
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
L'avv. Fabrizio Abbate |
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Nel I° Simposio Pontificio sull’intelligenza artificiale, l’ENIA ha delineato un percorso etico e formativo per una tecnologia capace di liberare, educare e custodire la dignità umana, attraverso il pensiero vibrante di Valeria Lazzaroli e dalla visione profetica di Fabrizio Abbate.
A Roma, dove l'antica saggezza incontra l'alba del futuro, il 24 giugno 2025 si è sollevato un dialogo di profonda risonanza: il I° Simposio Pontificio sull'intelligenza artificiale. Non un semplice incontro ma una intensa meditazione, un ponte teso tra il progresso tecnologico e l'essenza stessa dell'umano.
Valeria Lazzaroli : la ricerca di sé e la libertà nascosta nella conoscenza.
Nel cuore del primo panel, la presenza di Valeria Lazzaroli, Presidente dell'ENIA, ha offerto una riflessione di rara intensità.
Il suo intervento ha preso le mosse da una profonda consapevolezza, scaturita da un'ideale risonanza con la vastità del pensiero di S.E.R. Monsignor Antonio Staglianò. Da tale intima armonia è riemerso un interrogativo universale: quello sull'identità dell'essere umano, enigma che l'umanità, forse, non ha ancora pienamente disvelato.
Lazzaroli ha quindi evidenziato un paradosso emblematico della nostra epoca: a fronte di una conoscenza ancora parziale del cervello e del cosmo, affidiamo all'intelligenza artificiale generativa un ruolo quasi oracolare, una moderna sibilla in un tempo fuggente.
Da tale constatazione è sorta una domanda cruciale: quale impiego sapremo dare al tempo che la tecnologia promette di restituirci?
Valeria Lazzaroli |
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Questo interrogativo ha dischiuso una visione dell'intelligenza artificiale non come strumento di centralità umana, bensì quale alleata nella conquista di una libertà consapevole, la quale include anche la facoltà di prenderne distanza, in un gesto maturo di autodeterminazione.
A tal fine, Lazzaroli ha delineato un percorso di emancipazione fondato sul ritorno allo studio, sulla profonda comprensione dei meccanismi algoritmici e su una trasparenza capace di dissipare le opacità delle cosiddette "scatole nere".
In quest'ottica, l'intelligenza artificiale può divenire specchio delle nostre irresponsabilità, palesando lacune organizzative e l'inerzia insita nei processi decisionali.
Per Lazzaroli, l'idea di sostenibilità si estende oltre i confini strettamente ambientali, abbracciando ogni trama del benessere umano: dall'equilibrio individuale alla tenuta sociale e politica.
Ed è proprio attraverso questa concezione ampliata che l'ENIA si pone quale agente demistificatore, impegnato a superare le narrazioni mitologiche e a promuovere una formazione accessibile che, sin dall'infanzia, si prefigga di formare costruttori di algoritmi, anziché meri utilizzatori passivi.
Tale approccio, in definitiva, si configura quale inequivocabile invito a trasmutare la tecnologia in strumento di autentica consapevolezza e responsabilità.
Fabrizio Abbate: la profezia di una scelta globale e il dilemma epocale dell'intelligenza artificiale.
Dal primo panel, è emersa anche la voce di Fabrizio Abbate, che ha introdotto una prospettiva di respiro globale.
La sua riflessione ha rifiutato di confinare l’intelligenza artificiale nel quadro della cosiddetta "quinta rivoluzione industriale", spingendo il dibattito ben oltre la logica evolutiva della tecnica.
Abbate ha proposto l’intelligenza artificiale come la sfida primaria in grado di incidere nel punto centrale dell’essere umano, non soltanto nelle sue attività, ma nella sua stessa definizione ontologica. Non è una catastrofe esterna a minacciarci, quanto piuttosto la possibilità di una silenziosa sostituzione dell’umano, un oblio della nostra stessa unicità.
