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UNA VOCE DALL'UCRAINA: INTERVISTA A KATERYNA SADILOVA

By Emiliano Federico Caruso July 16, 2019 9945


Nata a Kyiv, in Ucraina, da una famiglia di diplomatici. Kateryna "Katia" Sadilova nel 1999 ottiene il master nella facoltà di relazioni internazionali e politica estera dell'università Nazionale di Taras Shevchenko. Dopo un breve stage nel Ministero degli Affari esteri, dal 1999 al 2001 lavora nel dipartimento di ricerche strategiche del consiglio di sicurezza ucraino.

Nel 2001 si trasferisce in Italia, dove inizia a collaborare con vari canali televisivi ucraini, tra cui "1+1". Spesso invitata a conferenze che riguardano temi di geopolitica, in particolare inerenti a Ucraina, Russia ed est Europa, lavora attualmente come Digital Account Manager nel settore del Digital Advertising e ha partecipato come relatore in convegni su argomenti come le Fake News e il ruolo della Russia insieme a Anna Zafesova e Jacopo Iacoboni de "La Stampa", ed è attualmente vicepresidente di Futura, un'associazione di Lodi che, tramite conferenze e incontri, si occupa di promuovere i valori europei e affontare i temi politici di oggi.

Una breve panoramica della situazione politica ed economica attuale in Ucraina?

Per quanto riguarda la situazione economica va ricordato che dopo la fuga del presidente Yanukovych a febbraio 2014 nelle casse dello stato sono rimasti 3.600€. Questo per far capire in che stato drammatico si è trovato il paese. Nel 2015 il prodotto interno lordo è crollato del 10%, per risalire del 2,4 nel 2016 e del 2,5 nel 2017. Un aumento che si è consolidato nel 2018 con un +3,5%, nonostante la guerra. Cresce il numero delle aziende europee che aprono le proprie sedi in Ucraina: solo negli ultimi 4 anni sono state aperte oltre 2000 aziende arrivate dalla Germania che danno lavoro a circa 600 mila ucraini. Quel che attira di più è il basso costo del lavoro a fronte di una manodopera qualificata, infatti molti imprenditori hanno portato in Ucraina fabbriche che prima erano in Polonia, Romania, Slovacchia.


Il 2019 è pieno di incertezze, a causa delle elezioni appena passate. Gli investitori attendono cautamente per capire i prossimi passi del presidente neo eletto e vedere che clima regnerà nel paese dopo le elezioni parlamentari.
Persino il Fondo monetario internazionale, senza il cui supporto l’Ucraina sarebbe affondata, ha già fatto sapere che soltanto dopo le elezioni parlamentari si deciderà se il paese riceverà una tranche di 1,3 mlrd di dollari secondo il programma standby firmato a dicembre 2019.

Cosa significa oggi essere ucraini nello scenario politico, economico, culturale nel mezzo di oriente e occidente? Quali sono le caratteristiche principali dell'essere ucraino oggi?

Essere ucraini oggi vuol dire condividere i valori della famiglia europea e saper presentare il proprio paese e la propria cultura in tutto il mondo. L'Ucraina non deve affermarsi come paese, non è uno stato "Artificiale" che esiste da pochissimo, come sostiene la propaganda russa per sminuire l'intera nazione. L'Ucraina ha una storia di oltre mille anni di cui gli ucraini possono andar fieri. Pensare solo che già nel X secolo il Ducato Rus' di Kyiv (non confondere con la Russia che allora non esisteva nemmeno) è stato uno dei più sviluppati economicamente in Europa, contava numerose accademie e università. Le cronache parlano di Kyiv di quei tempi come della "Città delle cento cupole". L'attività edilizia era imponente (chiese di Santa Sofia, dell'Annunciazione, di Santa Irene), come pure la produzione di icone. Si costruirono anche monasteri (soprattutto il monastero delle Grotte) e numerosi palazzi.


