
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Monte San Giusto (Macerata) |
From Farm to Market, dalla Fattoria al Mercato.
Realizzare prodotti di qualità, gestendo completamente l’intera filiera di trasformazione che va dalla terra al cliente finale, base del concetto di produzione, trasformazione e commercializzazione.
“In un certo senso un’azienda biologica può essere vista come l’equivalente di una riforestazione.
In sintesi, il biologico non è necessariamente il sistema di produzione alimentare più efficiente, anzi, dobbiamo considerarlo duro, complesso e faticoso.
A fronte di questo, però, preserva la biodiversità e le tradizioni locali, limita l’impiego di tossine chimiche e l’impatto ambientale, garantisce standard qualitativi e una completa tracciabilità del prodotto”.
Quando mi fu indicata questa azienda marchigiana ed iniziai a raccogliere notizie sul suo conto, mi colpì questo loro approccio al mondo del biologico. Capii da subito che non mi sarei trovato di fronte a scelte modaiole, di facciata, di marketing ma a decisioni convinte e avrei trovato i loro vini decisamente buoni frutto di quel duro lavoro che contraddistingue chi crede nell’attività scelta.
Ed ecco un corriere che mi recapita sei campioni da assaggiare, analizzare sensorialmente, valutare.
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Logo aziendale |
Iniziamo a conoscere meglio La Quercia Scarlatta. Ci troviamo nella provincia di Macerata, più precisamente nella cittadina del sorriso, così chiamata Monte San Quirico. Ad una diecina di chilometri dal mare, immersa nelle dolci colline marchigiane che caratterizzano quella parte meridionale delle Marche.
” L’azienda agricola La Quercia Scarlatta nasce da una nostra idea lontana. Acquistare della terra nelle Marche, convertire i campi divenuti nostri in Biologico, piantare delle vigne e vigneti autoctoni, coltivare le mele rosa dei Monti Sibillini e tante altre materie prime biologiche – caratteristiche di queste terre – per utilizzarle per la produzione di cosmetici naturali, ristrutturare una vecchia piccola casa colonica e trasformare un vecchio fienile in una cantina con annesso il frantoio. Il sogno mio e di mio marito Stefano da sempre”. Così ho trovato questo scritto come pensiero storico di Claudia Pagliotti, la titolare.
E di Artù ne vogliamo parlare?
“Artù è il nome che abbiamo dato ad un nostro collaboratore in campo importantissimo. Si tratta del nostro cavallo da tiro di razza TRAIT – COMTOIS e che anche quest’anno, durante la vendemmia e la raccolta delle olive è stato fondamentale. L’aiuto in campo di Artù, anche quando dobbiamo portare le cassette di olive o di uva in cantina, ci evita di utilizzare il trattore e di respirare gas di scarico durante la raccolta delle olive o la vendemmia. Non c’è trattore ne cingolato cosi ecologico, performante, utile e affettuoso come il nostro Artù. Vedere Artù oggi, muoversi elegantemente fra le colline marchigiane ( e credetemi, non è per nulla facile per un Equino di 800 kg), ci riempie di gioia e lo diciamo senza alcuna vena retorica”.
La consistenza aziendale:
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Artù - il collaboratore migliore |
Sette ettari totali dove i vigneti ne occupano circa tre con una produzione che si assesta su 20.000 bottiglie annue suddivise tra bianchi, rossi e passiti. I vitigni allevati?
Principalmente Sangiovese, Merlot e presenza anche di Montepulciano, Cabernet Sauvignon a bacca nera; principalmente Ribona (detto Maceratino) con presenza anche di Incrocio Bruni e Trebbiano a bacca bianca. Impianti a Guyot ritenuto, per quel territorio, il più adatto.
Gli assaggi:
BIANCHI
- Uve Bianche 2018. 85% Ribona, 15% Trebbiano. Note aziendali: Criomacerazione delle uve intere a 0°C per 24 ore, diraspatura e refrigerazione. Pressatura soffice a 0,2 bar con resa in mosto fiore del 55 %. Il mosto, dopo una decantazione statica per 48 ore, è stato spillato della parte limpida e messo a fermentare con l’ausilio di lieviti selezionati. La fermentazione a temperatura controllata di 11/12° C si è protratta per 25 giorni, dopo di che il processo è continuato con un travaso con l’eliminazione delle fecce grossolana mentre il vino è rimasto a maturare in acciaio sulle fecce nobili per 3 mesi con “batonnage” settimanali. Tre mesi di affinamento in bottiglia.
Le mie considerazioni: regala profumi di fiori di campo accompagnati da sfumature minerali. Al palato è fresco e sapido. Buon equilibrio. Ottimo, voto 87/100;
- Marchese Japo 2017. 70 % Ribona (maceratino), 20 % Incrocio Bruni, 10 % Trebbiano. Note aziendali: Criomacerazione delle uve intere a 0°C per 72 ore in cella frigo, diraspatura e refrigerazione. Pressatura soffice a 0,2 bar con resa in mosto fiore del 55 %. Il mosto dopo una decantazione statica per 48 ore è stato spillato della parte limpida e messo a fermentare con l’ausilio di lieviti selezionati. La fermentazione a temperatura controllata di 11/12° C si è protratta per 25 giorni dopo di che si è proceduti ad un travaso con eliminazione delle fecce grossolana mentre il vino rimane a maturare in acciaio sulle fecce nobili per 6 mesi con “batonnage” settimanali. Affinamento in
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Marchese Iapo |
bottiglia per tre mesi.
Le mie considerazioni: ricordi di mimosa in fiore, ginestra ed erbe aromatiche. Anche pesca a polpa bianca. Al palato sorso appagante, fresco e morbido. Ottimo, 89/100;
ROSSI
- Uve Rosse 2019 68 % SANGIOVESE – 32 % MERLOT. Note aziendali: Diraspatura e successiva fermentazione in presenza delle bucce per 18 gg. Svinatura e pressatura a 0,2 bar con resa in vino fiore del 65%. Il vino, ultimata la fermentazione malolattica in acciaio, viene travasato per alcuni mesi in legno, per conferire una maggiore complessità. Affinamento di tre mesi in bottiglia.
Le mie considerazioni: Naso profumato di ciliegia in confettura, di speziature dolci. Assaggio vinoso, pieno, corposo. Di fa
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Il Giovo |
cile beva. Ottimo, voto 88/100;
- Il Giovo 2017. 52 % SANGIOVESE – 22 % MERLOT – 20 % MONTEPULCIANO 6% CABERNET. Note aziendali: Diraspatura e successiva fermentazione in presenza delle bucce per 18 giorni. Svinatura e pressatura soffice a 0,2 bar con resa in vino fiore del 65 %. Il Montepulciano e il Cabernert fermentano in legno. Tutta la massa viene poi riassemblata per svolgere la fermentazione malolattica in acciaio e poi posta a maturare in legno per 6 mesi. Tre mesi in bottiglia.
Le mie considerazioni: Si sale di livello. Già l’assemblaggio ci porta alla scoperta di un quadro olfattivo complesso. In primo piano note di frutta matura, ciliegia e cassis, poi tabacco dolce e soffi di vaniglia. Al palato equilibrato nelle varie componenti con tannini ben fusi e ritorni retrolfattivi in linea. Ottimo, ad un passo dall’eccellenza, voto 89/100;
- Gustav 2017. 50 % SANGIOVESE – 40 % MONTEPULCIANO – 10 % CABERNET. Note aziendali: Diraspatura e successiva fermentazione in presenza delle bucce per 25 giorni. Svinatura e pressatura soffice a 0,2 bar con resa in vino fiore del 55 %. Il Montepulciano fermenta in botte grande. Successivamente la massa viene poi riassemblata per svolgere la fermentazione malolattica in acciaio e poi posta a maturare in barriques per 15/18 mesi. Tre mesi di affinamento in bottiglia.
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Gustav |
Le mie considerazioni: Forse un affinamento più lungo in bottiglia apporterebbe al vino una maggior consistenza. Comunque si è presentato nel bevante con un manto lucente ed elegante. La consistenza ad appannaggio di una visione delle morbidezze tradotte in archetti fitti e copiosi. Ali’olfatto profondi e netti profumi di frutta rossa, di floreali macerati (viole), sottobosco diffuso e apertura sui terziari con speziature dolci che hanno invaso il naso. Al palato esplode potente con tannini ancora da domare ed una acidità che preannuncia lunga vita. Un bel palco di sostanze morbide, polialcoli, che sorreggono le durezze e creano un perfetto equilibrio. Sapido e lungo con una venatura minerale. Chapeau! Eccellente, voto 92/100.
VINO DOLCE
- Dolce Rachele. RABONA 100%. Note aziendali: EPOCA DI RACCOLTA: Ultima decade di ottobre e lasciate appassire sui graticci per altri 30 giorni VINIFICAZIONE: Diraspatura seguita da una pressatura soffice. Il mosto dopo una decantazione statica per 48 ore è stato spillato della parte limpida e messo a fermentare con l’ausilio di lieviti selezionati. La fermentazione a temperatura controllata di 11/12° C si è protratta per 10 giorni dopo di che si è proceduti ad un travaso per ultimare la stessa in barriques dove è rimasto per circa 6 mesi.
Le mie considerazioni: fine corredo olfattivo per questo “dolce marchigiano”. Agrumi canditi, albicocca disidratata, toni iodati e confetti tradizionali. Al palato dolcezza bilanciata da freschezza. Chiude con un finale leggermente salmastroso. Ed ha chiuso in maniera brillante questa particolare, esclusiva, insolita, degustazione. Eccellente, 92/100.
Il Futuro?
