L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
ORA TUTTI SAPPIAMO CHE POSSIAMO CAMBIARE MOLTO DEL NOSTRO “STILE DI VITA”. ORA SAPPIAMO CHE SALVARE IL PIANETA “SI PUO’”!
E’ cosa ben risaputa che pochi altri (forse nessuno), nel corso della storia contemporanea, hanno sottoposto a critiche e condanne durissime la moderna borghesia più di Karl Marx e di Friedrich Engels. Ciò nonostante, leggendo il Manifesto del partito comunista (1848), ci troviamo di fronte ad alcune valutazioni di carattere nettamente positivo, quasi apologetico, in merito a quanto la classe borghese, nel suo dirompente, creativo e disincantato dinamismo, avrebbe compiuto ai danni delle antiche gerarchie di valori e di potere. In particolar modo, viene attribuito alla borghesia il merito di aver scardinato in maniera straordinariamente rapida ed efficace il tradizionale sistema ideologico e socio-economico, dimostrando, come mai nessuno era riuscito in precedenza, una verità oggettiva ed incontrovertibile di estrema rilevanza: la storia è un perenne fluire, non esistono strutture e sovrastrutture immodificabili; anche le realtà umane più consolidate e cristallizzate, anche quelle che potrebbero sembrare (e che molto spesso vengono ritenute) destinate a durare in eterno, in quanto prive di alternative realisticamente praticabili, possono cambiare, possono essere corrette, trasformate, spazzate via in pochissimi istanti. Non da vulcani o terremoti, ma dalla manifestazione determinata e convinta dell’iniziativa umana, da una interiore volontà fortissimamente motivata, dall’affermarsi di nuove esigenze e di una fiducia sconfinata nelle risorse della nostra specie. In base a ciò, Marx e Engels ritenevano di poter ricevere la certezza che, da questo esperimento straordinario operatosi sul campo della storia, le masse degli oppressi avrebbero potuto ottenere una fondamentale lezione, imparando a credere maggiormente in se stessi e alla possibilità di ribellarsi ad una realtà iniqua (non più avvertita come fatale e ineluttabile), abbracciando, così, la via della rivoluzione.
Ebbene, non potremmo, allora, ricavare, dalla vicenda pandemica in cui ci troviamo mestamente immersi, la buona novella che tutto quanto del nostro cosiddetto “stile di vita” capitalistico-consumistico pensavamo essere deprecabile ma non modificabile sia, in realtà, ampiamente riducibile, trasformabile, correggibile?
Ovvero, se in poche settimane, in nome della necessità di preservare la nostra salute, abbiamo accettato innumerevoli e (fino a qualche giorno fa) inimmaginabili rinunce e cambiamenti, non si potrebbe, allora, a livello nazionale e internazionale, archiviata questa dolorosa faccenda, continuare ad operare scelte intelligenti, anche drasticamente coraggiose, in nome della sopravvivenza del pianeta e, quindi, della stessa specie umana?
Continuando a sentirci, come ci ricorda papa Francesco, “sulla stessa barca”, chiamati a soccorrerci gli uni con gli altri, in nome del comune interesse, in nome della salvezza della nostra comune Madre Terra?
Insomma, usciti fuori da questa triste pagina della storia universale, chi potrà mai più, di fronte alle grandi sfide del vicino futuro, pretendere ancora di blindare dogmaticamente lo statu quo (fatto di irresponsabili aggressioni all’ambiente, di criminali corse agli armamenti, di ignobili diseguaglianze socio-economiche, ecc.), in nome dei tanto ricorrenti “non è possibile …”, “non sarà mai possibile …”?