L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
In un bel film, Sliding Door, l'attrice Cameron Diaz vive due vite parallele determinate dal fatto che riesca o meno a prendere la metro di Londra ad una certa ora.
Pensando al prolungato periodo formativo post laurea di Mario Draghi, non riesco a togliermi dalla mente le molteplici possibilità che si aprivano innanzi a lui al termine della frequentazione, dal 1971 al 1977, dell'MIT di Boston, Massachussets, un periodo addirittura superiore a quello necessario al conseguimento della laurea in medicina presso la prestigiosa facoltà di quella stessa città.
Il trentenne Draghi, conseguito "finalmente" il PhD, avrebbe potuto seguire, ad esempio le scelte del suo primo Maestro, Federico Caffè, e cioé quello di dedicarsi esclusivamente all'insegnamento (il docente di politica economica della sapienza di Roma che si fregiava del fatto di aver portato alla laurea oltre mille studenti e che ricoprì solo l'incarico di consulente della casa editrice Laterza, al punto che una delle cause della sua "scomparsa" venne, a torto, indicata proprio nelle sue condizioni finanziarie) o quello dei suoi prestigiosi mentori nella facoltà di Cambridge, Massachussets, Modigliani e Solow (Fischer in realtà lo anticipò diventando Governatore della Bank of Israel).
In effetti Draghi, prima e dopo il 1977 ricoprì incarichi di docenza presso diversi atenei, fino a diventare titolare di cattedra a Firenze nel 1981 a soli 34 anni, ma, già l'anno successivo, come già detto divenne consigliere del ministro del Tesoro Giovanni Goria e per sei anni, sempre nei ruggenti anni ottanta, svolse l'incarico di Direttore Esecutivo della Banca Mondiale per poi diventare, come più volte ricordato, Direttore Generale del ministero del Tesoro con delega all'importante capitolo delle privatizzazioni.
Pur detestando sinceramente le tesi dietrologiche, penso molto verosimile quanto suggeritomi da più parti e cioè che Draghi sia stato opportunamente preparato, per non dire addestrato, per mission molto più impegnative ed ambiziose, nonché propedeutiche alla necessaria modernizzazione dell'Italia, ma non solo, necessità che divenne ancora più urgente quando, con la caduta del Muro di Berlino e l'implosione del sistema sovietico e dei suoi satelliti nell'Europa dell'Est, diviene necessario e improcrastinabile smantellare l'immane apparato delle imprese pubbliche e letteralmente "spazzare" mediante le inchieste giudiziarie quel sistema dei partiti non più utile a garantire quella fedeltà atlantica che appariva non più un must in un nuovo assetto geopolitica che vedeva gli Stati Uniti assurgere al ruolo di unico polo strategico a livello globale.
Lo smantellamento del pentapartito e la ricostruzione di un polo progressista tra gli eredi del PCI e quello che rimane della sinistra democristiana, lo smantellamento, sempre per via giudiziaria, delle logge massoniche segrete e di strutture politiche militare quali Gladio, o per dirla con linguaggio più atlantico, Stay Behind, un mondo quest'ultimo che vede sfiorare anche un più volte ministro, per due volta Presidente del Consiglio e, last but non least, Presidente della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, un uomo politico la cui strada si intreccerà più volte con quella di Mario Draghi, a proposito del quale il politico sardo ascriverà a sé un ruolo determinante nella nomina dell'economista romano alla carica di Governatore della Banca d'Italia nel 2005, fino alla "picconata" del 2008, quando intervistato dal giornalista Luca Giurato ad Unomattina, popolare trasmissione di Rai Uno dirà di Draghi cose terribili che sono fedelmente riportate da Wikipedia, un testo che riporterò integralmente quando giungerò a quel periodo, lo stesso periodo nel quale Draghi oltre ad essere Governatore di Bankitalia era anche alla guida dell'organismo deputato, a fronte delle devastazioni determinate da una crisi finanziaria seconda per profondità solo a quella del 1929, a riscrivere le regole del mercato finanziario globale, un incarico che gli era stato attribuito dai suoi colleghi anche in virtù del suo standing tecnico e della sua indiscussa reputazione, incarico che avrà un grande peso quando, nel 2011 si tratterà di individuare un successore a Claude Trichet alla guida della Banca Centrale Europea.
