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La Corte dei Conti europea bastona ancora una volta la Commissione e gli Stati membri sull’uso dei pesticidi - Pubblicata la Relazione speciale 05/2020
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La Corte dei Conti europea ha pubblicato la relazione speciale “Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: limitati progressi nella misurazione e nella riduzione dei rischi”, presentandola al Parlamento europeo e al Consiglio dell’UE, nonché ad altre parti interessate, come i parlamenti nazionali, i portatori di interesse del settore e i rappresentanti della società civile.
I Pesticidi, visto l'obbligo della Difesa Integrata dal 2014 su tutto il territorio Europeo ai sensi della Direttiva sull'Uso Sostenibile dei Pesticidi, ..."si possono usare solo una volta esaurite tutte le tecniche alternative disponibili, in caso che la prevenzione o tali metodi falliscano o siano inefficaci"…
Non come avviene in Italia, laddove illegittimamente la Difesa Integrata (parte integrante della cosiddetta "Produzione Integrata") risulta ancora "volontaria" e si basa per lo più sull'integrazione dei diversi pesticidi chimici, senza obblighi d'impiego delle tecniche alternative. Obbligo ribadito dalla Corte dei Conti UE, così come prescritto dal lontano 1996 nella Decisione CE del 30-12-1996 - All. 1 Norme OILB (Organizzazione Internazionale della Lotta Biologica, che riunisce tutti i Docenti ed esperti del settore). Norme che regolano a livello europeo la Difesa Integrata delle coltivazioni.
Purtroppo, la Corte dei Conti Europea non ha potere di intervento sull'erogazione dei fondi UE, azione possibile invece per la Corte dei Conti Nazionale, la quale però ancora non ha interrotto le distrazioni di risorse e le illegittimità, più volte denunciate, dell'erogazioni di miliardi di € in pagamenti agro-ambientali a chi applica la difesa integrata, nonostante questa sia obbligatoria dal 2014 e oltretutto "falsificata", ovvero illegittimamente basata sui pesticidi sintetici e non sulle tecniche alternative. Come accade da 25 anni di reiterate distrazioni di miliardi di € in risorse agroambientali a favore di una falsa difesa integrata - Vedasi le Relazioni della Corte dei Conti UE sulla Spesa Agroambientale n. 3/2005 e n.7/2011. Pagamenti Europei che devono riguardare impegni facoltativi degli agricoltori, superiori agli obblighi di legge, a beneficio della collettività e della salute ambientale. Ad esempio per l'applicazione di tecniche agro-ecologiche particolarmente costose, alternative ai Pesticidi, come ad esempio l'impiego degli organismi utili, reti anti-insetti, incremento della biodiversità funzionale per attrarre gli organismi utili, coltivazioni di copertura per proteggere dall'erosione e incrementare l'humus, ecc.
Invece, da 25 anni miliardi di € finiscono per sovvenzionare "l'uso integrato dei pesticidi", il cui mercato è tutt'altro che in crisi, con tutti gli indicatori di salute ambientale in drastico peggioramento (mortalità delle Api, residui di Pesticidi nei corpi idrici e negli alimenti, erosione, tasso di humus dei terreni, fertilità umana e patologie cronico degenerative, ecc. Con le pesanti ricadute sulla spesa sanitaria Nazionale… su cui la Corte dei Conti Italiana dovrebbe intervenire a dovere.
Secondo la Corte dei Conti UE, vari Stati membri (l'Italia col D. lgs. 150/2012), hanno recepito in ritardo l’insieme delle disposizioni della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi del 2009, mentre gli agricoltori sono ancora poco incentivati ad adottare metodi alternativi. In aggiunta, la Commissione europea non ha la possibilità, secondo la Corte, di monitorare con precisione gli effetti o i rischi dovuti all’uso di pesticidi (come volevasi dimostrare, ndr).
I prodotti fitosanitari (“pesticidi”) vengono utilizzati per proteggere le colture da organismi nocivi, parassiti e malattie. Comprendono insetticidi, fungicidi ed erbicidi, che possono esercitare pressioni sull’ambiente e sono reputati dalla Direttiva UE del 2009 sull’uso sostenibile dei pesticidi "pericolosi per la salute". L’UE dispone inoltre dal 1991 di norme comuni per la loro autorizzazione e il loro utilizzo. La Corte ha verificato se l’azione dell’UE al riguardo abbia avuto un esito positivo. Ad esempio, non tutti gli Stati membri avevano recepito nel diritto nazionale l’obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata. La Corte riconosce però che, a partire dal 2016, la Commissione ha intensificato gli interventi per far rispettare l’attuazione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi.
