L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Quello del 5 agosto scorso è stato uno shock quasi paragonabile a quello vissuto dal mercato dell’ EURIBOR il 7 agosto del 2007 (per gli smemorati e’ quando le banche partecipanti al sistema smisero
di prestarsi i soldi l’un l’altra e dovette intervenire la BCE inondando il mercato per centinaia di miliardi di euro).
Improvvisamente tutti i commentatori e gli analisti si sono affrettati a spiegare quello che da mesi era più che chiaro e che aveva indotto gli investitori più accorti ad uscire dal mercato e diventare “liquidi”.
Ma quello che è più comico se non fosse tragico è che nei giorni successivi, a fronte di un parziale rimbalzo, gli stessi commentatori e analisti gridavano allo scampato pericolo e diffondevano ottimismo a piene mani, il tutto dimenticando un particolare che è però grande come una casa.
E cioè che negli anni delle vacche grasse corporation e banche hanno fatto approvare dalle rispettive assemblee degli azionisti corposi, a volte corposissimi, piani di buy back e che ora sono costrette a renderne pubblica l’esecuzione.
Così veniamo a scoprire che in un mercato sottile, quale è quello agostano, aziende e banche di quasi ogni ordine e grado stanno acquistando a man bassa le proprie azioni anche se con risultati tutto sommato alquanto modesti, circostanza che ci fa ben comprendere il “reale moto di fondo” del mercato!