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Scritto a quattro mani dalla stessa Antonella Lualdi con lo scrittore e regista Diego Verdegiglio, sarà presentato il prossimo 4 ottobre presso la casa del cinema di Roma jl libro “Io Antonella, amata da Franco” edito da Manfredi Edizioni.
Un libro ricco di storia, di aneddoti e di foto che ci riportano a quel meraviglioso quanto complicato Cinema del Novecento. Il libro parte da una giovanissima Antonella Lualdi che si teneva un po’ in disparte rispetto allo star system che già a quei tempi cominciava a serpeggiare tra star come Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Lucia Bosè. Lei, Antonella, appariva più riservata, più introversa, preferendo l’impegno all’apparenza.
Poi l’incontro con Franco Interlenghi che aveva appena debuttato nel film “Sciuscià” del Maestro Vittorio De Sica, primo film italiano ad aggiudicarsi l’Oscar.
Racconta Antonella: “Dalla mia famiglia di origine sono passata a vivere con mio marito e, quando il nostro matrimonio è entrato in crisi è stato più onesto separarsi. Di lui apprezzavo soprattutto la sincerità. Non mi importava nulla che fosse un divo. Ne ammiravo le qualità umane, quelle che mi hanno fatto compagnia per tanti anni colmando i vuoti d’affetto presenti in me fin dall’infanzia.”
D. Diego Verdegiglio, attore e scrittore anche con esperienze da regista. Come nasce la tua collaborazione con Antonella Lualdi per questo libro?
R. Come scrivo nell'introduzione del volume, l'attrice e giornalista Olga Bisera - con la quale avevo collaborato a tre suoi libri autobiografici - mi propose di incontrare Antonella per raccontare insieme la sua vita. Per me fu un sogno che si realizzava, perché fin da ragazzo ero rimasto letteralmente "stregato" dalle stupende fattezze di un'attrice che era sulle copertine dei rotocalchi. Riviste che io ovviamente acquistavo tutte.
D. Com'è stato il lavoro di scrittura?
R. La vita di Antonella è stata ed è ancora ricchissima di incontri, sorprese, cambiamenti, alti e bassi di tutti i tipi. Un suo amico, Lino Belleggia, aveva raccolto dalla sua voce l'enorme quantità di "materiale grezzo" che ho avuto il compito non facile di riordinare, limare, sistemare cronologicamente. Ci siamo accordati con Antonella nell'eliminare o ridurre episodi e persone della sua esistenza che nulla avrebbero aggiunto di fondamentale alla storia. Particolarmente curata è stata infine la scelta delle tantissime fotografie che arricchiscono i capitoli.
D. Antonella è soddisfatta del risultato che avete raggiunto?
R. Si, molto. E lo sono anch'io. Paola Poponi della Maretti Manfredi Edizioni ci è stata vicina e si è confrontata con noi in ogni fase della scrittura, con suggerimenti, correzioni e idee sempre condivisibili per migliorare il volume.
D. Il libro è dedicato a Franco Interlenghi.
R. E non poteva essere diversamente. Il grande divo del neorealismo italiano, scomparso da alcuni anni, ha lasciato in tutti noi un ricordo indelebile, ma per Antonella è qualcosa di più: è l'amore della sua vita che lei porterà nel suo cuore fino alla fine dei suoi giorni. E quindi credo ancora a lungo, perché Antonella ha fatto sua la massima di Marcello Marchesi che inorridiva all'idea di finire i suoi giorni in un letto di ospedale privo di forze e di memoria: "Bisogna che la morte ci trovi vivi", cioè in piena lucidità e attività.