Il granduca Yaroslav il Saggio fu soprannominato il Suocero d'Europa: ebbe dieci figli, sei maschi e quattro femmine. Le femmine sono state date in spose ai vari re dell'Europa: Elisabetta divento' moglie del re norvegese Gerald, Anna diventò moglie del re francese Enrico I, tuttora in Francia è amata e rispettata, ci sono i suoi monumenti in alcune città francesi. Anastasia fu la moglie del re Ungherese Andrash I, Agata fu data in sposa a Enrico III d'Inghilterra. Anche i figli maschi si sono sposati con varie principesse delle corti europee: Vsevolod sposò Irina, la principessa greca, un altro figlio, Izyaslav sposo' Gertruda, la figlia del re polacco.

Per cui possiamo sostenere con certezza che il sangue ucraino scorre nelle vene di quasi tutte le monarchie europee. Peccato che di queste cose in Italia non si parla proprio, e se si parla viene presentata una versione russa che non c'entra nulla con veri avvenimenti storici.

Pensare che Mosca è stata fondata solo nel 1147, mentre il Ducato di Rus di Kyiv esisteva già da oltre 300 anni! Il nome "Mosca" viene dalla lingua finnica e significa "umido, bagnato", visto che quel territorio fu abitato dalle varie tribù ugro-finniche che non c'entravano nulla con i slavi della Rus di Kyiv. Infatti fino a 1700 il terrirorio che oggi chiamiamo la Russia si chiamava Moscovia, soltanto con il Pietro il Grande il paese ha "espropriato" una parte del nome Rus di Kyiv, probabilmente per aggiungere i secoli della storia di un altro stato alla propria.


Questo "furto d'identita" riguarda molti famosi ucraini che tutto il mondo considera russi: Gogol, Čechov ("Sono nato in una piccola verde cittadina ucraina Taganrog"), Bulgakov: "Ma come sono belle le stelle in Ucraina. Ormai sono sette anni che vivo a Mosca, pero' non riesco a staccarmi dalla mia patria. Sento il dolore nel cuore, viene voglia di correre alla stazione e prendere il treno... per andare là. Di nuovo vedere i versanti coperti dalla neve, Dnepr... Non esiste la città più bella al mondo di Kiev!", Malevich. Igor Sikorskiy e tanti altri.

L'Ucraina di oggi sembra essere divisa, a macchia di leopardo, tra filorussi, nazionalisti, filoeuropeisti e chi, invece, desidera solo vivere in pace senza interferenze esterne. Quale è la vera identità del paese?

Per capire la vera identità ucraina si dovrebbe tornare indietro di 100 anni, quando, dopo la conferenza di Parigi nel 1918, il paese contava oltre 90 milioni di abitanti. Successivamente, con l’arrivo delle truppe sovietiche, alcune regioni ucraine come Kuban’, Belgorod, Kursk ecc con la maggioranza ucraina del 90% sono state "passate" alla Repubblica Sovietica Federativa Russa (adesso Federazione Russa) dove successivamente e fino ai nostri giorni è stata introdotta una politica di russificazione forzata.

Il resto del territorio ucraino ha subìto tragedie inimmaginabili come Holodomor, la fame artificiale indotta dal governo di Stalin per punire il popolo ucraino per la sua voglia di libertà e poca obbedienza nei confronti del governo “Rosso”. Nell’arco di due anni (1931-1933) l’Ucraina perse oltre 8 milioni di cittadini.


Dopo questa pagina nera per gli ucraini ne arrivò un’altra: la Seconda guerra mondiale, in seguito alla quale l’Ucraina perse oltre 9 milioni di vite (più del terzo di tutte le vittime dell’intera Unione Sovietica). Ricordiamo anche il Rinascimento ucraino che venne fucilato: negli anni Trenta il governo sovietico fucilò l’intera pleiade dei poeti, scrittori, musicisti e attori ucraini. La loro colpa? Portavano gli abiti tradizionali ucraini, scrivevano e recitavano in lingua ucraina.

