L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Food & Wine (265)

 
 
 
 
Urano Cupisti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

La crisi Covid continua a tenere banco e nonostante tutti gli sforzi da parte della comunicazione ufficiale, la luce in fondo al tunnel non si scorge, neanche i primi barlumi. Registriamo sempre più dati allarmanti nel settore dell'agro-alimentare dove è collocata l'eno-gastronomia. 4.258 aziende fallite nel 2020 ei primi dati camerali del 2021 tenero al pessimismo. Le manifestazioni rinviate durante la pandemia atto I e II non si trovano spazio in quella atto III e già si parla, a settembre, di atto IV. Il Vinitaly, l'evento più importante in Italia, rinviato ufficialmente al 2022 con, forse, una mini-edizione rigorosamente b2b, business to business. A margine di questa devastante crisi c'è chi vedrebbe Milano capitale italiana del Vino (e non più Verona).Un vecchio ritornello che ogni tanto, qualcuno ben interessato, “rigorgheggia”. Ma qualche notizia buona, qualche frammento cosmico che ci faccia sognare, c'è? Le Donne della Birra in cattedra ad insegnare e formare nel mondo delle bionde. Ed infine le indicazioni dove trovare i migliori gelati secondo Gambero Rosso.

 

Frammento n. 1

La crisi Covid

Ne ho accennato in un frammento precedente. Nonostante l'agro alimentare nel 2020 sia stato il confronto che meglio è riuscito a reggere l'urto della crisi profonda dovuta alla pandemia, i dati ufficiali dell'Union Camere registrano ben 4.528 fallimenti di aziende agricole ei dati del primo bimestre 2021, in percentuale spalmabile su tutto l'anno, non sono affatto consolanti. Il Nord-Est il più colpito con 1.996 imprese che hanno chiuso definitivamente i battenti. Certo, considerando che il Made in Italy ha voce prioritaria proprio in questo comparto, non c'è da stare allegri. Per adesso, come soluzioni, solo buone intenzioni che vedranno i loro effetti nei programmi di investimento asseverati da Business Plan.“La qualità italiana ha bisogno di essere promossa e valorizzata su larga scala e l'aiuto dei Consorzi-Fidi può essere fondamentale nel determinare il successo di una visione imprenditoriale”. Parole, solo parole. Nel frattempo, dal 1 ° gennaio 2021 sono in vigore le nuove regole europee che modificano i criteri di classificazione dei debitori, la nuova definizione di default. E le banche ne tener conto!

Frammento n. 2

 

Annullato il Vinitaly.

Sul palazzo di Verona-Fiere sventola una “bandiera bianca”, quella della disperazione. Rinviato al 2022 la più grande manifestazione vinicola nazionale. Le nuove date: dal 10 al 13 aprile. “Tenteremo di fare Opera Wine il 19-20 giugno, Vinitaly International Academy (21-24 giugno), forse. Nella speranza che la campagna vaccinale, per quelle date, sia ad un buon punto. Sic et Non.

Frammento n. 3

Corre voce che si farà ad Ottobre.

Niente affatto !!! Voci fuorvianti che provengono da una lettura superficiale di una nota di Verona-Fiere. È in atto un tentativo organizzativo per un Vinitaly Special Edition 2021 riservato al “b2b”, business to business, in presenza dei buyer internazionali. Potranno partecipare o collegarsi in video-conferenza con i produttori per svolgere “gli affari”. Fondamentale potenziare l'azione di promozione sui buyer. Wine Lover dovete pazientare fino all'aprile 2022. Altrimenti, se avete le possibilità, volate in Cina, Brasile, Russia. Non si capisce il perché ma in quelle nazioni le Manifestazioni sono confermate.

 

 

Frammento n. 4

Ci risiamo: Milano vs Verona.

Iniziò Angelo Gaja ben quattro anni fa stanco di vedere al Vinitaly, turbe di ubriachi dare il meglio di loro. "Abbiamo bisogno di un appuntamento dedicato ai professionisti (come il Vinexpo di Bordeaux) senza l'assalto popolare come a Verona". Ora ne parlano diversi giornalisti, referenti di testate importanti, che cercano di dare voce alla necessità di rivedere la Manifestazione in vista di una ripresa e un nuovo necessario approccio alla stessa. Milano come città grande e meglio organizzata, dal punto logistico, di Verona ritenuta troppo provinciale ed inadatta al grande business.Daniele Cernilli, mitico Doctor Wine, ricorda che il pericolo è rappresentato dai tedeschi del ProWein tutto finalizzato al Trade (commercio) e che, in questo momento, sarebbe una guerra fratricida ingaggiare un braccio di ferro tra Milano e Verona. C'è chi ricorda che Verona è conosciuto all'estero come la capitale del vino italiano e chi insiste nel cambiamento sede per dare una svolta significativa. Personalmente sto con i produttori vinicoli. Del resto Milano ospita Wine Week. Vediamo come evolve, forse rappresenta la svolta.

 

Frammento n. 5

Le Donne della Birra a cattedra

L'Associazione Le Donne della Birra riunisce tutte quelle che lavorano nel settore o che amano la bevanda spumeggiante. Da fine aprile di quest'anno fino a gennaio 2022 daranno vita ad un loro progetto che la pandemia ha rimandato di un anno: corsi on-line a tema birraio con un target sia professionale che amatoriale. Partner sarà Formalimenti, una piattaforma di e-learning (tele apprendimento) a supporto dei corsi via web. Per saperne di più vale la pena sintonizzarsi con la diretta Facebook del 6 aprile, ore 18,30, che andrà in onda in simultanea su Donne del Cibo, Formalimenti e Donne della Birra. 

