L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
“Mi raccomando, non lo chiamare Ippocrasso o preparato per vin brulé”.
È cominciata così una breve ma sostanziosa intervista con Alessandro Rabassi, giovane vignaiolo a sua insaputa. La location? L’Osteria Le Terme di Massaciuccoli (Massarosa, prov. di Lucca) a margine di una delle tante serate di…vine dove Alessandro ha presentato il “suo E.P.”, un vino aromatizzato particolare.
Particolare in tutto il suo percorso di preparazione.
- Come ti è venuta l’idea di produrre un vino aromatizzato e commercializzarlo?
“Dopo essermi trovato al posto giusto nel momento giusto, come spesso accade. E il posto nel momento giusto è stato quando sono entrato in possesso di una “ricetta antica” redatta da alcuni frati di un convento di Livorno”
- Ma dalla ricetta alla produzione che percorso hai scelto?
“Certo ha influito l’amicizia con un giovane produttore di vino della Valdera, in quella parte sud della Provincia di Pisa. Più precisamente nel Comune di Terricciola, località Soiano, che fa parte della Doc Chianti delle Colline Pisane: Azienda Davide Rizzato”.
- Che vino hai scelto?.
“Su consiglio di Davide mi sono orientato sul classico assemblaggio di vitigni toscani che solitamente danno origine al Chianti di quelle zone: insieme di sangiovese e canaiolo vinificati alla vecchia maniera in vasche inox”.
- Scusami, hai messo anche del miele? Perché così fosse sarebbe un Ippocrasso o ipocrasso, non credi?
“No. Mi sono attenuto fedelmente a quanto riportato nella ricetta dei frati livornesi. Dolcificato con fruttosio. La speziatura è data principalmente da cannella, chiodi di garofano e cardamomo verde. Quest’ultimo, come tu sai, è una spezia rara e preziosa dal sapore leggermente piccante e fruttato e riesce a dare al mio vino quel tocco che lo rende diverso dagli altri”.
l'intervista |
- Spiegami come procedi per aromatizzare il vino.
“Seguendo alla lettera quanto riportato nella ricetta. I Frati lo producevano utilizzando il vino che consumavano in convento e il loro scopo era produrre un infuso utile per alleviare i sintomi causati da tosse e raffreddore, mal di denti e per problemi di digestione. Dovendolo commercializzare come vino particolare indicandolo in abbinamento con alcuni dessert o come conclusione di un pasto, la preparazione prevede una macerazione della durata di 45-50 giorni in inox per poi pastorizzarlo a 70°. Altro non posso aggiungere perché deve rimanere segreto”.
- Lo hai chiamato E. P. Perché?
“E sta per prova, la n. 5 contraddistinta dalla lettera E, P per averlo pastorizzato. Tutto qui”.
Non è stato facile disegnare il ritratto di un promettente vignaiolo alle prime armi in un contesto di dedizione ai canoni di particolari vinificazioni. Parlare con Alessandro il tutto si è tradotto in frasi dirette senza alcuna retorica tipica dei produttori navigati. Le sue risposte che si collegano, senza compromessi, alla verità. Al momento nessuna concessione al marketing; solo un desiderio di far conoscere ed assaggiare il frutto di una sua invenzione.
L’Assaggio:
- EP vino aromatizzato. Base sangiovese e ciliegiolo, aromatizzato. Il vino alla base si mostra vestito di quelle note fruttate che lo rendono perfettamente bilanciato, da bere così com'è. L’aggiunta dell’aromatico lo rende di una dolcezza equilibrata che lascia un palato asciutto e rende il sorso appagante. A differenza di altri è il cardamomo verde che lo rende diverso, unico. Gradevole e dalla forte personalità, speziato nei profumi, pungente nel gusto.
E bravo Alessandro, sono sicuro che torneremo a parlare del tuo E.P. molto presto. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggio effettuato il 19 gennaio 2022
Alessandro Rabassi
Contatti:
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cellulare 349 7811823
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Incrociamo le dita. Pare che la luce in fondo al tunnel si riesca a vedere anche se si comincia a paventare un’altra ondata di nuova pandemia, una mutazione dell’Omicron. Ma la riflessione di oggi è verso “una pandemia diversa”, altrettanto letale. È un “virus” nato, per i credenti, da quel famoso morso alla mela; per i non credenti è intrinseco nel genere umano. La supremazia di uno sull’altro. Dove voglio parare? Sui venti di guerra tra Russia e Ucraina che colpiscono l’Italia più esposta degli altri paesi dell’Europa per i mix energetici molto inferiori. Gli aumenti dei prezzi delle nostre bottiglie di vino dovuto ai trasporti e i parte nei costi di produzione, è seriamente preoccupante. Altro motivo di forte preoccupazione è la notevole crescita, un vero e proprio boom, del vino cinese. Quando lanciai l’allarme nel lontano 2002 mi presero per matto. La fotografia dell’esistente in riferimento alle superfici vitate mondiali, è questa (fonte Corriere Vinicolo il giornale dell’UIV, Unione Italiana Vini): Prima la Spagna (944mila ettari), Seconda la Francia (753mila ettari), Terza la Cina (720mila ettari), Quarta l’Italia (671mila ettari), a seguire gli altri.
Chiudo questa riflessione provando a sorridere pensando che le Manifestazioni vinicole nel 2022 si faranno quasi tutte. Dobbiamo solo annotare nelle nostre agende le nuove date.
Frammento n. 1
Anche il vino italiano nella morsa degli aumenti.
Il 2022 si è aperto con un rincaro medio a carico delle aziende del 40% a bottiglia a causa di “una tempesta energetica” che peserà per 1,3 miliardi di Euro di costi aggiuntivi, tra aumenti monstre (straordinari, eccezionali, colossali) di bollette, materie prime e trasporti. I produttori di vino costretti a modificare i listini per non lavorare in perdita. È l’allarme lanciato da Unione Italiana Vini (UIV). Per l’associazione, che rappresenta l’85% delle esportazioni italiane del settore, si temono forti ripercussioni nel commercio con l’estero. L’Italia, infatti, è il Paese più esposto al rincaro di gas naturale ed energia rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su mix energetici differenti e policy di contrasto più efficaci. “L’ultimo decreto licenziato dal Governo la scorsa settimana non basta. Nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo”.
Frammento n. 2
Riordiniamo le date delle Manifestazioni previste nel 2022
Riporto le nuove date in ordine di effettuazione:
- dal 12 al 14 marzo, Wine&Siena;
- dal 13 al 14 marzo, Vignaioli di Montagna a Milano;
- 19 marzo, Primanteprima a Firenze;
- 20 marzo, Chianti Lovers, a Firenze;
- dal 20 al 21 marzo, Terre di Toscana a Lido di Camaiore (Lu);
- dal 21 al 22 marzo, Chianti Collection a Firenze;
- 23 marzo, Anteprima vernaccia di San Gimignano;
- 24 marzo, Anteprima Nobile di Montepulciano;
- 25 marzo L’Altra Toscana, a Firenze;
- dal 27 al 29 marzo, Sana Slow Wine, a Bologna;
- dal 9 al 10 aprile, Summa, a Magré (Alto Adige);
- dal 10 al 13 aprile, Vinitaly, Verona;
- dal 15 al 17 maggio, ProWine a Dusseldorf (Germania);
- dal 22 al 23 maggio, Terre d’Italia, Lido di Camaiore (Lu);
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Montefalco Sagrantino;
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Sagrantino, Montefalco (Pg)
- giugno, date ancora da comunicare, Anteprima Amarone, Verona.
Frammento n. 3
La Cina sempre più vicina.
vigneti cinesi |
Non ci credete nemmeno di fronte ai numeri? Dall’ultimo report stilato dal Corriere Vinicolo, il giornale dell’Unione Italiana Vino (UIV), questa è la situazione delle superfici vitate mondiali:
- Spagna 944mila ettari;
- Francia 753mila ettari;
- Cina 720mila ettari;
- Italia 671mila ettari.
Un altro dato? Nel 2002 la Cina aveva meno di 400mila ettari contro l’Italia che ne aveva più di 700mila. Fate due conti e…SVEGLIA!!!
Frammento n. 4
Noi Italiani non riusciamo a stare insieme nemmeno con l’attaccatutto.
Alle Anteprime Toscane, previste quest’anno a partire dal giorno 19 marzo, ne debutta una nuova: Anteprima dell’Altra Toscana. Dieci Consorzi rappresentanti tredici Denominazioni presentano le nuove annate. Piccole o meno conosciute, si ritengono non ben rappresentate da quei Consorzi tradizionali ritenuti “obsoleti e politicizzati”. E allora via per conto proprio. La location? Si parte con il “botto”. Addirittura insieme a Giotto, Brunelleschi, Masaccio che, nelle intenzioni dei “dissidenti” regalano valore e significato a ogni calice. Il Refettorio e l’Atrio del complesso Museale di Santa Maria Novella a pochi passi dalla Stazione Centrale. L’obiettivo è quello di raccontare una Toscana del Vino con punte di qualità sempre più alte. Rappresentate 13 DOP. “Tutelare i territori dove la Vite viene coltivata con arte da secoli”. E da quanto trapela negli ambienti fiorentini sarebbe il primo di altri “strappi”.
Frammento n. 5
Riccardo Illy, “adesso sono langarolo Docg”.
cantina Manzone |
Dopo aver acquisito l’Azienda Mastrojanni a Montalcino, Riccardo Illy sbarca in Piemonte, nel Barolo, ed acquista la Cantina Manzone di Monforte. Non solo un investimento ma portare a compimento quel progetto, il Polo del Gusto, che include anche nocciole e marmellate. “Diventare parte del territorio”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Azienda Carmazzi |
Mai titolo così azzeccato. Non è farina del mio sacco bensì ripreso dal sito internet dell’Azienda Carmazzi di Torre del Lago Puccini, frazione del Comune di Viareggio.
