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Perché il capo della Bundesbank è così nervoso?

By Marco Sarli April 26, 2016 10912

Per un patto non scritto raggiunto prima della sua fondazione, la Germania ospita la sede della Banca Centrale Europea ma non ne esprime il presidente, carica ricoperta, nell'ordine, da un olandese, con esiti disastrosi, da un francese, il non troppo rimpianto Jean Claude Trichet e, the basta but not the least, il nostro Mario Draghi, un uomo il cui curriculum incredibile e il cui operato gli hanno consentito di conquistare il nomignolo di Super Mario, una persona di successo che non piace né ai tedeschi, né al governo di quel potentissimo paese, ma soprattutto non piace al non più potente capo della banca centrale tedesca, un'istituzione che, prima dell'avvento della BCE, influenzava fortemente i destini economici dell'Europa.


Come ho scritto nel recente articolo sulla Banca d'Italia, parlando della perdita verticale di attribuzioni dell'istituto con sede a Via Nazionale in Roma, perdita di poteri che vale ovviamente per tutte le banche centrali dei paesi membri dell'area dell'euro, e vale, nonostante le chiare ambizioni di un uomo che non nomino neanche, anche per il capo della Bundesbank, che non perde occasione per attaccare Super Mario e la sua politica di quantitative easing e di politica dei tassi a zero, se non sottozero, quella politica che non piace ai risparmiatori tedeschi che non riescono a fare fruttare il loro denaro in banca e che vanno sotto in termini di rendimenti anche quando investono nei loro tanto amati Bund, i titoli di stato decennali made in Germany.


Ieri, venendo a casa nostra, o meglio nella sede dell'ambasciata tedesca, il nostro ce ne ha dette una per bere e una per sciacquare, affermazioni che un tempo avrebbero fatto tremare la borsa, che invece ieri gli ha risposto con un discreto rialzo e i nostri titoli di stato che, invece, hanno guadagnato qualche posizione, dicendo che il nostro debito pubblico è una minaccia per l'eurozona, che il nostro ministro dell'Economia è un inguaribile ottimiste, il che, in termini di cose economiche, significa dire che è uno stupido, e ha salvato solo quello che va in direzione del modello tedesco, e cioè il job act e il neonato fondo Atlante per garantire gli aumenti di capitale delle banche e per intervenire nel settore dei Non Performing Loans.


Che sulle banche dell'eurozona siamo di fronte ad un patto di ferro tra la Germania e la Francia è una cosa che sanno pure i bambini che sono cresciuti a pane ed euro, ma la politica di Madame Nouy ha apportato alle banche francesi e tedesche dei vantaggi competitivi immensi, pesando poco i rischi finanziari di cui queste sono strapiene e attribuendo un peso enorme ai rischi creditizi, rischi che dalle banche centrali nazionali venivano visti in modo molto diverso!

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Last modified on Wednesday, 27 April 2016 13:45
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