 

 

Frammento n. 6

Le migliori gelaterie secondo Gambero Rosso


L'estate si avvicina ed il consumo di gelato anche.
Gambero Rosso pubblica la guida delle gelaterie migliori d'Italia sulla base di quanto assaggiato dai loro esperti durante il 2020. Sulla base di cosa? Ingredienti insoliti e diversi, gusti golosi, tradizioni regionali. Ma anche la riscoperta di gusti antichi selezionando con pazienza protagonisti, valorizzando in particolare un gelato sì goloso ma anche sano e sostenibile. E gli esperti sono riusciti a scoprire anche il piacere, da parte dei maestri gelatieri, sconfinare nel mondo della pasticceria e della cioccolateria dando vita ad intriganti mix. Per saperne di più e scegliere i prodotti della gelateria premiata vicino casa: la guida online del Gambero Rosso.

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 
 Pasta alla Norma

A volte capita di mangiare un piatto molto conosciuto senza sapere la sua storia. Aggiungo: un piatto semplice fatto con prodotti dell'orto.

Pomodoro, sedani, basilico, melanzane, ricotta salata, condimenti tradizionali (aglio, olio, sale): Pasta alla Norma.

Dove è nata, il perché di questo nome?

 
 Vincenzo Bellini

È un piatto siciliano, precisamente catanese, che risale ad alcuni secoli fa. Una data precisa è difficile ipotizzarla anche perché da quando se ne parla era già presente nei piatti domenicali isolani. Il nome?

Sul nome esistono storie miste a leggende. Due su tutte. Una senza anima, l'altra più romantica , sentimentale, legata ad un'Opera Lirica: Norma di Vincenzo Bellini.

Francamente dalla trama dell'Opera con la sacerdotessa Norma, figlia del capo abbiamo dei druidi, non alcun nesso with un piatto di pasta. Allora?

La storia che definisco senz'anima è da attribuire ad un commediografo catanese, tal  Nino Martoglio che davanti ad un piatto di pasta così

 
 Nino Martoglio

condito e dietro richiesta di un suo giudizio, avrebbe esclamato "È nella Norma!" . Come dire "senza infamia ne lode".

L'altra, più sentimentale, sulla base di una ricetta reinterpretata e messa a punto da uno chef siciliano in occasione delle serate “meneghine” seguite alle prove, al Teatro La Scala di Milano, per la nuova opera lirica del grande compositore catanese Vincenzo Bellini . 

Arie, libagioni e pasta siciliana con le melanzane chiamata per l'occasione “Pasta alla Norma”.

C'è chi è pronto a giurare che il musicista, dopo il "fiasco" della prima alla Scala, ha trovato ispirazione nel comporre la cavatina Casta Diva , aggiunta in un secondo momento per rimediare al fiasco stesso, proprio mangiando un piatto di Pasta alla Norma.

 
 La cavatina Casta Diva

È notizia di questi giorni, che la “pasta alla norma” e la candida come patrimonio culturale gastronomico dell'Unesco. Chapeau!

Urano Cupisti

 
 

Un progetto accarezzato da tempo grazie all'interesse sempre più diffuso per questo piatto simbolo delle tradizioni culturali e gastronomiche tramandate da generazioni in Sicilia diventando, anno dopo anno, un piatto nazionale. Buon appetito e Chapeau!

Urano Cupisti, l'Eretico del Vino e non solo!

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

La forza della disperazione. Non ho altro titolo per questo periodo che viviamo. Siamo in piena pandemia atto III , già parlano di atto IV all'orizzonte. Adesso tutti si rivolgono alla psicologia rispolverando il termine resilienza ovvero “la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà”. Allora la domanda “quando ne usciremo” diventa quanto “resilienti saremo”. Nel mondo dell'enogastronomia tutti impegnati a rimandare le manifestazioni o inventarsi incontri come Benvenuto Brunello Off o mantenere i contatti con video-conferenze, video-corsi, video-assaggi ecc, ecc, ecc… Adesso anche sul fronte vaccini, nei quali confidavamo la riscossa, regna il caos.Si salvi chi può mentre i dati che registriamo risultano inflessibili: nel 2020 ben 4.258 aziende agricole sono fallite!

 

Frammento n. 1

La chiamerei la “forza della disperazione”.

Di fronte ai Dpcm che non danno scampo a nessuna iniziativa, Il Movimento Turismo del Vino, spinto dalla forza della disperazione, programma, organizza come se fossimo ormai lontani da ogni forma pandemica. Vigneti Aperti, Cantine Aperte e Calici di Stelle prossimi appuntamenti “in sicurezza”. Iniziative che giganti erano in grado di muovere “milioni di winelover”. Vigneti Aperti programmati dal 20 marzo prossimo. Sogno o son desto? Previste visite contingentate (!), Solo su prenotazione (quanti '). Con le zone rosse che prolificano di settimana in settimana?

 

Frammento n. 2

Tenuta Alois Lageder: via (in parte) dalla Doc Alto Adige.

Sembra una notizia di poco conto ma, nel mondo del vino, non è così. Uscire da certi vincoli di produzione regolamentati dalle Doc ed incamminarsi verso quella che i Lageder hanno definito "libertà necessaria per meglio esprimersi". È tanta roba. Anche perché l'azienda Lageder rappresenta il maggior azionista del Consorzio Alto Adige Doc . Per adesso solo Löwengang Chardonnay si vestirà in etichetta come Igt Vigneti delle Dolomiti ma presto anche le linee “capolavori” e “composizioni” seguiranno la stessa strada."A causa del cambiamento climatico dobbiamo essere aperti a percorrere nuove strade per poter enfatizzare la vivacità, la freschezza e la precisione dei nostri vini anche in futuro" parola di Helena e Alois Clemens Lageder.