Ad attendermi Paola Paradisi in un sabato “assolato” del mese di dicembre. Vivere a “due passi” da questa realtà e non saperlo. Meglio dire non conoscere questa realtà che oggi vanta essere uno dei riferimenti nazionali del “mondo del peperoncino” e non solo.
Mi ha accolto nella saletta adibita a showroom, senza tanti fronzoli, dove ti trovi subito a tuo agio.
Fiori Eduli |
“Tutti i prodotti che vedi sono nati dalla nostra passione per la pianta di peperoncino, coltivata con metodo biologico da oltre 30 anni per ottenere un raccolto di prima qualità”. Il termine biologico riecheggerà diverse volte nella lunga chiacchierata, come appartenenza ad una fede abbracciata e professata in tutta la filiera che comprende, oltre a circa 50 tipologie di peperoncino, anche fiori eduli (commestibili), ecopiante.
- Com’è nata questa azienda e chi ne fu l’artefice?
“L’Azienda Carmazzi è nata oltre un secolo fa, qui a Torre del Lago Puccini. La prima attività dell’azienda è stata l’agricoltura estensiva, seguita dalla produzione di fiori recisi e ortaggi. Già allora, in particolare per gli ortaggi, si praticava il “biologico” quando ancora era praticamente sconosciuto”.
Nel frattempo ci ha raggiunto il marito, Marco Carmazzi, il figlio del fondatore Eustachio Carmazzi. È stato Marco a dare all’attività familiare quell’impulso produttivo portandola a specializzarsi nel florovivaismo, con la produzione di piante fiorite in vaso, piante aromatiche, basilico, fragole e… peperoncino.
“Sì, sono passati già cinquant’anni da quel 1970 quando incominciai a dedicarmi, anima e corpo, a questo lavoro, coinvolgendo successivamente anche mia moglie Paola, oggi pilastro non solo nell’amministrare l’azienda (e di burocrazia ce n’è tanta, tanta, tanta) ma anche in serra, con continui suggerimenti che, alla luce dei successivi risultati, risultano
Ingresso |
sempre vincenti”.
I numeri parlano chiaro alla Floricoltura Carmazzi: oltre 20.000 mq di serre con impianti ad alta tecnologia, 5.000 mq di superficie non coperta e una produzione annuale di oltre 2.000.000 di piante. Nel 2012 anche Giacomo, figlio di Marco e Paola, ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia.
- Vedo esposti numerosi premi, riconoscimenti, attestati per la qualità raggiunta…
“Nel 2012 alla 4° edizione di “Orticolario” ci aggiudicammo il primo premio per la realizzazione di un giardino innovativo dal titolo “Giardino d’Amor Novo” e nel 2013 a Londra alla 100° edizione del “Royal Horticoltural Society Chelsea Flower Show” fummo insigniti con la medaglia di bronzo per un’altra originale installazione fiorita, “The Sonic Pangea Garden””. È Paola ad indicarmi le due onorificenze.
- Mr PIC. Come è nato e cosa significa? Sempre Paola a rispondermi
“Mr PIC è il fiore all’occhiello della nostra azienda. Grazie all’ampiezza della nostra banca semi (ad oggi abbiamo catalogato più di 1.500 varietà), alle migliorie apportate alle tecniche di produzione nel corso del tempo e alle prestigiose collaborazioni, il brand Mr PIC vanta oggi un’immagine eccellente a livello nazionale ed internazionale”.
L'Erotico |
Marco, con un tono di voce riverente, rispettosa, ossequiosa, aggiunge: “Non possiamo non citare la collaborazione pluriennale avuta con Massimo Biagi dell’Accademia Italiana del Peperoncino ed esperto presso la Facoltà di Agraria del l’Università di Pisa. Massimo, venuto a mancare nel 2017, è stato per noi colui che ci ha fatto conoscere e produrre qui a Torre del Lago, l’Arlecchino Versilia®, il Rustico Versilia®, l’Habanero Clover®, il Dente di Coyote®, l’Habanero Gold®, l’Erotico®, il Capezzolo di Scimmia® e il rarissimo Pimento del Sahara®”.
- Da sempre il peperoncino, oltre per il suo carattere deciso a tavola, è conosciuto per le sue proprietà afrodisiache. La scienza ci ricorda che la capsaicina, principale responsabile della piccantezza, attiva i recettori del caldo presenti sulla lingua. Non solo; aumentando la sensibilità delle terminazioni nervose e del battito cardiaco, stimola il rilascio delle endorfine, come avviene nel rapporto sessuale. Ti accade nelle vendite giornaliere che vi siano richieste, magari bisbigliate, in tal senso?
Paola sorride e precisa: “Hai voglia tu. Tant’è che, a fronte di richieste dirette o indirette in tal senso, consiglio il nostro l’Erotico®, creato da Massimo Biagi. Alcuni lo considerano una sorta di viagra naturale. Una bomba! Provare per credere”.
Mi rivolgo ancora a Paola: - Non solo vendita, vero?
Paola spiega |
“Organizziamo tour nelle serre alla scoperta di curiosità e segreti sui fiori commestibili e sulla più ampia collezione di peperoncini d’Europa!. Toccare ed assaggiare tutte le nostre varietà di fiori eduli, descrivendone la coltivazione, le caratteristiche principali, le loro proprietà nutraceutiche significa accompagnare il visitatore in un viaggio sensoriale unico nel suo genere! A seguire la visita alla serra dei peperoncini, i frutti piccanti per eccellenza con la celebre collezione “Massimo Biagi”. I tour si concludono qui nello showroom Mr PIC in cui organizziamo una degustazione dei nostri prodotti al peperoncino e dei Fiori Commestibili BIO”. Cosa che ho fatto dietro i consigli di Paola.
“Sembra facile parlare del peperoncino”, Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 18 dicembre 2021.
Floricoltura Carmazzi
Via della Fontanella
Torre del Lago Puccini-Viareggio (Lu)
Tel: 0584 340941
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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
AIUTO!!! Non ci capisco più niente. Green Pass, Super Green Pass, Super super extra Green Pass, Virologi contro Virologi, Talk Show con i soliti che fanno finta di litigare, i vari Tg (sia chiaro, tutti) che in ogni edizione “spaventano e creano panico”, i NO VAX che imbrogliano le carte per non vaccinarsi, le mamme che hanno paura a vaccinare i loro bambini, i tri-vaccinati che non hanno più certezze, le farmacie prese d’assalto, i medici di base che non sanno cosa fare e, in questo caos completo, l’economia che cresce (così dicono i “colti”). Noi, nel nostro circoscritto mondo della ristorazione, dei produttori di vino, organizzatori della tanto sospirata ed attesa “ripresa”, registriamo: cali impressionanti di presenze nei ristoranti, un latente coprifuoco nei centro città dopo una certa ora, corsa spasmodica a fare tamponi per potersi “muovere”, i rinvii a raffica delle manifestazioni programmate, piani organizzativi delle aziende e dei produttori che finiscono “a schifio”, l’Europa mai così disunita (ahimé). Continuare ancora? AIUTO!!! Non ci capisco più niente e non so a chi dare retta.
Frammento n. 1
Gennaio, febbraio. Annullate le manifestazioni.
Al grido di “La pandemia corre di nuovo” riproposti alcuni grandi eventi,
programmati nel mese di febbraio, a marzo confidando che “omicron” esaurisca i suoi effetti e sia permesso circolare con maggiore libertà. Alcuni addirittura annullati per l’anno in corso come ViniVeri Assisi 2022. Riprogrammiamo le date nelle nostre agende:
- PrimAnteprima, quella organizzata dai Consorzi toscani si effettuerà sabato 19 marzo a Firenze, Fortezza da Basso;
- Chianti Lovers sempre a Firenze, Fortezza da Basso, domenica 20 marzo;
- Chianti Classico Collection, Firenze Fortezza da Basso, lunedì 21 e martedì 22 marzo;
- Anteprima Vernaccia di San Gimignano nelle storiche sedi nel centro di San Gimignano mercoledì 23 marzo;
- Anteprima Vino Nobile di Montepulciano, nella fortezza di Montepulciano giovedì 24 marzo;
- Anteprima l’Altra Toscana (la sede non è stata comunicata) venerdì 25 marzo.
- Grandi Langhe presso l’Ogr di Torino il 4 e 5 Aprile;
- Anteprima Amarone dal “freddo inizio febbraio al caldissimo mese di giugno (le date ancora da confermare”.
I problemi sono duplici: i mesi scelti sono impegnativi per le piccole aziende a carattere familiare che non dispongono di personale specifico addetto alle vendite e spesso le date coincidono con altri eventi a cadenza “naturale”. Gli addetti ai lavori di fronte a difficili scelte e conseguenti rinunce.
Frammento n. 2
Gli Stati Uniti e la Francia invece…
confermano le date programmate pronti ad accogliere tutti gli operatori nazionali ed internazionali del settore wine and spirit predisponendo le migliori condizioni possibili al grido: “non si può attendere di morire d’altro”. In particolare la Francia ha confermato che il 14 febbraio prossimo si apriranno i cancelli di Wine Paris & VinExpo Paris. Ma la Francia non è messa peggio di noi?
Frammento n. 3
Riceviamo dalle aziende
Il Gruppo Vinicolo Santa Margherita investe sul futuro della Maremma Toscana DOC
Acquisita la cantina Pieve Vecchia a Campagnatico. Con questa acquisizione il Gruppo vinicolo veneto della Famiglia Marzotto investe sulla Denominazione DOC Maremma Toscana e sui vini unici per stile e tradizione. La cantina Pieve Vecchia confluirà nella già conosciuta Tenuta Sassoregale contando così su di una estensione totale di 80 ettari. Oggi il Gruppo Santa Margherita conta ben 720 ettari vitati.
Frammento n. 4
Il Grignolino nipote del Nebbiolo e della Freisa.
