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La scelta della professionalità non fa comodo e si passa ai quei sotterfugi che i “Generali” non accetterebbero. La spesa per il Comune per questi dirigenti provenienti dall’esercito e altamente professionali è di poco sopra i mille euro al mese (praticamente si tratta di volontariato per Roma) e si preferisce pagare molto più di centomila euro annui ai dirigenti amici delle Botteghe Oscure. Il Pd perde il pelo ma non il vizio, detto fatto: i militari dell'Esercito vengono defenestrati in poche ore dal sindaco Gualtieri e dalla sua Giunta per fare spazio a funzionari da 140mila euro l'anno lordi. Mandano via persone preparate, affidabili e integerrime le quali già erano state inserite nella macrostruttura del comune di Roma proprio per non appesantire le casse dell’amministrazione. Gualtieri con il suo seguito di 80 persone al costo di 20 milioni in 5 anni ha dato l’ennesimo schiaffo ai contribuenti romani, tanto paga pantalone.
Questo è il motivo per cui è stato votato: clientelismo e nepotismo, ovvero favorire i propri per ottenere voti. Il Pd, come tutti i vecchi partiti, si muove su questo piano. Chi l'ha voluto ne era consapevole.
L’accordo per l’impiego delle divise al Comune della Capitale era stato voluto dall’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta e poi confermato dall’attuale ministro Remo Guerini alla sindaca Raggi che nel 2019 ne chiamò cinque presso l’amministrazione capitolina. Due sono stati defenestrati , di cui uno non ha fatto in tempo ad entrare dalla porta che lo hanno fatto uscire dalla finestra. Due non sono stati più convocati nonostante fossero stati già confermati dal ministero della difesa, lasciandoli con un palmo di naso. l'ultimo ancora resiste sulle balaustre e sventola bandiera bianca!
La “purga” di Gualtieri è stata facilitata dal fatto che tre degli uomini con le stellette, stimati dal personale capitolino, hanno lasciato da poco gli incarichi per raggiunti limiti di età. Giovanni Calcara ha collaborato alla complessa realizzazione del progetto Smart City di Roma, il generale Gerometta ha curato il personale della polizia municipale e ne è stato vice-comandante e infine Giuseppe Morabito, direttore della Protezione Civile. Quest’ultimo ha avuto la gestione di migliaia di volontari durante le fasi critiche della pandemia.
Non è facile metterli alla porta senza suscitare scandalo, anche per un sindaco appena insediato. L’ultimo a essere stato defenestrato è stato il generale Fernando Falco, per 42 anni nella branca logistico amministrativa dell’Esercito.
Entrato il 28 settembre scorso alla gestione del "benessere animali", il generale Falco nel corso di tre mesi ha portato a casa risultati eccezionali. Da sottolineare il contratto per la gestione dei canili con una gara (attenzionata peraltro dalla Procura della Repubblica) partita nel 2017, e prima mai aggiudicata. Stava risolvendo anche il problema dei cinghiali che girano per la Capitale riuscendo a far emergere la competenza regionale nella gestione del problema ma, iniziato il dialogo tra comune e regione, la nuova amministrazione ha iniziato a frenare nonostante le numerosissime segnalazioni dei romani preoccupati di trovarsi i cinghiali sotto casa. Ma come è potuto avvenire che un generale, apprezzato da tutti per competenza e professionalità e che i problemi aveva iniziato a risolverli, con grande sollievo dei cittadini, potesse essere messo alla porta? I politici sono maestri nel gioco delle tre carte quando devono ripagare chi li ha sostenuti, semplice: basta inventarsi una nuova megastruttura, mettere a concorso i posti della medesima e,”magia”, tutti gli amici degli amici sono sistemati, e che sistemazione! Da 140 mila euro l’anno. Ovviamente pantalone paga e chi fa il proprio dovere viene punito, questa signori è l’Italia di oggi.
Il povero generale Falco il 31 dicembre scorso è stato rimandato a casa. A questo punto viene da chiedersi: ma il ministro della difesa Guerini rappresenta l’Italia e l’onore dei suoi militari o rappresenta il PD?