Aggiungiamo a tutto questo la deportazione di intere regioni ucraine in Siberia, nei campi di concentramento e Gulag: Stalin amava tanto giocare a “Risiko”, spostando interi popoli e mandandoli a morire nei posti più sperduti dell’impero sovietico dove in inverno le temperature arrivano a -55°C.


Così fu con i tatari della Crimea, così fu con gli ucraini di Donbass. Se adesso, per curiosità, controllate i cognomi dei cittadini russi che abitano in Siberia, noterete che la maggior parte porta i cognomi ucraini, quelli che finiscono con -ko: Shevchenko, Stefanenko, Petrenko, Gritsenko. Sono eredi degli ucraini deportati. Gli ucraini e i tatari della Crimea hanno avuto lo stesso terribile destino: le loro case vuote, dopo la deportazione, sono state assegnate ai cittadini russi; in Crimea (dato il clima e il mare) le case dei tatari sono stati regalati ai fedelissimi del partito comunista, nel Donbass mandavano anche gli ex carcerati, criminali, la gente con i precedenti penali, per costruire gli stabilimenti, lavorare nelle miniere, anche gratuitamente, per far ripartire l’economia sovietica dopo la Seconda guerra mondiale. Proprio per questo l’Ucraina di oggi sembra di essere a macchia di leopardo. Gli europeisti sono gli eredi degli ucraini sopravvissuti dopo il “trattamento speciale” riservato alla nostra nazione dal regime sovietico, quelli filorussi sono gli eredi dei “commissari rossi”, quelli che furono i boia del popolo ucraino, quelli che non si sono mai sentiti ucraini, non hanno mai accettato la lingua e l’identità ucraini.

Il popolo ucraino di oggi cosa ha in comune con quello russo e con quello europeo?

Con l’Europa sicuramente lo spirito di libertà, la democrazia, la tolleranza, l’assenza di paura nei confronti delle persone che rappresentano una cultura diversa. L’Ucraina è uno dei pochi paesi dove una moschea dista 100 m da una sinagoga, una chiesa cattolica da quella ortodossa, e non ci sono mai state tensioni. Il popolo ucraino (almeno la maggior parte) è molto tollerante.


Con quello russo in comune abbiamo il passato. Questo collegamento lo sentono soprattutto le persone di una certa età, quelle che hanno vissuto la maggior parte della loro vita nell’impero sovietico. Sono ancora attaccate ai film e alle canzoni sovietiche, spesso questa nostalgia si manifesta non perché lo stato sovietico non esiste più, ma perché gli anni più belli sono passati, gli anni della propria giovinezza che si confondono con l’amore verso l’Unione Sovietica, spiegando che "Allora il gelato era più buono", "Le caramelle erano più dolci" e "Il pane era più soffice". Preferiscono non credere e rimuovere completamente tutte le informazioni che riguardano i crimini del regime sovietico.


In più c’è la lingua. Non è un segreto che per via degli avvenimenti storici che ho già spiegato quasi la metà del paese parla la lingua russa, si tratta soprattutto delle generazioni nate negli anni 50, 60, 70 e 80, i giovani ucraini nati dopo l’indipendenza del 1991 nella maggior parte dei casi parlano la lingua ucraina, questa tendenza è particolarmente evidente dopo la rivoluzione del 2013-2014. Il fatto curioso è che molte persone russofone rifiutano categoricamente di essere associate e collegate alla Russia, sottolineando di sentirsi al 100% ucraini. Infatti la metà di ucraini caduti nel Donbass difendendo la patria dalle truppe dei militanti russi era di madrelingua russa.

Come è cambiata la coscienza nazionale degli ucraini in questi ultimi 10 anni, tra Euromaidan, Rivoluzione arancione, annessione della Crimea, ingerenze russe, ruolo dell'Europa ecc?

Sicuramente gli eventi nominati hanno rafforzato la voglia degli ucraini di diventare ufficialmente parte della comunità europea. Nessuno ha dei dubbi che, geograficamente parlando, l’Ucraina faccia parte dell’Europa, alla fine si trova nel cuore dell’Europa.

