L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
I mercati e gli osservatori più o meno smaliziati, tutti delusi dall'esito del G20 finanziario, aspettano con ansia quello che domani dirà Mario Draghi nella conferenza stampa che chiude i lavori del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea in quel di Francoforte.
Ai più distratti tra i miei lettori mi permetto di proporre una biografia non autorizzata di Draghi, un docente di economia in quel di Trieste che assurse agli onori della cronaca come Direttore Generale dell'allora ministero del Tesoro, incaricato di portare avanti un ambizioso programma di privatizzazioni che vide il suo clou nei famosi incontri a bordo del panfilo Britannia di proprietà della famiglia reale britannica. Terminata in buona sostanza l'opera di privatizzare il privatizzabile, il nostro passa a lavorare presso una delle entità che avevano funto da advisor della colossale operazione ed entra nella potente ma ancor più preveggente Goldman Sachs diventandone il numero uno per l'Europa con base a Londra.
Chiamato da Berlusconi e Tremonti a risolvere il disastro lasciato da Antonio Fazio, Super Mario diventa il Governatore della Banca d'Italia, lavoro per lui alquanto noioso fino a che la crisi finanziaria del 2007 lo spinge ad assumere contemporaneamente all'incarico in Via Nazionale la guida dell'organismo sovranazionale incaricato di riscrivere le regole di quello che l'allora presidente francese, Nicholas Sarkozy, ebbe a descrivere come il casinò a cielo aperto della finanza globale, un incarico in cui profuse tutte le sue energie e che lo portò a scontrarsi a muso duro con gli allora vertici delle Investment Banks e delle banche più o meno globali, inclusi i suoi ex datori di lavoro di Goldman.
Dopo quelle battaglie epiche, si trovò proiettato al vertice della BCE, venendo sostituito alla guida della Banca d'Italia da Vincenzo Visco, un uomo che si era distinto perlopiù in un ruolo di guida dell'ufficio Studi di Via Nazionale e che non ha brillato per decisionismo e incisività nelle prove a cui è stato chiamato come Governatore, anche se le regole del gioco sono davvero farraginose come lui sostiene.
Cosa dirà Draghi domani è difficile dirlo, mentre è sicuro che proseguirà nel Quantitative Easing, forse pretendendo che le banche non trattengano come finora hanno fatto il mare di liquidità proveniente da Francoforte e ne passino qualcosa anche a imprese e famiglie e chissà che sia "la volta buona"