , sia individualmente che in blend, prodotti nella propria cantina di Villaga, per elaborare e realizzare le "sue" ed uniche nel suo genere Italian Grape .

Già il nome dell'azienda Siemàn, che in dialetto veneto significa “sei mani”, ovvero quelle dei tre fratelli Marco, Daniele, Andrea Filippini , testimonia la filosofia di produzione centrata sul rispetto dei ritmi naturali e mancanza di manipolazioni durante le fasi delle

 
 i tre fratelli Filippini

vinificazioni . Tutto dalle sei mani .

Ed ecco le realizzazioni di vini bianchi e rossi, buona parte ottenuti da vitigni prettamente locali come il Tai bianco e rosso , conosciuto meglio come Tocai che, a seguito della nota vicenda europea, ha dovuto cambiare nome in Friulano nella regione Friuli e Tai in Veneto , la Corbinona , da non confondere con la Corvina o Corvinone, tutt'altro vitigno e la Turchetta , la più conosciuta e diffusa da quelle parti.

Fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, utilizzo di botti di legno, tini di cemento e acciaio, niente filtrazioni, per arrivare alle etichette con nomi che identificano la natura dei vini stessi:

 
 Sarà vino o birra?

- Occhio al Rosso;

- Occhio al Bianco;

- Mosca Bianca (come dire particolare, unico o semplicemente ricordare che il vitigno principale è Mosca to);

- Camaleonte (uve bianche e rosse insieme);

- Doppio Gioco (la presenza del Cabernet Sauvignon ad indicare locali ed internazionali?);

- Lesa Maestà (presenza del principesco Pinot Nero);

- Prato Alto (indicare la provenienza dei vitigni utilizzati);

- Rosavìa (con utilizzo SETTORE di damigiane prima dell'imbottigliamento).

 
 la birra assaggiata

E le birre?

Il mondo di Andrea. “Il punto di partenza sono le nostre uve. A seconda dell'annello e degli equilibri organolettici che cerchiamo, le destiniamo in parte alla produzione delle birre. In ognuna di esse è presente il nostro territorio, il nostro lavoro in campagna e il legame con i nostri vini. La fermentazione, la maturazione e l'affinamento avvengono, lentamente, in botti di legno, senza forzature, scorciatoie o controllo tecnologico del processo. Tutto qui ”.

- Agriturismo Ale Istà

- Agriturismo Ale all'uva Istà Special Edition;

- Wild Sour con uve Incrocio Rosso;

- Wild Sour con uve Incrocio Bianco;

- Wild Berliner wasse con uva Funky Rose;

- Wild sour con uva Bucce;

- Radici Wild Sour Ale;

- Wild sour Ale negà;

- Wild Sour Ale con More e uva Berry Hills;

- Wild Sour Ale con mele e fiori di sambuco Samba.

Nel precedente periodo di Zona Gialla , presso un amico proprietario e gestore di un bar conosciuto dalle mie parti con la passione delle birre, in particolare quelle strane , mi sono ritrovato di fronte ad una Seimàn Wild Sour con uva Incrocio Bianco . E il ricordo della visita di alcuni anni fa a Villaga, nel vicentino, è ritornato alla mente. Chapeau!

 

Urano Cupisti

 

Assaggio effettuato sabato 13 febbraio 2021.

Siemàn

Via Croce Nera, 1- Villaga (VI)

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www.sieman.it

 
 Ingresso all'Acetaia

“Da sempre, in Italia, l'aceto è relegato a mero difetto di cantina la cui collocazione ideale è solo sotto il lavello tra flaconi di roba chimica per pulire. Peccato che quell'aceto che si usa per togliere il calcare non abbia niente a che spartire con il prodotto agricolo e nobile che deriva da una seconda emancipazione dell'uva. Una seconda fermentazione che richiede mesi se fatta in modo artigianale e che pretende una materia prima buona selezionata senza scrupoli, esattamente per come si dovrebbe fare quando si fa vino ”.

Questa è l'introduzione ad un articolo sull'Aceto scritto recentemente da Andrea Bezzecchi su Vinix Digest che mi ha colpito per la sua “fotografia” di una realtà diffusa che, ahimè, è quotidianità.

 
 interni, affinamento

E non parliamo del mancato riconoscimento dell'Aceto Balsamico Tradizionale tra i prodotti del Made in Italy, unico nel suo genere ed apprezzato dai “veri gourmet” in tutto il mondo (da non confondere con i gourmand, i ghiottoni). Ce ne dimentichiamo troppo spesso eppure…

La curiosità di controllare “questa verità”. Aprire lo sportello sotto il lavello e controllare. Amara constatazione. Tutto vero, mescolato tra i flaconi di liquido per piatti, ammorbidenti, sgrassatori, quel flacone di aceto con il compito, anche lui, di liquido per le pulizie. E l'altra scoperta quella bottiglietta di Aceto balsamico e basta, usato per condire. Eppure quella bottiglietta strana fornita alcuni anni fa ad una manifestazione e pagata un occhio della testa, mai aperta, deve essere da qualche parte. Trovata!