Ricordiamo, inoltre, che gli ucraini sono stati gli unici come nazione a morire a Maidan stringendo al petto la bandiera europea. Gli europei di oggi, quelli che hanno la fortuna di far parte dell’Unione, sono pronti a fare altrettanto se dovesse succedere quello che è successo agli ucraini...essere attaccati da uno stato confinante nonché morire per le proprie idee?


La perdita dei territori, annessi dalla Federazione Russa, la successiva occupazione del Donbass, 13 mila morti, tre milioni di sfollati...questo è il prezzo che sta pagando l’Ucraina per aver intrapreso il percorso europeo. Le famiglie distrutte, giovani vedove, bambini orfani, ragazzi ventenni mutilati, funerali dei militari ogni giorno, come fa tutto questo a non cambiare la coscienza nazionale?

Fino a pochi decenni fa, l'Ucraina era considerata Unione Sovietica. Quanto pesa ancora oggi quell'eredità nell'indipendenza e nell'identità dell'Ucraina?

Pesa ancora parecchio. Per spezzare questo cordone ci vogliono almeno due generazioni, nate dopo la proclamazione dell’Indipendenza. Nonostante 28 anni già passati, molti giovani di oggi, nati dopo il 1991 (soprattutto nelle regioni sud-orientali) continuano ad assorbire questa "nostalgia" grazie ai racconti di nonni e genitori.

Tali racconti spesso sono idealizzati, in quanto si tratta di un fenomeno psicologico molto diffuso: con il passar del tempo la memoria umana rimuove la maggior parte degli episodi negativi, lasciando solo quelli piacevoli. Aggiungiamo a questo un fattore molto importante: i mass media. Il 90% dei canali televisivi ucraini appartiene agli oligarchi, quasi tutti filorussi, per cui l’informazione che viene passata al cittadino tramite questo mezzo di informazione corrisponde alle preferenze del proprietario del canale. Ci sono quelli con un’audience molto importante, che mandano in onda tutto il giorno film sovietici, concerti degli anni 70, varie trasmissioni e talk-show dei canali russi (anche oggi identiche a quelli sovietici per quanto riguarda la propaganda e fake news), questo condiziona molto il pubblico nonché danneggia la percezione della realtà.


Per essere indipendenti non basta definire le frontiere dello stato, ci vuole anche la percezione mentale dell’indipendenza da parte dei cittadini, la consapevolezza di appartenere ad un’altra nazione, altra cultura, altri valori, diversi da quelli russi (sovietici). Finché questo non accadrà il popolo ucraino sarà costretto a trascinare il bagaglio sovietico per molti anni, perdendo tempo e risorse.

Un eventuale ingresso nell'UE potrebbe ostacolare l'indipendenza dell'Ucraina o sarebbe un vantaggio per il paese?

Sicuramente sarebbe un vantaggio, l’ingresso sia nell’UE che nella NATO. Le strutture europee e euroatlantiche possono dare e insegnare tanto: il rispetto dei diritti civili, il sistema giudiziario, la responsabilità civile, le regole della trasparenza economica. Ma anche l’Ucraina può dare tanto all’Europa: soprattutto rinnovare e sollevare il suo spirito, visto il clima di sfiducia che regna ultimamente nella maggior parte dei paesi dell’Unione.

L’Ucraina in questi anni di guerra è riuscita a costruire forze armate efficienti e professionali che possiedono l’ottavo posto in Europa e il 29° posto nel mondo secondo la classifica Global Firepower.


Inoltre, l’Ucraina è sempre stata chiamata “Il granaio dell'Europa”, l’export dei prodotti ucraini verso i paesi dell’Unione Europea cresce ogni anno. Nel 2018 l’Ucraina ha esportato nei paesi dell’UE servizi e generi alimentari per un importo di oltre 20 miliardi di dollari. Sta crescendo l’interesse dei cittadini comunitari verso l’Ucraina come meta turistica: Kyiv, Leopoli e Odessa sono le mete preferite. Kyiv ormai da 5 anni fa parte della lista di 10 capitali europee più belle da visitare.

