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La pittura non ha genere. Questa la testimonianza di questa bella mostra che accoglie circa 100 opere tra dipinti, sculture e fotografie. Immagini di ogni tipo dai ritratti, alle scene familiari, al paesaggio. Lo stile tipico del mondo artistico del futurismo e non solo. Tutte opere dipinte da donne italiane e soprattutto dell’est Europa che soggiornavano, vivevano o studiavano in Italia e in particolare a Roma. Lo stile di queste opere, che rappresentano i vari linguaggi del tempo, è ben lungi da proporre un’arte al femminile, dove questa accezione possa in qualche modo essere un distinguo da quella maschile.
Le grandi e piccole tele e sculture di “Artiste a Roma. Percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine”, questo il titolo dell’esposizione, raccontano un vissuto di creazione intelligente e originale che aggiungono nomi interessanti all’arte dello scorso secolo.
La mostra è visibile a Roma nell’elegante spazio del Casino dei Principi di Villa Torlonia, dal 14 giugno al 06 ottobre 2024.
L’esposizione, a cura di Federica Pirani, Annapaola Agati, Antonia Rita Arconti e Giulia Tulino, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con Sapienza Università di Roma, Dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo) e con Zètema Progetto Cultura.
L’interessante catalogo della mostra è edito da De Luca Editori d'Arte.
Da vari anni la Sovrintendenza Capitolina si all’immagine della donna nella storia dell’arte ma anche alle donne artiste, che vivevano a Roma e che erano accolte nel suo entourage culturale e di studio.
Le artiste in mostra sono esponenti di quelle avanguardie e di quei movimenti che, dal futurismo all’espressionismo, hanno attraversato gli anni del Ventennio fino al secondo dopoguerra. Artiste spesso sottostimate dalla storiografia ufficiale nonostante siano state protagoniste di una vasta produzione artistica che ha lasciato un segno significativo nella storia dell’arte italiana del XX secolo.
L’esposizione, articolata in sei sezioni: Tra Simbolismo e Secessione; Attraverso il futurismo; L’eredità del colore; Linguaggi del quotidiano tra Metafisica e Ritorno all’Ordine; Altri realismi; Nello sguardo di Ghitta Carell, propone un percorso che attraversa cinquant’anni densissimi di avvenimenti: gli anni Dieci con le Secessioni romane, in cui prevalgono stili diversi come l’espressionismo, il divisionismo, lo jugendstil, che incontrano dopo il 1916, anche il futurismo; segue la prima guerra mondiale che introduce al Ventennio e in cui si afferma il cosiddetto “ritorno all’ordine”: anni caratterizzati dalla ripresa di canoni e temi classici mediati dal primo Rinascimento e promossi dalla rivista «Valori Plastici» in cui è presente anche la metafisica dei fratelli de Chirico. Ancora durante il Ventennio, e sempre all’interno dei cosiddetti “ritorni”, s’incontra la Scuola di Via Cavour che propone un’arte fortemente espressiva e spesso in “silenzioso disaccordo” con il regime. Il percorso si chiude con gli anni che precedono e seguono la seconda guerra mondiale. Tra le artiste italiane e internazionali presenti in mostra figurano i nomi di Evangelina Alciati, Teresa Berring, Wanda Biagini, Edita Broglio, Benedetta Cappa Marinetti, Ghitta Carell, Katy Castellucci, Leonetta Cecchi Pieraccini, Angela Cuneo Jacoangeli, Deiva De Angelis, Emilia de Divitiis, Maria Grandinetti Mancuso, Bice Lazzari, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Costanza Mennyey, Vittoria Morelli, Marisa Mori, Adriana Pincherle, Milena Pavlovic Barilli, Eva Quajotto, Mimì Quilici Buzzacchi, Antonietta Raphaël, Virginia Tomescu Scrocco, Maria Immacolata Zaffuto, Emilia Zampetti Nava, Rouzena Zatkova.