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Viviamo in un tempo di passaggio. Le certezze dell’Occidente — progresso, stabilità, sicurezza — sembrano essersi incrinate, mentre l’Oriente, vasto e giovane, torna a rivendicare un ruolo centrale nella storia del mondo. È questo il cuore del “Ritorno d’Oriente”, una riflessione geopolitica che interpreta il XXI secolo come l’epoca del grande riequilibrio tra Europa e Asia.
Le cinque ferite del nuovo millennio
Il secolo si è aperto con cinque shock simbolici che hanno scosso l’ordine globale:
l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, la crisi finanziaria del 2008, la pandemia del 2019, la guerra in Ucraina del 2022 e il conflitto in Medio Oriente del 2023.
Cinque eventi che hanno incrinato il mito della globalizzazione e mostrato la fragilità del sistema occidentale. L’illusione di un mondo unito dal commercio e dalla tecnologia ha lasciato spazio a un’epoca di incertezze e di ritorno alla storia.
Europa e Asia: due visioni del mondo
L’Europa è il continente della memoria: culla della filosofia, del diritto e della politica moderna, ma oggi segnata da un senso di stanchezza.
È anziana non solo per età demografica, ma per spirito. Amministra il presente più che costruire il futuro.
L’Asia, al contrario, è giovane, demograficamente viva e animata da un desiderio di affermazione.
Mentre l’Europa difende ciò che ha, l’Asia insegue ciò che vuole — e la storia, da sempre, appartiene a chi desidera di più.
Potere, istituzioni e nuove alleanze.
L’Europa ha scelto la stabilità, l’Asia il movimento.
Il Vecchio Continente si affida a un sistema di istituzioni rigide — Unione Europea, NATO, OSCE — che garantiscono pace ma non visione.
In Oriente, invece, il potere è fluido e pragmatico: nascono e si intrecciano nuove alleanze come i BRICS, l’ASEAN e la Comunità di Shanghai.
Nessuno è alleato per sempre, nessuno nemico per sempre: l’era delle “transazioni mobili” ha sostituito quella dei blocchi ideologici.
Religione e identità
Se l’Europa si è secolarizzata fino a perdere il linguaggio del sacro, l’Asia vive ancora di spiritualità.
In Russia, l’ortodossia è tornata a fondamento dello Stato; in Iran, l’Islam sciita guida la vita politica; in India, l’induismo si è trasformato in ideologia nazionale; in Turchia, l’Islam politico è tornato al centro con Erdoğan.
La Cina riscopre il confucianesimo sotto la superficie del comunismo, mentre il Giappone continua a fondere shintoismo e modernità.
L’Europa crede nei diritti, l’Asia nei doveri. È il contrasto tra l’individuo e la comunità, tra la libertà e il destino.
Economia e tecnologia: il nuovo potere
Il mondo non si divide più solo per confini o eserciti, ma per infrastrutture e dati.
Oggi chi controlla i flussi — di energia, informazioni, rotte marittime e connessioni digitali — controlla il futuro.
La Cina costruisce la Nuova Via della Seta, collegando Asia, Africa ed Europa; l’India diventa il laboratorio digitale più grande del pianeta; la Turchia si afferma come ponte energetico tra continenti; l’Iran domina lo stretto di Hormuz, da cui passa un terzo del petrolio mondiale.
In confronto, l’Europa appare fragile, priva di energia autonoma e di visione tecnologica comune.
Il nuovo equilibrio del mondo
Dalle steppe russe al Mar Cinese Meridionale, il pianeta è attraversato da linee di frizione.
Il futuro potrebbe decidersi a Taiwan, nel Caucaso o nel Medio Oriente.
Ma al di là delle tensioni, emerge una costante: la storia si sposta verso Est.
Non si tratta di un conflitto tra civiltà, ma di una transizione di civiltà, in cui il baricentro economico e culturale del mondo cambia posizione, come accadde già nei grandi cicli della storia.
Europa e Asia: memoria e futuro
L’Europa custodisce la memoria, l’Asia rappresenta il futuro.
L’una ricorda, l’altra sogna.
Il ritorno d’Oriente non è una minaccia, ma una possibilità: quella di un nuovo dialogo tra civiltà, di un mondo più multipolare e meno dipendente da un solo centro di potere.
Come ricorda una citazione che chiude il testo:
“Il mondo non torna indietro. Sta solo tornando verso Est.”
E forse, questo ritorno non è un tramonto dell’Occidente, ma l’alba di una nuova epoca della storia umana.