In linea con la direttiva, la difesa integrata è divenuta obbligatoria per gli agricoltori. Essa consiste nel ..."ricorrere ai pesticidi solo se la prevenzione e altri metodi falliscono o non sono efficaci." Secondo la Corte, non sono però stabiliti criteri chiari o requisiti specifici che aiutino a rendere esecutivo questo obbligo e a verificarne il rispetto. Parallelamente, è stata creata una categoria di “prodotti fitosanitari a basso rischio”. A oggi, tuttavia, sono disponibili all’impiego solo 16 sostanze di questo tipo su 487 (3 %) e non sono sufficienti.
Nella relazione si osserva, inoltre, che gli agricoltori sono poco incentivati a ridurre la propria dipendenza dai pesticidi. In particolare – segnala la Corte – l’applicazione dei princìpi di difesa integrata non è prevista come condizione per percepire i pagamenti PAC (Politica Agricola Comune), ovvero i Pagamenti Agroambientali. Gli agricoltori dovrebbero quindi rispettare gli obblighi di Difesa Integrata come cosiddetta "Condizionalità" (rispetto dei requisiti di legge) per percepire il Premio di sostegno al Reddito PAC e non per Pagamenti Agroambientali addizionali, come accade ad oggi e da oltre 25 anni di Programmi Agroambientali che hanno incentivato di fatto l'acquisto di Pesticidi chimici e ostacolato la riconversione biologica dell'agricoltura, obiettivi prioritari della Direttiva sull'Uso Sostenibile dei Pesticidi e della Politica Agroambientale nei regolamenti europei di Sviluppo rurale, che potremmo pertanto definire in Italia di "sottosviluppo".
La Corte ha rilevato che le statistiche sulle sostanze attive e sul loro uso, pubblicate dalla Commissione (Eurostat), non erano abbastanza dettagliate per essere utili. Né i dati forniti dagli Stati membri erano sufficientemente armonizzati o aggiornati.
Infine, gli indicatori nazionali per misurare i rischi e l’impatto che alcuni Stati membri hanno pur sviluppato non erano comparabili nell’intera UE. I tentativi iniziali della Commissione di sviluppare tali indicatori a livello UE non hanno avuto successo per la mancanza di dati pertinenti. I primi due indicatori di rischio a livello UE sono stati introdotti solo nel novembre 2019, dieci anni dopo l’adozione della direttiva, e nessuno dei due tiene conto del modo, del momento e del luogo in cui i pesticidi sono utilizzati. Alla Commissione, pertanto, manca ancora una solida base di dati concreti per stabilire se la direttiva abbia conseguito l’obiettivo dell’UE di rendere sostenibile l’uso dei pesticidi, conclude la Corte.
Poiché la Commissione europea sta attualmente valutando la legislazione in questo settore d’intervento a fronte della crescente preoccupazione manifestata dai cittadini e nelle aule parlamentari, la Corte raccomanda di:
verificare la difesa integrata a livello di azienda agricola;
consentire il collegamento della difesa integrata ai pagamenti a titolo della nuova PAC;
migliorare le statistiche sui prodotti fitosanitari;
sviluppare migliori indicatori di rischio.
In conclusione, le lobbies Agrochimiche e i conflitti di interesse hanno rivoltato come un calzino il recepimento delle norme sui Pagamenti Agroambientali e per l'Agricoltura Biologica, così faticosamente conquistate dopo il Referendum sui Pesticidi italiano del 1990…
Amaramente, possiamo concludere che era meglio non finanziare politiche agro-ambientali, in quanto i soldi sono stati usati per l'esatto contrario…
Il sistema agro-chimico basato sui Pesticidi forse sarebbe crollato prima da solo.
In ogni caso, viste le palesi illegittimità riscontrate e le norme sempre più stringenti, possiamo sperare in un superamento dei conflitti di interesse per una convergenza di intenti collettiva, inclusi i (pochissimi ma agguerritissimi) venditori di Pesticidi, i quali potrebbero guadagnare molto di più coi mezzi tecnici biologici, sovvenzionati da miliardi di € della collettività.
A fronte di "sporco miliardo di €" di vendite di Pesticidi in Italia, abbiamo a disposizione almeno 20 miliardi di € ogni anno per l'agricoltura italiana…
Con la metà possiamo riconvertire tutti gli agricoltori al biologico, garantendo loro i mancati ricavi, i maggiori costi, più un 20% per le spese burocratiche e un 30% per le azioni collettive sui territori, più l'assistenza tecnica, la formazione e il tutoraggio, il rimborso delle spese di certificazione, ecc... assicurandogli i raccolti con polizze agevolate al 70% di rimborso (con cui quest'anno sta iniziando invece ad assicurare i raccolti a fronte dell'uso di pesticidi chimici… secondo presunti disciplinari di produzione Integrata).
Dobbiamo presidiare i Programmi di Sviluppo Rurale delle regioni e il PAN sull'Uso Sostenibile dei pesticidi del Ministero e i Sindacati che concertano le politiche agricole nazionali ed UE.