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Campagna pubblicitaria di Poste Spa sui giornali, così non si mette il “becco” sui lati oscuri della società.

By Roberto Casalena July 23, 2018 10192


Campagna pubblicitaria di Poste Italiane sui giornali, per evitare che si indaghi sui lati oscuri della società.


Dunque, da un po di tempo Poste Italiane sta effettuando una campagna pubblicitaria a tappeto sui prodotti finanziari, a partire dai finanziamenti da concedere ( prestiti e mutui), che però effettua attraverso alcune banche di supporto logistico, perché Poste non è una banca e non potrebbe concedere direttamente prestiti. Ma, aggirando l'ostacolo si prende belle commissioni dalle banche. Ed i finanziamenti, naturalmente, dovrebbero risultare più onerosi.
Ma la storia non finisce qui.
Poste Spa, infatti, sta anche sponsorizzando buoni e libretti di risparmio, che secondo la società dovrebbero crescere nel tempo, non spiegandone, però, le motivazioni. Pubblicità ingannevole?
All'Antitrust il giudizio.
Così, per saperne di più occorre recarsi in un ufficio postale.
Apriti cielo. Ha inizio il percorso ad ostacoli del burocratese.
Facciamo un esempio chiarificatore. Ci si reca all'ufficio postale di Roma centro, Via Virgilio, nel cuore di Prati. Il numeretto per accedere nella stanza dedicata ai servizi finanziari non c'é. Si chiede ad un impiegato. Mettersi in fila. Ma quale fila, dal momento che tanta gente è seduta?
Così , quando si apre la porta, si chiede se si può essere ricevuti, ma la risposta è che occorre prenotarsi. Ma dove sta scritto? Da nessuna parte. Come? Non viene detto.


Si chiede se l'ufficio è anche preposto al rilascio della Postepay. No. C'é lo sportello di riferimento. Quale? Sezione prelievi e versamenti.
Bene, si prende il numeretto, ma davanti ci sono 12 persone. Meglio fare una bella passeggiata di almeno un ora.
Si torna, e finalmente scatta il numero magico, ma...
Per ottenere la carta Postepay è come essere di fronte alla Gestapo. Trenta minuti per il rilascio della tessera, nove firme a singhiozzo, 10 euro per il contratto e 5 per l'apertura della pratica.
Poi, entro un anno occorrerà effettuare un versamento di 10 euro, per i tre anni successivi, e prima della scadenza occorrerà telefonare al call center per richiedere a casa la nuova carta, oppure sarà necessario recarsi all'ufficio postale. Si chiede, qual'è il massimale di una possibile ricarica? Nessuna risposta. E' scritto tutto sul documento che rilasciamo. Amen.Quindi, si chiede ancora: “ Ma il denaro versato sulla Postepay è sequestrabile da Equitalia?”. “ Certo che si, questa è una banca”.
Demenza totale. Poste Italiane non è una banca. E allora? L'ignoranza regna sovrana, alla faccia degli inserti pubblicitari del nulla.
E siamo A Roma centro. Figuriamoci cosa può accadere nelle piccole città o paesini.
E dulcis in fundo. In Italia sparisce sempre più posta, mentre spuntano anche portalettere “abusivi”. Ma di ciò nelle pubblicità non vi è traccia.
Nel 2017 multe record da parte del Garante delle Comunicazioni per 900 mila euro per mancata consegna di lettere, bollette, comunicazioni bancarie, ecc.
Ecco perché tanta pubblicità. Silenzio totale sulla stampa, eccettuata qualche oasi nel deserto.

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