Tornando al 2002, Draghi non può non rendersi conto che una fase, quella galoppante delle privatizzazioni, è fatalmente terminata, anche alla luce dell'estrema polarizzazione della politica italiana tra la parte progressista guidata dal Professor Romano Prodi e la destra francamente illiberale che si coagula intorno alla figura di Silvio Berlusconi.
Faccio solo un esempio ed è quello della mancata vendita di Alitala ad Air France KLM, una cessione di fatto finalizzata dal Governo Prodi e poi vanificata dal subentrante Governo Berlusconi che tirò allora fuori dal cilindro la trovata dei "capitani coraggiosi", cordata che in un breve volgere di tempo si squaglierà come neve al solo, lasciando Alitalia in mezzo ad un guado periglioso che costerà allo Stato svariati miliardi euro e che dovrebbe finalmente trovare la parola fine con il progressivo inserimento di Lufthansa.
Sulla potente ed ancor più preveggente Goldman Sachs ho pubblicato decine di puntate del Diario della crisi finanziaria, un blog di Google che, almeno stando ai dati forniti da Google Analytics, veniva seguito da migliaia di lettori in 92 paesi del globo, un blog avviato nei primi giorni di settembre del 2007 con cadenza quotidiana e nel quale avevo previsto con largo anticipo la non più perdurante attualità del principio del Too Big to Fail e, quindi, la possibilità fattuale di un default di Lehman Brothers con qualche mese di anticipo.
Non tornerò in questa sede sulle origini, la natura e il modus operandi di Goldman, se non per dire che si trattava e si tratta di un'eccellenza (nel bene e/o nel male) nel mondo dell'Investment Banking e in quello delle CIB (divisioni di Corporate&Investment Banking) delle banche più o meno globali con sede al di là e al di qua dell'Oceano Atlantico.
Quello che si può dire è che Goldman si caratterizza rispetto alle principali concorrenti per almeno due caratteristiche: la prima è la tendenza alla fidelizzazione spinta dei dipendenti a prescindere dall'inquadramento, fedeltà ed estrema riservatezza che sono ben compensate non solo da remunerazioni d'eccezione, ma anche da condizioni all'avanguardia in quasi tutte le previsioni possibili e immaginabili. la seconda è rappresentata da un sistema di porte girevoli che che vede l'ingressi, in generale a titolo consulenziale di personalità politiche ed accademiche di alto o altissimo livello a livello internazionale, ma anche l'uscita verso posizioni apicali neel Governo a stelle e strisce anche qui grazie ad una buona dose di preveggenza, quale quella che ha visto l'uscita del Chairman e CEO, Hank Paulson, con l'assunzione da parte dello stesso top manager della posizione di Segretario al Tesoro nel 2006, un momento in cui i vertici delle principali istituzioni finanziarie globali sono consapevoli del fatto che si stanno concretizzando i rischi della Tempesta Perfetta che pur avendo lanciato dei segnali nei mesi precedenti inizierà in modo eclatante quando il 7 agosto del 2007 si verifica per la prima volta nella Storia un blocco totale delle attività sul mercato dell'Euribor, circostanza che costringerà un oscuro dirigente della BCE, dopo un frenetico giro di telefonate con i membri del Board in vacanza ad inondare con centinaia di miliardi di euro il mercato, ma a quel punto è oramai chiaro che "il re è nudo".
Ma, tornando all'ingresso di Draghi nella sede di Londra di Goldman Sachs, vi è una profonda differenza tra il ruolo consulenziale e qualche volta per incarichi da "sinecura" e quello direttamente operativo che i vertici di Goldman assegno a Mario Draghi, un ruolo che l'economista romano svolge evidentemente talmente bene che, in un relativamente breve volgere di tempo, viene cooptato nel Comitato Esecutivo di Goldman.
D'altra parte, questa esperienza triennale consentirà a Mario Draghi di vedere dall'interno l'operatività della regina indiscussa dell'Investment Banking, esperienza che gli sarà di fondamentale ausilio nella successiva esperienza di Governatore di Bankitalia ma, e certamente ancora di più, nella sua qualità di Presidente dell'organismo formato da rappresentanti delle banche centrali con il compito di sorvegliare il mercato finanziario globale e riscrivare in modo significativo, in piena Tempesta Perfetta, le regole di quello che con rara efficacia Nicolas Sarkozy ebbe a definire il grande casinò della finanza globale, ma di questo parlerò più diffusamente nella quarta puntata.
(segue)