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Vigneti intorno al Casale |
È stato un ritorno piacevole l’occasione della presentazione dell’ultima annata di Apistós, l’IGT Costa Toscana da uve Cabernet Franc al Podere Conca.
Apistós, nome dal greco antico, che significa incredibile.
“È il nostro fiore immaginario che non esiste in natura ed è quindi per noi incredibile”. Aggiungo: proprio perché non esiste in natura dona al vino il senso della creatività dall’immaginario.
Il Casale |
Cabernet Franc in purezza proveniente da una unica vigna, percorso di fermentazione in cemento per poi affinare in barriques, per circa 16 mesi, con assemblaggi di primo e secondo passaggio. Ulteriori sei mesi di riposo prima della commercializzazione.
Questo 2019 si è presentato nel bevante mostrando tutta la sua gioventù.
Rubino intenso con unghia sfumata violacea, consistente, rilascia sulle pareti del calice copiose glicerine. Impatto olfattivo intrigante già dal suo verticale dove dona una intensità incalzante. L’orizzontale mostra la sua complessità a partire dai floreali macerati proseguendo senza esitazione verso i fruttati di bosco, confetture di mirtilli, squilli vegetali per aprirsi su note balsamiche, di cacao, caffè, terminando sulla dolcezza delle vaniglie non eccessive. Al palato fitta massa tannica sorretta dai polialcoli. Rispondenza con l’olfatto in una persistenza notevole. Meritevole dell’eccellenza. Va atteso per valutarne l’evoluzione. Ma se tanto mi da tanto il successo di questo 2019 è garantito.
I Numeri del Podere Conca
9 ettari di cui 5 a vigneto e 4 a uliveto, 65 barriques, diverse vasche inox, cemento e un rosso fiammeggiante Tulipe.
Vini assaggiati |
La botte troncoconica si presenta elegante e raffinata nella forma, per unire esigenze tecniche ed estetiche.
Ultima nata per rispondere alle richieste del mercato moderno attento alle evoluzioni degli strumenti di vinificazione. Ancora una volta i francesi, che l’hanno “inventato”, attenti alle evoluzioni.
Al suo interno riproduce il più classico dei contenitori per la fermentazione mentre all’esterno, la sua forma richiama il bevante, la parte superiore del calice (quella che accoglie il vino) per esaltare le qualità organolettiche a partire dall’evoluzione fermentativa.
Qualcuno relega il Tulipe alla sola tendenza. Si sbaglia.
I vigneti a Bolgheri |
Con il ritorno del cemento, ormai riconosciuto come miglior contenitore per la sua inerzia termica e lo scambio di ossigeno, ecco il diffondersi di studi particolari come il “tulipe”. E Silvia Cirri, titolare nonché anima del Podere Conca ne è orgogliosa.
“Quando vivi una terra da generazioni ed essa ti ha dato tanto, nasce spesso il desiderio di migliorarla e valorizzarla per lasciarla alle generazioni future in grado di dare emozioni ancora più grandi”.
Insieme a Silvia, seduti ad un tavolo nella moderna cantina costruita un po’ lontana dal Casale, a parlare di tecniche lavorative se pur “guidate” da quella filosofia abbracciata da tempo: conduzione agricola biologica seguendo i valori ereditati dalla storia del Podere Conca in quel di Bolgheri.
“Sono orgogliosa di poter affermare che oggi il Podere Conca è una delle emergenti aziende vinicole Toscane.”
→Cosa allevate a Podere Conca
“Un territorio, che nutre diverse tipologie di uve: dal Cabernet Franc al Cabernet Sauvignon, dal Ciliegiolo al Sauvignon Blanc, dallo Chardonnay al Viognier. Varietà che danno vita ai vini Agapanto, Apistos e il bianco Elleboro”
→Due parole sul vostro OLIO
“L’olio extravergine di oliva toscano biologico di Podere Conca si ricava dalle varietà Frantoio, Moraiolo e Leccino. Il risultato è un olio di colore giallo-verde con riflessi dorati, che all’olfatto presenta un’indole fruttata e una leggera nota di carciofo: una degna testimonianza dell’eccellenza toscana”.
→ E del Casale ne vogliamo parlare?
“Posto lungo la Via Bolgherese, è uno dei pochissimi ad aver mantenuto le pareti di pietra a vista e le tradizionali imposte di legno rosso, presenti anche nel logo dell’azienda. Esempio di architettura colonica locale. I suoi muri possono raccontare una storia di passione, dedizione e tradizione familiare, un connubio che ha dato vita a una realtà fertile nella quale, alla storica produzione di olio extra vergine di oliva, si è affiancata la produzione di vino”.
→ Perché Podere Conca.
“Per la sua caratteristica forma: un terreno inclinato dai lati verso il centro, con la vecchia casa da sempre centro ed anima dell’azienda”.
L’occasione della presentazione della vendemmia 2019 di Apistós, l’immaginario, è stato motivo di assaggi anche di “altri fiori della serra” di Silvia.
Insieme a Silvia Cirri |
Elleboro e Agapanto. Il primo ad indicare il genere appartenente alla famiglia Ranunculaceae, il secondo alla famiglia delle Liliaceae, fiore dell’Amore.
- Elleboro 2020. Assemblaggio di Viognier, Chardonnay, Sauvignon Blanc. Solo inox. Ottimo, voto 89/100;
- Elleboro 2019. Ottimo, voto 88/100;
- Agapanto 2020. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Ciliegiolo. Cemento, tonneaux e barriques. Ottimo, voto 88/100 (giovanissimo);
- Agapanto 2019. Ottimo, voto 89/100. (in evoluzione);
Le Tulipe in cemento |
- Agapanto 2018. Eccellente, 93/100
- Agapanto 2017. Eccellente, voto 90/100;
- Agapanto 2016. Eccellente, voto 93/100;
- Agapanto 25015. Eccellente, voto 93/100.
“In famiglia avevamo un progetto, un’idea sul tipo di vini che avremmo voluto ottenere. Prima di piantare i vigneti ci abbiamo pensato e non poco. Abbiamo fatto prove con diverse caratteristiche. Infine assemblaggi insoliti, come l’aggiunta di ciliegiolo ai due cabernet e i risultati sono quelli di oggi”. Alle parole di Silvia aggiungo le mie deduzioni: vini non banali, eccellenti, che si discostano dall’uniformità che ha invaso il territorio di Bolgheri. Chapeau!
Urano Cupisti Visita effettuata nel settembre 2021 Podere Conca Via Bolgherese 196 Castagneto Carducci Tel: 324 0957941 This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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Le Tulipe in cemento |