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CHIAMATI A SCEGLIERE FRA INTELLETTUALI BELLICISTI E MAESTRI DI PACE

By Roberto Fantini April 07, 2025 37

MARTIN LUTHER KING

Ancora una volta ci troviamo costretti a riconoscere quanto la mera cultura non sia in grado di costituire, di per sé, un antidoto sufficientemente efficace contro la peste della guerra e dei suoi più o meno entusiastici adoratori e seminatori. Ne avevamo avuto un esempio particolarmente eclatante quando, di fronte alla mattanza in cantiere della Prima guerra mondiale, si erano visti incolti contadini e braccianti pronti a spararsi su un piede o a cavarsi i denti piuttosto che obbedire alla chiamata alle armi, mentre raffinati intellettuali inneggiavano alla guerra come salvifica cura igienizzante del genere umano.

Dopo più di un secolo e dopo la produzione di intere biblioteche di studi sugli orrori delle guerre e di ricerche sul tema della pace e dei diritti umani, rieccoli qua i sapientoni disincantati, gli unici che sanno come funziona il mondo e gli unici in grado di insegnarci come viverci dentro, quelli che ci  spiegano che la pace “intorpidisce” (Umberto Galimberti) e che urge, quindi, risvegliare in noi l’antico spirito combattivo del guerriero (Antonio Scurati).

Di fronte a ciò, si impongono, a mio avviso, alcune poche ma granitiche certezze:

  • Mentre molti degli intellettuali di inizio Novecento andarono fieramente al fronte per uccidere e per farsi uccidere, nessuno di quelli del terzo millennio si azzarderà ad abbandonare la propria dorata postazione televisiva per indossare scarponi ed elmetto.
  • La cultura non basterà mai a liberarci dal culto della Forza finché resterà ingabbiata nella polverosa dimensione antiquaria e monumentale (per dirla in termini nicciani), ovvero finché sarà ridotta a narcisistico baloccamento erudito di grandi menti con piccolo intelletto e con piccolo cuore.
  • La Sapienza e la Saggezza di tutti i veri Maestri dell’umanità ci hanno sempre donato un chiarissimo messaggio basato sul rifiuto del “bellum omnium contra omnes” e di tutte le sue possibili varianti, più o meno abilmente mascherate. Tutti gli spiriti migliori dell’ umana famiglia, credenti e non credenti, teisti, atei, agnostici, deisti e panteisti, si sono prodigati nel tentativo di seminare in tutti noi l’odio per la violenza e l’amore per valori come:

comprensione, tolleranza, dialogo, solidarietà e fratellanza.

  • Il luminoso messaggio dei maestri di Pace non è (come sempre hanno sostenuto i suoi detrattori) fondato su una visione ingenua e troppo generosamente ottimistica della realtà, bensì trae origine da una conoscenza profonda, serissima e pienamente consapevole della dimensione interiore della natura umana e delle sue concrete manifestazioni storiche.
  • A compiere opera di idealizzazione mitizzante sono, invece, i bellicisti di tutti i tempi che idolatrano la bellezza della Forza e che legittimano il suo “doveroso” impiego, non certo coloro che ci ricordano, con estrema crudezza, l’aspetto degradante e devastante dell’uso delle armi. Perché se è vero che per amare la guerra è necessario non averla “vista in faccia”, a fare opera di verità, strappando maschere apologetiche e squarciando veli censori, sono i nonviolenti, mentre ad annebbiare occhi e ragione sono, con tutte le loro immense risorse, i seguaci di Marte.
     LEV N. TOLSTOJ
  • ERASMO DA ROTTERDAM
    Il messaggio dei maestri di Pace non è, pertanto, un sogno “buonista” per sognatori bambini ed animi codardi, ma un messaggio rigoroso quanto coraggioso, basato sulla massima onestà intellettuale e morale.
  • Il messaggio dei maestri di Pace, non riducibile a vuota utopia irrealizzabile, è concretissimo disegno di rifondazione dei rapporti umani, possibile a condizione di riuscire a sbarazzarsi di tutte le ideologie e le mitologie che distorcono le menti e che avvelenano i cuori.
  • Oggi più che mai, ognuno di noi è chiamato a scegliere, con fermezza e coerenza, da che parte schierarsi.

 

Al giorno d’oggi la guerra è un fenomeno così largamente recepito, che chi la mette in discussione passa per stravagante e suscita la meraviglia; la guerra è circondata di tanta considerazione, che chi la condanna passa per irreligioso, sfiora l’eresia: come se non si trattasse dell’iniziativa più scellerata e al tempo stesso più calamitosa che ci sia.”

ERASMO DA ROTTERDAM

 

“Perché l’oppressione e le guerre inique finiscano, perché nessuno si ribelli contro quelli che sembrano i colpevoli, perché non vi siano più regicidi, non vi è che un metodo molto semplice.

Che gli uomini comprendano le cose come sono e le chiamino col loro nome; che sappiano che l’esercito non è attualmente che lo strumento dell’assassinio in massa chiamata guerra, che il reclutamento e la direzione degli eserciti di cui si occupano così fieramente i re, gli imperatori, i presidenti di repubblica, non sono oggi che preparativi di omicidio. Che ogni re, imperatore, presidente, si persuada che la sua parte di organizzatore di eserciti non è né onesta, né importante, come gli dicono gli adulatori, e che è al contrario un’opera cattiva e vergognosa come ogni premeditazione di assassinio.”

LEV N. TOLSTOJ

Noi dobbiamo essere i martelli che foggiano una nuova società piuttosto che le incudini modellate dalla vecchia società. Questo soltanto ci trasformerà in uomini nuovi, ma ci porterà una nuova forma di potere. Un mondo buio, disperato, confuso e ammalato, è in attesa di questa specie di uomo e di questa nuova forma di potere.

MARTIN LUTHER KING

 

 

 

 

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