 

Quali potrebbero essere stati gli errori dell'Occidente nella gestione della crisi ucraina?

Sicuramente il timore e la titubanza nel chiamare l’aggressore con il suo vero nome. È chiaro che la Federazione Russa è una potenza nucleare ed è altrettanto chiaro che l’Occidente abbia permesso all’establishment russo di inserirsi, tramite mezzi economici spesso molto discutibili, nella vita di ogni paese, finanziando partiti politici, giornalisti, imprenditori. In tutti questi anni sono stati creati dei legami con la Federazione Russa, soprattutto in Italia, che influiscono sulla presa di posizione e sull’approvazione di certe decisioni.


Però esistono anche gli obblighi presi dall’Europa e dagli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina nel 1994 tramite il memorandum di Budapest: l’Ucraina era la terza potenza nucleare nel mondo, ha rinunciato poi al possesso delle armi nucleari in cambio alle garanzie dell’integrità territoriale da parte dei paesi-garanti. L’ironia della sorte è che fu attaccata proprio da uno di questi garanti, la Federazione Russa, e la risposta dell’Occidente è stata debole e insufficiente.

Probabilmente l'Occidente non si è reso conto che con questa violazione del diritto internazionale è stato scoperto il vaso di Pandora: come fanno adesso a convincere, ad esempio, la Corea del Nord a rinunciare alle armi nucleari? Risponderanno giustamente: guardate cos’è successo all’Ucraina.


Va però detto che, nonostante tutto, i paesi dell’UE votano all'unanimità per quanto riguarda la proroga delle sanzioni contro la Federazione Russa per l’annessione della Crimea e per violazione degli accordi di Minsk. Questo è un segnale decisamente positivo. Mi auguro che i politici europei capiscano che in questo momento i militari ucraini difendono non solo la frontiera orientale del proprio paese, ma anche quella dell’Europa. Se cade l’Ucraina l’Europa sarà la prossima.

 

Con questa crisi, c'è chi teme un ritorno di una "Guerra Fredda", con l'Ucraina nel mezzo. È uno scenario fattibile? 

La Guerra Fredda è già in corso ed è iniziata molto prima, nel momento in cui il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la maggior tragedia del XX secolo fu il crollo dell'Unione Sovietica. Tutto quello che è successo dopo - l'omicidio dei dissidenti russi, di 314 giornalisti tra cui Anna Politkovskaya, Stas Markelov, Anastasiya Baburina, Nataliya YEstemirova e tanti altri, l'avvelenamento di Litvinenko, la morte sospetta di Berezovskiy, la guerra con la Georgia nel 2008...tutto questo fa parte della guerra fredda. Se l'Occidente lo avesse capito e avesse reagito prima avremmo potuto evitare tanti morti, non soltanto in Ucraina, ma anche in Siria, Venezuela, ovunque ci sia l'interesse della Russia.

Per la sua posizione di "Terra di confine" tra occidente e oriente e per numerosi altri fattori, la crisi ucraina è molto importante nello scenario geopolitico europeo. Eppure in Italia, ma anche nel resto d'Europa, se ne parla poco a livello mediatico, specialmente a confronto di altri argomenti molto più gettonati come il terrorismo, l'immigrazione, la Siria, la mafia ecc. Lo stesso conflitto nelle zone del Donbass ha ben poco risalto nei media, figuriamoci nei libri. Perché, nonostante la sua importanza, l'argomento Ucraina è cosi poco discusso?

