L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

  Non voglio vedere, non voglio sentire, non voglio parlare

By Marzia Carocci June 06, 2024 982

 Gli esseri umani stavano cercando di comportarsi come tali e non come ingranaggi nella macchina capitalista (George Orwell)

 

Mai tanta confusione e caos sovrastano i nostri giorni sempre più confusi. Guerre di serie A e guerre di serie B dove il comune denominatore è l’essere umano è ridotto a scarto. Non esistono categorie; uomini, donne, vecchi e bambini. Vengono attaccate scuole e ospedali, chiese e moschee. Niente ha più valore, niente ci rende umani. Là dove non c’è guerra e  si parla di politica dove tutti sono bravi, tutti hanno la soluzione in mano: basta leggere un comunicato di una posizione e ti accorgi che sono tutti uguali, stesse idee, stessi propositi, stesse ambizioni. Sono solo chiacchiere al vento che non avranno eco né adattamento alcuno. Là dove il dio quattrino comanda vi sono sempre proseliti in grande quantità, il potere è una calda e solida poltrona che rende colui che vi approda, padrone di scelte e di comizi sempre meno costruttivi e sempre più di specchio personale. La società è un imbroglio dove il pensiero è sempre meno riflessione e sempre più desiderio di emergere anche calpestando e ignorando i veri bisogni della gente. La sanità, la giustizia, l’aiuto al volontariato, l’assistenza agli anziani, l’istruzione, l’ecosistema divengono solo deterrenti che sopratutto nel periodo elettorale servono come specchi alle allodole per avere voti e preferenze. Il viaggio umano è ormai una corsa al declino dove i valori, i bisogni, le esigenze civili sono calpestati dal desiderio di raggiungere risultati personali di grande rilievo che a niente serviranno per garantire quelle soluzioni che finalmente aiuterebbero i poveri cittadini speranzosi sempre di un cambiamento. Ma come può cambiare la politica se gli stessi cittadini non sanno più come muoversi? Non esiste la libertà di parola, non esiste la libertà di espressione, non esiste più la libertà di manifestare né quella di essere se stessi. Se vai contro un’idea che la maggioranza sceglie, rischi di essere soppresso come persona e come individuo. Attenzione a parlare di Israele o Palestina, di Russia o Ucraina, di pro alla libertà sessuale, di scelta politica, addirittura devi piegarti a un vaccino se vuoi lavorare. Non esiste ancora un marchio sulla pelle, ma sei comunque additato per ogni libertà di opinione se questa si discosta da una maggioranza. Persino nei social vieni bloccato per una frase che viene respinta da una scelta di potere. Un giorno di tanti anni fa, ci dissero di non essere più sotto una dittatura che obbligava a delle scelte per non essere piegati. Per un poco è stato così. Adesso che siamo in democrazia, ci rendiamo conto che ci sono tantissime catene e condizionamenti  e che non è vero l’uguaglianza fra ogni cittadino, non è vero che i trattamenti sono i medesimi non è vero che puoi scegliere perché ci sono e ci saranno sempre dei compromessi. Negli anni è avvenuta un’evoluzione (o involuzione) del termine di democrazia. Troppe modificazioni, troppo timore in ogni espressione. Di questo qualcuno se n’è approfittato come sempre perché l’uomo per natura, ha più mani per prendere che braccia per donare. L’umano è cambiato; si è adattato al dolore, alle notizie terrificanti del tg, preferisce riprendere con il telefonino ogni forma di violenza che intervenire. Schiavi di un sistema pur rendendosene conto. Girarsi dall’altra parte è un classico. Il giardino di casa propria è la confort zone dove vivere: il resto si vedrà!

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