Urano Cupisti
Assaggi effettuati il 24 aprile 2022
Azienda La Quercia Scarlatta
Via Sabbionara
Monte San Giusto – Macerata
Cell: +39.346.2566380 +39.348.9037808
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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
La guerra Russia-Ucraina, dopo la pandemia (ammesso e non concesso che sia finita), proprio non ci voleva. Lo dico in riferimento al mondo del vino visto le esportazioni in crescita in entrambi i paesi. In modo particolare nella Federazione Russa come ha sottolineato l’AD della E.F.I. (Edoardo Freddi International) prima azienda di export di vino italiano nel mondo. I numeri parlano di circa 375 milioni di dollari e in Ucraina leader di mercato. Adesso con le sanzioni gli ordini sono bloccati se non annullati. Non spetta a noi dire se sia giusto o meno. Una cosa è certa: cercare da subito altri mercati appetibili e alla svelta. Eliminata l’equiparazione tra biologico e biodinamico. Il Ddl si sblocca e finalmente avremo una legge a tutela di questa scelta. Secondo Marco, ovvero Marco Speri, noto produttore di Amarone, dedica un numero molto limitato dell’eccellente vino a “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza”. L’etichetta speciale è a firma del noto fumettista Gabriele Dell’Otto. l’Istituto Nazionale Grappa si è trasformato in Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa. Finalmente tutelato il maggior distillato nazionale. Cambio di guardia alla guida della FIVI. Arriva Lorenzo Cesconi. Buon Lavoro! Vinitaly chiude registrando Record a raffica. Tutto questo nei frammenti cosmici n. 125
Frammento n. 1
La Federazione Russa è un mercato importante per il nostro vino.
375 milioni di dollari e una crescita nel 2021 di otre il 10% sul 2020 con un recupero che ha portato l’export del nostro paese sui livelli pre-pandemici. Il tutto da uno studio della E.F.I. (Edoardo Freddi International) prima azienda export di vino italiano nel mondo. Blocco degli ordini in corso, merci non ritirate causa sanzioni applicate, Assicurazioni che non garantiscono più il fido clienti russi. A tutto questo aggiungiamo l’Ucraina dove l’importazione del vino è l’ultima cosa a cui pensano.
Frammento n. 2
Svolta epocale: approvata la legge sul “biologico”
Il Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge contenente “le disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”. Tutto si è sbloccato, finalmente, dopo l’eliminazione della sostanziale equiparazione ai metodi della biodinamica che aveva provocato proteste, polemiche e fermato, di fatto, l’iter parlamentare. La legge prevede l’introduzione di un marchio per il biologico italiano da contrassegnare come 100% Made in Italy. Una reale “transizione ecologica”. Metteranno un costo per i bollini?
Frammento n. 3
Il mio Inferno. Dante profeta di speranza
Una speciale etichetta per una serie limitata dell’Amarone 2013 Docg di Secondo Marco (Marco Speri). Porta la firma del fumettista di fama internazionale Gabriele Dell’Otto. L’immagine sull’esclusiva etichetta raffigura Dante, sperduto in una “selva oscura” che, su consiglio di Virgilio, cerca di uscirne attraversando tutto l’aldilà.
Frammento n. 4
Anche la Grappa ha il suo Consorzio
L’Istituto Nazionale Grappa si è trasformato in Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa. “Questo è solo il punto di partenza per il rilancio del nostro distillato di bandiera. Il neonato Consorzio si impegnerà anche nella promozione di questa preziosa acquavite autentica tradizione italiana" Parola del neo-eletto Presidente del Consorzio Sebastiano Caffo.
Frammento n. 5
La FIVI ha un nuovo Presidente
La FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) ha un nuovo Presidente: Lorenzo Cesconi. Cesconi, vignaiolo trentino, succede a Matilde Poggi che è stata alla guida per nove anni. Un Vice-Presidente che diviene Presidente: la continuità. “Il mio impegno come Presidente è di continuare il lavoro di chi mi ha preceduto”. Le prime parole dopo l’investitura. Buon lavoro!
Frammento n. 6
Ultim’ora: Vinitaly chiude con una serie di record!
Si è chiusa la 54esima edizione di Vinitaly. Operatori a quota 88mila, gli stranieri da ben 139 paesi, 25mila. La fiera sempre più dedicata al business e i cosiddetti wine lover in città nel Vinitaly and the City. È anche vero che sono mancati i 5.000 russi precedentemente accreditati. “Guardiamo ora al 2023 con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni” Maurizio Danese Presidente di Veronafiere.
Riporto di seguito “le date della ripartenza” da maggio in poi, in ordine di effettuazione:
- dal 15 al 17 maggio, ProWine a Dusseldorf (Germania);
- dal 22 al 23 maggio, Terre d’Italia, Lido di Camaiore (Lu);
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Montefalco Sagrantino;
- giugno, date ancora da comunicare, Anteprima Amarone, Verona.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Non ci facciamo mancare niente. Anche la guerra. Non entro nel merito. Registro solo le ripercussioni negative sul comparto vinicolo italiano (oltre a quello più grave dell’approvigionamento energetico). Un disastro economico ancor più grave della pandemia. Speriamo nel buon senso da parte di tutti. La ripartenza è in atto e le manifestazioni, quasi tutte, riprogrammate ed in fase di organizzazione. Anzi ne arrivano di nuove come Sana Slow Wine Fair dal 27 al 29 marzo a Bologna. “I custodi della Val d’Ossola”, ovvero le Cantine Garrone, sono riuscite in una storica impresa: riunire più di una cinquantina di viticoltori e promuovere la vinicoltura ossolana. Soldi, soldi, solo soldi. Povera Glera; ancora maggiore produzione. Ma dove vogliono arrivare con il Prosecco Doc? Buona lettura
Frammento n. 1
Una manifestazione dedicata al Vino buono, pulito e giusto
Così sarà, ne sono certo, nelle intenzioni degli organizzatori il SANA SLOW WINE FAIR di scena a Bologna nei giorni 27-28-29 marzo prossimo. E quando la direzione artistica è affidata a Slow Food la riuscita sarà impeccabile. Cantine non solo italiane ma anche le emergenti albanesi, le storiche argentine, e a seguire Bosnia, Brasile, Bulgaria, Cile, ecc… Un giro del mondo insieme a grandi vini che sono ispirati dal Manifesto Slow Food. Sarà sicuramente UNA PREZIOSA OCCASIONE DI CONFRONTO con alla base i principi come sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio, ruolo culturale e sociale delle aziende vitivinicole nei propri territori. CHAPEAU!
Frammento n. 2
I custodi della Val d’Ossola
“C’è un luogo in Alto Piemonte, dove l’attaccamento alle tradizioni e alla viticoltura locali è più forte che mai”. Così il comunicato stampa giuntomi che mi ha incuriosito più che mai. Della Val d’Ossola non se ne parla se non alle lezioni dei corsi per sommelier. Ma di questo territorio di confine dimentichiamo la sua viticoltura di qualità. La famiglia Garrone, originaria dell’astigiano, da tempo stabilitasi in Val d’Ossola, si è dedicata da subito alla produzione e al commercio di vino. Oggi, forte del contributo di una cinquantina di viticoltori che cedono le proprie uve, controlla di fatto undici ettari di vigneti sparsi nella Valle, con una età di circa 60 anni, seguendo i principi di allevamento montano “a pergola”. Il progetto “fulcro” della loro attività? Il PRÜNET, o meglio “IL NEBBIOLO OSSOLANO”. CHAPEAU!
Frammento n. 3
Povero Prosecco! Soldi, Soldi solo Soldi.
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Mahmood |
“È difficile stare al mondo, quando perdi l’orgoglio. Ho capito in un secondo che tu da me, volevi solo soldi”. (Mahmood) Se la Glera potesse parlare!
Parafrasando il testo della canzone del cantautore vincitore del Festival di Sanremo 2020, immagino la Glera (il vitigno del Prosecco) che si rivolta verso coloro che la sfruttano pensando solo ai SOLDI. La notizia era nell’aria. Altri 10.800 ettari di glera entro il 2024 pari ad una ulteriore produzione, in termine di bottiglie, di 213 milioni in più, portando il totale a circa 1.000.000.000 (un miliardo): il vino più venduto al mondo, a forte discapito della qualità. Si salvano, al momento, le Docg Valdobbiadene e Asolo.
“L’intento del Consorzio Prosecco Doc è quello di assicurare alla denominazione una crescita ordinata e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale”. Così i vertici del Consorzio. Condivido solo “crescita ordinata e sostenibile economica” ovvero Soldi, Soldi solo Soldi.
Riporto di seguito “le date della ripartenza” in ordine di effettuazione:
- dal 12 al 14 marzo, Wine&Siena;
- dal 13 al 14 marzo, Vignaioli di Montagna a Milano;
- 19 marzo, Primanteprima a Firenze;
- 20 marzo, Chianti Lovers, a Firenze;
- dal 20 al 21 marzo, Terre di Toscana a Lido di Camaiore (Lu);
- dal 21 al 22 marzo, Chianti Collection a Firenze;
- 23 marzo, Anteprima Vernaccia di San Gimignano;
- 24 marzo, Anteprima Nobile di Montepulciano;
- 25 marzo L’Altra Toscana, a Firenze;
- dal 27 al 29 marzo, Sana Slow Wine, a Bologna;
- dal 9 al 10 aprile, Summa, a Magré (Alto Adige);
- dal 10 al 13 aprile, Vinitaly, Verona;
- dal 15 al 17 maggio, ProWine a Dusseldorf (Germania);
- dal 22 al 23 maggio, Terre d’Italia, Lido di Camaiore (Lu);
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Montefalco Sagrantino;
- giugno, date ancora da comunicare, Anteprima Amarone, Verona.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
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Vigneti intorno al Casale |
È stato un ritorno piacevole l’occasione della presentazione dell’ultima annata di Apistós, l’IGT Costa Toscana da uve Cabernet Franc al Podere Conca.
Apistós, nome dal greco antico, che significa incredibile.
