L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Erika Maderna - Le mani degli Dèi Mitologie e simboli delle piante officinali nel mito greco

By Silvia Pietrovanni May 22, 2016 11103

L'autrice di Medichesse torna a stupire con un saggio di profonda cultura ed eleganza sulla mitologia delle piante medicamentose.
“Tutto è pieno di Dei”, affermava Talete: nelle religioni antiche il senso del sacro permeava il vivente e si esprimeva attraverso riti, preghiere, racconti mitologici.
Gli uomini manifestavano profonda gratitudine verso quelle piante o alberi che svolgevano un'azione curativa, e la pracatio omnium herbarum, preghiera che veniva recitata prima della raccolta delle piante officinali, ne è una testimonianza.
L'azione farmacologica della pianta era legata non solo alle sostanze in essa contenute ma anche al rito della raccolta che prevedeva purificazione, attenzione alla posizione del sole, invocazione, incantesimo rivolto al Dio al quale essa era consacrata.
Trasferire il principio curativo dalla pianta all'uomo assume il senso di gesto sacro, rivelatore del legame amoroso tra natura e creatura.

Le piante e la sfera del sacro erano indissolubilmente legate: i primi santuari furono le foreste, templi vegetali a tutti gli effetti; il timo porta, nella sua etimologia, il significato delle fumigazioni sugli altari. Gli Alberi sacri abitano le mitologie antiche con topoi simili: nei poemi mesopotamici l'albero Khuluppu è disturbato da un'aquila e da un serpente, proprio come accade al frassino Yggdrasill della tradizione nordica, due animali che esprimono forze opposte ma complementari; anche l'albero del giardino delle Esperidi è sorvegliato dal serpente, così come quello della conoscenza del giusto e dello sbagliato che troviamo nella Genesi.
Nella mitologia greca non assistiamo ad una metamorfosi effettiva di Dei in creature vegetali, sono piuttosto le ninfe ad essere mutate in alberi o piante.
La ninfa rappresenta la memoria di un'età più vicina allo stato di natura, dove il femminile era il paradigma delle forme vegetali: nel mito greco incarna un ideale femminile di vita libera e selvaggia , condotta nei boschi in armonia con i cicli naturali.

Dalle lacrime e dal sangue, fluidi di vita e di morte, nascono piante significative, come la viola di Attis o l'anemone di Adone.
Dee legate alle piante curative erano Era e Afrodite, che rappresentano le polarità dell'amore in costante tensione: ne è testimonianza la storia del giglio, nato dal latte di Era, ma modificato da Afrodite con l'aggiunta di un pistillo malizioso. Dee legate alle piante officinali erano anche Artemide, Kore e Demetra. Nella storia della ninfa Mintha, (amante di Ade trasformata nella pianta di menta da Demetra), risulta evidente la correlazione tra la storia narrata e il suo aspetto fitoterapico: la “freschezza” dell'amore libero entra in contrasto con la castità matrimoniale di Demetra/Kore.
Dee pharmakides legate al Sole sono Calipso, Circe e Medea (quest'ultima accoglie nel nome il verbo mèdomai che significa “io curo”).
Maga pharmakides è anche Elena di Troia, che viene chiamata in alcune fonti “dendrite” ovvero “arborea”, è lei che maneggia erbe consolatrici che dissolvono il dolore.
In Afrodite, Era, Demetra, Kore, Artemide, come anche in Dafne, Medea, Circe riecheggiano le antiche Dee Madri preindoeuropee, dee della vita, ma anche dee della morte.

Il libro di Erika Maderna, arricchito da immagini di antichi erbari e da quadri della pittura moderna è un'opera necessaria per restituire alle piante la loro dimensione narrativa. Vedere la pianta solo come un insieme di principi attivi è come vederla con un occhio solo, quello che la lega alla sfera dell'utile. Apriamo dunque anche l'altro occhio, perché Gustare la bellezza di un racconto può essere una prima forma di avvicinamento; aprire lo scrigno che ne contiene i segreti equivarrà ad affacciarsi alla soglia del mistero. Forse, se riusciremo a sciogliere qualche enigma, ma anche a recuperare un po' di quell'antico sguardo innocente, torneremo a cercare nella natura l'ispirazione per un nuovo modello di vita, più sensibile ai valori spirituali. Potremo allora credere che abbattere una foresta equivalga a violare le ninfe che vi dimorano.

 

Erika Maderna
Le mani degli Dèi
Mitologie e simboli delle piante officinali nel mito greco
Aboca 2016

Rate this item
(0 votes)
© 2022 FlipNews All Rights Reserved