L’avanguardistica cantina Hic et Nunc di Vignale Monferrato ha ospitato recentemente una tavola rotonda tecnica sul Grignolino e sulle inaspettate ipotesi di parentela con il Nebbiolo e Freisa. Anna Schneider, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, genetista di fama internazionale, nel suo intervento ha precisato: “La nascita di un vitigno è frutto di un momento e di un luogo ben precisi, potenzialmente svelabili con l’analisi genetica del DNA. Il Grignolino è figlio di un genotipo ricostruito, estinto o forse non ancora recuperato, a sua volta figlio del Nebbiolo e della Freisa”.
Frammento n. 5
Erbaluce: in vent’anni i vigneti aumentati del 77 per cento.
Rappresenta a mala pena l’0,5% del vigneto Piemonte eppure, questa piccola Docg, sta conquistando quote di mercato italiano ed estero. Tre le versioni prodotte con questo vitigno: fermo, spumante e passito. Quest’ultimo entrato a pieno titolo nelle “gemme enoiche italiche”. I numeri di questa Docg della zona morenica eporediese: 227 ettari di vigneti coinvolgendo circa 300 operatori tra produttori, vinificatori e imbottigliatori per una produzione annua di circa 1 milione e mezzo di bottiglie. Il passito 2021 che si potrà bere dal 2025 pare che sia una vera e propria “bomba”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Previsioni facili che si stanno avverando. Non siamo in lockdown ma questo spettro aleggia sopra di noi. Restrizioni già ufficializzate ed altre entrare in vigore. La terza dose di vaccino non basta più, prossimamente il via alla quarta. Il Super Green
Pass è superato. Ne serve uno ancora più selettivo e al momento siamo succubi dei tamponi che, per molti italiani, sono il primo appuntamento mattutino. Che dire? Le aziende dell'enogastronomia vivono nella totale incertezza e programmare l'anno che verrà risu lta estremamente difficile. “In questa valle di lacrime” cerco comunque di sopravvivere continuando l'umile “lavoro” di “raccoglitore di frammenti cosmici” da comunicare a coloro che mi seguono. Con le lacrime sul volto auguro a tutti “Buone Feste”.
Frammento n. 1
La Caviro di Forlì |
Fatturato CAVIRO oltre quota 390 milioni
La notizia non può che far piacere. Questa Cooperativa romagnola, la più grande d'Italia, ha raggiunto e superato l'obbiettivo prefissatosi alcuni anni fa. “In ogni casa degli italiani, in frigo, dovrà esserci una confezione di Tavernello” . Oggi non più una profezia ma una certezza. E il Tavernello, insieme alle altre produzioni di vino in tetra pack, insieme all'altro fenomeno tutto italico rappresentato dal Prosecco, portano la produzione vinicola italiana a salire (aggiungo trionfalmente), ogni anno, sul gradino più alto del podio mondiale come paese che produrre, in termini di quantità, “più vino al Mondo”. Ognuno è libero di pensarla come vuole!
Frammento n. 2
Wine Spectator ancora riferimento per le aziende.
Il Pinot Grigio di Lageder |
La rivista statunitense Wine Spectator, ancora una volta, è il riferimento mondiale per molte aziende. Quando pubblica la TOP 100 annuale inizia ad arrivare in redazione i comunicati. Come quello, “meritatissimo”, della tenuta altoatesina Alois Lageder. Il “loro” Terra Alpina Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti 2019 tra i 100 vini migliori al Mondo. “Questo vino nasce dalla collaborazione con numerosi viticoltori del territorio sempre più vicini alla coltivazione biologica e/o biodinamica che ci conferiscono le uve dando alla fine, con questo lavoro di squadra grandi soddisfazioni”. Questo quanto dichiarato da Alois Clemens Lageder alla notizia dell'inserimento nella TOP 100.
Frammento n. 3
vino albanese |
Alla scoperta del Vino Albanese
Ai più sconosciuto il vino albanese è oggi una realtà della quale sentiremo parlare spesso. Grazie alla collaborazione con AIS Lazio si è svolta a Roma “Alla scoperta del vino albanese”, una degustazione basata su 8 vini presentati da 7 cantine. Con i suoi 26.000 ettari vitati l'Albania ha iniziato a far conoscere la sua potenzialità viniviticola. Accanto ai tradizionali vitigni internazionali troviamo i numerosi autoctoni, quelli maggiormente sotto osservazioni per le loro potenziale peculiarità. Shesh, Kallmet, Vlosh, Debinë, Serinë, Pulës, Manakuq, tra i maggiormente coltivati. Albania, un territorio tutto da scoprire!
Frammento n. 4
Oltrepò Pavese, un serbatoio di Pinot Nero.
Oltrepò |
Oltrepò ovvero al di là del Po per i lombardi. Qui, da illo tempore, si produce il Pinot Nero che con il Riesling Italico, rappresentano i due vitigni meglio allevati. Il Pinot Nero con le sue tre anime . La prima, importante, limitata alla produzione per conferire le uve ad aziende fuori il tradizionale territorio, anche fuori regione; la seconda quella legata alla vinificazione in rosso; la terza per la produzione dei Metodi Classici. Se ne è parlato all'evento organizzato recentemente a Milano: “Talk'n'Toast-Conversazioni sul Pinot Nero”. Fare squadra per valorizzare e far conoscere il territorio ei propri vini.La rinascita dell'Oltrepò è iniziata.
Frammento n. 5
Cesari |
Cesari, la nuova cantina in Valpolicella
La storica azienda veronese, dal 2014 di proprietà del Gruppo CAVIRO (quello del Tavernello), ha inaugurato a Fumane la nuova cantina frutto di un investimento che si aggira intorno ai 20 milioni di Euro . Finalità è il raggiungimento di una produzione annua di 4 milioni di bottiglie suddivise nelle diverse tipologie: Amarone, Valpolicella Classico, Ripasso. “La nuova cantina di Fumane unisce insieme la tradizione e l'innovazione”. Ovvio che il tutto rientra nella logica dei grandi numeri. Con l'acquisizione di Caviro non poteva che essere così.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Il logo |
Bertolt Brecht ebbe a dire: “Prima la pancia piena e poi la morale”.
La coscienza di molti è a posto ripagando anche la disgrazia della crisi. Crisi di turismo, di frequentazione nei locali, crisi di valori. È proprio così?
coniglio 2020 |
Anche, ma non proprio del tutto perché spesso è la mancanza di professionalità piuttosto che quella delle palanche. Frequentando i Ristoranti sono i dettagli, strettamente legati alla professionalità, che fanno la differenza.
Ci sono coloro che mangiano per la pancia piena ed allora il contenuto e l'abbondanza nei piatti portano alla soddisfazione. Ci sono invece chi vuol vivere di emozioni, ama l'arte nella cucina, coniuga bello e bravo (sempre più difficile), chi ama toccare con mano la professionalità nel servizio, l'accoglienza, tutto frutto di studi, di conoscenze per chi offre , insomma “quella classe” che, come si suol dire, fa la differenza,
l'esterno |
Ed ecco trovarmi in un Ristorante dove ho potuto vivere quelle emozioni date dall'accoglienza, dalla professionalità del servizio e da una cucina “artistica” che è riuscita a stupirmi per la passione, dedizione data dal giovane Chef Antonio Guerra.
Mi riferisco al Ristorante Vitique situato a Greve in Chianti, precisamente nella frazione di Greti, a pochi chilometri da Firenze, precisamente nel Cuore del Chianti Classico (Quello contraddistinto dal Gallo Nero). Ristorante ricavato all'interno dell'ex distilleria storica Bonollo.
Affacciato sulla terrazza panoramica delle colline chiantigiane, strettamente legato al mondo del vino del Gruppo Santa Margherita di cui ne fa parte.
una sala |
Ad accogliermi Roberto Pernacchiotti , Restaurant Manager.
Ha colpito da subito l'eleganza di uno stile architettonico minimale basato su chiari e scuri, luci diffuse, che fanno da cornice ad una accoglienza discreta. Apparecchiatura elegante pronta ad ospoitare i piatti preparati per stupirmi opera dello chef brianzolo, di origine pugliese, dal talento indiscusso.
insieme allo chef Antonio Guerra |
Semplicità, genuinità e un'innata vocazione per tutto ciò che è buono e bello ; alcuni dei valori cardine riscontrati in questa giovane realtà.
Una bomboniera di pochi coperti (25 in tutto) che è riuscita a vivere un'esperienza coinvolgendo tutti i sensi in una atmosfera di fascino e discrezione.
Questa la cornice in cui ho assaggiato i piatti di Antonio con il minimo comune denominatore della leggerezza e originalità, senza trascurare presentazione e gusto.
La proposta gastronomica ha esplorato i sapori della tradizione toscana, reinterpretandoli in chiave moderna, arricchendoli con ispirazioni e sfumature dal carattere più nazionale come il Coniglio 2020 .
Battuta di coniglio, prugne fermentate, estrazione di salvia e rosmarino con crumble di olive nere e polvere di olio alla brace. chapeau!
vini |
Antonio Guerra non è solo oggettivamente bravo ma anche incredibilmente modesto e schivo. Non se la tira, piuttosto sorprende.
E dell'abbinamento dei vini proposti dal sommelier di sala, ne vogliamo parlare?
Provenienti dal firmamento Santa Margherita è stato proposto, come benvenuto, un calice di spumante millesimato Alto Adige Doc, Metodo Classico di Pinot Grigio 2014 proveniente dalla Cantina altoatesina Kettmeir. Continuando con un calice di Giunco, Vermentino di Sardegna della Cantina Mesa , con Vigne della Brà di Filippi Soave 2017 , una sorprendente Vitovska 2018 Zidarich , per poi chiudere con Lamole Chianti Classico 2016 e l'immancabile, omaggio alla terra di Toscana, Vin Santo Lamole 2017 abbinato ad un spettacolare quanto insolito dessert, una rivisitazione sul tema “i cantucci”.
Ristorante Vitique, a Greve in Chianti frazione Greti, dove al centro c'è l'ospite coinvolto in un viaggio enogastronomico capace di emozionare, coinvolgere e stupire. chapeau!
