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Per ora il pignoramento in Italia può avvenire solo con un titolo esecutivo: una sentenza, un decreto ingiuntivo o un atto notarile che certifichi il credito. È una garanzia per il cittadino, perché prima che qualcuno possa togliergli un bene, deve esserci stato il controllo di un giudice. Ma questa tutela potrebbe presto cambiare. Nei giorni scorsi il Senato ha approvato un disegno di legge (Ddl 978) che introduce la possibilità di procedere al pignoramento in modo automatico, anche senza un titolo esecutivo. Se la proposta passerà anche alla Camera, dopo una semplice intimazione di pagamento da parte di un avvocato, il debitore avrà solo quaranta giorni per pagare o fare opposizione. Trascorso quel termine, il creditore potrà pignorare beni e conti correnti, senza dover attendere una sentenza. L’obiettivo dichiarato del provvedimento è “snellire i tribunali civili” e rendere più veloce il recupero dei crediti. Ma dietro questa motivazione, molti vedono un rischio concreto per milioni di cittadini. Oggi, infatti, il giudice che emette un decreto ingiuntivo verifica che il credito esista davvero e sia legittimo.
Non è raro che i tribunali abbiano bloccato azioni promosse da società telefoniche, energetiche o finanziarie contro persone che in realtà avevano già pagato, o che erano vittime di errori amministrativi. Con la nuova norma, invece, basterà una lettera dell’avvocato del creditore per far scattare la procedura. In pratica, chiunque potrà ricevere un’intimazione di pagamento per una vecchia bolletta, una multa, una tassa condominiale o un presunto debito. E se entro quaranta giorni non farà opposizione, o non avrà i mezzi per pagare un legale, rischierà il pignoramento dei beni. Gli esperti avvertono che il sistema potrebbe diventare terreno fertile per abusi e speculazioni. Studi legali al servizio di grandi multinazionali o società di recupero crediti potrebbero approfittare della semplificazione per avviare azioni in massa contro migliaia di cittadini. Il timore è che a farne le spese non saranno i “furbetti”, ma le persone più fragili: pensionati, famiglie in difficoltà, chi vive con redditi bassi e non ha dimestichezza con la burocrazia. Del resto, qualcosa di simile è già accaduto nel mondo dei condomìni. Dopo la riforma del 2012, le amministrazioni possono procedere al pignoramento rapido dei morosi, senza dover passare da lunghi processi. Questo ha portato, in molti casi, a un aumento delle spese legali e a un clima di tensione tra vicini. Ora, con il nuovo Ddl, lo stesso meccanismo potrebbe estendersi a ogni tipo di debito, anche di pochi euro. C’è poi un aspetto tecnico ma fondamentale: quando un cittadino risponde a una richiesta di pagamento per un debito ormai prescritto, la sua risposta può “riattivare” quel debito.
In altre parole, cercare di difendersi con una semplice lettera potrebbe trasformarsi in un boomerang. Intanto, alcune grandi società sarebbero già pronte a inviare le prime diffide, soprattutto nel settore energetico e telefonico. Il rischio è che si apra una nuova corsa all’oro: mettere le mani sui beni immobili degli italiani, soprattutto sulla prima casa, che oggi è ancora protetta da limiti precisi. Ma se questi limiti venissero rimossi, secondo alcune stime oltre la metà delle abitazioni italiane potrebbe diventare pignorabile. Chi ha conosciuto la fatica di saldare ogni mese bollette e rate sa che spesso dietro un ritardo non c’è malafede, ma semplice difficoltà economica o disattenzione. In un Paese dove il numero degli avvocati supera quello di tutta la Francia, l’idea di un pignoramento “automatico” suona come un campanello d’allarme. La Legge vuole aiutare i creditori, ma rischia di colpire i cittadini comuni. E mentre la politica parla di efficienza e modernizzazione, la gente teme che l’efficienza possa tradursi in un colpo al cuore della giustizia: quello del controllo umano, della valutazione caso per caso. Perché dietro ogni bolletta non pagata, dietro ogni piccolo debito, c’è quasi sempre una storia. E la legge, prima di togliere un bene a qualcuno, dovrebbe ricordarsi che quella storia è fatta di persone.