“È il nostro fiore immaginario che non esiste in natura ed è quindi per noi incredibile”. Aggiungo: proprio perché non esiste in natura dona al vino il senso della creatività dall’immaginario.
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Il Casale |
Cabernet Franc in purezza proveniente da una unica vigna, percorso di fermentazione in cemento per poi affinare in barriques, per circa 16 mesi, con assemblaggi di primo e secondo passaggio. Ulteriori sei mesi di riposo prima della commercializzazione.
Questo 2019 si è presentato nel bevante mostrando tutta la sua gioventù.
Rubino intenso con unghia sfumata violacea, consistente, rilascia sulle pareti del calice copiose glicerine. Impatto olfattivo intrigante già dal suo verticale dove dona una intensità incalzante. L’orizzontale mostra la sua complessità a partire dai floreali macerati proseguendo senza esitazione verso i fruttati di bosco, confetture di mirtilli, squilli vegetali per aprirsi su note balsamiche, di cacao, caffè, terminando sulla dolcezza delle vaniglie non eccessive. Al palato fitta massa tannica sorretta dai polialcoli. Rispondenza con l’olfatto in una persistenza notevole. Meritevole dell’eccellenza. Va atteso per valutarne l’evoluzione. Ma se tanto mi da tanto il successo di questo 2019 è garantito.
I Numeri del Podere Conca
9 ettari di cui 5 a vigneto e 4 a uliveto, 65 barriques, diverse vasche inox, cemento e un rosso fiammeggiante Tulipe.
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Vini assaggiati |
La botte troncoconica si presenta elegante e raffinata nella forma, per unire esigenze tecniche ed estetiche.
Ultima nata per rispondere alle richieste del mercato moderno attento alle evoluzioni degli strumenti di vinificazione. Ancora una volta i francesi, che l’hanno “inventato”, attenti alle evoluzioni.
Al suo interno riproduce il più classico dei contenitori per la fermentazione mentre all’esterno, la sua forma richiama il bevante, la parte superiore del calice (quella che accoglie il vino) per esaltare le qualità organolettiche a partire dall’evoluzione fermentativa.
Qualcuno relega il Tulipe alla sola tendenza. Si sbaglia.
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I vigneti a Bolgheri |
Con il ritorno del cemento, ormai riconosciuto come miglior contenitore per la sua inerzia termica e lo scambio di ossigeno, ecco il diffondersi di studi particolari come il “tulipe”. E Silvia Cirri, titolare nonché anima del Podere Conca ne è orgogliosa.
“Quando vivi una terra da generazioni ed essa ti ha dato tanto, nasce spesso il desiderio di migliorarla e valorizzarla per lasciarla alle generazioni future in grado di dare emozioni ancora più grandi”.
Insieme a Silvia, seduti ad un tavolo nella moderna cantina costruita un po’ lontana dal Casale, a parlare di tecniche lavorative se pur “guidate” da quella filosofia abbracciata da tempo: conduzione agricola biologica seguendo i valori ereditati dalla storia del Podere Conca in quel di Bolgheri.
“Sono orgogliosa di poter affermare che oggi il Podere Conca è una delle emergenti aziende vinicole Toscane.”
→Cosa allevate a Podere Conca
“Un territorio, che nutre diverse tipologie di uve: dal Cabernet Franc al Cabernet Sauvignon, dal Ciliegiolo al Sauvignon Blanc, dallo Chardonnay al Viognier. Varietà che danno vita ai vini Agapanto, Apistos e il bianco Elleboro”
→Due parole sul vostro OLIO
“L’olio extravergine di oliva toscano biologico di Podere Conca si ricava dalle varietà Frantoio, Moraiolo e Leccino. Il risultato è un olio di colore giallo-verde con riflessi dorati, che all’olfatto presenta un’indole fruttata e una leggera nota di carciofo: una degna testimonianza dell’eccellenza toscana”.
→ E del Casale ne vogliamo parlare?
“Posto lungo la Via Bolgherese, è uno dei pochissimi ad aver mantenuto le pareti di pietra a vista e le tradizionali imposte di legno rosso, presenti anche nel logo dell’azienda. Esempio di architettura colonica locale. I suoi muri possono raccontare una storia di passione, dedizione e tradizione familiare, un connubio che ha dato vita a una realtà fertile nella quale, alla storica produzione di olio extra vergine di oliva, si è affiancata la produzione di vino”.
→ Perché Podere Conca.
“Per la sua caratteristica forma: un terreno inclinato dai lati verso il centro, con la vecchia casa da sempre centro ed anima dell’azienda”.
L’occasione della presentazione della vendemmia 2019 di Apistós, l’immaginario, è stato motivo di assaggi anche di “altri fiori della serra” di Silvia.
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Insieme a Silvia Cirri |
Elleboro e Agapanto. Il primo ad indicare il genere appartenente alla famiglia Ranunculaceae, il secondo alla famiglia delle Liliaceae, fiore dell’Amore.
- Elleboro 2020. Assemblaggio di Viognier, Chardonnay, Sauvignon Blanc. Solo inox. Ottimo, voto 89/100;
- Elleboro 2019. Ottimo, voto 88/100;
- Agapanto 2020. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Ciliegiolo. Cemento, tonneaux e barriques. Ottimo, voto 88/100 (giovanissimo);
- Agapanto 2019. Ottimo, voto 89/100. (in evoluzione);
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Le Tulipe in cemento |
- Agapanto 2018. Eccellente, 93/100
- Agapanto 2017. Eccellente, voto 90/100;
- Agapanto 2016. Eccellente, voto 93/100;
- Agapanto 25015. Eccellente, voto 93/100.
“In famiglia avevamo un progetto, un’idea sul tipo di vini che avremmo voluto ottenere. Prima di piantare i vigneti ci abbiamo pensato e non poco. Abbiamo fatto prove con diverse caratteristiche. Infine assemblaggi insoliti, come l’aggiunta di ciliegiolo ai due cabernet e i risultati sono quelli di oggi”. Alle parole di Silvia aggiungo le mie deduzioni: vini non banali, eccellenti, che si discostano dall’uniformità che ha invaso il territorio di Bolgheri. Chapeau!
Urano Cupisti Visita effettuata nel settembre 2021 Podere Conca Via Bolgherese 196 Castagneto Carducci Tel: 324 0957941 This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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Le Tulipe in cemento |
Parlare di Erbaluce è lo spunto per raccontare un bellissimo viaggio in un angolo incantato e forse
vitigno Erbaluce
meno conosciuto del Piemonte, ricco di storia, leggende e di suggestioni, dove sorge il paese di Caluso, cuore del Canavese.
Il centro abitato nasce su un insediamento preromano adagiato alle falde di colline che circondano il lago di Viverone riparandolo dai gelidi venti che soffiano da nord.
Lago di Viverone
Il terreno dove vengono allevate le viti è di origine morenica e presenta in superficie uno strato ciottoloso che, combinato con la felice posizione geografica e il clima mitigato dalla presenza del lago, consente di
produrre grappoli con acini pieni di aromi.
Pare che, secondo alcuni autori, l'Erbaluce fosse originario del basso Monferrato, dove però ad oggi non ne resta alcuna traccia. Rimane comunque un vitigno autoctono di origini antiche.
I Salassi, popolazione di origine ligure-gallica che vivevano nella pianura canavese ancor prima dell’arrivo dei Romani, lo coltivavano e vinificavano. Attualmente lo troviamo in alcuni comuni delle province di Biella e Vercelli. Ma è nei 32 Comuni del Canavese torinese dove è diffusamente allevato.
Come tutti i vitigni che si perdono nel tempo anche l’Erbaluce di Caluso è associato alle leggende che vogliono il suo nome essere legato a Ninfe, Sole e Luna, Eclissi e Amori contrastati, fino alla nascita di Albaluce, una dolce bambina che trasformò, con le sue lacrime, secchi arbusti in vigorosi ceppi da cui nacquero i tralci del “magico” vitigno Erbaluce.
Fin qui la leggenda che ancora si racconta a Caluso durante la Festa dell’Uva che si svolge nel mese di settembre.
E la storia quella certa e certificata da scritti ancora consultabili?
Festa dell'Uva
Le prime notizie storiche risalgono al 1606, riportate in un libro scritto da un gioielliere, tale Giovan Battista Croce, in cui descrive i grappoli maturi in autunno dell’Erbaluce come gemme che “ risplendono con grani grandi, folti e copiosi”, lasciando intendere che gli acini più esposti al sole assumono caldi riflessi ambrati risplendendo come gioielli .
Oggi la vendemmia viene fatta nella terza decade di settembre, la pigiatura è soffice e il mosto fiore viene filtrato immediatamente per preservare gli aromi primari tipici del vitigno.
Il vino che si ottiene è di un bel giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi fini di fiori ed erbe aromatiche. Al palato risulta fresco, agrumato, con finale leggermente amarognolo che si abbina perfettamente con il pesce persico o il coregone .
La denominazione è una delle 19 DOCG del Piemonte dove per disciplinare il vitigno Erbaluce deve essere presente al 100% in tutte le sue declinazioni compreso anche lo spumante metodo classico.
Erbaluce Passito
Un piccolo gioiello è l’Erbaluce di Caluso Passito ottenuto dai grappoli migliori dopo un appassimento sui graticci che si prolunga fino alla fine di febbraio, inizio marzo. Dopo la fermentazione sosta fino a cinque anni, nella versione riserva, in pregiate botti di rovere. Il suo abbinamento predilige la pasticceria secca, i classici amaretti, canestrelli, il locale “rotolo alle spezie” e importanti formaggi erborinati.
Ogni anno a Caluso, nella già ricordata Festa dell’Uva Erbaluce, è il momento per conoscere meglio questo vitigno, i suoi vini e, perché no, credere nelle leggende.
