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Editoria - Guerra e responsabilità della classe politica occidentale di Fabio Mini

By Alberto Cossu * March 28, 2023 698

L'autore dell'agile volume “l'Europa in guerra” ha ricoperto alti incarichi nell'ambito del ministero della difesa italiano e della Nato: Generale di corpo d'armata, capo di Stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa, comandante della missione Kfor. Il generale  Fabio Mini  possiede una vasta esperienza internazionale in materia di difesa e strategia. È un esperto delle cose per averle vissute e sperimentate. Cosa rara di questi tempi in cui ognuno si sente autorizzato a parlare di qualsiasi cosa gli venga in mente. Il generale Mini è anche un saggista e studioso che collabora con testate giornalistiche nazionali e riviste specializzate in materia di difesa e geopolitica.

È bene e dirlo subito il libro offre una prospettiva diversa rispetto al  mainstream  imperante ed assume qualche volta il tono di una provocazione, soprattutto per tutti coloro che sono abituati ad analisi preconfezionate.

L'autore colloca il conflitto russo ucraino nel contesto dei processi geopolitici globali e della lotta di potere con gli USA. Il conflitto, più che un'occasione di affermare la forza del diritto internazionale e delle democrazia contro l'imperialismo russo, è invece un modo per depotenziare militarmente la Russia ed economicamente l'Europa. L'autore sostiene che con una efficace quanto elementare guerra di propaganda, il cosiddetto Occidente è riuscito ad autoconvincersi di sostenere la guerra dell'Ucraina per aiutarla a difendersi dall'aggressione «illegale e immotivata» della Russia. Chi tira le fila di questo gioco di potenza sono gli USA, i quali sono riusciti ad ottenere un assenso alla propria politica estera da parte dell'Europa e degli alleati orientali Giappone e Corea del Sud.

Insomma, per gli Stati Uniti il ​​conflitto è un'opportunità di indebolire la Russia, sostenendo con l'invio di armi e risorse finanziarie ingenti l'Ucraina e, nello stesso tempo, attraverso un sistema di sanzioni intese a suonare la Russia, mettere in seria difficoltà anche l'Europa che si deve privare di risorse energetiche fino a qualche tempo fa accessibili ed economiche. Il generale aggiunge niente di nuovo in tutto questo. Infatti, gli Usa non hanno mai cessato di ricercare lo scontro con la Russia.

La guerra in Ucraina non è scoppiata all'improvviso e non era inevitabile secondo l'autore. Anzi, giorni prima dell'invasione l'Ucraina stessa poteva evitare la guerra con i negoziati: assicurando alle province ribelli del Donbass quella sostanziale autonomia promessa da Kiev nel 2015, trattando sulla Crimea, entrando a far parte dell'Unione Europea, dichiarandosi militarmente neutrale

La guerra ha l'obiettivo di realizzare un nuovo ordine di potere in Europa come primo passo verso quello globale. Gli Stati Uniti, direttamente e tramite la Nato e l'Unione Europea, intendono stabilire la loro egemonia su tutto il continente fino agli Urali e possibilmente all'Asia Centrale Questo scopo è mascherato dietro l'idea che gli USA intervengono per difendere l'Ucraina dall'aggressione illegittima della Russia.

L'autore è consapevole della violazione del diritto internazionale da parte della Federazione Russia, ma non si unisce alla visione imperante che scarica tutte le responsabilità su Mosca ed offre uno scenario in cui sono considerate anche le responsabilità occidentali, in particolare degli Stati Uniti ed Europa .

Questa consapevolezza lo porta ad affermare che senza gli aiuti e le garanzie di sostegno occidentali la guerra non sarebbe nemmeno cominciata.

Il conflitto scoppia – sostiene l'autore- anche di fronte al rifiuto occidentale di esaminare, discutere o trattare i termini di un nuovo accordo sulla sicurezza in Europa proposto dalla Russia fino al giorno prima dell'invasione. Invece si è scelta la strada della chiusura al dialogo.

Si è dimenticato che la Nato ha iniziato la propria espansione ad est incurante delle esigenze di sicurezza della Russia e violando le stesse regole del Trattato atlantico.

Sono stati cancellati dalla memoria dieci anni di destabilizzazione interna organizzata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna in Ucraina, a partire dalla Rivoluzione arancione (2004) che mandò al governo vari candidati antirussi appoggiati da una sparuta minoranza di nazionalisti ucraini.

