L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Domenica mattina ad Ostia Lido (Roma): un gran bel sole, tavolini di un bar in riva al mare. Tutti, senza alcuna distinzione, che parlano dell’unica cosa di cui tutti parlano … Con toni più o meno allarmati, a volte con qualche azzardata punta di ironia, ma tutti che parlano della stessa unica cosa.
Davvero difficile capire come evolverà e come finirà la faccenda. Sembra, giorno dopo giorno, che tutto crolli o sia in procinto di crollare … che i barbari siano alle porte … che maligne civiltà extraterrestri si stiano impadronendo del nostro mondo.
La vita quotidiana si svuota delle sue occupazioni “normali”. Anzi, è la “normalità” in sé e per sé che viene ferocemente e implacabilmente erosa, telegiornale dopo telegiornale.
E ci cambia dentro, continuamente, rapidamente … Togliendoci il sorriso.
Ci si domanda quando si potrà voltare pagina e fino a che punto riusciremo veramente a farlo. E come resterà trasformata, per sempre, la nostra vita individuale e collettiva.
E noi, soprattutto, come diventeremo? Anzi, come siamo già diventati?
Quanta fiducia, quanta voglia di vivere, quanta sana “umanità” abbiamo perduto e quanto altro ancora ci verrà tolto?
Una certezza amara: da questa storia le istituzioni pubbliche, nei confronti del cittadino, usciranno fuori immensamente rafforzate. Sempre più legittimate e autorizzate a sottrarci fette sempre più cospicue di diritti, in nome dell’”interesse generale”, del “bene comune” che - categoricamente e indiscutibilmente - verranno collocati al di sopra di tutto e di tutti.
Sarà mai possibile tornare indietro?
In pratica, sarà una catastrofe peggiore di quella dell’ 11 settembre. Anche su questa pagina del nostro cammino, chissà, resteranno aspetti misteriosi, interpretazioni controverse, sospetti di occulte regie?
In ogni caso: nell’oscuro avvenire che ci attende, che uso verrà fatto da parte delle autorità governative future di questo enorme potere che è stato riposto nelle loro mani (che certamente continueranno a tenersi ben stretto)?
Quanto sarà possibile riuscire a tutelare in maniera efficace e giusta il diritto al dissenso, il diritto alla diversità, il diritto ad essere e a voler continuare ad essere minoranza? Contro il pensare comune? Contro la tirannide gelosa della “salute pubblica”? Contro lo strapotere di uno Stato sempre più “provvidenzialmente” padre-padrone delle nostre esistenze, del nostro destino?
Intanto, nella nebbia apocalittica di questi strani e cupi giorni, non permettiamo alle paure e agli egocentrismi di riempirci la mente e il cuore. E non facciamo spegnere - vi prego - in noi la capacità di sorridere e di sorriderci. Ricordando sempre quanto ci hanno insegnato i grandi saggi del passato:
“Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente. Ogni parola o azione che nasce da un pensiero torbido è seguita dalla sofferenza, come la ruota del carro segue lo zoccolo del bue.
Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente. Ogni parola o azione che nasce da un pensiero limpido è seguita dalla gioia, come la tua ombra ti segue, inseparabile.”
Dhammapada (Canone buddhista)