Con nitida lucidità, ha tracciato una distinzione fondamentale tra tecnologie controllabili e un’intelligenza artificiale che apprende e decide autonomamente.
In tale quadro si apre un dilemma epocale: l’intelligenza artificiale ripercorrerà le strade distruttive già intraprese da noi, oppure sarà in grado di siglare un’autentica alleanza con la parte migliore dell’essere umano?
Il timore da lui espresso riguarda un potere tecnologico che, se usato per interessi di pochi o per speculazione, potrebbe portare a conseguenze incontrollabili.
Abbate ha chiarito, infatti, che l'intelligenza artificiale, senza una guida etica, può diventare un pericolo non per la sua natura, ma per le finalità che ne orientano l’impiego.
Di conseguenza, e in risposta a queste pressanti considerazioni, Abbate ha infine postulato la pace quale condizione imprescindibile e requisito strutturale ineludibile per la sopravvivenza della tecnologia stessa.
Un'intelligenza artificiale che si lasci asservire alla logica bellica rischierebbe, peraltro, di smarrirsi completamente, perdendo così ogni punto di riferimento e senso profondo.
Il sigillo del Manifesto per la Pace.
Il dovere sacro, delineato con tale urgenza nel pensiero di Abbate, ha trovato il suo sigillo nella solenne firma del "Manifesto per la Pace".
Più che un documento, questo patto si è rivelato un atto di incommensurabile responsabilità collettiva, un monito affinché la potenza dell'intelligenza artificiale non si volga mai contro la concordia del genere umano.
In esso ha risuonato l'impegno dell'ENIA a dedicare ogni fibra del proprio essere a questo ideale supremo, un faro per un futuro intriso di armonia e coesistenza.
Le voci del Simposio: un mosaico di saperi per un futuro condiviso.
Il dibattito al Simposio si è arricchito ulteriormente con gli interventi di un parterre di voci illustri.
La presidenza dell'incontro è stata affidata all'Accademico Pontificio Mauro Alvisi, che ha altresì ricoperto i ruoli di Chairman dell'assise, promotore e organizzatore dell'evento nella Capitale.
In tale veste, Alvisi ha collaborato con l'economista Giovanni Barretta.
Barretta, in particolare, ha posto l'accento sui molteplici impatti dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro e sul rapporto tra lavoro e reddito, proponendo scenari volti alla coesione sociale e al finanziamento di un reddito base universale.
A guidare con maestria la discussione, garantendo la fluidità e la profondità degli scambi, è stato il giornalista ed editore Santo Strati, la cui esperienza ha saputo orchestrare il complesso confronto di idee.
Tra gli altri relatori di chiara fama, si sono distinti l'economista politico Marco Palombi, Paolo Poletti, uno dei massimi esperti in materia di cybersecurity, l'economista Rita Mascolo, Filomena Maggino, esperta di statistica sociale, la designer Alessandra Torrisi e Massimiliano Gattoni, CEO di NeurMind Agi, la cui relazione ha brillantemente chiuso il terzo ed ultimo panel scientifico.
A queste voci si è unito anche l'onorevole Alessandro Caramiello, Presidente del gruppo interparlamentare Sviluppo Sud, che ha partecipato attivamente alle discussioni.
Un percorso tracciato, un dialogo aperto.
Il I° Simposio Pontificio sull'intelligenza artificiale non è stato un evento isolato, ma una tappa fondamentale in un percorso più ampio tracciato dall'ENIA.
Le voci di Monsignor Staglianò, Valeria Lazzaroli e Fabrizio Abbate, con la loro profonda risonanza, hanno catalizzato un approccio all'intelligenza artificiale che unisce innovazione, etica e umanesimo.
I loro interventi si sono concretizzati non solo in parole quanto nella creazione di una visione, di strumenti pratici e nell'apertura di un dialogo continuo, il cui eco risuona ancora oggi, invitandoci a plasmare un futuro digitale intrinsecamente al servizio dell'uomo.