 

 

Frammento n. 3

Antica Torino, vermut bianco

Preferisco scriverlo come è stato pensato nel 1800: Vermut e non alla francese Vermouth . Fatta questa precisazione rilevo che c'è aria di rinascita intorno a questa particolare bevanda nata in una liquoreria vicina a Piazza Castello, nel centro di Torino. Oggi parliamo dell'evoluzione dell'antica ricetta ad opera di Filippo Antonelli, Vittorio Zoppi e Paola Rogai proprietari dell'Antica Torino. Un Vermut Bianco ottenuto dopo diversi esperimenti arrivando alle conclusioni che le estrazioni in acqua e alcool fornivano sapori più immediati e lineari. Dopo prove di macerazioni separate e aggiunte in dosaggi diversi si è trovata la formula che racchiude in sé sentori floreali, aromatici e speziati. “Da bere come aperitivo, prima dei pasti” il consiglio dei produttori. Un ulteriore suggerimento? Provatelo come “after dinner” non ve ne pentirete. Distribuito in Italia da Sagna: una garanzia di successo.

 

Frammento n. 4

Ahimè. Produzione di Olio: la Grecia ci scavalca.

Adesso siamo terzi dopo l'irraggiungibile Spagna e la vicina Grecia. L'Italia perde il secondo gradino a causa del netto calo produttivo registrato nelle regioni olivicole più importanti: Puglia, Calabria e Sicilia. Qualcuno accenna alla situazione pandemica del paese. Anche in Spagna e Grecia hanno problemi con il Covid. I problemi sono ben altri.

 

Frammento n. 5

Il Covid è riuscito a dividere i produttori “naturali”

Tre sono le associazioni a livello nazionale che rappresentano i “produttori naturali”: ViTe (Vini e Territori), VinNatur e ViniVeri. Fino a pochi giorni fa il loro slogan comune era: “Fare rete”. È bastata la terza ondata pandemica ad annullare l'iniziativa prevista per gennaio 2021 ad incrinare il loro sodalizio. I più informati raccontano di liti, incomprensioni. Angiolino Maule , guru di VinNatur, per continuare “pretende” che tutti debbano accettare di farsi controllare, essere produttori naturali veri. A questo punto ViniVeri si è defilata. Per adesso sono rimaste in due ma “attendiamo novità sui vaccini”. È probabile che corrano nuovamente per conto proprio.

 

Frammento n. 6

Anteprima Vini della Costa “scivola” al 5 e 6 giugno (per ora).

Lucca torna ad ospitare i profumi ei sapori della Costa Toscana nell'annuale rassegna dei viticoltori delle province bagnate dal mare Tirreno: Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto. Un viaggio indimenticabile attraverso oltre 600 etichette. Come sempre saranno le prestigiose Masterclass ed i numerosi laboratori di degustazione ad offrire gli approfondimenti aggiuntivi. Incrociamo le dita, che sia la volta buona per ripartire!.

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 
 birra da vino

Villaga, un piccolo paesino di circa duemila anime, posto all'inizio dei Monti Berici. Ci troviamo nella parte meridionale della provincia di Vicenza.

Fu oggetto di una mia visita, alcuni anni fa, alla ricerca di quella “strana produzione” di birra da vino.

Ne avevo sentito parlare e la notizia mi incuriosì. Un mondo straordinario dove vino e birra si congiungono dando vita ad un connubio che ha dell'incredibile.

 
 bottaia

Non una novità assoluta nel mondo variegato delle birre ma quella cantina-birrificio vicentina rappresentava e rappresenta tutt'oggi una particolarità unica nel suo genere: produrre solo birre da vino utilizzando mosti della propria produzione vinicola.

Da Siemàn era ed è tutto diverso. Andrea Filippini , uno dei tre fratelli, l'appassionato che ha l'onere della produzione delle birre, utilizza mosti di garganega, moscato bianco, tai bianco, incrocio manzoni (vitigni a bacca bianca) e tai rosso, corbinona, turchetta, cabernet sauvignon , pinot nero (vitigni a bacca nera) , sia individualmente che in blend, prodotti nella propria cantina di Villaga, per elaborare e realizzare le "sue" ed uniche nel suo genere Italian Grape .

Già il nome dell'azienda Siemàn, che in dialetto veneto significa “sei mani”, ovvero quelle dei tre fratelli Marco, Daniele, Andrea Filippini , testimonia la filosofia di produzione centrata sul rispetto dei ritmi naturali e mancanza di manipolazioni durante le fasi delle

 
 i tre fratelli Filippini

vinificazioni . Tutto dalle sei mani .

Ed ecco le realizzazioni di vini bianchi e rossi, buona parte ottenuti da vitigni prettamente locali come il Tai bianco e rosso , conosciuto meglio come Tocai che, a seguito della nota vicenda europea, ha dovuto cambiare nome in Friulano nella regione Friuli e Tai in Veneto , la Corbinona , da non confondere con la Corvina o Corvinone, tutt'altro vitigno e la Turchetta , la più conosciuta e diffusa da quelle parti.

Fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, utilizzo di botti di legno, tini di cemento e acciaio, niente filtrazioni, per arrivare alle etichette con nomi che identificano la natura dei vini stessi:

 
 Sarà vino o birra?

- Occhio al Rosso;

- Occhio al Bianco;

- Mosca Bianca (come dire particolare, unico o semplicemente ricordare che il vitigno principale è Mosca to);

- Camaleonte (uve bianche e rosse insieme);

- Doppio Gioco (la presenza del Cabernet Sauvignon ad indicare locali ed internazionali?);

- Lesa Maestà (presenza del principesco Pinot Nero);

- Prato Alto (indicare la provenienza dei vitigni utilizzati);

- Rosavìa (con utilizzo SETTORE di damigiane prima dell'imbottigliamento).

 
 la birra assaggiata

E le birre?