Elisa Paolini
“Mi raccomando, non lo chiamare Ippocrasso o preparato per vin brulé”.
È cominciata così una breve ma sostanziosa intervista con Alessandro Rabassi, giovane vignaiolo a sua insaputa. La location? L’Osteria Le Terme di Massaciuccoli (Massarosa, prov. di Lucca) a margine di una delle tante serate di…vine dove Alessandro ha presentato il “suo E.P.”, un vino aromatizzato particolare.
Particolare in tutto il suo percorso di preparazione.
- Come ti è venuta l’idea di produrre un vino aromatizzato e commercializzarlo?
“Dopo essermi trovato al posto giusto nel momento giusto, come spesso accade. E il posto nel momento giusto è stato quando sono entrato in possesso di una “ricetta antica” redatta da alcuni frati di un convento di Livorno”
- Ma dalla ricetta alla produzione che percorso hai scelto?
“Certo ha influito l’amicizia con un giovane produttore di vino della Valdera, in quella parte sud della Provincia di Pisa. Più precisamente nel Comune di Terricciola, località Soiano, che fa parte della Doc Chianti delle Colline Pisane: Azienda Davide Rizzato”.
- Che vino hai scelto?.
“Su consiglio di Davide mi sono orientato sul classico assemblaggio di vitigni toscani che solitamente danno origine al Chianti di quelle zone: insieme di sangiovese e canaiolo vinificati alla vecchia maniera in vasche inox”.
- Scusami, hai messo anche del miele? Perché così fosse sarebbe un Ippocrasso o ipocrasso, non credi?
“No. Mi sono attenuto fedelmente a quanto riportato nella ricetta dei frati livornesi. Dolcificato con fruttosio. La speziatura è data principalmente da cannella, chiodi di garofano e cardamomo verde. Quest’ultimo, come tu sai, è una spezia rara e preziosa dal sapore leggermente piccante e fruttato e riesce a dare al mio vino quel tocco che lo rende diverso dagli altri”.
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l'intervista |
- Spiegami come procedi per aromatizzare il vino.
“Seguendo alla lettera quanto riportato nella ricetta. I Frati lo producevano utilizzando il vino che consumavano in convento e il loro scopo era produrre un infuso utile per alleviare i sintomi causati da tosse e raffreddore, mal di denti e per problemi di digestione. Dovendolo commercializzare come vino particolare indicandolo in abbinamento con alcuni dessert o come conclusione di un pasto, la preparazione prevede una macerazione della durata di 45-50 giorni in inox per poi pastorizzarlo a 70°. Altro non posso aggiungere perché deve rimanere segreto”.
- Lo hai chiamato E. P. Perché?
“E sta per prova, la n. 5 contraddistinta dalla lettera E, P per averlo pastorizzato. Tutto qui”.
Non è stato facile disegnare il ritratto di un promettente vignaiolo alle prime armi in un contesto di dedizione ai canoni di particolari vinificazioni. Parlare con Alessandro il tutto si è tradotto in frasi dirette senza alcuna retorica tipica dei produttori navigati. Le sue risposte che si collegano, senza compromessi, alla verità. Al momento nessuna concessione al marketing; solo un desiderio di far conoscere ed assaggiare il frutto di una sua invenzione.
L’Assaggio:
- EP vino aromatizzato. Base sangiovese e ciliegiolo, aromatizzato. Il vino alla base si mostra vestito di quelle note fruttate che lo rendono perfettamente bilanciato, da bere così com'è. L’aggiunta dell’aromatico lo rende di una dolcezza equilibrata che lascia un palato asciutto e rende il sorso appagante. A differenza di altri è il cardamomo verde che lo rende diverso, unico. Gradevole e dalla forte personalità, speziato nei profumi, pungente nel gusto.
E bravo Alessandro, sono sicuro che torneremo a parlare del tuo E.P. molto presto. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggio effettuato il 19 gennaio 2022
Alessandro Rabassi
Contatti:
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cellulare 349 7811823
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Incrociamo le dita. Pare che la luce in fondo al tunnel si riesca a vedere anche se si comincia a paventare un’altra ondata di nuova pandemia, una mutazione dell’Omicron. Ma la riflessione di oggi è verso “una pandemia diversa”, altrettanto letale. È un “virus” nato, per i credenti, da quel famoso morso alla mela; per i non credenti è intrinseco nel genere umano. La supremazia di uno sull’altro. Dove voglio parare? Sui venti di guerra tra Russia e Ucraina che colpiscono l’Italia più esposta degli altri paesi dell’Europa per i mix energetici molto inferiori. Gli aumenti dei prezzi delle nostre bottiglie di vino dovuto ai trasporti e i parte nei costi di produzione, è seriamente preoccupante. Altro motivo di forte preoccupazione è la notevole crescita, un vero e proprio boom, del vino cinese. Quando lanciai l’allarme nel lontano 2002 mi presero per matto. La fotografia dell’esistente in riferimento alle superfici vitate mondiali, è questa (fonte Corriere Vinicolo il giornale dell’UIV, Unione Italiana Vini): Prima la Spagna (944mila ettari), Seconda la Francia (753mila ettari), Terza la Cina (720mila ettari), Quarta l’Italia (671mila ettari), a seguire gli altri.
Chiudo questa riflessione provando a sorridere pensando che le Manifestazioni vinicole nel 2022 si faranno quasi tutte. Dobbiamo solo annotare nelle nostre agende le nuove date.
Frammento n. 1
Anche il vino italiano nella morsa degli aumenti.
Il 2022 si è aperto con un rincaro medio a carico delle aziende del 40% a bottiglia a causa di “una tempesta energetica” che peserà per 1,3 miliardi di Euro di costi aggiuntivi, tra aumenti monstre (straordinari, eccezionali, colossali) di bollette, materie prime e trasporti. I produttori di vino costretti a modificare i listini per non lavorare in perdita. È l’allarme lanciato da Unione Italiana Vini (UIV). Per l’associazione, che rappresenta l’85% delle esportazioni italiane del settore, si temono forti ripercussioni nel commercio con l’estero. L’Italia, infatti, è il Paese più esposto al rincaro di gas naturale ed energia rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su mix energetici differenti e policy di contrasto più efficaci. “L’ultimo decreto licenziato dal Governo la scorsa settimana non basta. Nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo”.
Frammento n. 2
Riordiniamo le date delle Manifestazioni previste nel 2022
Riporto le nuove date in ordine di effettuazione:
- dal 12 al 14 marzo, Wine&Siena;
- dal 13 al 14 marzo, Vignaioli di Montagna a Milano;
- 19 marzo, Primanteprima a Firenze;
- 20 marzo, Chianti Lovers, a Firenze;
- dal 20 al 21 marzo, Terre di Toscana a Lido di Camaiore (Lu);
- dal 21 al 22 marzo, Chianti Collection a Firenze;
- 23 marzo, Anteprima vernaccia di San Gimignano;
- 24 marzo, Anteprima Nobile di Montepulciano;
- 25 marzo L’Altra Toscana, a Firenze;
- dal 27 al 29 marzo, Sana Slow Wine, a Bologna;
- dal 9 al 10 aprile, Summa, a Magré (Alto Adige);
- dal 10 al 13 aprile, Vinitaly, Verona;
- dal 15 al 17 maggio, ProWine a Dusseldorf (Germania);
- dal 22 al 23 maggio, Terre d’Italia, Lido di Camaiore (Lu);
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Montefalco Sagrantino;
- dal 25 al 26 maggio, Anteprima Sagrantino, Montefalco (Pg)
- giugno, date ancora da comunicare, Anteprima Amarone, Verona.
Frammento n. 3
La Cina sempre più vicina.
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vigneti cinesi |
Non ci credete nemmeno di fronte ai numeri? Dall’ultimo report stilato dal Corriere Vinicolo, il giornale dell’Unione Italiana Vino (UIV), questa è la situazione delle superfici vitate mondiali:
- Spagna 944mila ettari;
- Francia 753mila ettari;
- Cina 720mila ettari;
- Italia 671mila ettari.
Un altro dato? Nel 2002 la Cina aveva meno di 400mila ettari contro l’Italia che ne aveva più di 700mila. Fate due conti e…SVEGLIA!!!
Frammento n. 4
Noi Italiani non riusciamo a stare insieme nemmeno con l’attaccatutto.
Alle Anteprime Toscane, previste quest’anno a partire dal giorno 19 marzo, ne debutta una nuova: Anteprima dell’Altra Toscana. Dieci Consorzi rappresentanti tredici Denominazioni presentano le nuove annate. Piccole o meno conosciute, si ritengono non ben rappresentate da quei Consorzi tradizionali ritenuti “obsoleti e politicizzati”. E allora via per conto proprio. La location? Si parte con il “botto”. Addirittura insieme a Giotto, Brunelleschi, Masaccio che, nelle intenzioni dei “dissidenti” regalano valore e significato a ogni calice. Il Refettorio e l’Atrio del complesso Museale di Santa Maria Novella a pochi passi dalla Stazione Centrale. L’obiettivo è quello di raccontare una Toscana del Vino con punte di qualità sempre più alte. Rappresentate 13 DOP. “Tutelare i territori dove la Vite viene coltivata con arte da secoli”. E da quanto trapela negli ambienti fiorentini sarebbe il primo di altri “strappi”.
Frammento n. 5
Riccardo Illy, “adesso sono langarolo Docg”.
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cantina Manzone |
Dopo aver acquisito l’Azienda Mastrojanni a Montalcino, Riccardo Illy sbarca in Piemonte, nel Barolo, ed acquista la Cantina Manzone di Monforte. Non solo un investimento ma portare a compimento quel progetto, il Polo del Gusto, che include anche nocciole e marmellate. “Diventare parte del territorio”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
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Azienda Carmazzi |
Mai titolo così azzeccato. Non è farina del mio sacco bensì ripreso dal sito internet dell’Azienda Carmazzi di Torre del Lago Puccini, frazione del Comune di Viareggio.
