L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
C’era una volta la gente comune, gente di ogni giorno, dello stesso condominio, città, paese, fabbrica, ufficio. Amici su facebook o su qualsiasi social. Contatti decennali o semplici contatti superficiali. Gente che sapeva salutarsi, condividere, discutere senza imposizione alcuna. Rapporti civili anche là dove il contrasto di idee poteva farli discutere.
Persone unite da scelte sportive, da religioni, da impegni, da collaborazioni e da qualsiasi altra azione di vita comune. Poi arriva il destabilizzante, infame, vigliacco virus che inorridisce in primo tempo chiunque. Quella stessa gente osserva e trema; uniti dalla stessa paura: il contagio.
Morti, contaminati, immagini su tg che fanno paura, immagini senza risposte, solo filmati di bare, di ospedali pieni, di medici e infermieri distrutti. E mentre signor Covid aumenta di letalità e impesta chiunque la gente impaurita cerca risposte dietro a mascherine in un primo tempo introvabili. File lunghe ai supermercati, strade vuote, permessi per circolare visto il divieto di uscire senza validi motivi. Diventa difficile… famiglie che si vedono attraverso social come watsap o su altri canali. Paura di dare la mano, di abbracciarsi, di stare vicino.
Canti alle finestre in una sorta di unione che ci vede prigionieri di qualcosa di complicato da abbattere. Poi… si parla di vaccino, di qualcosa che ci rende dubbiosi visto la tempistica di approfondimenti e di test troppo poco precisi.
Il resto lo sappiamo. No vax, no pass, si vax, si pass e cresce una guerra intestina fra gente comune. La stessa gente che cantava alle finestre unita adesso si vomita addosso ogni sorta di infamia. Due schiere di persone che si dividono fra chi è a favore e chi a sfavore di un vaccino. Tolte le mascherine per le strade, proteste violente, urli e insulti verso chi la pensa differentemente dall’altro. Amici che non si parlano più, divisioni fra colleghi, rapporti scissi da controversie di pensiero, confusione, caos mentre il virus, riprende quota fregandosene altamente di ognuno. Intanto nel mondo non si parla più di razzismo, di violenza alle donne, di pedofilia e imbrogli di potere. Non si mette più in prima pagina la novità, la notizia del giorno, ma solo ed esclusivamente la lotta fra i fautori del vaccino e coloro che invece affondano questo. Notizie che incitano alla rabbia, all’odio, alla scelta diversa. Notizie che fanno più paura di qualsiasi altra cosa poiché sono quei cenni che nascono appositamente a creare scompiglio senza pensare (o forse si) che solo così nascono le rivoluzioni e le diatribe. La gente viene distolta da altre problematiche per le quali non si pone più domande mentre d’intorno si costruisce un mondo che ci ingurgiterà tutti.
Non dobbiamo avere paura del governo, dei regolamenti, delle leggi, ma dovremmo avere paura di noi, del nostro atteggiamento violento, della nostra rabbia, cattiveria, della nostra cecità. Abbuiamo quei telegiornali che incalzano verso una parte o l’altra: sono loro che pilotano le menti della gente, sono loro quella politica che ci vuole deboli e pecore. Chiediamoci perché si parla sempre meno della nostra situazione politica/economica mentre intanto salgono le tasse e le buste paga sono congelate da anni. Chiediamoci come mai non vi è più alcun scandalo riferito a un magistrato, onorevole, senatore. E le donne uccise, violate, maltrattate? E la fame nel mondo che ogni giorno uccide milioni di donne, uomini, bambini. I diritti umani e civili che fine hanno fatto? Chi li rispetta?
Il covid è un gravissimo virus ma è ancor più grave quando la gestione della notizia rende confusa la gente. Ci vogliono lobotomizzati, distratti, impauriti. Notizie fake che hanno confuso ancor più la gente ormai esasperata. Tutto è cambiato; noi stessi siamo stati resettati ormai automi di un sistema che dirige e manipola i nostri giorni e le nostre menti. La gente dimentica il rispetto, l’ascolto, l’aiuto ma ha ben imparato a combattere, a sputare sentenze e soprattutto si è dimenticata che siamo uomini e donne di uno stesso pianeta dove la fragilità, l’impotenza e la vulnerabilità sono molto simili. Il Covid continua imperterrito il suo cammino di strage e di comando mentre noi, invece di essere uniti lo aiutiamo allo sterminio di una civiltà che ormai di civile ha ben poco.