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"La nostra cultura è la nostra vita. È nel nostro sangue e la natura fa sempre parte della nostra vita."
PAULO PAULINO
Fra le tante ed insopportabili contraddizioni e ipocrisie del nostro tempo, quelle relative alla questione ambientale sono indubbiamente tra le più ciclopiche ed irritanti. Mentre si inneggia, a tutti i livelli e in tutte le possibili declinazioni, alla difesa della natura, proponendo e imponendo presunti “nuovi stili di vita” dichiarati più “ecocompatibili” (e come tali doverosi), ben poco si opera, infatti, per arginare i fenomeni di devastazione ambientale in atto. E ben poco si opera per sostenere l’azione di coloro che, in prima persona, si impegnano con grandi rischi a denunciare e a tentare di contrastare le vere e proprie aggressioni che, in nome di molto concreti interessi economici, continuano sistematicamente a distruggere e ad inquinare le ultime aree incontaminate del pianeta.
Un caso particolarmente emblematico è certamente rappresentato dalla sorte della foresta amazzonica e delle popolazioni indigene ancora ivi esistenti e resistenti. Questo immenso e ricchissimo territorio, infatti, si trova perennemente sotto attacco da parte di numerosi soggetti: dai garimpeiros (i cosiddetti cercatori d’oro) ai grandi proprietari terrieri (sempre alla ricerca di nuovi spazi da destinare agli allevamenti intensivi e alle monocolture), alle imprese del legname, ecc. Il tutto, ovviamente, sotto l’attenta regia delle grandi multinazionali che controllano questi settori, ampiamente favorite dai vari apparati governativi.
Secondo quanto documenta Survival International (l’organizzazione mondiale che maggiormente si batte per la difesa dei popoli indigeni, aiutandoli a difendere le proprie vite e le proprie terre), nell’area amazzonica orientale del Brasile, nel territorio indigeno Arariboia (nello Stato del Maranhao), il popolo dei Guajajara, da molti anni rappresenta l’unica protezione di un territorio sempre più ferocemente aggredito. Ma, ogni anno, numerose sono le vittime fra i cosiddetti Guardiani della foresta che si dedicano al pattugliamento del proprio ambiente vitale, nel tentativo disperato di riuscire ad espellere i sempre più numerosi e determinati “invasori”.
E ben 5 anni, oramai, sono trascorsi da quando Paulo Paulino Guajajara, noto come il “Guardiano dell’Amazzonia”, venne ucciso da trafficanti illegali di legname, incriminati sì, ma mai condotti in giudizio. Paulo Paulino fu colpito al collo in un’imboscata, mentre il suo amico e collega Tainaky Tenetehar rimase colpito al braccio e alla schiena, riuscendo fortunatamente a salvarsi.
Cinque anni fa, la ricercatrice di Survival Sarah Shenker, che aveva accompagnato i Guardiani in una operazione di pattugliamento, rilasciò la seguente dichiarazione:
“Sapeva che avrebbe potuto pagare con la vita, ma non vedeva alternative perché le autorità non facevano nulla per proteggere la foresta e far rispettare la legge.”
In una nota diffusa in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Paulo Paulino, i Guardiani hanno dichiarato di condividere l’angoscia dei suoi familiari per la costante impunità dei suoi assassini e degli assassini del loro intero popolo.
Da tener presente, inoltre, che, nello stesso territorio, vivono anche molti membri del popolo Awà, un gruppo etnico considerato ancora “incontattato”, un popolo nomade di cacciatori-raccoglitori che riceve dalla foresta tutto quello di cui necessita per la propria sopravvivenza, sottoposto, ormai da molti anni, ad una vera e propria invasione, soprattutto a causa del business internazionale del traffico del legname. La terra degli Awà risulta essere quella più velocemente soggetta a sistematica distruzione e il popolo Awà da tempo è stato definito quello maggiormente esposto al rischio di totale sterminio.
I Guardiani della foresta sono, in pratica, la loro unica difesa.
In un documentario girato poco prima della sua morte, Paulo ha dichiarato:
“Vicino al nostro villaggio c’è un uomo bianco che ha promesso di uccidermi … perché difendo la foresta … Non arrestano i taglialegna, ma vogliono arrestare i Guardiani … Ci sentiamo molto soli qui. Senza aiuto. Abbiamo bisogno di molto aiuto e sostegno in questa terra.”