Il mondo di Andrea. “Il punto di partenza sono le nostre uve. A seconda dell'annello e degli equilibri organolettici che cerchiamo, le destiniamo in parte alla produzione delle birre. In ognuna di esse è presente il nostro territorio, il nostro lavoro in campagna e il legame con i nostri vini. La fermentazione, la maturazione e l'affinamento avvengono, lentamente, in botti di legno, senza forzature, scorciatoie o controllo tecnologico del processo. Tutto qui ”.

- Agriturismo Ale Istà

- Agriturismo Ale all'uva Istà Special Edition;

- Wild Sour con uve Incrocio Rosso;

- Wild Sour con uve Incrocio Bianco;

- Wild Berliner wasse con uva Funky Rose;

- Wild sour con uva Bucce;

- Radici Wild Sour Ale;

- Wild sour Ale negà;

- Wild Sour Ale con More e uva Berry Hills;

- Wild Sour Ale con mele e fiori di sambuco Samba.

Nel precedente periodo di Zona Gialla , presso un amico proprietario e gestore di un bar conosciuto dalle mie parti con la passione delle birre, in particolare quelle strane , mi sono ritrovato di fronte ad una Seimàn Wild Sour con uva Incrocio Bianco . E il ricordo della visita di alcuni anni fa a Villaga, nel vicentino, è ritornato alla mente. Chapeau!

 

Urano Cupisti

 

Assaggio effettuato sabato 13 febbraio 2021.

Siemàn

Via Croce Nera, 1- Villaga (VI)

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www.sieman.it

 
 Ingresso all'Acetaia

“Da sempre, in Italia, l'aceto è relegato a mero difetto di cantina la cui collocazione ideale è solo sotto il lavello tra flaconi di roba chimica per pulire. Peccato che quell'aceto che si usa per togliere il calcare non abbia niente a che spartire con il prodotto agricolo e nobile che deriva da una seconda emancipazione dell'uva. Una seconda fermentazione che richiede mesi se fatta in modo artigianale e che pretende una materia prima buona selezionata senza scrupoli, esattamente per come si dovrebbe fare quando si fa vino ”.

Questa è l'introduzione ad un articolo sull'Aceto scritto recentemente da Andrea Bezzecchi su Vinix Digest che mi ha colpito per la sua “fotografia” di una realtà diffusa che, ahimè, è quotidianità.

 
 interni, affinamento

E non parliamo del mancato riconoscimento dell'Aceto Balsamico Tradizionale tra i prodotti del Made in Italy, unico nel suo genere ed apprezzato dai “veri gourmet” in tutto il mondo (da non confondere con i gourmand, i ghiottoni). Ce ne dimentichiamo troppo spesso eppure…

La curiosità di controllare “questa verità”. Aprire lo sportello sotto il lavello e controllare. Amara constatazione. Tutto vero, mescolato tra i flaconi di liquido per piatti, ammorbidenti, sgrassatori, quel flacone di aceto con il compito, anche lui, di liquido per le pulizie. E l'altra scoperta quella bottiglietta di Aceto balsamico e basta, usato per condire. Eppure quella bottiglietta strana fornita alcuni anni fa ad una manifestazione e pagata un occhio della testa, mai aperta, deve essere da qualche parte. Trovata!

E da lì la mia ricerca, il ritrovare gli appunti “scolastici” sul sistema di produzione, la degustazione e un abbinamento improvvisato: gelato fior di latte con tracce di Aceto Balsamico Tradizionale , l'estasi del palato.

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Giuseppe Giusti.

“LA PIÙ ANTICA ACETAIA D'ITALIA: 1605. Dal XVII secolo la famiglia Giusti cura il suo Aceto Balsamico, tramandando una ricetta che si traduce in armonie di gusto e in prodotti d'eccellenza apprezzati in tutto il mondo”. Inizia così la mia ricerca tra le pagine del sito online, la lettura della Storia fino alle indicazioni dell'assaggio.

controlli nel tempo

Maledetta pandemia! Altrimenti sarei saltato sulla mia macchinina e via, percorrendo l'Autocamionale della Cisa destinazione Modena, località Lesignana, Acetaia Giusti, in via Quatro Ville 155.

Mi devo accontentare “della visita a distanza”. Però con l'assaggio vero.

“Ottenere un grande aceto balsamico dipende dalla competenza, esperienza e sensibilità di chi lo produce e dal tempo lungo di maturazione e invecchiamento. Orgogliosa di un saper fare affinato in oltre quattrocento anni di storia, Acetaia Giusti affianca al rispetto per la tradizione una filosofia produttiva moderna e sostenibile, che valorizza le persone e il territorio in cui opera ”.

Procedo nella lettura e mi immedesimo tra i legni del lungo affinamento.

Il mio assaggio

“Antichi legni celano il segreto dell'inconfondibile aroma Giusti E 'nel legno delle botti antiche in cui invecchia l'aceto che da sempre si cela il segreto del balsamico. Servono decenni - quando non secoli - perché il legno e il mosto si nutrano l'un l'altro. Nell'acetaia Giusti vi sono oltre 600 botti risalenti al 1700 e al 1800, da cui si ottengono le estrazioni più pure, responsabili dell'inconfondibile aroma Giusti. Più antica è la botte, migliore sarà il prodotto che si otterrà, poiché questa rilascerà sempre meglio le essenze del legno e gli aromi balsamici che negli anni vi hanno soggiornato ”.

Giuseppe Giusti fu tra i primi a fissare per iscritto, dopo secoli di tradizione orale, le regole per ottenere un "perfetto Aceto Balsamico". Il suo testo, redatto nel 1863 in occasione dell'Esposizione Agraria di Modena, indica come ingredienti fondamentali la scelta delle uve, la qualità dei recipienti e il tempo. La cura per le materie prime, il tempo lungo di invecchiamento richiesto e particolarmente prezioso.