Urano Cupisti
Visita il 2 dicembre 2021
Ristorante Vitique
Via Citiglia, 43 b,
50022 Greti FI
Tel: 055 933 2941
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Il vino buono c'insegna molto su di noi. Fare vino è un privilegio, significa coltivare e produrre. E noi che ne scriviamo le gesta, accompagnando ogni riga, sapendo che ne siamo responsabili, agiamo su strati di vitalità.
Per proseguire nel lungo cammino ed esaltare le bellezze di un territorio, valorizzandone le eccellenze, c'è bisogno di interventi legislativi non solo di supporto ma di regolamentazione tra le diverse anime che compone quello che gli inglesi chiamano brand: l'offerta per un enoturismo sostenibile al passo dei tempi che viviamo, rispondente alla sempre maggiore richiesta che registriamo ogni giorno.
Di questo ne ho parlato recentemente con l'On. Mirko Bilò che oltre essere un collega è persona impegnata politicamente, facente parte della maggioranza che governa attualmente la Regione Marche .
L'On Mirko Bilò |
Convinto assertore che l'enoturismo sia uno dei settori chiave per la ripartenza dell'economia a livello nazionale, proprio nelle sue Marche è stato protagonista della “Deliberazione Legislativa n. 44” approvata dall'Assemblea Regionale nella seduta del 9 novembre ultimo scorso.
- Mirko, che ruolo svolge l'enoturismo in quel modello di sviluppo ecosostenibile che la Giunta Regionale della tua Regione si è dato come obiettivo da valorizzare?
“ L'enoturismo è uno dei settori più vivaci e dinamici. Da tempo il numero dei turisti italiani che hanno visitato e visitano tutt'oggi le Marche è in continua partecipazione ad eventi o festival a tema. Ed è ancor maggiore il numero di turisti che cercano motivazioni ed esperienze emozionali da questa tipologia di viaggi. Necessaria quindi un'attenzione maggiore da parte di chi ha la responsabilità della gestione dei territori”.
- La Regione Marche ha un settore vitivinicolo estremamente vivace ed è meta continua di “pellegrinaggi culturali” unendo alla riscoperta di luoghi incantevoli ricchi di Arte e Storia, quelli rappresentati dalle tradizioni popolari in particolare dall'enogastronomia.
“Certamente. L'enoturista cerca di capire le caratteristiche dei cibi e vini degustati. Necessaria quindi questa Legge che consentire di definire itinerari enoturistici riuscendo così a mettere in rete le eccellenze, in particolare nel segno del vino. Eccellenze che vanno dalle promozioni naturalistiche alle culturali, artigianali e industriali per la promozione di azioni di comunicazione strategica per la e conoscenza di tali realtà in Italia ma anche all'estero”.
- Il mondo vinicolo marchigiano oggi è finalmente consapevole di essere protagonista dell'offerta turistica. Lo registriamo nelle azioni continua dei vari Consorzi dei produttori. Come la Legge 44 interviene e cosa regolamentare?
“ È doveroso precisare che il testo finale è il frutto di un articolato percorso con le rappresentanze delle categorie condivise e fieri, rappresentanti della politica che amministra la Regione, ne andiamo soprattutto nella stesura semplice, ben chiara e comprensibile dei contenuti. I 15 articoli che la compongono oggetto di studio anche da altre Regioni italiane pronte ad intervenire in questo settore”.
Diamo sinteticamente lettura ai 15 articoli per capirne i contenuti.
Arte. 1 Individuazione dell'oggetto e finalità dell'attività di enoturismo;
Arte. 2 definizione e descrizione delle attività da considerare enoturistiche;
Arte. 3 Individuazione delle tipologie di soggetti che possono essere operatori turistici;
Art 4 requisiti e standard minimi di qualità per poter svolgere l'attività enoturistica;
Arte. 5 Promozione, formazione, riqualificazione e aggiornamenti professionali degli operatori enoturistici;
Arte. 6 Disciplina l'attività di degustazione insieme ai prodotti di qualità tipici e tradizionali;
Arte. 7 (importantissimo) Attuazione sinergica della legge da parte delle strutture competenti in materia di agricoltura, commercio e turismo;
Art 8 Individua la SCIA quale presupposto per lo svolgimento dell'attività;
Art 9 Istituzione dell'Elenco Regionale degli Operatori Enoturistici;
Arte. 10 Il Comune come Ente competente di vigilanza e controllo;
Arte. 11 Violazioni e Sanzioni;
Arte. 12 Sospensioni e cessazioni di attività;
Arte. 13 Disposizioni transitorie;
Arte. 14 Invarianza finanziaria;
Arte. 15 Rimando alla normativa nazionale per quanto non regolamentato nella presente Legge.
“Non è un punto di arrivo per noi, ma un punto di partenza per diventare uno dei settori di nicchia in una chiave per la partenza dell'economia. Politicamente questa Legge non è un fine, ma è un mezzo della strategia di questa Giunta che intende porre la Regione Marche al centro dell'interesse nazionale”.
Come ebbe a dire Borges, “Il vino è l'invenzione della gioia”. Aggiungo che questa gioia vive nella costruzione di una vita in comune. Un percorso che coinvolge tanto l'agricoltura quanto la degustazione strutture e tradizioni. Mai lasciarle crescere in anarchia.
Urano Cupisti
Intervista tratta dalla relazione presentata in aula del Consiglio Regionale Marche dall'On. Mirko Bilò il 9 novembre 2021
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Ci risiamo. Mentre “rifletto”, tutti i mezzi di comunicazione sono impegnati a diffondere la nuova contaminazione dovuta alla variante Covid “sudafricana”. Nuovi lokdown (chiusure) all'orizzonte. Dalle mie parti si suol dire “che Dio ce la mandi buona e senza vento”. Orgoglioso di far parte degli “speransosi” continuo nella mia periodica pubblicazione di quanto è avvenuto e avverrà nel mondo del food&wine. Chianti Classico in fermento, il Gallo Nero è molto agitato in questi tempi. Il pollaio fiorentino-senese in forte agitazione alla ricerca di quell'unità d'intenti nella pubblicizzazione dei territori. Archi e frecce pronti in “singolar tenzone”. Speriamo che il buon senso prevalga.La viticoltura Toscana alla ricerca della promozione dell'artigianalità e autenticità del suo simbolo: il Sangiovese. Classico Berardenga, i primi risultati del progetto “Cru Terra Vocata”. La nascita di una nuova Dop: Suvereto e Val di Cornia Wine. Ed infine quello che viene definito un “Evento Raro” in Valpolicella: la vendemmia 2021.
Frammento n. 1
Chianti Classico, quello del Gallo Nero, in fermento
Dopo Castelnuovo Berardenga, Panzano, è la volta di Greve in Chianti. I viticoltori uniti nello slogan: “per un futuro sostenibile”. Per adesso 25 aziende coinvolte. La verità è che hanno sentito la necessità di unirsi per raggiungere un obiettivo comune: la tutela e la promozione del territorio di Greve. “Greve in Chianti è il nostro territorio, la nostra famiglia, il nostro lavoro ed è per questo che ci uniamo per promuovere e tutelare il suo prestigio nel mondo”, sottolineano i rappresentanti della neonata Associazione. Cito alcune aziende promotrici: Vicchiomaggio, Ambrogio e Giovanni Folonari, Castello di Verazzano, Vignamaggio ecc… E Castellina in Chianti, Gaiole, Radda, San Casciano, Barberino?
Frammento n. 2
Generazione Sangiovese
Nasce Generazione Sangiovese: movimento delle piccole aziende vinicole toscane per promuovere l'artigianalità e l'autenticità del vitigno simbolo del vino in Toscana. Nella specificità questo movimento raggruppamento aziende vitivinicole delle colline toscane dove affondano le radici del vitigno. Coordinati da Enocofi srl, società di consulenza enologica e servizi alle aziende vitivinicole che, oltre alla consulenza agronomica ed enologica, fornisce il supporto necessario al fine di una corretta comunicazione centrale nel rispetto del passato con uno sguardo al futuro. I territori coinvolti? Monteriggioni (Si), Certaldo (Fi), Montevarchi (Ar), Terranuova Bracciolini (Ar), San Casciano Val di Pesa (Fi), Pontassieve (Fi), Bucine (Ar).
Frammento n. 3
Classico Berardenga: i primi risultati del Progetto
Alla Certosa di Pontignano (Siena) all'interno dell'evento TERRA VOCATA, la presentazione dei primi risultati del progetto dei CRU di Terra Vocata dopo i tre anni di studi specifici. Partito dalla considerare che ci sono, nel mondo, più pubblicazioni sulla Luna di quante ce ne siano sulla conoscenza dei terreni, i risultati hanno raccontato, con una fotografia della viticoltura del territorio comunale di Castelnuovo Berardenga, le diversità tra sabbia, macigno e galestro. Mappa dei suoli, banca geologica della zona, altitudini, esposizione dei vigneti selezionati, dati meteo e satellitari. Oggi queste sono le partenze per programmare e comunicare VINO.
Frammento n. 4
Una nuova DOP: Vino Suvereto e Val di Cornia.
Mi vien da dire: ”poveri sommelier,un'altra Dop da ricordare”. Il 27 ottobre 2021 è nato il Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine. Era nell'aria data la mancanza di promozione di quel territorio specifico della provincia di Livorno. Adesso è necessario delineare bene i disciplinari di produzione e iniziare la promozione in Italia e all'estero. 360 ettari vitati dei quali il 75% solo nell'aerale di Suvereto. Ne fanno parte 27 Aziende Agricole alcune delle quali, come Tua Rita, Petra, Bulichella, Rigoli, fino ad adesso hanno dovuto sobbarcarsi l'onere di insieme l'intero territorio.
Frammento n. 5
Daniele Accordini |
Millesimo 2021, un unicum per l'Amarone.