E da lì la mia ricerca, il ritrovare gli appunti “scolastici” sul sistema di produzione, la degustazione e un abbinamento improvvisato: gelato fior di latte con tracce di Aceto Balsamico Tradizionale , l'estasi del palato.

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Giuseppe Giusti.

“LA PIÙ ANTICA ACETAIA D'ITALIA: 1605. Dal XVII secolo la famiglia Giusti cura il suo Aceto Balsamico, tramandando una ricetta che si traduce in armonie di gusto e in prodotti d'eccellenza apprezzati in tutto il mondo”. Inizia così la mia ricerca tra le pagine del sito online, la lettura della Storia fino alle indicazioni dell'assaggio.

controlli nel tempo

Maledetta pandemia! Altrimenti sarei saltato sulla mia macchinina e via, percorrendo l'Autocamionale della Cisa destinazione Modena, località Lesignana, Acetaia Giusti, in via Quatro Ville 155.

Mi devo accontentare “della visita a distanza”. Però con l'assaggio vero.

“Ottenere un grande aceto balsamico dipende dalla competenza, esperienza e sensibilità di chi lo produce e dal tempo lungo di maturazione e invecchiamento. Orgogliosa di un saper fare affinato in oltre quattrocento anni di storia, Acetaia Giusti affianca al rispetto per la tradizione una filosofia produttiva moderna e sostenibile, che valorizza le persone e il territorio in cui opera ”.

Procedo nella lettura e mi immedesimo tra i legni del lungo affinamento.

Il mio assaggio

“Antichi legni celano il segreto dell'inconfondibile aroma Giusti E 'nel legno delle botti antiche in cui invecchia l'aceto che da sempre si cela il segreto del balsamico. Servono decenni - quando non secoli - perché il legno e il mosto si nutrano l'un l'altro. Nell'acetaia Giusti vi sono oltre 600 botti risalenti al 1700 e al 1800, da cui si ottengono le estrazioni più pure, responsabili dell'inconfondibile aroma Giusti. Più antica è la botte, migliore sarà il prodotto che si otterrà, poiché questa rilascerà sempre meglio le essenze del legno e gli aromi balsamici che negli anni vi hanno soggiornato ”.

Giuseppe Giusti fu tra i primi a fissare per iscritto, dopo secoli di tradizione orale, le regole per ottenere un "perfetto Aceto Balsamico". Il suo testo, redatto nel 1863 in occasione dell'Esposizione Agraria di Modena, indica come ingredienti fondamentali la scelta delle uve, la qualità dei recipienti e il tempo. La cura per le materie prime, il tempo lungo di invecchiamento richiesto e particolarmente prezioso.

"Qualità delle uve, sistemi di cottura, rincalzi e travasi, tempi lunghi o lunghissimi di invecchiamento: sono questi i fattori che un grande acetiere deve saper gestire per ottenere un risultato ottimale".

L'Acetiere. Maestro di un'arte antica, è lui che verifica costantemente la qualità dell'aceto prodotto, prendendo in considerazione i parametri salienti come il colore bruno scuro, carico e lucente, l'odore intenso, che nasconde profumi d'uve e sentori di legni pregiati, l'agro scaturito dalla lenta acetificazione, e la complessità degli aromi derivati ​​dai passaggi nei botti di diversi legni che compongono la batteria. Segue l'evoluzione del balsamico durante la sua permanenza nelle botti, prendendosi cura di rincalzi e travasi da un vasello all'altro.

l'abbinamento descritto

“E c'è chi al fuoco di una lucerna veglia sino a tardi d'inverno intagliando torce con un ferro affilato; mentre la moglie, alleviando il canto la lunga fatica, tesse con un pettine stridulo la tela o consuma al fuoco il liquido dolce del mosto, schiumando con foglie il che bolle in pentola ”. (Virgilio, Georgiche, libro primo. 30 ac)  Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggio effettuato il 18 febbraio 2021

Gran Deposito Aceto Balsamico Giuseppe Giusti Srl

Strada Quattro Ville, 155,

località Lesignana

41123 Modena (MO) - Italia

Telefono +39059.840135

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www.giusti.it

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

 

 

Siamo nuovamente nel bel mezzo della pandemia. Ora abbiamo anche “le varianti”. Proprio non ci vogliamo privare di niente. Assistiamo a continui rinvii, “tiriamo la palla avanti”, impossibile programmare. E il governo ci mette del suo. Siamo veramente in “una valle di lacrime” (amara constatazione).

Proviamo a tirarci un po 'sù (con l'accento rafforzativo alla Bacchelli) con notizie, alcune buone meno altre e scoperte di abbinamenti. Nella speranza che, in qualche angolo del mio cosmo, riesca a trovare quella luce in fondo al tunnel che non sia nuovo un treno ad alta velocità. Cin!

 

 
 Kurhaus

 

Frammento n. 1

Fioccano i “rinvii dei rinvii” delle manifestazioni.

Dopo Terre di Toscana anche il Merano Wine Festival getta la spugna. Appuntamento a Novembre 2021 !!!

 

 

 

Frammento n. 2

Vernaccia di San Gimignano: femminile, singolare.

