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" L'estensione del Trattato Start è un tema tra più urgenti che Biden deve affrontare - in campo internazionale e della sicurezza globale - proprio in questi giorni, dato che l'eventuale rinnovo dovrebbe essere siglato il prossimo 5 febbraio.
La possibilità che Biden assecondi quanto si trova in queste ore da Dmitri Peskov riguardo alla piena disponibilità del Cremlino di proseguire nell'estensione del trattato stesso, rientra nella strategia che la nuova amministrazione statunitense intende adottare fin dall'inizio del suo insediamento nei confronti della Federazione Russa. " Per Tiberio Graziani, presidente della Vision & Global Trend con sede a Roma.
"Certo - continua Tiberio Graziani - le premesse non sono promettenti. A cominciare dal vicepresidente Kamala Harris che è sempre mostrata in un certo senso antirussa, ma anche lo stesso Biden, il quale ha più volte dichiarato che i competitori principali degli USA sono la Russia e ovviamente la Cina.
Tuttavia, per quanto riguarda il Trattato Inizia considerare che si tratta di un capitolo critico che concerne l'intera sicurezza del pianeta, quindi mi aspetterei da parte di Washington una risposta positiva e propositiva, magari dopo una fase difficile di rinegoziazione.Infatti, una riformulazione del trattato avvierebbe una nuova firma congiunta tra Russia e Usa, e consentirebbe a Biden - almeno sul piano simbolico e comunicativo - di apparire “più moderato” del suo predecessore, il repubblicano Trump. Inoltre, c'è un'altra considerazione da fare riguardo a un nuovo Start: quest'ultimo darebbe un'opportunità alla messa in campo di un ipotetico - e certamente tattico - processo di distensione tra Washington e Mosca che il neopresidente Biden potrebbe giocare in funzione anticinese. "Tra pochi giorni avremo modo di constatare le reali intenzioni della nuova amministrazione americana.