Daniele Accordini, enologo storico della Cantina Negrar, ne è convinto: la vendemmia 2021 è un evento raro che ricorderemo nel tempo. Sanità, uve, zuccheri, acidità e colore il poker d'assi vincente e bisogna risalire al 1990 per ritrovarne una uguale. “L'effetto straordinario di quest'annata è stato ottenuto durante la maturazione, soprattutto nei mesi di giugno, luglio ed agosto”. Comprare l'Amarone 2021 e dimenticarselo in cantina per poter degustare “la perfetta sintesi tra un terroir molto espressivo e un clima in equilibrio con le esigenze della vite”.
Una segnalazione per tutti gli amici.
Ricordo che è uscito, in questi giorni, un interessante pubblicazione dal titolo VITIGNI, VINI RARI e ANTICHI nella collana Interferenze, editore Cinquesensi. L'unicità dell'Italia enoica.
Ivano Asperti, l'autore del testo, ci propone in questa opera ponderosa l'esito di un lungo lavoro di ricerca, studio, selezione e assaggi. “Vitigni, vini rari e antichi” è costruito con la pazienza di un ricercatore attento e con l'entusiastica determinazione di chi è mosso, prima di tutto, dalla passione. Un ' Importante opera, anzi Necessaria Che va a IntegRARsi alla gia nutrita biblioteca relativa alla viticoltura e alla Civiltà del vino. Da non perdere.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Visita nella Montagna di Reims.
Maison Gardet |
Maison Gardet
La Maison CHAMPAGNE GARDET fu fondata a Epernay nel 1895 da Charles Gardet e successivamente trasferita negli anni '30 dal figlio Georges a Chigny les Roses , un villaggio Premier Cru della Montagne de Reims. La Maison propone vini dalla qualità irreprensibile, ponendone alla base l'utilizzo di uve di altissima qualità. La famiglia Prieux , attuale proprietaria, pone al centro delle attenzioni di produzione il rispetto delle tradizioni tramandate nel tempo come le cuvée dai «premiers jus» della spremitura.
Grande attenzione viene prestata all'elaborazione dei vini, lasciati invecchiare sulle fecce il più a lungo possibile, anche ben oltre i limiti minimi imposti dalla AOC Champagne.
Maison Lepreux-Penet Cave di gesso |
Champagne Gardet resta una delle ultime Maisons ad invecchiare alcuni dei suoi vini di riserva in botti di quercia. Tutto il «savoir faire» della Maison risiede nel prezioso equilibrio tra tradizione e modernità che rende evidente tutte le peculiarità dello stile Gardet.
Maison Lepreux-Penet
Risale al periodo della Rivoluzione francese l'avventura della famiglia Penet a Verzy, Comune Grand Cru, vendendo il proprio raccolto a “negotian” muniti di pressoir, impianto di pressatura.
Vetrata di Chagall a Reims |
Bisogna attendere il 1929, con la gestione di Louis-Gilbert Penet, che si decide di acquistare una propria pressa e di aggrapparsi allo statuto dei Récoltant Manipulant. Gli succede suo figlio Jean-Marie che fece uscire sul mercato l'etichetta Champagne Jean-Marie Penet. Anni più tardi sua figlia Florence sposò Jean-Paul Lepreux e, con la loro unione, nacque la Maison attuale.
Storie di questo tipo ce ne sono a iosa nella Champagne. Intrecci di famiglie tutte dedite alla produzione del nettare degli dei.
Attualmente l'azienda è gestita dalla Virginie e dal genero François che dopo 8 generazioni insieme tutti i processi tramandati come la manualità che definirei ancestrale, conservando i metodi tipici di produzione. Le uve e dalle vigne situano a Verzy Verzenay , e si fregiano della classificazione Grand Cru. Tutti i vini maturano in modo ottimale nei crayères del XIX secolo conservate preziosamente a Verzy.
Poteva, all'interno del tour, mancare una visita a Reims?
Reims, città gruviera per i suoi chilometri di gallerie pieni di zeppi di champagne.
La sua cattedrale, il ricordo storico di Giovanna d'Arco, il porto fluviale sul fiume Aine, le sedi delle Imperiali Maison, il dinamico center ville. A Reims tutto quanto ruota intorno allo champagne accompagnandolo nella Storia.
Maison Diogène Tissier, il remuage |
Terzo giorno dedicato alla Côte des Blancs
Maison Diogène Tissier
Non c'è stato viaggio nella Champagne senza una visita alla Maison Tissier dopo averla conosciuta, diversi anni fa, durante Vinoexpo a Bordeaux. Si è creato negli anni un'amicizia che va oltre ai contatti professionali. Ci troviamo in quella parte della Côte che passa sotto il nome di Côte-sud d'Épernay. Diversa territorialmente dalla restante Côte des Blancs. Come terreni, idroclima, microclima.
Chavot-Courcourt è il piccolissimo paesino (appena 365 anime) posto sulla parte pedocollinare con la sua Église Saint-Martin immerso nei vigneti che viene spesso fotografata come simbolo della Champagne.
Maison fondata nel 1931 da Diogene Tissier. Oggi, Vincent (3a generazione), nipote di Diogene, e sua moglie Nathalie recupera la storia della famiglia.
Maison Sebastien Bression a Etoges |
Vincent e Nathalie offrono champagne nella pura tradizione dello Champagne. Non più diserbanti chimici in vigna. Ciò consente vini con sapori più minerali e floreali. Si stanno muovendo sempre più verso una gestione ragionata per ogni appezzamento al fine di sfruttare al meglio tutto ciò che la natura offre.
La pressa utilizzata è ancora la tradizionale Coquard da 4.000 chili. Gli champagne vengono prodotti in una tinaia in acciaio, installata nel 2011. Alcune annate sono prodotte in botti di rovere. Il remuage manuel è riservato ai formati più grandi e ad alcune cuvée speciali. Una produzione di circa 120.000 bottiglie all'anno che pone questa Maison tra i “Négociant manipulant”.
Vicolo dei gatti a Troyes |
Maison Bression Sébastien
Ci troviamo ad Étoges, ad ovest della Côte des Blancs. Discendente da diverse generazioni di viticoltori, Sébastien coltiva il vigneto con passione e rispetto per l'ambiente. Orgogliosamente mostra la sua appartenenza all'Associazione dei “Vigneron Independent” ( paragonabili alla nostra Fivi). Una vinificazione molto rigorosa in piccoli volumi inox e barriques da 300 litri, danno vita a champagne rotondi e generosi. Per ottenere uve di ottima qualità, Sébastien pratica una coltivazione sostenibile e ragionata.La pressatura avviene rapidamente possibile dopo la raccolta con stampa pneumatica Dopo la seconda fermentazione gli champagne rimangono sui lieviti per un minimo di 2 anni fino a 5. Solo alla loro maturazione ottimale si procede alla sboccatura e ai successivi.
Infine Troyes
È il tramonto quando Troyes (esatta pronuncia “truà”), l'antica capitale della Francia, ci accoglie. La città situata sulla Senna, nel bel mezzo della regione Champagne, nel dipartimento dell'Aube , seduce chiunque la visiti. Il suo passato ricco di storia ed il patrimonio architettonico e urbano ben conservato affascina come non mai. Le case a graticcio che si possono saltare al periodo medievale, le strette vie del centro con “la ruelle des Chats”, la via dei gatti, saltare che i mici possono saltare da un tetto all'altro le magnifiche vetrate. Il cuore della città ha la forma esatta di un “tappo di champagne”, particolarità curiosa e sicuramente unica al mondo!
Maison Charles Collin |
Ultimo giorno, rientro in Italia con sorpresa.
Lasciata Épernay di buon ora e presa l'autostrada diretti a sud verso Digione-Lione per poi proseguire verso il traforo del Monte Bianco, ultima visita aziendale nel dipartimento dell'Aube e specificando nella parte ovest, Bar-sur-Seine .
Charles Collins
Radicata nel territorio della Côte des Bars dal 1952 (60 anni di vita), oltre 140 viticoltori i cui vigneti ricoprono quasi 330 ettari di terra. Gli allevamenti composti il 92% di Pinot Nero e 8% di Chardonnay.
La ricerca della perfezione richiede un'esigenza che si impone a tutti nella Maison Charles Collin. Il segreto per rispondere a questa ricerca: realizzare la totalità dell'invecchiamento del vino dalla vendemmia a mano fino alla partenza delle bottiglie dall'azienda. Modernità in tutte le fasi della produzione con strumenti di ultima generazione.
La Cooperativa Charles Collin possiede una riserva di 2,5 milioni di bottiglie chiamate “sur lattes” (ovvero già imbottigliate, in fase di invecchiamento) per una produzione annua intorno al milione.
Le Cuvées vengono tradizionali invecchiate 3 anni nella cantina, 5 anni per le Cuvées Charles e Belle Gabrielle.
Una grande sorpresa e allo stesso tempo un'avventura la visita da Charles Collin. Del resto, una risposta ai milioni e milioni di bottiglie di champagne che vengono prodotte ogni anno, dovevamo darla.
“Lo champagne non si beve, si usa per brindare” (Gustave Flaubert)
Urano Cupisti
Hautveillers, l'Abbazia dove c'è la tomba di Dom Perignon
“Lo champagne (vino) è la cultura della distinzione”. Così fu detto da uno che di perlage se ne intende. Tal Roland de Calonne, ex direttore generale di Ruinart. Una di quelle frasi entrata a far parte di diritto nell’enciclopedia delle frasi storiche che questo vino è riuscito ad attrarre su se stesso a partire dal secolo XVII (Dom Pérignon docet).
“La distinzione è il riflesso della bellezza dell’anima su tutto ciò che la circonda. Non si acquisisce, né si può cedere; non appartiene alla nascita, né al ceto, né al patrimonio” (F.G-M., Manuel de politesse à l’usage de la jeunesse, Maison A.Mame &Fils, 1919).