In Italia è veramente poco discusso...i motivi sono diversi. In primis perché tra l’Italia e la Federazione Russa c’è sempre stato un rapporto particolare, privilegiato, un rapporto di particolare vicinanza per motivi storici che risalgono ancora agli anni 70. L’Ucraina è sempre stata vista in Italia come parte della Russia (grazie anche alla diffusione della propaganda russa in Italia). Ad esempio ancora oggi, spesso, quando mi chiedono delle mie origini e io rispondo che sono ucraina, il mio interlocutore mi risponde: “ah, sei russa”.

Nonostante la poca distanza tra Kyiv e Roma (non parliamo poi di Milano), soli 2 ore con l’aereo, l’Italia non si è mai sforzata per avere i propri inviati a Kyiv. Ricordo che l’Ucraina è il più grande paese europeo, si trova nel cuore dell’Europa, ma nonostante questo, tutte le notizie che riguardano l’Ucraina arrivano direttamente dai corrispondenti italiani che stanno a Mosca. Vi sembra normale? Perché poi ci meravigliamo quando parlano del conflitto russo-ucraino dal punto di vista della Russia, diffondendo le false notizie?

Ho visto più volte i reportage dei vari telegiornali italiani in prima serata che trasmettevano i video con il logo DNR/LNR, le repubbliche terroristiche autoproclamate, armate e supportate dalla Russia. Questo succede in uno dei paesi dell’Unione Europea. I giornalisti non vanno a chiedere le informazioni alle agenzie ucraine, ma preferiscono dare la voce alla propaganda del paese aggressore. Possiamo contare con le dita di una mano i giornalisti italiani che affrontano la questione ucraina con la massima serietà e professionalità, ma loro non fanno parte della cerchia degli "Eletti" quelli che si vedono ogni giorno in TV.

Aggiungiamo poi alcuni politici italiani molto conosciuti che, violando le norme del diritto internazionale, si recano sui territori annessi ucraini, la Crimea, senza chiedere il permesso all’Ucraina, entrando sul territorio della penisola annessa dal territorio del paese aggressore. Che messaggio mandano alla società? Dov’è il rispetto della vita umana e tredici mila morti ucraini?

Considerata la sua importanza economica e strategica (basti pensare alle esportazioni di prodotti agricoli e al passaggio dei gasdotti), l'Ucraina potrebbe ancora ribaltare la sua posizione nei confronti di Russia e America e tornare a trarre per prima vantaggio dalla propria posizione geopolitica?

Certamente, ma questo può succedere solo quando cadrà l'attuale regime russo. Finché c’è Vladimir Putin come presidente della Federazione Russa temo che la situazione non cambi e la guerra non finisca, almeno che l’Ucraina non decida di arrendersi e tornare nella sfera dell’influenza russa, ma per il momento non vedo i presupposti per questa retromarcia.

L'Ucraina è ancora oggi considerata uno dei paesi con il più alto tasso di corruzione. Quanto peso ha ancora oggi questa discutibile pratica nella vita politica, sociale ed economica del paese? E che ruolo ne ricoprono ancora i cosiddetti oligarchi?

Purtroppo, il problema esiste. Ma è vero anche che negli ultimi 5 anni la situazione è notevolmente migliorata, l’Ucraina ha fatto i passi da gigante. Basta pensare al sistema ProZorro (Прозоро, "Trasparenza" in ucraino. Il sistema elettronico per la gestione di appalti pubblici attivo dal 1 agosto 2016, ndr) che permette di migliorare la trasparenza imprenditoriale, la facilità nell’aprire la partita IVA (bastano 5 minuti), rende pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei politici e deputati, facilmente consultabili online da qualsiasi cittadino, facilita le riforme nel sistema sanitario e quelle dell'Istruzione.

Si poteva fare molto di più, questo è certo. L’influenza degli oligarchi sulla vita degli ucraini è ancora rimasta, sicuramente molto meno di prima, ma tuttavia c’è, soprattutto nel campo energetico. Va anche detto che in seguito alle ultime elezioni presidenziali in Ucraina e future elezioni parlamentari esiste un notevole rischio del ritorno della situazione di 5 anni fa.

