L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
L'autrice di “Prima di Eva” torna in libreria con un nuovo libro che accompagna il lettore nella terra della mito-archeologia.
Cosmesi e cosmo hanno la stessa radice, “kosmeo” indica “mettere in ordine”: la cosmesi, dunque, è l'arte di trasformare e trasfondere nel corpo la bellezza originaria dell'antica Dea creatrice. Il passaggio da femmina a donna ha portato con sé un nuovo modo di rispettare il corpo e il cosmo: coltivare la bellezza e difenderla è ciò che ci ha reso umani.
La femmina ludens si esprime per simboli, dà inizio al gioco della seduzione, sganciando il sesso dal solo istinto di procreazione, facendolo diventare strumento di piacere e di comunicazione profonda.
Il rituale del trucco aveva nell'antico Egitto una propria Dea: Seshat, “colei che scrive”, Dea del trucco, ma anche Signora dell'architettura (definiva l'orientamento degli edifici in base agli astri) e dell'arte sacra della scrittura. L'intuizione dell'autrice è affascinante: il trucco del viso e del corpo è stata un' invenzione femminile per comunicare saperi iniziatici. “L'archeo-mitologia conferma che la scrittura pre-alfabetica era praticata dalle sacerdotesse della Dea in molte culture”(cit).Nisaba è la dea della scrittura sumera, Vac quella dell'India. Reithia nel paleo-Veneto. L'immagine della scrittura corporea richiama subito l'henné con il quale le donne indiane dipingono mani e braccia. “Forse la cura della mani fu uno dei primi maquillage inventati dalle femmine per allargare l'interesse prevalentemente erotico dei maschi nei loro confronti, a possibilità più articolate di comunicazione umana”(cit).
Lo specchio era, in origine, oggetto divinatori: i primi specchi erano in ossidiana levigata o piatti di ceramica colmi d'acqua. Il simbolo egizio del'immortalità,l'Ankh, ricorda la forma di uno specchio tondeggiante.
Il truccarsi le labbra “fu un'invenzione rituale femminile, una magia di fecondazione cosmica” (cit.), connesso al gesto di mostrare il sesso per ingraziarsi la Dea del raccolto.
Il momento del trucco come rituale iniziatico egizio è probabile che avvenisse all'alba (Aurora, Bastet, Albina, Eos, Sul, sono tutti nomi di Dee connesse al sole che nasce ad Est).
Non solo le labbra e gli occhi sono parti del corpo valorizzate, ma anche le orecchie: alcuni menhir in Corsica “hanno la parte femminile con seni e grandi orecchie rivolti all'alba e la parte fallica rivolta al tramonto” (cit). Orecchio come simbolo della parola nascente e creativa.
Il resoconto di viaggio tocca, oltre a Creta, anche la terra turco/curda, e, attraverso le parole evocative dell'autrice, riusciamo ad immergerci in siti archeologici affascinanti e poco conosciuti.
Nella parte finale un'intervista svela nuovi punti di vista. Mi colpisce la risposta alla domanda “Com'era la storia della mela e del serpente prima del patriarcato?”
“La mela riguarda il segreto della fermentazione, trasformare la frutta in alcol era un'attività gestita nel'ambito della non-religione della Dea”(cit). Il patriarcato impedirà alle donne l'estasi alcolica ritualizzando, però, tale privilegio all'interno della messa cattolica.
Il libro si chiude con ricette di cosmesi naturale dalla tradizione antica e moderna.
Un libro davvero originale, per partire alla ri-cerca della Dea che vive e pulsa in ognuno di noi, seppur nascosta in simboli, segni sul corpo, gesti quotidiani.
LUISELLA VEROLI
DAL COSMO ALLA COSMESI
Iacobelli editore 2016