Anfratti sotterranei della Maison Pannier
Anche nel viaggio compiuto in questo mese di ottobre 2021 la cultura della distinzione e il sogno fragile sono state fonti di ispirazione e scelte determinanti nelle visite, vuoi alle aree, micro-aree, vuoi alle piccole e grandi Maison scelte.
“Ricordo le banalità del conduttore di un importante Tg della sera, lo scorso Natale, che raccomandava ai milioni di telespettatori di brindare con “champagne italiano. Il nostro Paese ha bisogno di cultura, di conoscenza dell’arte del bere giusto e, soprattutto, di presa d’atto che il vino è cultura e come tale è cittadino del mondo”. (Franco M. Ricci nell’introduzione della pubblicazione a firma Roberto Bellini “Champagne e Champagnes, Bibenda Editore 2009).
E con questo mi vien da ricordare quanto sancito dalla giurisprudenza francese nel lontano luglio 1824: Il n’est champagne que de la champagne”.
L’Inizio: Épernay
Fossile risalente a milioni d'anni fa
Domenica 3 ottobre, a bordo di un minivan con amici amanti del perlage, alla volta di Épernay scelta come base logistica per i nostri spostamenti.
Épernay, affascinante cittadina di circa 25.000 abitanti, è considerata da tutti come la vera capitale della regione Champagne. Posta sulle rive del fiume La Marne, adagiata sopra chilometri di gallerie scavate in profondità nel craie del cretaceo. Quel sottosuolo gessoso , mix di più elementi, vitale energia che nasce come roccia per poi sciogliersi in polvere alla superficie. Nelle giornate dove la Bise ,il vento gelido dell’Est, soffia con forza, la polvere gessosa segue le folate che scuotono i vigneti.
Galleria nel gesso Maison Monet
Avenue de Champagne
Epernay ci ha dato il suo benvenuto al calar del sole. Percorrere l’Avenue de Champagne, il percorso più prestigioso della città, è uno dei riti “obbligatori” al quale ogni visitatore “deve” sottoporsi. Percorrerlo a piedi nella notte profonda è immergersi nell’autentica seduzione, in momenti di meditazione e riflessione. Questa strada rettilinea di oltre un chilometro, fiancheggiata da edifici di un'architettura marcata della fine del XIX secolo, mostra dimore private e grandi Maison insieme, allineate una di fronte all’altra, punteggiate da alte porte massicce e ornate. Benvenuti nella Champagne.
Dom Pierre Pérignon
Altro rito “obbligatorio” è la visita alla tomba di Don Pierre Pérignon, nell’Abbazia di Hautvillers, poco distante da Épernay. Raggiunta subito il mattino seguente prima di iniziare il nostro tour. Preghierina, lumino acceso; il tutto come richiesta per un buon viatico nel sogno fragile.
Maison Mondet
Le bercau magique, la culla magica dell’anfiteatro di Romery (inizio della vallée de la Marne), si è presentata a noi appena scollettato a nord-ovest il fianco della Montagne de Reims. Un mare di vigneti a perdita d’occhio. Con il nostro minivan ci siamo tuffati tra le vigne per raggiungere il villaggio di Cormoyeux. Ad attenderci Line e Laurent BEAUPUITS della Maison Mondet.
La Creazione della Maison de Champagne MONDET comincia nel 1926 con Jules MONDET che inizia la vinificazione su piccoli appezzamenti di vigneti. Il loro SAVOIR FAIRE?
Dopo la prima fermentazione in vasche d'acciaio, vengono degustati i “vins clair” per determinare gli assemblaggi tra i diversi vitigni e diversi anni di raccolta. Si procede poi alla seconda fermentazione in bottiglia. Terminata la presa di spuma quello che ormai possiamo definire champagne invecchia (permanenza sui lieviti) da 3 a 7 anni nelle cantine della Maison. Già, le cantine della Maison.
200 metri di cantine naturali di gesso a 30 metri sottoterra che permettono una conservazione e un invecchiamento ottimale delle bottiglie ad una temperatura costante di 10-12 ºC.
La prima parte della cantina risale al 1886, è stata estesa negli anni '70, poi si è aggiunta una seconda galleria parallela. Oggi, i fossili incastonati nella volta in tufo da 95 milioni di anni, vegliano sul riposo delle bottiglie di champagne.
Due parole sui vigneti.
La Maison utilizza i 3 vitigni tipici della Champagne; lo Chardonnay che apporta finezza ed eleganza; il Pinot Noir che da struttura, robustezza e fruttato; il Pinot Meunier che infonde rotondità equilibrio ed ancora fruttato.
il viaggio
I vigneti sono situato sui terreni di Cormoyeux e Romery, con una superficie totale coltivata di 11 ettari, di cui una piccola parte a Passy Grigny. Il terreno è caratterizzato da un sottosuolo gessato che funge da vero e proprio regolatore termico, cattura l'umidità e la restituisce quando la vite ne ha più bisogno. L'età media dei vigneti è di 30 anni, e alcuni appezzamenti selezionati per le migliori cuvée sono di 60 anni.
Maison Pannier
Lasciato il paese fleury di Cormoyeux abbiamo raggiunto l’estremità ovest della Vallé de La Marne: Château-Thierry, sede della Maison Pannier.
La Maison ospita magnifiche cantine medievali di oltre due chilometri, scavate a partire dal XII secolo. Nella penombra e nella freschezza di questo labirinto sotterraneo, le cuvée acquisiscono lentamente la loro piena maturità. La scoperta di questo eccezionale patrimonio e la degustazione che ne è seguita ha reso la visita indimenticabile.
Maison Delouvin-Nowak
Nel 1999 fu scoperta un'incisione del XIV secolo raffigurante un arciere medievale. Da quel momento ne è divenuto emblema dello champagne PANNIER. Qualità, equilibrio e maestria, valori forti della Maison sono perfettamente rappresentati da questa figura che veglia sull'invecchiamento dei vini. Il motto coniato del tiro con l’arco? « Tendre à la perfection ».
Nel rientrare ad Épernay, una scoperta per caso non prevista nel panel delle visite. Un ricordo di una degustazione di alcuni mesi fa e, visto che il paesino di Vandières era sulla nostra strada, perché non fermarsi?
Delouvin-Nowak
Incontriamo Geoffrey Delouvin, un vigneron giovane molto accogliente che dedica il suo ottimo lavoro quasi esclusivamente al Pinot Meunier. Del resto nella Vallée de La Marne questo vitigno ne è il Re assoluto.
I Delouvin iniziarono a commercializzare champagne dal 1949; oggi Geoffrey coltiva i 6 ettari di proprietà (5 vitati a Meunier e 1 a chardonnay per la cuvée millesimata Extra Sélection) in modo rigoroso, effettuando personalmente tutte le operazioni di vinificazione e di analisi, per garantire la specificità dei suoi champagne ed il risultato? Champagne piacevolissimi che incontrano il favore di molti degustatori grazie alla particolarità del puro Pinot Meunier vinificato in modo semplice, senza eccessi.
Urano Cupisti
(fine prima parte)
locandina del convegno |
Nella splendida cornice della Certosa di Pontignano è andato in scena il Convegno di presentazione del territorio e dei risultati del progetto “Cru di Terra Vocata”.
La Certosa di Pontignano, una bellezza eclettica. Chiostri, giardini e magnifici colori caratterizzano la bellezza della Certosa originaria del 1300 che ancora oggi mantiene intatto Il suo fascino.
la Certosa |
Nella chiesa adiacente, la volta affrescata è un trionfo di colori che fanno da contrappunto al cielo della Toscana.
Il porticato ad archi, che fa parte del chiostro grande, disegna il perimetro di un vasto prato e fa da sfondo, di volta in volta, a grandi eventi come quello di ieri.
Convegno Cru di Terra Vocata.
Convegno dove si è parlato del territorio di Castelnuovo Berardenga (Si), delle sue specificità e dei risultati del progetto triennale CRU DI TERRA VOCATA che ha visto una partecipazione della stampa di settore e delle aziende aderenti all'Associazione Classico Berardenga.
Progetto dei Cru aziendali di Classico Berardenga.
Questo progetto dichiarato dall'Associazione viticoltori di Castelnuovo Berardenga, sintetizzato in Classico (a rivendicare l'appartenenza al Chianti Classico) Berardenga (a rivendicare il terroir di quel Comune), “consiste in uno studio multidisciplinare per approfondire la conoscenza dei vigneti e dei vini dell'area di produzione del Chianti Classico compresi all'interno del Comune di Castelnuovo Berardenga” (da una nota dell'Associazione) .
Vitigno protagonista: Sangiovese . L'interprete principale delle vinificazioni di questo territorio e della diversità e ricchezza geologica che ospita.
“Il progetto, partito nel 2018, prevede lo studio delle micro-vinificazioni dai vigneti a maggior vocazione di ciascuna azienda (definiti CRU) per un periodo di tempo corrispondente a tre vendemmie”.
il convegno |
Gli scopi
“ Lo scopo di questa osservazione è innanzitutto la definizione di una ben precisa identità associativa e territoriale, – leggo sempre nella nota pubblicata durante il convegno da parte dell'Associazione - ma anche la creazione di un bagaglio di conoscenze che resterà a disposizione delle singole aziende ”.
Altro obiettivo di Classico Berardenga è la creazione di una strategia complessiva e coordinata di valorizzazione delle produzioni vinicole, riconoscendole quali autentiche espressioni del territorio dando alle azioni di promozione congiunta, una solida base scientifica.
I Cru di Terra Vocata |
AgerCoop
AgerCoop, ovvero Agricoltura e Ricerca , servizi di consulenza e ricerca in agricoltura nei settori di viticoltura, progettazione del verde, zootecnia, cartografia, paesaggistica, è la società scelta dall'Associazione Classico Berardenga per lo studio preciso dei terreni, delle caratterizzazioni dei CRU, la localizzazione degli stessi, del monitoraggio satellitare dell'ambiente.
Luca Toninato , per AgerCoop, ha illustrato con grafici interessanti, il lavoro fin qui svolto e base per le scelte associative future.