Ad attendermi Paola Paradisi in un sabato “assolato” del mese di dicembre. Vivere a “due passi” da questa realtà e non saperlo. Meglio dire non conoscere questa realtà che oggi vanta essere uno dei riferimenti nazionali del “mondo del peperoncino” e non solo.
Mi ha accolto nella saletta adibita a showroom, senza tanti fronzoli, dove ti trovi subito a tuo agio.
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Fiori Eduli |
“Tutti i prodotti che vedi sono nati dalla nostra passione per la pianta di peperoncino, coltivata con metodo biologico da oltre 30 anni per ottenere un raccolto di prima qualità”. Il termine biologico riecheggerà diverse volte nella lunga chiacchierata, come appartenenza ad una fede abbracciata e professata in tutta la filiera che comprende, oltre a circa 50 tipologie di peperoncino, anche fiori eduli (commestibili), ecopiante.
- Com’è nata questa azienda e chi ne fu l’artefice?
“L’Azienda Carmazzi è nata oltre un secolo fa, qui a Torre del Lago Puccini. La prima attività dell’azienda è stata l’agricoltura estensiva, seguita dalla produzione di fiori recisi e ortaggi. Già allora, in particolare per gli ortaggi, si praticava il “biologico” quando ancora era praticamente sconosciuto”.
Nel frattempo ci ha raggiunto il marito, Marco Carmazzi, il figlio del fondatore Eustachio Carmazzi. È stato Marco a dare all’attività familiare quell’impulso produttivo portandola a specializzarsi nel florovivaismo, con la produzione di piante fiorite in vaso, piante aromatiche, basilico, fragole e… peperoncino.
“Sì, sono passati già cinquant’anni da quel 1970 quando incominciai a dedicarmi, anima e corpo, a questo lavoro, coinvolgendo successivamente anche mia moglie Paola, oggi pilastro non solo nell’amministrare l’azienda (e di burocrazia ce n’è tanta, tanta, tanta) ma anche in serra, con continui suggerimenti che, alla luce dei successivi risultati, risultano
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Ingresso |
sempre vincenti”.
I numeri parlano chiaro alla Floricoltura Carmazzi: oltre 20.000 mq di serre con impianti ad alta tecnologia, 5.000 mq di superficie non coperta e una produzione annuale di oltre 2.000.000 di piante. Nel 2012 anche Giacomo, figlio di Marco e Paola, ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia.
- Vedo esposti numerosi premi, riconoscimenti, attestati per la qualità raggiunta…
“Nel 2012 alla 4° edizione di “Orticolario” ci aggiudicammo il primo premio per la realizzazione di un giardino innovativo dal titolo “Giardino d’Amor Novo” e nel 2013 a Londra alla 100° edizione del “Royal Horticoltural Society Chelsea Flower Show” fummo insigniti con la medaglia di bronzo per un’altra originale installazione fiorita, “The Sonic Pangea Garden””. È Paola ad indicarmi le due onorificenze.
- Mr PIC. Come è nato e cosa significa? Sempre Paola a rispondermi
“Mr PIC è il fiore all’occhiello della nostra azienda. Grazie all’ampiezza della nostra banca semi (ad oggi abbiamo catalogato più di 1.500 varietà), alle migliorie apportate alle tecniche di produzione nel corso del tempo e alle prestigiose collaborazioni, il brand Mr PIC vanta oggi un’immagine eccellente a livello nazionale ed internazionale”.
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L'Erotico |
Marco, con un tono di voce riverente, rispettosa, ossequiosa, aggiunge: “Non possiamo non citare la collaborazione pluriennale avuta con Massimo Biagi dell’Accademia Italiana del Peperoncino ed esperto presso la Facoltà di Agraria del l’Università di Pisa. Massimo, venuto a mancare nel 2017, è stato per noi colui che ci ha fatto conoscere e produrre qui a Torre del Lago, l’Arlecchino Versilia®, il Rustico Versilia®, l’Habanero Clover®, il Dente di Coyote®, l’Habanero Gold®, l’Erotico®, il Capezzolo di Scimmia® e il rarissimo Pimento del Sahara®”.
- Da sempre il peperoncino, oltre per il suo carattere deciso a tavola, è conosciuto per le sue proprietà afrodisiache. La scienza ci ricorda che la capsaicina, principale responsabile della piccantezza, attiva i recettori del caldo presenti sulla lingua. Non solo; aumentando la sensibilità delle terminazioni nervose e del battito cardiaco, stimola il rilascio delle endorfine, come avviene nel rapporto sessuale. Ti accade nelle vendite giornaliere che vi siano richieste, magari bisbigliate, in tal senso?
Paola sorride e precisa: “Hai voglia tu. Tant’è che, a fronte di richieste dirette o indirette in tal senso, consiglio il nostro l’Erotico®, creato da Massimo Biagi. Alcuni lo considerano una sorta di viagra naturale. Una bomba! Provare per credere”.
Mi rivolgo ancora a Paola: - Non solo vendita, vero?
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Paola spiega |
“Organizziamo tour nelle serre alla scoperta di curiosità e segreti sui fiori commestibili e sulla più ampia collezione di peperoncini d’Europa!. Toccare ed assaggiare tutte le nostre varietà di fiori eduli, descrivendone la coltivazione, le caratteristiche principali, le loro proprietà nutraceutiche significa accompagnare il visitatore in un viaggio sensoriale unico nel suo genere! A seguire la visita alla serra dei peperoncini, i frutti piccanti per eccellenza con la celebre collezione “Massimo Biagi”. I tour si concludono qui nello showroom Mr PIC in cui organizziamo una degustazione dei nostri prodotti al peperoncino e dei Fiori Commestibili BIO”. Cosa che ho fatto dietro i consigli di Paola.
“Sembra facile parlare del peperoncino”, Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 18 dicembre 2021.
Floricoltura Carmazzi
Via della Fontanella
Torre del Lago Puccini-Viareggio (Lu)
Tel: 0584 340941
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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
AIUTO!!! Non ci capisco più niente. Green Pass, Super Green Pass, Super super extra Green Pass, Virologi contro Virologi, Talk Show con i soliti che fanno finta di litigare, i vari Tg (sia chiaro, tutti) che in ogni edizione “spaventano e creano panico”, i NO VAX che imbrogliano le carte per non vaccinarsi, le mamme che hanno paura a vaccinare i loro bambini, i tri-vaccinati che non hanno più certezze, le farmacie prese d’assalto, i medici di base che non sanno cosa fare e, in questo caos completo, l’economia che cresce (così dicono i “colti”). Noi, nel nostro circoscritto mondo della ristorazione, dei produttori di vino, organizzatori della tanto sospirata ed attesa “ripresa”, registriamo: cali impressionanti di presenze nei ristoranti, un latente coprifuoco nei centro città dopo una certa ora, corsa spasmodica a fare tamponi per potersi “muovere”, i rinvii a raffica delle manifestazioni programmate, piani organizzativi delle aziende e dei produttori che finiscono “a schifio”, l’Europa mai così disunita (ahimé). Continuare ancora? AIUTO!!! Non ci capisco più niente e non so a chi dare retta.
Frammento n. 1
Gennaio, febbraio. Annullate le manifestazioni.
Al grido di “La pandemia corre di nuovo” riproposti alcuni grandi eventi,
programmati nel mese di febbraio, a marzo confidando che “omicron” esaurisca i suoi effetti e sia permesso circolare con maggiore libertà. Alcuni addirittura annullati per l’anno in corso come ViniVeri Assisi 2022. Riprogrammiamo le date nelle nostre agende:
- PrimAnteprima, quella organizzata dai Consorzi toscani si effettuerà sabato 19 marzo a Firenze, Fortezza da Basso;
- Chianti Lovers sempre a Firenze, Fortezza da Basso, domenica 20 marzo;
- Chianti Classico Collection, Firenze Fortezza da Basso, lunedì 21 e martedì 22 marzo;
- Anteprima Vernaccia di San Gimignano nelle storiche sedi nel centro di San Gimignano mercoledì 23 marzo;
- Anteprima Vino Nobile di Montepulciano, nella fortezza di Montepulciano giovedì 24 marzo;
- Anteprima l’Altra Toscana (la sede non è stata comunicata) venerdì 25 marzo.
- Grandi Langhe presso l’Ogr di Torino il 4 e 5 Aprile;
- Anteprima Amarone dal “freddo inizio febbraio al caldissimo mese di giugno (le date ancora da confermare”.
I problemi sono duplici: i mesi scelti sono impegnativi per le piccole aziende a carattere familiare che non dispongono di personale specifico addetto alle vendite e spesso le date coincidono con altri eventi a cadenza “naturale”. Gli addetti ai lavori di fronte a difficili scelte e conseguenti rinunce.
Frammento n. 2
Gli Stati Uniti e la Francia invece…
confermano le date programmate pronti ad accogliere tutti gli operatori nazionali ed internazionali del settore wine and spirit predisponendo le migliori condizioni possibili al grido: “non si può attendere di morire d’altro”. In particolare la Francia ha confermato che il 14 febbraio prossimo si apriranno i cancelli di Wine Paris & VinExpo Paris. Ma la Francia non è messa peggio di noi?
Frammento n. 3
Riceviamo dalle aziende
Il Gruppo Vinicolo Santa Margherita investe sul futuro della Maremma Toscana DOC
Acquisita la cantina Pieve Vecchia a Campagnatico. Con questa acquisizione il Gruppo vinicolo veneto della Famiglia Marzotto investe sulla Denominazione DOC Maremma Toscana e sui vini unici per stile e tradizione. La cantina Pieve Vecchia confluirà nella già conosciuta Tenuta Sassoregale contando così su di una estensione totale di 80 ettari. Oggi il Gruppo Santa Margherita conta ben 720 ettari vitati.
