L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
In riferimento al video di Geo sulla questione dei Pini a Roma, così come per villa Pamphilj, segnalo che è necessario un approccio Agroecologico generale alla gestione del verde urbano e dei giardini.
Ad esempio, nello specifico alla cocciniglia del Pino, importata dal Nord America, i cosiddetti trattamenti iniettati aitronchi, oltre a non essere efficaci nel lungo termine, creano di ceppi resistenti di insetti dannosi, oltre a danno i tronchi delle piante per "iniezioni "con trapani che vengonosed a lesioni sulle quali si in patogeni fungini e batteri pericolosi.
Tali iniezioni dovrebbero essere maturetute nel tempo, provocando la progressiva alterazione del legno dei tronchi con deperimento delle piante, progressivo e inevitabile…
Quindi li sconsiglio vivamente.
Come sconsiglio di chiedere al Ministero un Decreto di cure fitosantarie obbligatorie verso questo insetto, altrimenti rischiamo di finire nella stessa trappola in cui sono caduti gli Ulivi secolari del Salento, laddove per un batterio (Xilella), presunto responsabile dei disseccamenti, si sono imposti trattamenti chimici che hanno alterato ulteriormente gli equilibri degli agroecosistemi, già devastati dall'abuso dei disseccanti chimici (Glifosate e altri) e pesticidi, che hanno indebolito i terreni e le piante, si l'humus e la biodiversità dei microbi utili e quella vegetale, causando i conseguenti disseccamenti e la comparsa di danni da Xilella; batterio ben presente anche in oliveti biologici laddove non crea quasi mai problemi, in quanto le piante sono molto più resistenti.
E, invece di curar le piante con metodi agroecologici, microrganismi utili, piante attrattive di insetti utili e "distrattive" di quelli dannosi, coltivazioni per l'incremento dell'humus, potature, cure rameiche con ferro e zinco, ecc… hanno pagato gli agricoltori per abbattere le piante secolari, patriarchi del Salento (violando l'art 9 e 3, comma 2 della costituzione), invece di curarle con la meta dei soldi spesi per abbatterle ... Non cadete nella stessa trappola con i Pini Italiani.
RICHIESTE AL MINISTERO per il CONTROLLO BIOLOGICO DEGLI INSETTI DANNOSI ESOTICI (del Pino e non solo) ATTRAVERSO L'IMPORTAZIONE OBBLIGATORIA DI PARASSITI E PREDATORI UTILI DAI PAESI D'ORIGINE
E 'di fondamentale importanza, invece, la richiesta al Ministero Agricoltura, di un decreto che alla ricerca nei paesi di origine e l'introduzione in Italia degli insetti utili predatori e parassiti degli insetti fitofagi dannosi di origine esotica (Come la cocciniglia del Pino in questione), quale forma primaria di difesa Biologica classica, operata con successo da oltre 200 anni di cura fitosanitaria, a partire dalle prime importazioni di insetti dannosi, es. la Cocciniglia degli agrumi o Icerya Purchaesi, controllata con successo dalla coccinella Rodolia cardinalis ...
Non è possibile che dopo 2 secoli di Lotta Biologica oggi in Italia non sia possibile importare gli insetti utili, mentre sono stati importati quelli dannosi !!!
E 'semplicemente illogico, oltre che scandaloso…
Un ricercatore che ha salvato i castagni italiani importando dal Giappone il parassita del Cinipide che li stava distruggendo è stato addirittura accusato di immagini illegali… ma siamo impazziti?
Lo stesso si rischia negli Orti botanici dove si conservano specie esotiche di piante importantissime per la tutela della biodiversità e la medicina naturale avanzata (Es. Cura del cancro), spesso attaccate da insetti dannosi esotici, controllabili solo con i parassiti ei predatori provenienti dai territori d'origine.
Per la cura dei Pini attaccati dalla cocciniglia, all'attualità è molto più efficace di Difesa Biologica con coccinelle predatrici e gli interventi di potature di diradamento per arieggiare le chiome eliminare in primis i rami secchi. Altri prodotti naturali possono aiutare il lavoro degli insetti utili e salvare i Pini di tutta Italia, controllando anche le Processionarie e gli altri parassiti e funghi dannosi.
Un approccio agroecologico complessivo inserendo specie botaniche ad hoc insetti può consentire l'incremento degli utili sul territorio, evitando interventi pericolosi per la salute e l'ambiente risolutivi contro e patogenisi.