“Il territorio di Castelnuovo Berardenga presenta suoli molto particolari e tipici rispetto all'intera denominazione Chianti Classico con percentuali di depositi marini superiori agli altri;
I CRU sono posizionati in modo abbastanza rispetto ai suoli presenti nel Comune;
I vigneti di castelnuovo Berardenga |
I dati raccolti dalle aziende hanno consentito di raccogliere dati utili alla caratterizzazione delle produzioni;
I dati raccolti sono raccolti una sostanziale omogeneità complessiva;
Le differenze più evidenti si riscontrano nei profili olfattivi dei vini con alcune caratteristiche comuni e altre distintive rispetto ai diversi fattori analizzati”.
Per la cronaca ricordo che sono intervenuti Leonardo Bellaccini ( Presidente di Classico Berardenga ), Francesco Rosi ( enologo dell'azienda Tolaini ) e Francesca Elia ( rappresentante dell'azienda Poggio Bonelli ). Moderatore il collega Antonio Boco ( Gambero Rosso ).
Gli assaggi
I CRU, presentati da 17 aziende associate, hanno risposto, con punteggi tra l'ottimo e l'eccellente, quanto il progetto richiedeva e richiede per il prossimo futuro. Ne è venuta fuori una caratterizzazione geologica particolare ad evidenziare la diversità dei suoi: arenarie, calcare, argille sabbie gialle (sabbie gialle).
Conclusioni |
Amanti del vino
L’evento è continuato nel pomeriggio con l’apertura al pubblico rappresentato in maggioranza dai wine lovers accorsi numerosi a seguito del tam tam sui social. Assaggiati non solo i CRU del progetto Terra Vocata ma anche le altre produzioni delle aziende coinvolte.
Appuntamento al prossimo anno per altri ulteriori risultati e prospettive future. Chapeau!
Urano Cupisti
Villa Talamo a Fonteblanda (GR). |
La Costa di quella magnifica Regione Italiana denominata Toscana è semplicemente stupenda e si estende per ben 397 Km., bagnata dal Mar Ligure nella parte centro settentrionale e dal Mar Tirreno in quella Meridionale. Una Costa fascinosa e straordinariamente accogliente che offre un'infinita possibilità di divertimenti e piaceri, sia per la diversificata morfologia sia per le sue famose e bellissime Località turistico-balneari: una di queste è sicuramente Orbetello in Provincia di Grosseto.
Orbetello è un Comune di circa 14.000 abitanti situato al centro dell'omonima e suggestiva Laguna, una delle più importanti Riserve Naturali Italiane, è unita al “Monte Argentario” da una strada costruita nel 1842 su un terrapieno artificiale (la diga), che ha diviso la Laguna in due specchi d'acqua ("Laguna di Levante" e "Laguna di Ponente"); fino al 1944 sulla diga correva anche una ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano. Una delle Frazioni del
Il Direttore Generale Philipp Kunz. |
Comune di Orbetello è “Fonteblanda”.
Fonteblanda è ubicata nel “Parco Naturale della Maremma” a pochi metri dalle spiagge bellissime di Bengodi, dell'Osa e della Puntata sul Golfo di Talamone e dai siti archeologici di “Poggio Talamonaccio”; si presenta come un moderno Paese sviluppatosi nel corso del XX Secolo intorno allo Scalo Ferroviario. Uscendo per poche centinaia di metri in direzione Sud dal Centro abitato di Fonteblanda, in Via Aurelia Vecchia, sulla destra c'è una strada sterrata, Via Gaetano Carotti, percorrendola per un breve tratto si arriva al Civico 8 in un “piccolo paradiso terrestre” : Villa Talamo .
“Villa Talamo”, maestoso edificio risalente al 1730, è un antico Convento di Suore, si suppone appartenente all'Ordine delle Benedettine visto che poco lontano da Talamone, in posizione dominante sulle colline maremmane di Poggio Lecci e Poggio Uccellina, sorgeva un altro importante Monastero Benedettino quello di “Santa Maria di Alberese”.
Nel 1996 “Villa Talamo” era della Famiglia Viganò e proprio in questo periodo il complesso venne profondamente ristrutturato; anni dopo subentrò nella titolarità la Famiglia
Namelaka a Forma di Pesca. Foto di Giorgio Dracopulos |
Zampolli. Nel 2008 il Milanese Egidio Zampolli con la Moglie Alessandra ei Figli Massimiliano, Manuela e Michelangelo, fecero di Villa Talamo la loro Casa. Egidio Zampolli, che purtroppo ci ha lasciati nel dicembre 2015, era un uomo gentile, leale e generoso, un vero signore, un grandissimo appassionato del mare, della nautica e della natura essendo anche un esperto cacciatore.
Villa Talamo a Fonteblanda (GR). Foto VT. |
Per decisione della Famiglia, che ha voluto condividere questo luogo da sogno, dal Luglio 2016 “Villa Talamo” è diventata un super accogliente Resort.
“Villa Talamo” è un luogo unico nel suo genere un magico scrigno protetto dal Promontorio di Bengodi e dalla natura incontaminata della verdeggiante macchia mediterranea. Un'oasi circondata dallo splendido Parco, dove spicca la grande Piscina Infinity, e dalle acque turchesi del Golfo di Talamone, il tutto con una vista mozzafiato sulle dolci Colline e spiagge color smeraldo compresa quella privata. “Villa Talamo” è una fuga da sogno sulla Costa Toscana proprio grazie a un panorama fronte mare a dir poco emozionante dove si contempla uno spettacolo creato dalla vista dell'Argentario, di Porto Santo Stefano, di Talamone, olteché dalle Isole del Giglio, di Giannutri e di Montecristo.
“Villa Talamo” dispone di sei meravigliose e super accoglienti camere e tre grandi e affascinanti suite, oltre a una grande appartamento padronale, ogni spazio è stato elegantemente arredato con mobili d'epoca di raffinata eleganza. Graziosa e storica la Cappella compresa nell'edificio e incantevole la Torre Campanaria che ancora scandisce le ore.
Dopo aver visitato con molto piacere tutta la struttura, grazie anche al gentile, bravo e disponibile General Manager Philipp Kunz (classe 1982, di origini Austriache), sopraggiunta l'ora di pranzo mi sono accomodato al Ristorante in una caratteristica e ospitale saletta totalmente a me dedicata con due soli tavolini apparecchiati. Con la buona stagione il Ristorante è all'aperto immerso nella magia della natura.
Ad accogliermi, con grande premura e simpatica familiarità, l'Executive Chef & Food and Beverage Management della Villa: Massimiliano Volonterio.
Massimiliano è nato a Como il 24 Novembre del 1980, fin da giovanissimo ha sempre apprezzato i piaceri della “buona tavola” visto che Mamma e Nonno erano dei veri Maestri di Cucina e lo Zio un grande Pasticciere, tutta questa gustosa influenza non poteva che portarlo , nel 2000, a diplomarsi all'Istituto Professionale Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera “Carlo Porta” di Milano. Dopo un brevissimo periodo di gavetta dove ha dimostrato la sua grande predisposizione e amore per la Cucina ha iniziato dal 2001 una carriera da Chef brillante davvero in Italia e all'Estero in Locali famosi e super “Stellati”. Dal Mese di Aprile 2021 Massimiliano Volonterio è a “Villa Talamo”.
Ma torniamo al Ristorante della Villa dove il Menu offre un'interessante scelta di piatti di mare e di terra. La Carta dei Vini è selezionata e non mancano le Bollicine.
Giorgio Dracopulos e lo Chef Massimiliano Volonterio |
Eccoci giunti alla degustazione fatta. In tavola un ricco cestino di panini, fragranti e gustosi, ai vari sapori, un Olio Extra Vergine di Oliva 100% Toscano molto buono e delicato, “FonteTinta” dell'Azienda I Lecci , e un Aceto molto interessante “Dolce Denso” dell' Antica Fattoria La Parrina . Il cibo è stato accompagnato da un Vino Rosso di grande classe: “ Fuligni 2013 Brunello di Montalcino Riserva”. Sono state servite le seguenti portate: - Cappuccio di zucca e le sue chips di focaccia fatta in casa; - Carpaccio di vitello al cioccolato,
Pancia di Maialino. Foto di Giorgio Dracopulos |
tartufo Toscano e Olio Extra Vergine di Oliva; - Paccheri (prodotti artigianalmente con semola di grano duro Toscano e trafilati al bronzo del Pastificio Morelli ) crema di patata affumicata, polpo croccante e mandorle; - Zuppa di pesce alla Maremmana con pescato di zona e pane integrale croccante; - Pancia di maialino, cavolo viola e chutney (salsa agrodolce) di miele; - Selezione di gustosi Formaggi della Tenuta Il Radichino Fratelli Pira ; - Namelaka (crema ultra cremosa, in questo caso dalla gradevolissima forma di pesca) al rosmarino e cioccolato bianco Noalya , sorbetto al limone e frutti di bosco; - Piccola Pasticceria della Casa.
Tutto decisamente buono con sapori e gusti spesso esaltanti, belle anche le presentazioni. La Cucina dello Chef Massimiliano Volonterio è estremamente genuina, piacevole, ricca, gustosa, saporita, leggera e bella, oltreché essere il frutto di una mano esperta. Le materie prime sono di ottima qualità, alcune raccolte direttamente dal suo orto personale ubicato nel parco, ed è molto apprezzabile la ricerca che lo Chef fa dei prodotti più validi e particolari del Territorio. In Cucina lo Chef è supportato dal bravo Capo Partita Pubudu Niroshan Samarawickrama, originario dello Sri Lanka, e da Alice.
Al Resort “Villa Talamo” di Fonteblanda, in Provincia di Grosseto, ho trovato una struttura estremamente affascinante, immersa nel verde e ubicata davanti a un panorama fantastico, che offre una speciale accoglienza personalizzata abbinata all'ottima cucina dello Chef Massimiliano Volonterio.