"Qualità delle uve, sistemi di cottura, rincalzi e travasi, tempi lunghi o lunghissimi di invecchiamento: sono questi i fattori che un grande acetiere deve saper gestire per ottenere un risultato ottimale".

L'Acetiere. Maestro di un'arte antica, è lui che verifica costantemente la qualità dell'aceto prodotto, prendendo in considerazione i parametri salienti come il colore bruno scuro, carico e lucente, l'odore intenso, che nasconde profumi d'uve e sentori di legni pregiati, l'agro scaturito dalla lenta acetificazione, e la complessità degli aromi derivati ​​dai passaggi nei botti di diversi legni che compongono la batteria. Segue l'evoluzione del balsamico durante la sua permanenza nelle botti, prendendosi cura di rincalzi e travasi da un vasello all'altro.

l'abbinamento descritto

“E c'è chi al fuoco di una lucerna veglia sino a tardi d'inverno intagliando torce con un ferro affilato; mentre la moglie, alleviando il canto la lunga fatica, tesse con un pettine stridulo la tela o consuma al fuoco il liquido dolce del mosto, schiumando con foglie il che bolle in pentola ”. (Virgilio, Georgiche, libro primo. 30 ac)  Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggio effettuato il 18 febbraio 2021

Gran Deposito Aceto Balsamico Giuseppe Giusti Srl

Strada Quattro Ville, 155,

località Lesignana

41123 Modena (MO) - Italia

Telefono +39059.840135

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www.giusti.it

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

 

 

Siamo nuovamente nel bel mezzo della pandemia. Ora abbiamo anche “le varianti”. Proprio non ci vogliamo privare di niente. Assistiamo a continui rinvii, “tiriamo la palla avanti”, impossibile programmare. E il governo ci mette del suo. Siamo veramente in “una valle di lacrime” (amara constatazione).

Proviamo a tirarci un po 'sù (con l'accento rafforzativo alla Bacchelli) con notizie, alcune buone meno altre e scoperte di abbinamenti. Nella speranza che, in qualche angolo del mio cosmo, riesca a trovare quella luce in fondo al tunnel che non sia nuovo un treno ad alta velocità. Cin!

 

 
 Kurhaus

 

Frammento n. 1

Fioccano i “rinvii dei rinvii” delle manifestazioni.

Dopo Terre di Toscana anche il Merano Wine Festival getta la spugna. Appuntamento a Novembre 2021 !!!

 

 

 

Frammento n. 2

Vernaccia di San Gimignano: femminile, singolare.

“Siamo pronti. Appena la pandemia e le sue varianti lo permetteranno, noi della Vernaccia di San Gimignano lanceremo una nuova e impattante campagna di valorizzazione della Denominazione ”. Queste le parole della Presidente del Consorzio, Irina Guicciardini Strozzi. Il concetto: una missione per tornare ad essere un vino di punta nel panorama nazionale ed internazionale. La nuova suggestione creativa? Partendo dai valori di storicità, di legame con il territorio ed unicità. Proprio l'unicità, il suo approfondimento nella ricerca della novità come nuovo elemento della missione: unica denominazione toscana declinabile al Femminile Singolare.Una vera e propria Regina, la Regina Bianca “Ribelle” nella terra dei Re Rossi. Anche perché è assodato che la Vernaccia di San Gimignano è un bianco ribelle , il bianco che non ti aspetti, che va contro gli stereotipi e che non accetta compromessi. Ed allora largo alla Vernaccia di San Gimignano, femminile e singolare.

 

 

Frammento n. 3

A scuola di tappi

Una tappatura del vino finalmente affidabile. “Tecnologia ArdeaSeal ”, la garanzia dell'eccellenza. Una progettazione accurata, una ricerca senza compromessi di materiali, una ingegnerizzazione di processi all'avanguardia e ampi programmi di test effettuati. Un'anima innovativa con garanzia assoluta di prestazione. Materiali, processi produttivi e possibilità di personalizzazioni, sinonimi di eccellenza e valida alternativa ai sugheri tradizionali.

 

 

Frammento n. 4

Ahimè. Accade anche questo nel mondo del vino.

Furto di “barbatelle” alle Tenute de Corato in Puglia. “Un durissimo colpo - commenta Carlo de Corato , mecenate aziendale - In questi giorni avremmo dato il via all

 
 Barbatelle

a parte terminale di un grande progetto per lo studio di varietà autoctone come il Bombino Nero e il Nero di Troia ”.

Insieme al Prof. Attilio Scienza e il Crea di Turi, l'Azienda Serena dei de Corato, da tempo stavano studiando i due autoctoni ed avevano preparati terreni per 10 ettari dove collocare ben 35.000 barbatelle . Tutte rubate per essere vendute al mercato nero.

“Di certo non ci fermiamo - continua l'ottantaduenne Sig. Carlo - ne abbiamo recuperato un migliaio dal vivaista nostro fornitore e giuro che questo non sarà l'ultimo vigneto che pianto ” . Chapeau!

 

 

Frammento n. 5

Birre itineranti e la Nouveau Houblon

Il Birrificio del Forte , la bellissima realtà versiliese, lancia sul mercato il risultato di un progetto denominato: birre itineranti, birre cartolina . Dai viaggi del mastro-birraio Francesco Mancini , le cartoline delle tipologie legate ai territori in cui ha fatto tappa, convertendo le emozioni provate in una da spedire al suo birrificio e condividerla con la vasta clientela. Ecco pronta la nuova cartolina: la Nouvau Houblon : una triple Ipa, ossia una Belgian Ipa.

