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Ma di quante divisioni dispone la Banca d'Italia?

By Marco Sarli April 21, 2016 11345

Faceva un po' tristezza la dichiarazione di martedì del Governatore della Banca d'Italia a proposito dell'approssimarsi della fase delle offerte vincolanti per le quattro banche tecnicamente fallite e che un decreto del governo ha scisso tra good bank e bad bank, banche tristemente note perché sono state il primo banco sperimentale di un bail in che teoricamente, all'epoca dei fatti, non era ancora operante ma, su input della vigilanza della BCE, fu applicato con qualche mese di anticipo, anche perché l'alternativa era il fallimento vero e proprio delle banche con conseguenze ancora peggiori del bail in stesso.
Le quattro banche erano Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, quattro istituti che, dopo la tosatura, di azionisti, obbligazionisti e depositanti per le somme superiori alla soglia garantita dei 100 mila euro, sono ora banche ripulite di tutte le sofferenze e gli incagli che avevano e che quindi hanno suscitato l'interesse di diverse banche e fondi di investimento italiani e stranieri e verranno vendute "sfuse o a pacchetti" ad offerenti che presentino tutte le garanzie anche dimensionali di essere atte ad operare nel sistema bancario italiano, requisiti questi che verranno accertati dalle donne e dagli uomini che operano alle dipendenze di Madame Nouy, responsabile della vigilanza europea presso la BCE.

Dicevo all'inizio di un sentimento di tristezza perché, avendo operato in un grande banca italiana, ricordo bene il timore reverenziale che si aveva nei confronti della Banca d'Italia, in particolare se la vigilanza della stessa interveniva con un'ispezione per controllare che la governance e l'agire concreto della banca oggetto dell'interesse della vigilanza fossero efficaci e improntati alla massima correttezza e conformi alle leggi e alle disposizioni normative che venivano via via emanate da Via Nazionale, tutte cose che oggi Francoforte fa in maniera più incisiva e con tempi non paragonabili a quelli del passato italico.
Attualmente, la Banca d'Italia è poco più di un gigantesco ufficio studi impegnato a sfornare statistiche e analisi sul sistema bancario italiano e non a caso sia il Governatore che il direttore generale sono stati responsabili dell'Ufficio Studi di Via Nazionale e ci si chiede a che serva avere un organico intorno alle 10 mila unità per svolgere tali attività. Ma questa scarsa rilevanza non impedisce di fare danni, come è accaduto martedì scorso quando, intervenendo nel corso di un'audizione, Visco ha fatto scendere i titoli bancari che erano impegnati in un vigoroso rally delle quotazioni dei loro rispettivi titoli azionari, in particolare il Monte dei Paschi di Siena, a causa di frasi contorte e non comprese dagli operatori.

Nel frattempo, il nostro vero Governatore, Super Mario, ha difeso ieri brillantemente, e con l'unanimità del consiglio direttivo, la Banca Centrale Europea dagli attacchi scomposti provenienti dalla Germania alla sua politica monetaria e, soprattutto alla politica dei tassi zero/negativi, e la cancelliera Merkel ha dovuto abbozzare!

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Last modified on Friday, 22 April 2016 08:23
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