Frammento n. 4
Il Grignolino nipote del Nebbiolo e della Freisa.
L’avanguardistica cantina Hic et Nunc di Vignale Monferrato ha ospitato recentemente una tavola rotonda tecnica sul Grignolino e sulle inaspettate ipotesi di parentela con il Nebbiolo e Freisa. Anna Schneider, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, genetista di fama internazionale, nel suo intervento ha precisato: “La nascita di un vitigno è frutto di un momento e di un luogo ben precisi, potenzialmente svelabili con l’analisi genetica del DNA. Il Grignolino è figlio di un genotipo ricostruito, estinto o forse non ancora recuperato, a sua volta figlio del Nebbiolo e della Freisa”.
Frammento n. 5
Erbaluce: in vent’anni i vigneti aumentati del 77 per cento.
Rappresenta a mala pena l’0,5% del vigneto Piemonte eppure, questa piccola Docg, sta conquistando quote di mercato italiano ed estero. Tre le versioni prodotte con questo vitigno: fermo, spumante e passito. Quest’ultimo entrato a pieno titolo nelle “gemme enoiche italiche”. I numeri di questa Docg della zona morenica eporediese: 227 ettari di vigneti coinvolgendo circa 300 operatori tra produttori, vinificatori e imbottigliatori per una produzione annua di circa 1 milione e mezzo di bottiglie. Il passito 2021 che si potrà bere dal 2025 pare che sia una vera e propria “bomba”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Previsioni facili che si stanno avverando. Non siamo in lockdown ma questo spettro aleggia sopra di noi. Restrizioni già ufficializzate ed altre entrare in vigore. La terza dose di vaccino non basta più, prossimamente il via alla quarta. Il Super Green
Pass è superato. Ne serve uno ancora più selettivo e al momento siamo succubi dei tamponi che, per molti italiani, sono il primo appuntamento mattutino. Che dire? Le aziende dell'enogastronomia vivono nella totale incertezza e programmare l'anno che verrà risu lta estremamente difficile. “In questa valle di lacrime” cerco comunque di sopravvivere continuando l'umile “lavoro” di “raccoglitore di frammenti cosmici” da comunicare a coloro che mi seguono. Con le lacrime sul volto auguro a tutti “Buone Feste”.
Frammento n. 1
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La Caviro di Forlì |
Fatturato CAVIRO oltre quota 390 milioni
La notizia non può che far piacere. Questa Cooperativa romagnola, la più grande d'Italia, ha raggiunto e superato l'obbiettivo prefissatosi alcuni anni fa. “In ogni casa degli italiani, in frigo, dovrà esserci una confezione di Tavernello” . Oggi non più una profezia ma una certezza. E il Tavernello, insieme alle altre produzioni di vino in tetra pack, insieme all'altro fenomeno tutto italico rappresentato dal Prosecco, portano la produzione vinicola italiana a salire (aggiungo trionfalmente), ogni anno, sul gradino più alto del podio mondiale come paese che produrre, in termini di quantità, “più vino al Mondo”. Ognuno è libero di pensarla come vuole!
Frammento n. 2
Wine Spectator ancora riferimento per le aziende.
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Il Pinot Grigio di Lageder |
La rivista statunitense Wine Spectator, ancora una volta, è il riferimento mondiale per molte aziende. Quando pubblica la TOP 100 annuale inizia ad arrivare in redazione i comunicati. Come quello, “meritatissimo”, della tenuta altoatesina Alois Lageder. Il “loro” Terra Alpina Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti 2019 tra i 100 vini migliori al Mondo. “Questo vino nasce dalla collaborazione con numerosi viticoltori del territorio sempre più vicini alla coltivazione biologica e/o biodinamica che ci conferiscono le uve dando alla fine, con questo lavoro di squadra grandi soddisfazioni”. Questo quanto dichiarato da Alois Clemens Lageder alla notizia dell'inserimento nella TOP 100.
Frammento n. 3
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vino albanese |
Alla scoperta del Vino Albanese
Ai più sconosciuto il vino albanese è oggi una realtà della quale sentiremo parlare spesso. Grazie alla collaborazione con AIS Lazio si è svolta a Roma “Alla scoperta del vino albanese”, una degustazione basata su 8 vini presentati da 7 cantine. Con i suoi 26.000 ettari vitati l'Albania ha iniziato a far conoscere la sua potenzialità viniviticola. Accanto ai tradizionali vitigni internazionali troviamo i numerosi autoctoni, quelli maggiormente sotto osservazioni per le loro potenziale peculiarità. Shesh, Kallmet, Vlosh, Debinë, Serinë, Pulës, Manakuq, tra i maggiormente coltivati. Albania, un territorio tutto da scoprire!
Frammento n. 4
Oltrepò Pavese, un serbatoio di Pinot Nero.
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Oltrepò |
Oltrepò ovvero al di là del Po per i lombardi. Qui, da illo tempore, si produce il Pinot Nero che con il Riesling Italico, rappresentano i due vitigni meglio allevati. Il Pinot Nero con le sue tre anime . La prima, importante, limitata alla produzione per conferire le uve ad aziende fuori il tradizionale territorio, anche fuori regione; la seconda quella legata alla vinificazione in rosso; la terza per la produzione dei Metodi Classici. Se ne è parlato all'evento organizzato recentemente a Milano: “Talk'n'Toast-Conversazioni sul Pinot Nero”. Fare squadra per valorizzare e far conoscere il territorio ei propri vini.La rinascita dell'Oltrepò è iniziata.
Frammento n. 5
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Cesari |
Cesari, la nuova cantina in Valpolicella
La storica azienda veronese, dal 2014 di proprietà del Gruppo CAVIRO (quello del Tavernello), ha inaugurato a Fumane la nuova cantina frutto di un investimento che si aggira intorno ai 20 milioni di Euro . Finalità è il raggiungimento di una produzione annua di 4 milioni di bottiglie suddivise nelle diverse tipologie: Amarone, Valpolicella Classico, Ripasso. “La nuova cantina di Fumane unisce insieme la tradizione e l'innovazione”. Ovvio che il tutto rientra nella logica dei grandi numeri. Con l'acquisizione di Caviro non poteva che essere così.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
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Il logo |
Bertolt Brecht ebbe a dire: “Prima la pancia piena e poi la morale”.
La coscienza di molti è a posto ripagando anche la disgrazia della crisi. Crisi di turismo, di frequentazione nei locali, crisi di valori. È proprio così?
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coniglio 2020 |
Anche, ma non proprio del tutto perché spesso è la mancanza di professionalità piuttosto che quella delle palanche. Frequentando i Ristoranti sono i dettagli, strettamente legati alla professionalità, che fanno la differenza.
Ci sono coloro che mangiano per la pancia piena ed allora il contenuto e l'abbondanza nei piatti portano alla soddisfazione. Ci sono invece chi vuol vivere di emozioni, ama l'arte nella cucina, coniuga bello e bravo (sempre più difficile), chi ama toccare con mano la professionalità nel servizio, l'accoglienza, tutto frutto di studi, di conoscenze per chi offre , insomma “quella classe” che, come si suol dire, fa la differenza,
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l'esterno |
Ed ecco trovarmi in un Ristorante dove ho potuto vivere quelle emozioni date dall'accoglienza, dalla professionalità del servizio e da una cucina “artistica” che è riuscita a stupirmi per la passione, dedizione data dal giovane Chef Antonio Guerra.
Mi riferisco al Ristorante Vitique situato a Greve in Chianti, precisamente nella frazione di Greti, a pochi chilometri da Firenze, precisamente nel Cuore del Chianti Classico (Quello contraddistinto dal Gallo Nero). Ristorante ricavato all'interno dell'ex distilleria storica Bonollo.
Affacciato sulla terrazza panoramica delle colline chiantigiane, strettamente legato al mondo del vino del Gruppo Santa Margherita di cui ne fa parte.
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una sala |
Ad accogliermi Roberto Pernacchiotti , Restaurant Manager.
Ha colpito da subito l'eleganza di uno stile architettonico minimale basato su chiari e scuri, luci diffuse, che fanno da cornice ad una accoglienza discreta. Apparecchiatura elegante pronta ad ospoitare i piatti preparati per stupirmi opera dello chef brianzolo, di origine pugliese, dal talento indiscusso.
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insieme allo chef Antonio Guerra |
Semplicità, genuinità e un'innata vocazione per tutto ciò che è buono e bello ; alcuni dei valori cardine riscontrati in questa giovane realtà.
Una bomboniera di pochi coperti (25 in tutto) che è riuscita a vivere un'esperienza coinvolgendo tutti i sensi in una atmosfera di fascino e discrezione.
Questa la cornice in cui ho assaggiato i piatti di Antonio con il minimo comune denominatore della leggerezza e originalità, senza trascurare presentazione e gusto.
La proposta gastronomica ha esplorato i sapori della tradizione toscana, reinterpretandoli in chiave moderna, arricchendoli con ispirazioni e sfumature dal carattere più nazionale come il Coniglio 2020 .
Battuta di coniglio, prugne fermentate, estrazione di salvia e rosmarino con crumble di olive nere e polvere di olio alla brace. chapeau!
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vini |
Antonio Guerra non è solo oggettivamente bravo ma anche incredibilmente modesto e schivo. Non se la tira, piuttosto sorprende.
E dell'abbinamento dei vini proposti dal sommelier di sala, ne vogliamo parlare?