“Al naso arriva un sentore di pasta frolla e miele, ananas e pera (Kaiser) sotto spirito; fiori di cotone e di zagara; noce di cocco, pompelmo candito e vaniglia; cipresso ed eucalipto. In bocca la sua complessità non è invadente e lascia grande spazio ad una pericolosa scorrevolezza. Un retrolfattivo che riporta la determinazione alle note fruttate con una punta di amaretto che spicca al centro della bevuta. Finale amaricante che porta per mano il grado alcolico arrivando con grande disinvoltura al finale pulito e asciutto ” . www.birrificiodelforte.it

 

 

Frammento n. 6

La provocazione: abbinamento Birra e Pesce

Simone Cantoni , guru nel panorama delle birre italiane, sul numero del 14 febbraio di Cronache di Gusto, propone questa provocazione: abbinamento di alcune birre con pesce, nella fattispecie il merluzzo. Quattro le birre segnalate: la Zwickel , a bassa fermentazione, 4,8% il titolo, la English Ipa , 4,6% di titolo, l'American Ipa , con i suoi 5,8% di titolo ed infine la Belgian Blond Ale , 6,2% di titolo. Simone ovviamente nell'articolo-provocazione racconta le qualità delle birre ed il perché delle

 
merluzzo e cicoria 

scelte.

E il merluzzo cucinato vieni? Con cicoria , per un profilo amaricante del cibo. Insomma, a detta di Simone (condivido) un piatto ricco di virtù. Bocconi soffici cotti in padella con semplicità: olio extravergine d'oliva e poco sale. Cicoria saltata a parte con aglio e sale pronta per essere aggiunta al piatto di portata. Un connubio tra mare e terra dove la birra ha il compito di “abbassare” il previsto sentore ittico del merluzzo e appianare l'amaricante della cicoria. Una bella sfida (perdonami Simone se continuo a definirla “provocazione”). Termino con le parole dello stesso Simone Cantoni: abbinamento birra e pesce? “Acculturazione alimentare”. Chapeau!

 

Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

Verrebbe da dire: "Anno nuovo, problemi soliti". La pandemia è lontana dal dissolversi, le vaccinazioni sono nel caos più completo e mi astengo dal commentare quanto avvenuto il 27 dicembre. Registriamo i “cambi di colore” delle regioni che, nel tentativo di farci vivere attimi di normalità, creano tanta, tanta, tanta confusione. Il comparto della gastronomia è “in ginocchio”, quello del vino puro, anche se non sembra. Assistiamo nuovamente agli ennesimi “rinvii” di quelli che rappresentano i motori dell'economia vinicola (le manifestazioni) con danni inverosimili, giganteschi. Sembra di registrare il “si salvi chi può”. E gli organizzatori non sanno più cosa inventarsi (teleconferenze, degustazioni a distanza, manifestazioni virtuali).E il vino rimane in giacenza.

 

 

Frammento n. 1

Fioccano i “rinvii dei rinvii” delle manifestazioni.

Terre di Toscana , già rinviata ad aprile 2021 è stata definitivamente annullata per l'anno in corso. Prossima edizione: marzo 2022.

Nel 2021 non ci sarà l'edizione del Premio Nonino . Se ne riparla il 29 gennaio 2022. “Impensabile poter giudicare a distanza ed impoverire un illustre Premio”. Così il comunicato diramato dalla Famiglia Nonino.

 

 

Frammento n. 2

Prosecco Doc, mezzo miliardo di bottiglie superate.

Lo dico subito: personalmente non festeggio. “Si tratta di un traguardo storico - commenta il Presidente del Consorzio Doc, Stefano Zanette - però non è costituito di certo un punto di arrivo”. E aggiunge: "una delle sfide che ancora ci attendono è quella della maggior caratterizzazione delle produzioni". This la dice lunga sulla qualità, molte volte, “ballerina”. Attenzione, stiamo parlando della Doc, quella che si estende da Trieste fino a Rovigo. La Docg, nelle versioni Conegliano Valdobbiadene e Asolo, è tutt'altra cosa. Certo dal lato matrketing ne azzeccano una dietro l'altra. Basti pensare al fenomeno recente Prosecco Rosé, inventato dal nulla. Basti pensare che si parla di “vitigno prosecco rosé”.Non mi sono sbagliato a scrivere. Lo ripeto: “vitigno prosecco rosé”. L'onnipotenza dei messaggi pubblicitari.

 

Frammento n. 3

Alla Bubble's Italia non demordono. Bravi!

Festival Spumantitalia non si ferma e annuncia la nuova location per la terza edizione. 11-12-13 giugno presso la storica Villa Venier di Sommacampagna (Vr) a pochi chilometri dal Lago di Garda e dalla città di Verona. Tutto nuovo e diverso soprattutto nell'impostazione e nello svolgimento delle singole attività. La terza edizione si contraddistinguerà non solo per la positiva ripartenza, ma per l'idea che ne distinguerà i contenuti. Parola di Bubble's Italia. Bravi !!!

 

 

Frammento n. 4

I vermi sono commestibili !!!

Mangeremo cibi realizzati con farina di vermi essicati. Pubblicato il parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Tenebrio molitor larva , così si chiama e presto potremo trovarlo sotto forma di farina nella nostra alimentazione. E non occorrerà dichiararlo in etichetta. Secondo l'autorità europea (Efsa) i vermi sono sicuri e possono essere mangiati anche interi.

 

Frammento n. 5

CAKE, il motociclo elettrico innovativo ideato per il delivery

Cambiano le regole del food delivery. Consegne che provengono rispecchiare tutte le garanzie igienico-sanitarie e soprattutto le temperature di servizio. Mantenere i cibi sia caldi che freddi fino alla consegna. Pensate ad una pizza e / o ad una torta gelato. Un contenitore a temperatura controllata, sia calda che fredda, alimentato elettricamente. Una batteria che si ricarica con il motociclo in azione. Rispettare il cibo, i sapori, la sostenibilità.

