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Architettura: Incontro con TOYO ITO

By Paola Togni Magistrelli January 16, 2017 12025

Roma 14 Gennaio. Ieri al Maxxi di Roma, come evento collegato alla mostra “The Japanese House” (9 novembre 2016-26 febbraio 2017), si è tenuto un incontro con Toyo Ito durante il quale l’archistar coreano-giapponese ha presentato alcune delle sue più significative opere.

Toyo Ito, nato in Corea 76 anni fa ma cresciuto professionalmente in Giappone, è un protagonista indiscusso dell‘architettura contemporanea. La parola più idonea per definire il suo lavoro è

college of social science taiwan 
 College of social science Taiwan

“innovazione”. Le sue opere esprimono un cambiamento, la sua architettura è leggera, immateriale e lo spazio diventa flessibile.

Laureatosi a Tokio nel 1965, oltre ad aver operato come professore associato in numerose prestigiose università nel mondo, ha ricevuto significativi riconoscimenti quali il Good Design Award nel 2001, il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2002, il premio annuale dell’Architectural Institute of Japan nel 2003 e la medaglia d’oro dei Royal British Architects nel 2006. Nel 2013 ha ottenuto il Pritzker Architecture Prize.

Significativo è stato il suo contributo al progetto “Home for all”, in cui, dopo il terribile terremoto e maremoto del 2011 in Giappone, un gruppo di importanti architetti, attraverso un dialogo con le vittime di Sendai, ha cercato un modo di aiutarle nella ricostruzione della città e nel miglioramento della vita quotidiana della comunità. Il risultato è stato la Home-for-All (Minna no Ie): un luogo dove la gente potesse sentirsi come a casa propria, incontrarsi, riposarsi e parlare del futuro della città.

All’incontro Toyo Ito si presenta con un paio di occhialini con montatura bianca che gli conferiscono un’ aria arguta, vispa e giovanile.

sendai mediatheque
Sendai Mediatheque

Il primo sviluppo significativo del suo percorso professionale è la “White U”, abitazione al centro di Tokio realizzata per sua sorella e le figlie dopo la perdita del marito; l’obiettivo dell’opera era proteggerle, avviluppandole come se fossero in una caverna. Riuscì così bene nell’intento che venti anni dopo l’opera fu distrutta per volere delle stesse proprietarie proprio perché si sentivano talmente “iperprotette” da questo edificio al punto di non sentirsi in grado di “ spiccare il volo” nella vita.

Altre opere significative illustrate:

Sendai Mediatheque, centro culturale innovativo per la sua estetica ed ingegneria, che combina una biblioteca con una galleria d’arte; molto amato e frequentato dagli abitanti di Sendai.

Tama Art University Library di Tokio, la cui facciata è costituita da archi di differente ampiezza e le pareti molto sottili costruite con metallo e

Tama Art University Library
Tama Art University Library

calcestruzzo. Al piano terra il pavimento ha un’ inclinazione di circa un ventesimo con le conseguenti difficoltà nel posizionamento degli archi stessi.

College of Social Sciences - National Taiwan University caratterizzata da una distribuzione delle colonne particolare che gli conferisce l’aspetto di un bosco che si integra col paesaggio.

Taichung National Theatre (Taiwan), inaugurato nel 2016 , gruppo di tre teatri, inserito in zona residenziale costruita durante i dieci anni di realizzazione dell’opera.

L’incontro avuto fa riflettere sull’importanza delle visioni degli architetti eccellenti per promuovere, ideare e costruire luoghi di aggregazione tra le persone.

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Last modified on Monday, 16 January 2017 21:25
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