“Siamo pronti. Appena la pandemia e le sue varianti lo permetteranno, noi della Vernaccia di San Gimignano lanceremo una nuova e impattante campagna di valorizzazione della Denominazione ”. Queste le parole della Presidente del Consorzio, Irina Guicciardini Strozzi. Il concetto: una missione per tornare ad essere un vino di punta nel panorama nazionale ed internazionale. La nuova suggestione creativa? Partendo dai valori di storicità, di legame con il territorio ed unicità. Proprio l'unicità, il suo approfondimento nella ricerca della novità come nuovo elemento della missione: unica denominazione toscana declinabile al Femminile Singolare.Una vera e propria Regina, la Regina Bianca “Ribelle” nella terra dei Re Rossi. Anche perché è assodato che la Vernaccia di San Gimignano è un bianco ribelle , il bianco che non ti aspetti, che va contro gli stereotipi e che non accetta compromessi. Ed allora largo alla Vernaccia di San Gimignano, femminile e singolare.

 

 

Frammento n. 3

A scuola di tappi

Una tappatura del vino finalmente affidabile. “Tecnologia ArdeaSeal ”, la garanzia dell'eccellenza. Una progettazione accurata, una ricerca senza compromessi di materiali, una ingegnerizzazione di processi all'avanguardia e ampi programmi di test effettuati. Un'anima innovativa con garanzia assoluta di prestazione. Materiali, processi produttivi e possibilità di personalizzazioni, sinonimi di eccellenza e valida alternativa ai sugheri tradizionali.

 

 

Frammento n. 4

Ahimè. Accade anche questo nel mondo del vino.

Furto di “barbatelle” alle Tenute de Corato in Puglia. “Un durissimo colpo - commenta Carlo de Corato , mecenate aziendale - In questi giorni avremmo dato il via all

 
 Barbatelle

a parte terminale di un grande progetto per lo studio di varietà autoctone come il Bombino Nero e il Nero di Troia ”.

Insieme al Prof. Attilio Scienza e il Crea di Turi, l'Azienda Serena dei de Corato, da tempo stavano studiando i due autoctoni ed avevano preparati terreni per 10 ettari dove collocare ben 35.000 barbatelle . Tutte rubate per essere vendute al mercato nero.

“Di certo non ci fermiamo - continua l'ottantaduenne Sig. Carlo - ne abbiamo recuperato un migliaio dal vivaista nostro fornitore e giuro che questo non sarà l'ultimo vigneto che pianto ” . Chapeau!

 

 

Frammento n. 5

Birre itineranti e la Nouveau Houblon

Il Birrificio del Forte , la bellissima realtà versiliese, lancia sul mercato il risultato di un progetto denominato: birre itineranti, birre cartolina . Dai viaggi del mastro-birraio Francesco Mancini , le cartoline delle tipologie legate ai territori in cui ha fatto tappa, convertendo le emozioni provate in una da spedire al suo birrificio e condividerla con la vasta clientela. Ecco pronta la nuova cartolina: la Nouvau Houblon : una triple Ipa, ossia una Belgian Ipa.

“Al naso arriva un sentore di pasta frolla e miele, ananas e pera (Kaiser) sotto spirito; fiori di cotone e di zagara; noce di cocco, pompelmo candito e vaniglia; cipresso ed eucalipto. In bocca la sua complessità non è invadente e lascia grande spazio ad una pericolosa scorrevolezza. Un retrolfattivo che riporta la determinazione alle note fruttate con una punta di amaretto che spicca al centro della bevuta. Finale amaricante che porta per mano il grado alcolico arrivando con grande disinvoltura al finale pulito e asciutto ” . www.birrificiodelforte.it

 

 

Frammento n. 6

La provocazione: abbinamento Birra e Pesce

Simone Cantoni , guru nel panorama delle birre italiane, sul numero del 14 febbraio di Cronache di Gusto, propone questa provocazione: abbinamento di alcune birre con pesce, nella fattispecie il merluzzo. Quattro le birre segnalate: la Zwickel , a bassa fermentazione, 4,8% il titolo, la English Ipa , 4,6% di titolo, l'American Ipa , con i suoi 5,8% di titolo ed infine la Belgian Blond Ale , 6,2% di titolo. Simone ovviamente nell'articolo-provocazione racconta le qualità delle birre ed il perché delle

 
merluzzo e cicoria 

scelte.

E il merluzzo cucinato vieni? Con cicoria , per un profilo amaricante del cibo. Insomma, a detta di Simone (condivido) un piatto ricco di virtù. Bocconi soffici cotti in padella con semplicità: olio extravergine d'oliva e poco sale. Cicoria saltata a parte con aglio e sale pronta per essere aggiunta al piatto di portata. Un connubio tra mare e terra dove la birra ha il compito di “abbassare” il previsto sentore ittico del merluzzo e appianare l'amaricante della cicoria. Una bella sfida (perdonami Simone se continuo a definirla “provocazione”). Termino con le parole dello stesso Simone Cantoni: abbinamento birra e pesce? “Acculturazione alimentare”. Chapeau!

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

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