 

 

Osse rvo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)

 
 Cesanese Vignalibus

Oggi rientrano nelle italiche rotte enoiche

Ogni territorio connesso alle province laziali nasconde “tesori” enoici con radici storiche legate ad episodi tramandati nei secoli.

 
 Frascati Merumalia

Devo dire che, anche nei percorsi didattici, i vini del Lazio, i suoi vitigni e territori, vengono trattati con molta sufficienza senza alcuna segnalazione di rilievo. Una delle anomalie che riscontriamo nel percorrere lo stivale fuori dalle “ italiche rotte enoiche ” privilegiate.

Aleatico di Gradoli , una chicca sconosciuta ai più, dall'eccellente personalità;

Est! Est!! Est!!! di Montefiascone legato a storie miste a leggende a ricordare le gesta del “coppiere” Martino;

Trebbiano e Merlot della provincia di Latina legati a storie d'immigrazione;

Vini dei Castelli Romani , con le doti uniche di semplicità e serbevolezza ricordati maggiormente nelle divertenti e spensierate gite fuori porta;

Vini dei Colli Albani , amati dagli intenditori gourmet delle lumache di San Giovanni;

Vini dei Colli Lanuvini bevuti a fiumi durante la colorata festa dell'Infiorata;

 
 Post con premio

Frascati , il più conosciuto e per lungo tempo esportato in grandi quantità. Un vino che tenta faticosamente di uscire dall'anonimato in cui è caduto;

Cesanese di Olevano Romano , la riscossa del Rosso laziale.

 
 Vinum Caecubum

Questi alcuni dei “Vini della Riscossa”; del tentativo in atto da parte delle nuove leve e generazioni di viticoltori che hanno deciso di riappropriarsi di antiche tradizioni, rivisitarle in chiave moderna, dedicando studi specifici ai terreni e vitigni, mettendo in opera allevamenti mirati ed utilizzando le nuove conoscenze di affinamento.

Il risultato? Molti personaggi appartenenti al mondo della comunicazione vitivinicola, si sono accorti delle nuove evoluzioni, hanno iniziato a calpestare le vigne laziali, penetrando nelle segrete delle nuove cantine, diffondendo nomi di produttori e dei loro prodotti, divulgando la “riscossa”.

E le manifestazioni, vecchie e nuove, frequentate da innumerevoli wine lovers, a veicolare le scoperte delle varie eccellenze.

A chiudere il rinato cerchio magico dei vini laziali, non ultime le attenzione delle principali Guide Nazionali del settore.

Nel panorama dettagliato di queste ultime, trova uno spazio di rilievo la Guida Vitae 2021 dell'Associazione Italiana Sommelier dove una nutrita pattuglia di "sommelier certificati come degustatori ufficiali", hanno recensito un numero impressionante di vini. Il sunto del loro lavoro?

17 i vini laziali che hanno ottenuto le Quattro Viti (il massimo punteggio). All'azienda Merumalia e al suo Frascati Superiore Primo Riserva 2019 il prestigioso premio Tastevin

Vediamoli nei particolari:

Tastevin (il premio più importante) all'azienda agricola MERUMALIA e al suo FRASCATI SUPERIORE PRIMO RISERVA 2019. Il premio è andato in particolare alla memoria di Luigi Fusco , fondatore nel 2013 di Merumalia e da poco scomparso: alla sua capacità di intuire la vocazione della zona del Frascati e all'eredità raccolta dalla moglie e dalle 2 figlie. Un'azienda giovane ma con tanta ambizione per continuare un progetto di lungimiranza, completamente biologica, con una grande attenzione alla sostenibilità ambientale e all'innovazione. LA RISERVA è il punto di eccellenza della produzione di Merumalia: un vino che ha saputo raccogliere le caratteristiche dei vitigni del territorio che da sempre ha una vocazione perfetta per produrre vini di qualità.Un esempio di come un vino bianco possa rappresentare un territorio.

Quattro Viti (il massimo punteggio):

BOTTACCIO GRANDI ANNATE 2017 - Bottaccio;

 
 Tastevin AIS 2021

CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE COLLE FORMA 2018 - Giovanni Terenzi;

CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE LEPANTO RISERVA 2017 - Alberto Giacobbe;

CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE PILAROCCA RISERVA 2016 - Pileum;

CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE TORRE DEL PIANO RISERVA 2018 - Casale della Ioria;

CESANESE DI AFFILE CAPOZZANO RISERVA 2018 - Formiconi; CHARDONNAY ARS MAGNA 2018 - Ômina Romana;

FIORANO ROSSO 2015 - Tenuta di Fiorano;

FRASCATI SUPERIORE 2019 - Castel De Paolis;

FRASCATI SUPERIORE ABELOS 2019 - De Sanctis;

FRASCATI SUPERIORE LUNA MATER RISERVA 2019 - Fontana Candida;

FRASCATI SUPERIORE PRIMO RISERVA 2019 - Merumalia; HABEMUS ETICHETTA ROSSA 2017 - San Giovenale;

NOTTURNO DEI CALANCHI 2016 - Paolo e Noemia d'Amico; OLEVANO ROMANO CESANESE CIRSIUM RISERVA 2016 - Damiano Ciolli;

RADIX 2016 - Casale del Giglio;

ROMA ROSSO EDIZIONE LIMITATA 2017 - Poggio Le Volpi.

 

Altre menzioni speciali:

Azienda Agricola Monti Cecubi Vinum Caecubum rosso 2017. Premio Colpo al cuore;

Gabriele Magno Frascati Superiore 2018 Premio qualità prezzo

Proietti Cesanese di Olevano Romano Superiore Tenuta il Campo 2018 San Vitis Cesanese di Olevano Romano 2017. Premio qualità prezzo

Tenuta la Pazzaglia Grechetto Poggio Triale 2017. Premio qualità prezzo.

