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E alla fine sono arrivate le ventidue di venerdì 29 luglio, la data e l'ora scelte dall'EBA (si doveva tenere conto della chiusura dei mercati azionari statunitensi perché molte banche globali sono quotate anche al New York Stock Exchange), l'organismo europeo chiamato a verificare la solidità patrimoniale delle banche europee aventi rilevanza sistemica, cinque per l'Italia, 51 banche in tutto tra le quali spiccano una pattuglia di banche globali con sede in Francia e Germania, ma anche le due italiane al vertice della graduatoria del nostro paese, Unicredit e Intesa-San Paolo, in quanto a dimensione e presenza all'estero non scherzano.
Ormai tutti sanno come è finita e che in pratica 50 banche hanno superato il test di solidità patrimoniale non solo, e questo era scontato, nello scenario inerziale, ma anche nel cosiddetto scenario avverso che prevede il verificarsi di condizioni di mercato estremamente difficoltose ed è in questo, superata molto brillantemente la verifica a bocce ferme, che il Monte dei Paschi è caduto rovinosamente, passando da un Cet1 di oltre il 14 per cento ad uno che presentava valori negativi, per la precisione di -2,2 per cento, anche se il dato rovinoso era preceduto, come ho già scritto nei giorni passati, dal comunicato della vigilanza europea che accoglieva il piano del Monte dei Paschi sulla cessione totale delle sofferenze (27 le lorde e 9,6 le nette) e l'aumento di capitale da 5 miliardi di euro, aumento garantito da un pool di banche internazionali e che vede la potente ma ancor più preveggente Goldman Sachs con un importante ruolo di appoggio.
Va notato che quasi tutte le banche presentano, nello scenario avverso, un forte contrazione del coefficiente patrimoniale, mentre Intesa-San Paolo presenta la minore differenza tra i due valori, confermando così la solidità che le viene riconosciuta; va anche detto che il Monte dei Paschi avrebbe superato ampiamente lo stress test se fossero già stati realizzati i due capisaldi del piano approvato dalla BCE e cioè l'aumento di capitale e la pulizia di bilancio così massiccia che la porterà ad essere l'unica banca italiano libera da sofferenze e con "solo" venti miliardi di euro di credit deteriorati, dai 47 miliardi precedenti l'operazione con il Fondo Atlante che, lo ripeto con questa operazione prosciuga del tutto il suo fondo di dotazione e deve usare anche se non per molto l'effetto leva.
Insomma se questa fosse una favola potremmo dire che tutto è finito nel migliore dei modi e che tutti vissero felici e contenti!