L'ingresso dell'Ucraina nella NATO potrebbe essere un rischio per la posizione di superpotenza della Russia, come alcuni temono?

Finché Vladimir Putin sarà il presidente della Federazione Russa farà di tutto perché questo non accada. Lo scopo principale di tutta la presidenza di Putin è il rinnovo dell'impero sovietico, in un modo o nell'altro, l'allontanamento dell'Ucraina dalla sua sfera di influenza verso le strutture Euroatlantiche lo vede come minaccia alla realizzazione del suo sogno geopolitico.

Ovviamente l'ingresso dell'Ucraina nella NATO non puo' essere in alcun modo un rischio per la Russia, che ha già i paesi del Patto atlantico lungo i propri confini. Il danno sarebbe puramente psicologico, in quanto l'Ucraina è una colonna portante dell'eventuale alleanza "Sovietica", simile a quella che ha già la Federazione Russa con la Bielorussia. Se non ci sarà più l'Ucraina in questo folle progetto non ci sarà il progetto stesso.

Volodymyr Oleksandrovych Zelensky è il nuovo presidente dell'Ucraina: ha vinto con oltre il 70% delle preferenze. Sembra quasi che il popolo ucraino, pur di avere un netto cambiamento, fosse disposto a eleggere "...anche una sedia", come commenta "L'Economist". Ma è realmente lui il presidente di cui l'Ucraina ha oggi bisogno?

Innanzitutto vorrei precisare che il presidente Zelenskiy ha vinto con il consenso del 73% di quelli che hanno votato. il 43% degli ucraini non si è presentato ai seggi, per cui se dovessimo prendere tutti i cittadini ucraini che hanno il diritto di voto, allora la percentuale cambia, diventando il 44%. Va anche detto che a tal punto anche il Presidente Poroshenko non ha preso il 25%, ma soltanto intorno al 13%.


Con l'elezione del presidente Zelenskiy i cittadini ucraini hanno mostrato il forte desiderio di cambiare l'establishment del paese, essendo insoddisfatti dei politici di vecchia data e pensando che con l'arrivo della "Gente nuova" il processo del cambiamento nel paese si velocizzerà.


A mio parere queste elezioni hanno reso evidente tutta l'immaturità della società civile ucraina nonchè l'assenza di responsabilità e di un'idea chiara quanto lavoro deve essere fatto prima di iniziare a vedere i risultati delle riforme, sopratutto nel paese dove il 5% del prodotto lordo interno è destinato alle forze armate.


Era chiaro che in 5 anni, in un paese con un enorme bagaglio sovietico alle spalle, con una vera guerra in casa, con le casse dello stato lasciate vuote dal presidente fuggiasco Yanukovich nel 2014, non si poteva costruire nè la Svizzera nè la Germania, ma nemmeno la Polonia. I polacchi ci hanno messo oltre 20 anni per arrivare dove sono adesso, subendo le dolorose riforme e l'inflazione galoppante, per l'Ucraina ci vorranno altri 30 per avere il livello della Polonia di oggi.

Ci vogliono le riforme, iniziate dal governo precedente, tanto sudore, la responsabilità civile, la consapevolezza del sacrificio richiesto. Evidentemente il 44% dei cittadini non era pronto a tali sacrifici, la pazienza e la voglia di andare avanti, strigendo i denti si sono esaurite abbastanza in fretta.

Aggiungiamo anche la guerra, ogni giorno ci sono funerali, ogni giorno feriti e morti, tutto questo, sicuramente, è stato un altro fattore deprimente. Tutte queste debolezze, inerenti a qualsiasi persona, sono state sfruttate alla perfezione dai mass media che con l'aiuto della manipolazione e delle false notizie trasmesse 24 ore su 24 sono riusciti a convincere molti ucraini che la situazione economica e politica del paese è decisamente peggiore rispetto a quella che viene dichiarata dal presidente, dal governo e dalle istituzioni finanziarie mondiali. Sono riusciti a far credere che la guerra possa essere finita nell'arco di pochi giorni, ma non finisce perché "A Poroshenko conviene". Dimenticando che non è stato Poroshenko a dichiarare la guerra alla Russia e annettere i suoi territori. Si sa che la guerra la puo' finire soltanto chi l'ha iniziata. L'altra parte puo' solo combattere e cercare di vincerla oppure arrendersi.


