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Uno sguardo sulla suppellettile liturgica tra Otto e Novecento ai Musei Vaticani.

By Elena Sidoni July 06, 2019 6477

Quando si visitano i Musei Vaticani si viene sopraffatti dalla bellezza e dal numero dei capolavori. Alla fine gli occhi non sanno più dove e cosa guardare.

All’uscita dalla Sistina, si arriva alla cappella di S. Pietro Martire, dove sono conservati alcune suppellettili liturgiche provenienti dal Sancta Sanctorum di S. Giovanni in Laterano.

Poi si accede alla Sala degli Indirizzi, così chiamata per via degli “indirizzi” d’omaggio a Leone XIII e Pio X, qui conservati insieme alle raccolte di arte applicata della Biblioteca. Si tratta soprattutto di suppellettile liturgica: calici, ostensori, reliquiari.

Si passa accanto alle vetrine, gli oggetti scorrono per lo più inosservati, l’attenzione è attirata soprattutto dalla bellezza e dalla preziosità di alcuni pezzi, ma ne sfugge il reale significato liturgico e la storia a questo associata.

Fino al 7 settembre, in una saletta della Pinacoteca Vaticana, è visibile la mostra Plečnik e il sacro, che offre l’opportunità di vedere lo sviluppo del design degli oggetti liturgici tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Jože Plečnik è stato un architetto e designer sloveno, che ha lasciato testimonianza del suo lavoro soprattutto a Vienna (palazzo Zacherl), Praga (ristrutturazione del Castello) e Lubiana. La mostra del 1986 al Centre Georges Pompidou a Parigi ha sancito la sua affermazione pubblica come architetto, urbanista e designer, diffusore delle forme eterne dell’arte classica.

Sono in tutto 33 gli oggetti in mostra: calici, ostensori, cibori, custodie liturgiche. Un video contestualizza gli oggetti mostrando le chiese costruite da Plečnik.

Il Calice di Andrej (1913) e il Calice di Hut (1931) mostrano una forma e una decorazione di sapore medievale. Il metallo è associato a pietre semi-preziose lavorate per lo più a cabochon, richiamando la levigatezza del metallo.

Il Calice di Salvator (1930) affida la cromia al bordo dorato e alla pietra incastonata nello stelo, unica deroga alla purezza lineare delle forme.

Il Calice di Sušnik invece esalta la lavorazione plastica del metallo.

La particolarità del Calice di Plečnik (1956 ca.) è costituita dall’inserzione di monete d’argento nello stelo.

A spirale è lo stelo del ciborio del 1938, che ritorna nei sostegni dell’elemento architettonico sommitale.

Nell’Ostensorio scarlatto (1930) trionfa il contrasto cromatico ottenuto anche con l’impiego di materiali e forme diverse. Il piede è liscio, dorato e quadrangolare. La superficie piatta dello stelo è movimentata da pietre cabochon. Nella lunula la pietra bianca centrale, richiama la sfera alla base della piccola croce gemmata sommitale. Il disco scarlatto è punteggiato da cerchi concentrici di piccole sfere e circondato da un anello dorato con pietre cabochon.

La mostra, con la collaborazione dei Musei Vaticani, dell’Ambasciata della Repubblica di Slovenia presso la Santa Sede, del Ministero della Repubblica di Slovenia per la Cultura e dell’Arcidiocesi di Lubiana, è stata realizzata dal Museo e Gallerie della Città di Lubiana.

L’esposizione dal 26 settembre si sposterà nella capitale slovena.

 

 

Plečnik e il sacro

28 giugno-7 settembre 2019

Musei Vaticani, Città del Vaticano

Info: www.museivaticani.va

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Last modified on Saturday, 06 July 2019 18:21
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