L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Enzo Palladino, infermiere al Torrette di Ancona, convintamente e fermamente contrario ad accettare di subire quella che ritiene essere una ingiusta vessazione, ha scritto al presidente Mattarella e al ministro Speranza illustrando le ragioni per cui non intende sottoporsi alla vaccinazione Sars-Cov 2, resa obbligatoria dal Decreto Legge del 1 ° aprile 2021 per gli operatori sanitari, esprimendo, così, tutta la propria angoscia e le proprie preoccupazioni.
" La circostanza per cui questo decreto è stato dichiarato immediatamente efficace - ha scritto - mi ha spinto ad una profonda riflessione, da un lato come" essere umano "con una propria identità, con le sue origini, i principi ed i valori a cui non voglio e non posso rinunciare e dall'altro come "professionista" o meglio come infermiere che ha dedicato circa 30 anni della propria vita a proteggere la salute delle persone più fragili . "
Palladino ritiene inaccettabile l'obbligatorietà per un farmaco che non è un “vaccino” e che è di natura palesemente e dichiaratamente sperimentale, sottolineando come risulti estremamente inquietante il fatto che, in merito ai suoi eventuali effetti nocivi, sussista una sorta di “scudo penale "In grado di porre al riparo chi lo inocula o lo fa inoculare da accuse" di reati gravi quali lesioni o omicidio colposo ".
Inoltre, va tenuto presente che: " Chi si vaccina può continuare a contrarre il virus e può contagiare gli altri ".
In assenza, quindi, delle elementari quanto doverose garanzie per la propria salute, l'infermiere si dichiara pronto a subire i provvedimenti disciplinari del caso, affermando di preferire di essere privato del lavoro e ridotto in povertà, piuttosto di sentirsi ricattato e di dover accettare di “Vendere” la propria dignità di persona e di professionista.
“ Se nei primi mesi della pandemia - ha concluso - noi operatori sanitari eravamo eroi, addirittura angeli, oggi siamo ritenuti i responsabili della diffusione del coronavirus e il mio lavoro è diventato oggetto di ricatto. Mi sento trattato come un topo di laboratorio . "
In un momento come quello attuale, in cui il buon senso e la ragione sembrano, troppo spesso, ricordi lontani, schiacciati come siamo da paure e dogmatismi pseudoscientifici, atti di disobbedienza civile come questo credo rappresentino un fecondo invito alla riflessione e un monito morale per tutti noi: i diritti umani conquistati nel tempo, non sono e non potranno mai essere un mero dono del passato, ma sempre saranno il frutto vivente di quello che siamo disposti ad essere ea non essere, a fare ea non fare.