Giorgio Dracopulos
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
La ripartenza è in atto. Eccome! E la confusione ne approfitta. È mancata una cabina di regia, una logica di lavoro. È prevalsa l’anarchia. Alle tradizionali manifestazioni organizzate da sempre nei mesi d’autunno come Milano Wine Week, Life of Wine, Autochtona, Modena Champagne Experience, Merano Wine Festival e Fivi si sono aggiunte, meglio dire sovrapposte nelle date, il Vinitaly Special Edition, le presentazioni di tutte le Guide comprese anche le nuove (una marea) e, udite udite, Benvenuto Brunello che lascia le Anteprime Toscane (mese di Febbraio) occupando il calendario dal 19 al 28 novembre. Senza dimenticare le innumerevoli iniziative delle cantine piccole e grandi. Avanti c’è ancora posto nella sovrapposizione!
Frammento n. 1
La provocazione: tappo a vite tutta la vita.
Riporto il pensiero di un grande produttore altoatesino, Franz Hass, estratto da un’intervista pubblicata su Cronache del Gusto del 6 ottobre u.s.
"Faccio vino da molti anni ed oggi tutte le mie etichette hanno il tappo a vite".
“Tutto è nato quando nel 1996 ho partecipato a una degustazione diciamo alternativa in Sardegna e da due anni lo uso su tutti i miei vini. Anche per quelli che fanno lunghi invecchiamenti. Non solo. Dagli studi specifici che ho fatto mi sono reso conto che i benefici del tappo a vite non sono solo per i bianchi, ma anche per i rossi che, anzi, ne godono di più". Diciamoci la verità: in Italia, come in Francia, ad esclusione dell’Alsazia, il tappo a vite non attacca. “No. Credo che il problema sia nella giusta comunicazione. Anch’io all'inizio ho avuto qualche difficoltà a far comprendere le differenze. Ma oggi posso affermare che il tappo a vite è la chiusura migliore per la qualità del vino". Non sarà mica una scelta collegata ai costi? "E' vero che il tappo a vite costa meno del tappo di sughero, ma se confrontiamo i prezzi di una tappatrice per il tappo a vite e quella per il sughero i costi sono molto diversi. Il guadagno? Non dobbiamo più sostituire le bottiglie che sanno di tappo". Ma alla fine è vero che il tappo a vite permette una conservazione migliore del vino? "Non solo si conserva meglio, ma invecchia benissimo". Aggiungo: c’è il vantaggio nell’uso della solforosa. Ma avrà o no un limite il tappo a vite? Possono essere tappati tutti i vini? “Personalmente ho solo 16 anni di esperienza con i tappi a vite. Ma ho confrontato i miei vini imbottigliati nel 2005 sia con tappo a vite che con tappo a sughero. Non c'è confronto. Vince il tappo a vite".E gli scettici? “L’invito in cantina e gli faccio assaggiare le prove che ho fatto negli ultimi anni. Chi la fa, poi, non esce più con la stessa idea". “I numeri italiani fanno fatica. In Alto Adige, su 135 aizende, circa 40 lavorano con il tappo a vite. Sono piccolissime, ma ci sono".
La provocazione ultima: Con gli spumanti come la mettiamo?
"C'è il tappo a corona. E si fa un prodotto migliore di quello che è". E l'aspetto sentimentale dello stappare? "Bisogna bere il vino, mica il tappo..." Ad ognuno la sua!
Frammento n. 2
La città di Marsala ha la Piazza Marco De Bartoli
Marco De Bartoli
È ufficiale, la città di Marsala rende omaggio ad un grandissimo personaggio del vino italiano. Marco De Bartoli visionario, indomabile, talentuoso. Giustissimo e doveroso che la sua città natale lo onori intitolandogli una piazza nel pieno centro storico. Chapeau!
Frammento n. 3
Salviamo il Pinot Grigio Ramato: non è un rosé.
Vogliono far passare il Pinot Grigio Ramato per un rosé. Il vino rosato è oggi, più che mai, sulla bocca di tutti. Ne consegue che l’industria vinicola è impegnata a cavalcare (ahimé ndr) l’onda della moda rosa con le conseguenze che registriamo. Ed ecco avanzare, sulla base di ragionamenti legati alla logica del cassetto, la manovra che ha portato recentemente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della modifica del disciplinare della DOC delle Venezie che permetterà di utilizzare i termini rosato, rosé o ramato in etichetta indifferentemente, secondo le esigenze di marketing. E qui casca l’asino: rosato, rosè meglio di ramato. NO. Il pinot grigio ramato non è un Rosé!
Frammento n. 4
Il brett diventa un difetto tollerabile.
Felicemente adagiato sulle bucce dell’uva, i lieviti Brettanomyces, oltre finire nel mosto e di conseguenza nel vino, trovano posto anche nei e sui legni nelle cantine. L'invisibile terrore della stragrande maggioranza dei produttori, pronti a combatterlo a colpi di anidride solforosa. Ha un carattere lunatico il brett. Regala in realtà odori anche molto diversi tra loro. Odore da pollaio, o di cerotto disinfettante, di rancido ma anche di formaggio, di bacon e chiodi di garofano. E di sudore di cavallo, fagioli bruciati, latte acido ne vogliamo parlare? . Il brett è, con ogni probabilità, il lievito più controverso della scienza enologica, amato da alcuni, tollerato da altri, detestato dalla maggior parte. Nel comparto dei cosiddetti vini naturali, di quelli ispirati dall’eco sostenibilità, dalla filosofia biodinamica, è tollerato. Anzi; guai se un vino di questi comparti non ha il brett. Personalmente lo detesto ; rimane e rimarrà sempre un difetto del Vino!
Frammento n. 5
Benvenuto Brunello lascia le Anteprime di Toscana
Nuove date e collocazione nella seconda quindicina del mese di novembre per la rassegna Benvenuto Brunello. Dal 19 al 28. Siamo alla trentesima edizione: si cambia! Annata 2017 e riserva 2016 (una bomba). Il perché della decisione? “In una fase di grande cambiamento occorre avere il coraggio di innovare per centrare quegli obiettivi di promozione che le stesse aziende ci chiedono”. Così il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci. Il format, rigorosamente su invito, vedrà lo spazio di due giorni per la stampa nazionale ed internazionale. Nei giorni successivi inviti selezionati per le rimanenti categorie. E Nobile Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti e Chianti Classico staranno a guardare? Chi vivrà vedrà.
Una segnalazione per tutti gli amici.
È uscito, in questi giorni, un interessante pubblicazione dal titolo VITIGNI, VINI RARI e ANTICHI nella collana Interferenze, editore Cinquesensi. Le unicità dell’Italia enoica.
Ivano Asperti, scrittore del vino, ci propone in questa opera ponderosa l’esito di un lungo lavoro di ricerca, studio, selezione e assaggi. “Vitigni, vini rari e antichi” è costruito con la pazienza di un ricercatore attento e con l’entusiastica determinazione di chi è mosso, prima di tutto, dalla passione. Un’opera importante, anzi necessaria che va a integrarsi alla già nutrita biblioteca relativa alla viticoltura e alla civiltà del vino. Da non perdere.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
La ripartenza è in atto. Ma nubi si addensano nuovamente all'orizzonte: è la variante “delta” che preoccupa non poco. Un'altra chiusura il Paese non può permettersela. Sarebbe una catastrofe incontrollata e incontrollabile. Ci salveranno le vaccinazioni? Il “passo verde”? Al momento pensarci e preferire continuare a raccogliere frammenti attestanti la ripartenza.
Frammento n. 1
SOLO VINO: un successone.
Grande successo per SOLO VINO, la prima manifestazione enoica riaperta al pubblico. Qualità dei prodotti in degustazione, qualità delle cantine. Questi aspetti uniti al grande afflusso di ingressi, la chiave del successo. Il Salone dei Giovani Produttori e delle Piccole Cantine si è tenuto a Città di Castello (Pg)
Frammento n. 2
Le calorie riportate anche nelle etichette di vino.
Entro il 2022 le etichette di vino contengono il contenuto energetico, cioè le calorie! A introdurre la novità è l'accordo (provvisorio) raggiunto a Bruxelles che fa seguito alle proposte della Commisiione Ue sul piano europeo di lotta al cancro. L'etichetta al pari di un “bugiardino” contenuto nelle scatole dei farmaci. Arrivare a “bere nuoce alla salute”, il passo è breve.
Frammento n. 3
Il vitigno Gamay |
Il vitigno Gamay sceglie l'Umbria, in particolare il Trasimeno.
Sulle rive del Lago Trasimeno da oltre 400 anni c'è presenza di uve gamay e l'azienda Madrevite ha voluto aprire on line un Blog interamente dedicato a questo vitigno. www.gamaydeltrasimeno.com è operativo. Oltre al blog anche pagine su facebook e instagram per raccontare la vita di questa straordinaria e particolare cultivar.
Frammento n. 4
Steinbock Spumante Senza Alcool. Una bestemmia?
Per gli amanti, come me, dei “perlage”, la risposta è categorica: SÌ. Per Martin Foradori, titolare ed enologo della cantina altoatesina Hofst ӓ tter, si Tratta di Una risposta un Quello che lui definisce Stesso Mercato Giovane Che Non Vuole l'alcool. Prodotto da uve reasling dealcolate con una apposita tecnica acquisita in Germania. Cosa si fa per vendere.
Spumante dealcolizzato |
Frammento n. 5
Nel Chianti Classico è in atto la rivoluzione
Al via il progetto UGA (Unità Geografica Aggiuntiva). Valorizzazione delle caratteristiche distintive del Chianti Classico (quello con il Gallo Nero). Aumentare la qualità in termini di identità e territorialità. Ecco emergere dal cilindro del Consorzio, dopo lunga discussione, i nomi in base a criteri specifici: Castellina, Castelnuova Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, radda, San casciano, san Donato in Poggio, Vagliagli. Per adesso solo nelle etichette della Gran Selezione (ovvio!) È il territorio che fa la differenza…
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)