È stata occultata la ventilata intenzione di cedere all'Ucraina armi nucleari tattiche e gli accordi Usa-Ucraina siglati a novembre del 2021 per un attacco al Donbass e alla Crimea che non lasciavano alcuna alternativa.

La guerra è anche l'occasione per sfruttare il business della ricostruzione. Come sottolinea l'autore, è stato lo stesso capo della diplomazia americana Blinken a mettere in evidenza che la distruzione materiale delle infrastrutture energetiche europee era “una grande opportunità per le esportazioni statunitensi”. La guerra diventa in questo modo un'occasione unica per finanziare le proprie industrie e disfarsi dei surplus di materiali d'armamento calcolandone ovviamente il valore a prezzo pieno.

Questa opportunità è piuttosto interessante per gli USA – dice l'autore – la cui capacità produttiva è diminuita a causa dei processi di delocalizzazione ed ha urgente bisogno di essere rilanciata.

La guerra in Ucraina sta offrendo agli Stati Uniti l'opportunità di ripristinare una parte della capacità produttiva richiamando attività industriali e commerciali estere negli Usa, costringendo gli alleati a importare risorse energetiche a costi più alti, assicurando minori costi energetici e agevolazioni fiscali alle imprese che si trasferiscono negli Usa, da un lato, e rinnovando la capacità di produzione interna con sussidi di stato.

L'Unione Europea non è pienamente consapevole della portata e delle conseguenze del piano statunitense e comunque non le vuole capire per non rinunciare alla posizione d'intransigenza imposta dagli Usa in merito ai rapporti con la Russia e la Cina.

L'amministrazione federale americana spenderà somme enormi per sussidiare la manifattura  high-tech . L'enorme programma di crediti d'imposta e incentivi previsti dall'ira (369 miliardi) si somma agli aiuti da 550 miliardi di Build Back Better previsti dal primo piano di Biden per riportare posti di lavoro industriali in America.

I grandi gruppi europei stanno cambiando i loro piani. Decine di miliardi in investimenti e decisioni di migliaia di posti di lavoro industriali italiani, francesi, tedeschi, spagnoli o scandinavi stanno per migrare dall'altra parte dell'Oceano.

A fine del libro Il generale Mini fa un appello al senso di responsabilità della classe politica europea che si è piegata al potere egemone affinché acquisisca consapevolezza delle dinamiche che hanno portato alla guerra. Ecco perché, non senza una vena polemica, auspica che al prossimo processo di Norimberga sul banco degli imputati per crimini di guerra e contro la pace ci siano coloro che l'hanno persa ma anche chi non ha fatto nulla per impedirla. È un atto di accusa contro chi con la propria acquiescenza nei confronti della guerra ne  de facto  anche il responsabile.

In conclusione, per l'autore le prospettive sono che la Russia può continuare la guerra a un ritmo costante per diversi anni a venire. Sta impiegando nel fuoco a distanza tutto il surplus bellico accumulato in mezzo secolo di armamenti e ha già avviato la produzione di armi e ordini più efficienti. La sua capacità economica è ridotta, ma sufficiente a sostenere una economia di guerra.

Sul piano militare, se l'Ucraina non riuscisse a garantire quella vittoria che promette e fosse necessario intervenire a suo sostegno o al suo posto, non avremmo come Europa forze e risorse necessarie per nessuna spallata decisiva. A meno che Nato, Gran Bretagna e Stati Uniti non decidessero di condurre le operazioni di controffensiva con le sole azioni strategiche, missilistiche e aeronautiche e, ovviamente, con il ricorso agli ordigni nucleari.

Il volume è corredato da diverse tabelle utili a capire con le cifre la dimensione non solo militare ma anche economica del conflitto. Come detto un libro che ci offre una prospettiva differente dalla quale guardare il conflitto russo-ucraino e che offre spunti per trovare una soluzione al conflitto, assumendo una posizione di responsabilità soprattutto da parte della classe politica europea.

L'Europa in guerra

Fabio Mini

Società Editoriale Il Fatto SPA. 2023

PaperFIRST – ISBN 978 88 31431 91 0

 

* Alberto Cossu è analista di Vision and Global Trends che si ringrazia per la gentile concessione

 

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Last modified on Tuesday, 28 March 2023 11:21
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