 

I vini laziali da oggi sono conosciuti ai più grazie ai racconti sensoriali ed esperienziali. Chapeau!

 

Urano Cupisti

 
 Bottiglie di un concorso

Sembra facile. Spesso, nelle degustazioni tra amici e / o in Banchi d'Assaggio non è che un gioco, a volte anche barando , per capire cosa abbiamo di fronte e magari apparire bravi per avere “indovinato” quel vino, quel vitigno, nel riconoscerlo dalla forma della bottiglia, da qualche indizio non ben coperto solo la perdita della concentrazione nella degustazione.

Diceva Émile Peynaud : "la degustazione è una disciplina tanto attraente all'apparenza quanto severa nella pratica" . Richiede molta concentrazione e una notevole capacità interpretativa.

Degustatori lo si è dopo aver conseguito un titolo? Non sempre.

Ritengo che si debba avere una formazione specifica, aver raggiunto ottimi livelli dopo un lungo apprendistato, pratica attenta, aver compreso i paragoni, i confronti.

Quest'ultimi hanno avuto modo di aumentare le manifestazioni delle attitudini sensoriali, le raffinatezze delle analisi, la precisione dei commenti. E la presentazione “alla cieca”, se preferita “degustazione coperta”, assume quell'importanza che caratterizza il vero approccio tra il degustatore e il vino degustato.

bottiglie coperte

L'adulazione di questa o quella etichetta non sostituirà mai la competenza espressa nell'assaggio di un vino coperto.

Blind Wine Tasting come affermano gli inglesi e gli americani (quest'ultimi meno inclini ad utilizzare questa forma di valutazione).

Quali sono le linee guida per una valutazione discreta alla “cieca”?

Non ci crederete; anche in questo caso ecco scendere in campo i francesi con le loro regole comportamentali dalle quali prendiamo ispirazione:

- Autenticità dei campioni da sottoporre alla degustazione;

- Trasporto e conservazione dei campioni per preservarne le caratteristiche;

- Anonimato perfetto dei campioni;

- Luogo di degustazione adeguato;

- Bicchieri adeguati e temperature di servizio;

- Numero di campioni limitato;

- Possedere padronanza delle affermazioni con descrizioni semplici e mirate;

- Bandire espressioni assurde roboanti senza alcun senso.

Un Banco d'Assaggio

Cosa non si deve assolutamente fare per non scivolare in errori grossolani, madornali, a volte al limite del ridicolo?

Come detto sopra provare ad indovinare utilizzando il calcolo delle probabilità, ovvero se non è zuppa è pan bagnato, con l'unica conclusione certa rappresentata dalla perdita della concentrazione.

Poi c'è l'insidia sempre nascosta ed intrinseca di credere di essere infallibili sottovalutando gli agguati celati dati dalla stanchezza nel degustare batterie in serie o perdere l'allenamento per assenze prolungate dai banchi od ai concorsi.

Sì per tutta la vita alle degustazioni alla cieca ricordando le difficoltà nel dare giudizi, perché col giudizio con cui giudichiamo saremo giudicati.

 

Impegnato durante un concorso

 

Urano Cupisti

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 Insegna

Ahimè, un luogo semplice da vivere tutti i giorni. Una ristorazione green dove accompagni piatti rivoluzionari con Vini Naturali .

“Oggi siamo molto più ristorante - racconta Lorenzo Vecchia , lo chef - la formula originaria prevedeva e prevederà l'inclusione di ogni momento della giornata, dando valore alla caffetteria, ai vini nella fascia pomeridiana, accompagnati da piatti dolci e salati. Ci sarà tutto il bello di quello che potremmo offrire del territorio, tutto in maniera facile ed informale. "

La carta dei Vini Naturali è seguita da Gian Marco Bucci . Non ho cambiato idea sui vini naturali e sul diffonderli con questo termine che crea solo confusione ma, nel caso di Ahimè, non saprei come chiamarli.

 
 Lo staff (foto di Francesca Fumagalli)

L'ambiente .

La prima cosa che va detta è che l'atmosfera che si respira invita alla convivialità. Minimale, essenziale, dove puoi apprezzare una cucina legata alla terra.

Dimenticatevi la trattoria alla bolognese; siete nel futuro, un futuro green.

Il servizio.

“Giovanile”. E con questo ho detto tutto. Attento, dove capisci che nulla è lasciato al caso, che gli studi fatti, le esperienze in altre realtà, hanno forgiato “questi ragazzi” in un'altra dimensione, quella del futuro.

I piatti.

 
 Lo spago

“Il menu è a prevalenza di materie prime vegetali. Cambia in funzione della produzione dell'Orto di Federico Orsi (vigneron e socio). Questa scelta comporta un menu ristretto perché la cucina di Ahimè trasforma realmente quello che la terra offre ”.

Segnalo due piatti assolutamente da provare:

Spago alla chitarra. Pollo. Limone. Prezzemolo (pasta all'uovo di soli tuorli), che viene tirato e cotto a servizio, mantecato con paté di fegato, cuore di pollo e brodo di cappone. E ultimato con qualche goccia di limone e prezzemolo fresco tritato sul momento.

Finocchio. Uva. Cipolla , con salsa di uva fermentata, finocchio cotto al burro, “ricacci”, ossia le varie foglioline, fiori di finocchio canditi, polvere di Negretto e cipolla candita.

 
 L a cucina

Ristorante alternativo?

No, non lo etichetterei così. Ristorante con un'impronta creativa volta ad una rivisitazione della tradizione. Non è sufficiente?

A caccia di talenti, scoprirli e parlarne.

Urano Cupisti

NB Tranne dove specificatamente, tutte le foto sono di Giulia Nutricati

Ristorante Ahimè

Via S. Gervasio, 6e,

40121 Bologna BO

Telefono: 051 498 3400

        

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