Provenienti dal firmamento Santa Margherita è stato proposto, come benvenuto, un calice di spumante millesimato Alto Adige Doc, Metodo Classico di Pinot Grigio 2014 proveniente dalla Cantina altoatesina Kettmeir. Continuando con un calice di Giunco, Vermentino di Sardegna della Cantina Mesa , con Vigne della Brà di Filippi Soave 2017 , una sorprendente Vitovska 2018 Zidarich , per poi chiudere con Lamole Chianti Classico 2016 e l'immancabile, omaggio alla terra di Toscana, Vin Santo Lamole 2017 abbinato ad un spettacolare quanto insolito dessert, una rivisitazione sul tema “i cantucci”.
Ristorante Vitique, a Greve in Chianti frazione Greti, dove al centro c'è l'ospite coinvolto in un viaggio enogastronomico capace di emozionare, coinvolgere e stupire. chapeau!
Urano Cupisti
Visita il 2 dicembre 2021
Ristorante Vitique
Via Citiglia, 43 b,
50022 Greti FI
Tel: 055 933 2941
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Il vino buono c'insegna molto su di noi. Fare vino è un privilegio, significa coltivare e produrre. E noi che ne scriviamo le gesta, accompagnando ogni riga, sapendo che ne siamo responsabili, agiamo su strati di vitalità.
Per proseguire nel lungo cammino ed esaltare le bellezze di un territorio, valorizzandone le eccellenze, c'è bisogno di interventi legislativi non solo di supporto ma di regolamentazione tra le diverse anime che compone quello che gli inglesi chiamano brand: l'offerta per un enoturismo sostenibile al passo dei tempi che viviamo, rispondente alla sempre maggiore richiesta che registriamo ogni giorno.
Di questo ne ho parlato recentemente con l'On. Mirko Bilò che oltre essere un collega è persona impegnata politicamente, facente parte della maggioranza che governa attualmente la Regione Marche .
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L'On Mirko Bilò |
Convinto assertore che l'enoturismo sia uno dei settori chiave per la ripartenza dell'economia a livello nazionale, proprio nelle sue Marche è stato protagonista della “Deliberazione Legislativa n. 44” approvata dall'Assemblea Regionale nella seduta del 9 novembre ultimo scorso.
- Mirko, che ruolo svolge l'enoturismo in quel modello di sviluppo ecosostenibile che la Giunta Regionale della tua Regione si è dato come obiettivo da valorizzare?
“ L'enoturismo è uno dei settori più vivaci e dinamici. Da tempo il numero dei turisti italiani che hanno visitato e visitano tutt'oggi le Marche è in continua partecipazione ad eventi o festival a tema. Ed è ancor maggiore il numero di turisti che cercano motivazioni ed esperienze emozionali da questa tipologia di viaggi. Necessaria quindi un'attenzione maggiore da parte di chi ha la responsabilità della gestione dei territori”.
- La Regione Marche ha un settore vitivinicolo estremamente vivace ed è meta continua di “pellegrinaggi culturali” unendo alla riscoperta di luoghi incantevoli ricchi di Arte e Storia, quelli rappresentati dalle tradizioni popolari in particolare dall'enogastronomia.
“Certamente. L'enoturista cerca di capire le caratteristiche dei cibi e vini degustati. Necessaria quindi questa Legge che consentire di definire itinerari enoturistici riuscendo così a mettere in rete le eccellenze, in particolare nel segno del vino. Eccellenze che vanno dalle promozioni naturalistiche alle culturali, artigianali e industriali per la promozione di azioni di comunicazione strategica per la e conoscenza di tali realtà in Italia ma anche all'estero”.
- Il mondo vinicolo marchigiano oggi è finalmente consapevole di essere protagonista dell'offerta turistica. Lo registriamo nelle azioni continua dei vari Consorzi dei produttori. Come la Legge 44 interviene e cosa regolamentare?
“ È doveroso precisare che il testo finale è il frutto di un articolato percorso con le rappresentanze delle categorie condivise e fieri, rappresentanti della politica che amministra la Regione, ne andiamo soprattutto nella stesura semplice, ben chiara e comprensibile dei contenuti. I 15 articoli che la compongono oggetto di studio anche da altre Regioni italiane pronte ad intervenire in questo settore”.
Diamo sinteticamente lettura ai 15 articoli per capirne i contenuti.
Arte. 1 Individuazione dell'oggetto e finalità dell'attività di enoturismo;
Arte. 2 definizione e descrizione delle attività da considerare enoturistiche;
Arte. 3 Individuazione delle tipologie di soggetti che possono essere operatori turistici;
Art 4 requisiti e standard minimi di qualità per poter svolgere l'attività enoturistica;
Arte. 5 Promozione, formazione, riqualificazione e aggiornamenti professionali degli operatori enoturistici;
Arte. 6 Disciplina l'attività di degustazione insieme ai prodotti di qualità tipici e tradizionali;
Arte. 7 (importantissimo) Attuazione sinergica della legge da parte delle strutture competenti in materia di agricoltura, commercio e turismo;
Art 8 Individua la SCIA quale presupposto per lo svolgimento dell'attività;
Art 9 Istituzione dell'Elenco Regionale degli Operatori Enoturistici;
Arte. 10 Il Comune come Ente competente di vigilanza e controllo;
Arte. 11 Violazioni e Sanzioni;
Arte. 12 Sospensioni e cessazioni di attività;
Arte. 13 Disposizioni transitorie;
Arte. 14 Invarianza finanziaria;
Arte. 15 Rimando alla normativa nazionale per quanto non regolamentato nella presente Legge.
“Non è un punto di arrivo per noi, ma un punto di partenza per diventare uno dei settori di nicchia in una chiave per la partenza dell'economia. Politicamente questa Legge non è un fine, ma è un mezzo della strategia di questa Giunta che intende porre la Regione Marche al centro dell'interesse nazionale”.
Come ebbe a dire Borges, “Il vino è l'invenzione della gioia”. Aggiungo che questa gioia vive nella costruzione di una vita in comune. Un percorso che coinvolge tanto l'agricoltura quanto la degustazione strutture e tradizioni. Mai lasciarle crescere in anarchia.
Urano Cupisti
Intervista tratta dalla relazione presentata in aula del Consiglio Regionale Marche dall'On. Mirko Bilò il 9 novembre 2021
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Ci risiamo. Mentre “rifletto”, tutti i mezzi di comunicazione sono impegnati a diffondere la nuova contaminazione dovuta alla variante Covid “sudafricana”. Nuovi lokdown (chiusure) all'orizzonte. Dalle mie parti si suol dire “che Dio ce la mandi buona e senza vento”. Orgoglioso di far parte degli “speransosi” continuo nella mia periodica pubblicazione di quanto è avvenuto e avverrà nel mondo del food&wine. Chianti Classico in fermento, il Gallo Nero è molto agitato in questi tempi. Il pollaio fiorentino-senese in forte agitazione alla ricerca di quell'unità d'intenti nella pubblicizzazione dei territori. Archi e frecce pronti in “singolar tenzone”. Speriamo che il buon senso prevalga.La viticoltura Toscana alla ricerca della promozione dell'artigianalità e autenticità del suo simbolo: il Sangiovese. Classico Berardenga, i primi risultati del progetto “Cru Terra Vocata”. La nascita di una nuova Dop: Suvereto e Val di Cornia Wine. Ed infine quello che viene definito un “Evento Raro” in Valpolicella: la vendemmia 2021.
Frammento n. 1
Chianti Classico, quello del Gallo Nero, in fermento
Dopo Castelnuovo Berardenga, Panzano, è la volta di Greve in Chianti. I viticoltori uniti nello slogan: “per un futuro sostenibile”. Per adesso 25 aziende coinvolte. La verità è che hanno sentito la necessità di unirsi per raggiungere un obiettivo comune: la tutela e la promozione del territorio di Greve. “Greve in Chianti è il nostro territorio, la nostra famiglia, il nostro lavoro ed è per questo che ci uniamo per promuovere e tutelare il suo prestigio nel mondo”, sottolineano i rappresentanti della neonata Associazione. Cito alcune aziende promotrici: Vicchiomaggio, Ambrogio e Giovanni Folonari, Castello di Verazzano, Vignamaggio ecc… E Castellina in Chianti, Gaiole, Radda, San Casciano, Barberino?
Frammento n. 2
Generazione Sangiovese
Nasce Generazione Sangiovese: movimento delle piccole aziende vinicole toscane per promuovere l'artigianalità e l'autenticità del vitigno simbolo del vino in Toscana. Nella specificità questo movimento raggruppamento aziende vitivinicole delle colline toscane dove affondano le radici del vitigno. Coordinati da Enocofi srl, società di consulenza enologica e servizi alle aziende vitivinicole che, oltre alla consulenza agronomica ed enologica, fornisce il supporto necessario al fine di una corretta comunicazione centrale nel rispetto del passato con uno sguardo al futuro. I territori coinvolti? Monteriggioni (Si), Certaldo (Fi), Montevarchi (Ar), Terranuova Bracciolini (Ar), San Casciano Val di Pesa (Fi), Pontassieve (Fi), Bucine (Ar).
Frammento n. 3
Classico Berardenga: i primi risultati del Progetto
Alla Certosa di Pontignano (Siena) all'interno dell'evento TERRA VOCATA, la presentazione dei primi risultati del progetto dei CRU di Terra Vocata dopo i tre anni di studi specifici. Partito dalla considerare che ci sono, nel mondo, più pubblicazioni sulla Luna di quante ce ne siano sulla conoscenza dei terreni, i risultati hanno raccontato, con una fotografia della viticoltura del territorio comunale di Castelnuovo Berardenga, le diversità tra sabbia, macigno e galestro. Mappa dei suoli, banca geologica della zona, altitudini, esposizione dei vigneti selezionati, dati meteo e satellitari. Oggi queste sono le partenze per programmare e comunicare VINO.
Frammento n. 4
Una nuova DOP: Vino Suvereto e Val di Cornia.