Tutti i problemi del paese sono stati appositamente ingigantiti, tutti i cambiamenti positivi sono stati sminuiti, i deputati del Parlamento mostrati come un branco di incompetenti, le persone stimate e conosciute sono state infangate. Tutto questo ha potuto succedere in quanto quasi tutti i canali televisivi ucraini appartengono agli oligarchi. Molti di loro sono legati alla Russia per vari motivi, per di più quelli economici e del business, per questo la direzione verso l'Occidente intrapresa dall'Ucraina non coincide con i loro interessi. Alcuni di questi oligarchi, anche non essendo particolarmente filorussi, hanno deciso lo stesso di unirsi agli altri per avere profitti personali.


Perché Zelenskiy? La scelta è stata studiata a tavolino, quando, circa tre anni fa, il canale televisivo 1+1, appartenente all'oligarca Igor Kolomoyskiy, che viene considerato quasi il padrino del presidente Zelenskiy, ha iniziato a mandare in onda in prima serata le puntate della serie "Il servo del popolo", dove Vladimir Zelenskiy ha interpretato il ruolo di un semplice insegnante che improvvisamente diventa il presidente e inizia a lottare con il sistema del paese completamente corrotto per costruire uno stato prosperoso dove regna la giustizia: un presidente onesto, che va al lavoro in bicicletta, "uno di noi" insomma, uno del popolo.

Tale serie, con tantissime puntate, è diventata talmente famosa in Ucraina che la gente involontariamente ha attribuito il carattere e le capacità del "presidente" televisivo interpretato da Zelenskiy a Zelenskiy stesso. E' stata un'operazione ammirevole e sarebbe curioso osservare come andrà a finire se non si trattasse del paese in guerra che potrebbe non sopravvivere a tale "esperimento".

Insieme a Zelenskiy nella sua amministrazione sono entrati i suoi colleghi attori e compagni del business (Zelenskiy è molto ricco, è proprietario di molti beni immobiliari, anche all'estero, in Italia e in Gran Bretagna), ha il business, anche in Russia.

Ma a parte i colleghi e amici del presidente, a mano a mano stanno tornando anche le persone vicine all'ex presidente fuggiasco Yanukovich. Di sicuro non sono quelle "facce nuove" promesse durante la campagna elettorale. La prima visita del presidente Zelenskiy è stata a Bruxelles dove lui ha rassicurato i partner europei della continuazione del percorso ucraino intrapreso dal presidente precedente, con l'obiettivo finale della membership nelle strutture europee. E' ancora molto presto per valutare l'operato e trarre le conclusioni, ma sta di fatto che attualmente abbiamo una situazione interna assai difficile, con una crisi istituzionale tra presidente e parlamento.

Gli ultimi 5 anni sono stati molto intensi per la storia dell'Ucraina. Nel bene e nel male, che scenari prevedi, o speri, per il futuro del paese?

Prevedere qualcosa per l'Ucraina è una cosa molto difficile. Dipende molto dalle azioni del nuovo presidente e del nuovo parlamento. Vorrei credere che il punto di non ritorno nei confronti della Russia è già stato passato, vorrei credere che il paese dopo tanti sacrifici, tanti morti a Maidan e successivamente nel Donbass non cada nella trappola del populismo sfrenato e non ceda la propria indipendenza in cambio di promesse che non potranno essere mantenute. Vorrei credere che una parte della società civile sia abbastanza matura e attiva per controllare scrupolosamente ogni passo e ogni legge del governo, intervenendo prontamente se è necessario. L'Ucraina è l'Europa, il futuro dell'Ucraina si trova all'ovest e non all'est.

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