L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
“La felicità è la nostra condizione naturale, l’estasi è insita nella nostra natura”.
Abbiamo bisogno di “libri-ponte”: testi che siano collegamento tra Oriente e Occidente, tra medicina alternativa e medicina allopatica. In questa direzione si sono mosse le ricerche di autori quali Watts, Capra, Narby: con il risultato di un incontro (seppur con molto ritardo da parte dell'occidente scientifico), tra la scienza moderna e le culture antiche yogiche e sciamaniche. Anche il libro di Candace Pert si colloca in questo ambito.
A lei si deve la scoperta delle molecole che sono la base biochimica delle emozioni: i peptidi.
Dove nascono le emozioni? Nascono nel corpo o solo nel cervello? Entrambe le risposte sono corrette perché il processo viaggia in doppia direzione: i peptidi, le molecole messaggere, infatti, vengono prodotte da più parti del corpo. Ne è ricco il cervello, ma anche l'intestino crasso e l' intestino tenue sono rivestiti da un fitto strato di neuropeptidi e recettori. Queste molecole, per attivare delle modifiche cellulari, devono avere un recettore adeguato. È il recettore che permette a qualsiasi farmaco di fissarsi. Le molecole del recettore sono in costante vibrazione e si trovano all'esterno della cellula, sulla membrana. Qui esse danzano nell'attesa di incontrare il legante. Quando avviene l'incontro il legante trasmette il messaggio al recettore, il recettore lo trasmette alla cellula dove il messaggio può modificare lo stato della cellula stessa dando luogo ad eventi biochimici.
Nel cervello i neuropeptidi sono concentrati soprattutto nel limbico, sede delle emozioni. Dal libero flusso di peptidi tuttavia dipende il nutrimento del prosencefalo che è la sede delle funzioni cognitive superiori (questa parte del cervello raggiunge il suo pieno sviluppo non prima dei vent'anni). La pianificazione del futuro, la capacità di prendere decisioni e di formulare l’intenzione di cambiare sono tutte funzioni del prosencefalo. Quando ci sentiamo passivi, statici, “in gabbia”, ripetendo vecchi schemi di comportamento, è segno che le emozioni non trovano il loro libero flusso, e, di conseguenza, il prosencefalo malnutrito non riesce a promuovere un cambiamento.
“Se le nostre emozioni sono bloccate a causa di negazioni, repressioni o traumi, il flusso del sangue può diventare cronicamente limitato, deprivando la corteccia frontale del suo nutrimento”.
Come si traduce in termini scientifici il blocco delle emozioni? Il CFR è il peptide delle aspettative negative che può essere stimolato dalle esperienze traumatiche che abbiamo vissuto nell’infanzia . Se il livello di CFR è alto, le fluttuazioni degli altri peptidi risultano limitate. Quando il crf aumenta i recettori si desensibilizzano e diminuiscono di numero: la memoria del trauma, dunque, è fissata a livello del recettore dei neuropetidi.
Un blocco, quello delle emozioni, che ci predispone all'insorgere di malattie più o meno importanti: il reovirus del raffreddore usa lo stesso recettore della norepinefrina che è secreta da uno stato d’animo felice. Quando siamo felici, quindi, il virus non entra perché tutti i recettori sono occupati.
L'autrice conferma la validità della PNEI: la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia nasce circa trent' anni fa come incontro di discipline scientifiche quali le scienze comportamentali, le neuroscienze, l'endocrinologia e l'immunologia. La PNEI studia le interazioni reciproche tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria, con lo scopo di riunire sistemi psico-fisiologici che da 200 anni sono stati separati nel loro studio e approccio.
Due fasci di fibre nervose sono collocate ai lati della spina dorsale, ciascuno dei quali è ricco di peptidi che trasportano informazioni: queste fasce corrispondono ai punti dei chakra della tradizione orientale.
Le parti scientifiche sono intervallate dalle parti biografiche, in cui vengono narrate in prima persona le difficoltà che l'autrice ha dovuto affrontare per riuscire a continuare la sua ricerca; le parti biografiche, anche se possono risultare meno interessanti, sono utili per comprendere quanto ostracismo si cela dietro un tipo di ricerca scientifica (e medica) che promuove l'uso delle terapie naturali.
“io credo che la felicità sia ciò che proviamo quando le componenti biochimiche alla base delle emozioni cioè i neuropeptidi e i loro recettori sono aperte e possono circolare liberamente nella rete psicosomatica interagendo e coordinando sistemi, organi, cellule in movimento continuo e ritmico. La felicità è la nostra condizione naturale l’estasi è insita nella nostra natura.
CANDACE PERT : MOLECOLE DI EMOZIONI
in ristampa per edizioni Tea