Mi vien da dire: ”poveri sommelier,un'altra Dop da ricordare”. Il 27 ottobre 2021 è nato il Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine. Era nell'aria data la mancanza di promozione di quel territorio specifico della provincia di Livorno. Adesso è necessario delineare bene i disciplinari di produzione e iniziare la promozione in Italia e all'estero. 360 ettari vitati dei quali il 75% solo nell'aerale di Suvereto. Ne fanno parte 27 Aziende Agricole alcune delle quali, come Tua Rita, Petra, Bulichella, Rigoli, fino ad adesso hanno dovuto sobbarcarsi l'onere di insieme l'intero territorio.
Frammento n. 5
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Daniele Accordini |
Millesimo 2021, un unicum per l'Amarone.
Daniele Accordini, enologo storico della Cantina Negrar, ne è convinto: la vendemmia 2021 è un evento raro che ricorderemo nel tempo. Sanità, uve, zuccheri, acidità e colore il poker d'assi vincente e bisogna risalire al 1990 per ritrovarne una uguale. “L'effetto straordinario di quest'annata è stato ottenuto durante la maturazione, soprattutto nei mesi di giugno, luglio ed agosto”. Comprare l'Amarone 2021 e dimenticarselo in cantina per poter degustare “la perfetta sintesi tra un terroir molto espressivo e un clima in equilibrio con le esigenze della vite”.
Una segnalazione per tutti gli amici.
Ricordo che è uscito, in questi giorni, un interessante pubblicazione dal titolo VITIGNI, VINI RARI e ANTICHI nella collana Interferenze, editore Cinquesensi. L'unicità dell'Italia enoica.
Ivano Asperti, l'autore del testo, ci propone in questa opera ponderosa l'esito di un lungo lavoro di ricerca, studio, selezione e assaggi. “Vitigni, vini rari e antichi” è costruito con la pazienza di un ricercatore attento e con l'entusiastica determinazione di chi è mosso, prima di tutto, dalla passione. Un ' Importante opera, anzi Necessaria Che va a IntegRARsi alla gia nutrita biblioteca relativa alla viticoltura e alla Civiltà del vino. Da non perdere.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Visita nella Montagna di Reims.
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Maison Gardet |
Maison Gardet
La Maison CHAMPAGNE GARDET fu fondata a Epernay nel 1895 da Charles Gardet e successivamente trasferita negli anni '30 dal figlio Georges a Chigny les Roses , un villaggio Premier Cru della Montagne de Reims. La Maison propone vini dalla qualità irreprensibile, ponendone alla base l'utilizzo di uve di altissima qualità. La famiglia Prieux , attuale proprietaria, pone al centro delle attenzioni di produzione il rispetto delle tradizioni tramandate nel tempo come le cuvée dai «premiers jus» della spremitura.
Grande attenzione viene prestata all'elaborazione dei vini, lasciati invecchiare sulle fecce il più a lungo possibile, anche ben oltre i limiti minimi imposti dalla AOC Champagne.
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Maison Lepreux-Penet Cave di gesso |
Champagne Gardet resta una delle ultime Maisons ad invecchiare alcuni dei suoi vini di riserva in botti di quercia. Tutto il «savoir faire» della Maison risiede nel prezioso equilibrio tra tradizione e modernità che rende evidente tutte le peculiarità dello stile Gardet.
Maison Lepreux-Penet
Risale al periodo della Rivoluzione francese l'avventura della famiglia Penet a Verzy, Comune Grand Cru, vendendo il proprio raccolto a “negotian” muniti di pressoir, impianto di pressatura.
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Vetrata di Chagall a Reims |
Bisogna attendere il 1929, con la gestione di Louis-Gilbert Penet, che si decide di acquistare una propria pressa e di aggrapparsi allo statuto dei Récoltant Manipulant. Gli succede suo figlio Jean-Marie che fece uscire sul mercato l'etichetta Champagne Jean-Marie Penet. Anni più tardi sua figlia Florence sposò Jean-Paul Lepreux e, con la loro unione, nacque la Maison attuale.
Storie di questo tipo ce ne sono a iosa nella Champagne. Intrecci di famiglie tutte dedite alla produzione del nettare degli dei.
Attualmente l'azienda è gestita dalla Virginie e dal genero François che dopo 8 generazioni insieme tutti i processi tramandati come la manualità che definirei ancestrale, conservando i metodi tipici di produzione. Le uve e dalle vigne situano a Verzy Verzenay , e si fregiano della classificazione Grand Cru. Tutti i vini maturano in modo ottimale nei crayères del XIX secolo conservate preziosamente a Verzy.
Poteva, all'interno del tour, mancare una visita a Reims?
Reims, città gruviera per i suoi chilometri di gallerie pieni di zeppi di champagne.
La sua cattedrale, il ricordo storico di Giovanna d'Arco, il porto fluviale sul fiume Aine, le sedi delle Imperiali Maison, il dinamico center ville. A Reims tutto quanto ruota intorno allo champagne accompagnandolo nella Storia.
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Maison Diogène Tissier, il remuage |
Terzo giorno dedicato alla Côte des Blancs
Maison Diogène Tissier
Non c'è stato viaggio nella Champagne senza una visita alla Maison Tissier dopo averla conosciuta, diversi anni fa, durante Vinoexpo a Bordeaux. Si è creato negli anni un'amicizia che va oltre ai contatti professionali. Ci troviamo in quella parte della Côte che passa sotto il nome di Côte-sud d'Épernay. Diversa territorialmente dalla restante Côte des Blancs. Come terreni, idroclima, microclima.
Chavot-Courcourt è il piccolissimo paesino (appena 365 anime) posto sulla parte pedocollinare con la sua Église Saint-Martin immerso nei vigneti che viene spesso fotografata come simbolo della Champagne.
Maison fondata nel 1931 da Diogene Tissier. Oggi, Vincent (3a generazione), nipote di Diogene, e sua moglie Nathalie recupera la storia della famiglia.
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Maison Sebastien Bression a Etoges |
Vincent e Nathalie offrono champagne nella pura tradizione dello Champagne. Non più diserbanti chimici in vigna. Ciò consente vini con sapori più minerali e floreali. Si stanno muovendo sempre più verso una gestione ragionata per ogni appezzamento al fine di sfruttare al meglio tutto ciò che la natura offre.
La pressa utilizzata è ancora la tradizionale Coquard da 4.000 chili. Gli champagne vengono prodotti in una tinaia in acciaio, installata nel 2011. Alcune annate sono prodotte in botti di rovere. Il remuage manuel è riservato ai formati più grandi e ad alcune cuvée speciali. Una produzione di circa 120.000 bottiglie all'anno che pone questa Maison tra i “Négociant manipulant”.
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Vicolo dei gatti a Troyes |
Maison Bression Sébastien
Ci troviamo ad Étoges, ad ovest della Côte des Blancs. Discendente da diverse generazioni di viticoltori, Sébastien coltiva il vigneto con passione e rispetto per l'ambiente. Orgogliosamente mostra la sua appartenenza all'Associazione dei “Vigneron Independent” ( paragonabili alla nostra Fivi). Una vinificazione molto rigorosa in piccoli volumi inox e barriques da 300 litri, danno vita a champagne rotondi e generosi. Per ottenere uve di ottima qualità, Sébastien pratica una coltivazione sostenibile e ragionata.La pressatura avviene rapidamente possibile dopo la raccolta con stampa pneumatica Dopo la seconda fermentazione gli champagne rimangono sui lieviti per un minimo di 2 anni fino a 5. Solo alla loro maturazione ottimale si procede alla sboccatura e ai successivi.
Infine Troyes
È il tramonto quando Troyes (esatta pronuncia “truà”), l'antica capitale della Francia, ci accoglie. La città situata sulla Senna, nel bel mezzo della regione Champagne, nel dipartimento dell'Aube , seduce chiunque la visiti. Il suo passato ricco di storia ed il patrimonio architettonico e urbano ben conservato affascina come non mai. Le case a graticcio che si possono saltare al periodo medievale, le strette vie del centro con “la ruelle des Chats”, la via dei gatti, saltare che i mici possono saltare da un tetto all'altro le magnifiche vetrate. Il cuore della città ha la forma esatta di un “tappo di champagne”, particolarità curiosa e sicuramente unica al mondo!
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Maison Charles Collin |
Ultimo giorno, rientro in Italia con sorpresa.
Lasciata Épernay di buon ora e presa l'autostrada diretti a sud verso Digione-Lione per poi proseguire verso il traforo del Monte Bianco, ultima visita aziendale nel dipartimento dell'Aube e specificando nella parte ovest, Bar-sur-Seine .
Charles Collins
Radicata nel territorio della Côte des Bars dal 1952 (60 anni di vita), oltre 140 viticoltori i cui vigneti ricoprono quasi 330 ettari di terra. Gli allevamenti composti il 92% di Pinot Nero e 8% di Chardonnay.
La ricerca della perfezione richiede un'esigenza che si impone a tutti nella Maison Charles Collin. Il segreto per rispondere a questa ricerca: realizzare la totalità dell'invecchiamento del vino dalla vendemmia a mano fino alla partenza delle bottiglie dall'azienda. Modernità in tutte le fasi della produzione con strumenti di ultima generazione.
La Cooperativa Charles Collin possiede una riserva di 2,5 milioni di bottiglie chiamate “sur lattes” (ovvero già imbottigliate, in fase di invecchiamento) per una produzione annua intorno al milione.
Le Cuvées vengono tradizionali invecchiate 3 anni nella cantina, 5 anni per le Cuvées Charles e Belle Gabrielle.
Una grande sorpresa e allo stesso tempo un'avventura la visita da Charles Collin. Del resto, una risposta ai milioni e milioni di bottiglie di champagne che vengono prodotte ogni anno, dovevamo darla.
“Lo champagne non si beve, si usa per brindare” (Gustave Flaubert)
Urano Cupisti