L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Il presente elaborato, ha lo scopo di analizzare quanto appreso dalle videolezioni del corso di giornalismo investigativo organizzato dalla Free Lance International Press, con la realizzazione finale di un articolo dal taglio di giornalismo investigativo. Ho scelto di occuparmi del caso Donato Bergamini, giovane promessa del Cosenza calcio, che per quasi tre decenni, fatto passare per suicidio.
Premesso che l’Italia, in particolare, non è un Paese abituato all’inchiesta. Eppure, nonostante tutto, non sono pochi gli ardimentosi giornalisti che intraprendono il malagevolo sentiero dell’inchiesta. Il giornalismo d’inchiesta ha temperamenti ben specifici, e prima di ogni cosa non va confuso con la cronaca giudiziaria: essa semplicemente divulga un’inchiesta svolta da altri organi, come, per esempio, la magistratura.
Gli ingredienti del giornalismo d’inchiesta sono pochi ma importantissimi:
Il primo, è la curiosità. Una buona parte di occhio interessato e critico porta a voler scavare in profondità i fatti del nostro sentire quotidiano, se la loro superficie non è limpida come dovrebbe.
Secondariamente, le altre fondamentali materie prime sono le fonti. Quanto più dirette e confidenziali possibili, le fonti rappresentano per ogni giornalista d’inchiesta la base del lavoro e la prova di veridicità riguardo le tesi sostenute. La materia di indagine si ricava tramite ricerca in database pubblici, attività di ricerca presso Enti dello Stato fino ai contatti con i diretti interessati, in cui il giornalista non manca di giocare d’astuzia per ottenere le informazioni che suppone esistere. La ricerca della verità passa anche attraverso il bluff e sottili espedienti, che permettono spesso al giornalista di crearsi da sé le fonti necessarie.
A grandi linee, va aggiunto il coraggio. Il coraggio di indagare e denunciare i “poteri forti”, che siano essi lo Stato, la Chiesa o la mafia; ma soprattutto il coraggio di assumersi personalmente tutte le variabili del rischio. Infine, come per ogni cosa, è la passione che unisce il tutto. Benché i titoli delle grandi inchieste tormentino le nostre menti a causa della ripetitività con la quale sono riportati nei giornali e alla tv, spesso non conosciamo chi ha contribuito a portare alla ribalta questi scandali.
Capita perché il giornalista d’inchiesta è per sua natura silenzioso, lascia che sia il suo lavoro a imporsi e parlare per lui. Ha compreso, prima degli altri, che fare rumore è caratteristica delle buone notizie, non dei buoni giornalisti. Ecco perché, rivalutando il giornalismo investigativo, potremo riscoprire l’essenza più genuina e profonda del giornalismo stesso.
Allora Perché dovrebbe interessarci il giornalismo d’inchiesta? Discuterne significa riflettere sul passato, ma più di ogni altra cosa sul presente e sul futuro del mondo della comunicazione giornalistica. Il giornalismo d’inchiesta è diverso dal normale giornalismo d’informazione in quanto ipotizza un lavoro di ricerca della “notizia” con un approfondimento ben superiore a quello che è necessario nel trattare qualsiasi altra notizia o evento di cronaca. E’ quel giornalismo che non si salda ai comunicati stampa e alle dichiarazioni ufficiali, ma scava in profondità alla ricerca di notizie importanti per la collettività.
Il giornalismo per essere investigativo, deve essere approfondito e legato all’indagine del cronista, il quale deve analizzare documenti e intervistare testimoni. Quello che più conta, tuttavia, è l’attendibilità delle dichiarazioni: l’autore di un’inchiesta raccoglie più fonti possibili per mettere insieme elementi inconfutabili su un tema di rilevanza pubblica di cui, spesso, qualcuno vuole tenere segreti alcuni particolari. Certo, non mancano i professionisti che sostengono che tutto il giornalismo sia per sua natura investigativo, in quanto la ricerca delle notizie implica la ricerca dei fatti.
In realtà, la differenza esiste. Infatti, il termine inchiesta implica un’indagine approfondita, volta a carpire quanto normalmente sfugge alla cronaca e il giornalismo investigativo si caratterizza proprio per la volontà di rivelare vicende nascoste. A tutto ciò si aggiungono altri fattori che rendono il giornalismo investigativo particolarmente difficile, quali la necessità di avere a disposizione molto tempo, un’adeguata preparazione, disponibilità finanziaria della testata, nonché un solido editore di riferimento.
Per capire meglio la differenza si potrebbe affermare che mentre il lavoro del reporter ordinario è riportare che qualcosa è accaduto, la sfida del reporter investigativo, al contrario, sta nello scoprire il perché. Il giornalista d’inchiesta ha come punto di riferimento il lettore al cui servizio si pone con l’unico fine di fornirgli un’informazione approfondita, puntuale e corretta, fatta di dati oggettivi, ma anche di notizie analizzate, in base ai costumi della società del momento.
Il fatto che il giornalista d’inchiesta si ponga come obiettivo principale quello di essere al servizio del lettore significa che egli, pur indagando e acquisendo documentazione su quanto è oggetto del suo interesse, non è un inquirente e non può e non deve sostituirsi alle forze di polizia giudiziaria né tanto meno alla magistratura. Il suo fine, infatti, è promuovere una presa di coscienza dell’opinione pubblica riguardo ad una particolare situazione o vicenda, al fine di far maturare in essa una certa capacità critica di discernimento della realtà.
Luigi Schiavone