L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
L'obiettivo del 25% in biologico è semplicemente ridicolo e nel 2022 non si può più sostenere il reddito di chi inquina con pesticidi e allevamenti industriali, mentre si spendono altrettanti soldi "Agroclimatico-ambientali" per cercar di ripararne i danni... e 7 volte tanto in spesa sanitaria per patologie cronico-degenerative derivate e dissesto idrogeologico.
Per non parlar della perdita di biodiversità e fertilità (umana e dei terreni strettamente collegate) e del caos conseguente.
No alle Politiche Agro-ambientali Schizofreniche. L'obiettivo del 25% in biologico è semplicemente ridicolo in Italia dove già il 20% dell'agricoltura è biologica e su almeno il 45% dei territori (montani e alto collinari) l'uso di pesticidi è irrisorio.
Occorre riconvertire tutta l'agricoltura industriale al biologico, integrando il sostegno al reddito con quelli del secondo pilastro PAC (Sviluppo Rurale), che paga misure agro-climatico-ambientali, per l'agricoltura biologica e per il benessere animale, assistenza e innovazione, conservazione della Biodiversità, ecc. Dando priorità ai giovani consumatori e al recupero agroecologico delle terre abbandonate, se vogliono ottenere risultati agro-climatico-ambientali apprezzabili e tutelare la salute e dei consumatori che non ottengono assumere pesticidi, medicinali e ogm, proteggendo il territorio dal dissesto idrogeologico.
In primis, condizionando il pagamento diretto agli agricoltori (sostegno al reddito) alla riconversione biologica delle produzioni. Non è più possibile sostenere l'inquinamento agro-zootecnico finanziando aziende a capo di bestiame o ad ettaro coltivato e poi spendere miliardi di euro in pagamenti agroambientali per ridurre, marginalmente e in forma volontaria da parte degli agricoltori, i problemi creati proprio sostenere allevamenti industriali e uso di pesticidi, in sostanza spendendo male e in modo incostituzionale i soldi delle nostre tasse.
Molto meglio è finanziare il reddito e far guadagnare di più coltivatori e allevatori biologici, finanziandone le tecniche agroecologiche più costose, attraverso i pagamenti
Foto Artecology ® di Giuseppe altieri |
agroambientali dei mancati ricavi e maggiori costi, più un 30% per le azioni collettive di riconversione biologica territoriale, così come previsto dalle norme Europee conquistate nel 1992. Si sommano i pagamenti agroclimatico ambientali per impegni aggiuntivi "Agroecologici" a beneficio sociale e per il benessere animale, in un mercato che premi il made in Italy Biologico e l'Agroecologia.
E se qualcuno vuoi continuare a inquinare non può aver diritto al sostegno del reddito, per incompatibilità costituzionale, prevalendo la tutela della salute e dell'ambiente sull'attività economica.
Covid 19 docet, ...o no?
Ora o mai più… il tempo è scaduto da almeno 30 anni… dall'inizio della politica agroambientale europea, purtroppo sino ad oggi utilizzata per supportare lo status quo, attraverso una pseudo-agricoltura integrata, a base di pesticidi chimici 'eccezione) e uno pseudo-benessere animale, riservato per lo più alle aziende zootecniche industriali, senza nemmeno gli obblighi alimentari biologici e liberi da ogm per gli animali. Con produzione di maree di liquami che hanno massacrato la Padania e non solo... emettendo Metano, Ossidi di Azoto, Ammoniaca, Nitrati, CO2 devastanti per il clima e l'ambiente.
La tradizione Italica e Mediterranea naviga in acque tempestose, ma in ogni caso alla fine dell'Odissea si salverà…
…non è meglio far rotta diretta su Itaca?
Prima che gli interessi "stranieri" (e di chi stampa il denaro) abbattano l'ultima Bufala… per fare la Bufala di mozzarella con il latte in polvere cinese... Forse è meglio nutrirle del proprio territorio e non a mangimi ogm, certificando le mozzarelle biologiche. Per recuperare i sensi della Vita: questo i cittadini europei.
Link articolo
https://www.suoloesalute.it/piano-strategico-nazionale-corsa-contro-il-tempo/
Il documento che definisce le linee nazionali per la prossima Pac 2023-2027 deve essere consegnato a Bruxelles entro la fine dell'anno. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, descrive su Terra e Vita le scelte strategiche da compiere per una politica agricola che dovrà tra l'altro portare l'agricoltura biologica italiana al 25% di superficie
Corsa contro il tempo per la definizione del Piano strategico nazionale (Psn). Il ministero delle Politiche agricole è infatti chiamato, in poche settimane, entro il 31 dicembre 2021, a redigere il documento di indirizzo della politica agricola dei prossimi 6 anni. Il neopresidente di Ismea Angelo Frascarelli, in un intervento sul settimanale Terra e Vita descrive la frenesia con cui le istituzioni nazionali, le Regioni, le rappresentanze agricole e agroalimentari e gli agricoltori sono chiamati a questo appuntamento fondamentale per definire le linee nazionali di una politica agricola, lo ricordiamo, che dovrà realizzare anche l’obiettivo del 25% di superficie agricola biologica a livello nazionale.
Nove obiettivi da raggiungere
Il Psn (piano strategico nazionale) dovrà specificare come raggiungere i 9 obiettivi chiave definiti da Bruxelles per la futura Pac, vale a dire:
garantire un reddito equo agli agricoltori;
aumentare la competitività;
riequilibrare la distribuzione del potere nella filiera alimentare;
agire per contrastare i cambiamenti climatici;
tutelare l’ambiente;
salvaguardare il paesaggio e la biodiversità;
sostenere il ricambio generazionale;
sviluppare aree rurali dinamiche;
proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute.
Giuseppe Altieri |
Dotazione e scelte da compiere
La dotazione a disposizione del nostro Paese è di circa 35,5 miliardi di euro dal 2023 al 2027 (7,1 mld di € annui).
Tra le scelte più importanti da compiere vi è quella di definire l’architettura del sostegno nei pagamenti diretti, che dovrà basarsi su: un sostegno di base che potrà assorbire dal 41 al 65% del budget (pari a 3,658 miliardi l’anno), un numero variabile di ecoschemi, tra cui quello per l’agricoltura biologica (che si spartiranno almeno il 25% delle risorse), il pagamento redistributivo con un minimo del 10% e almeno il 3% ai giovani agricoltori.
Decisioni importanti sono anche quelle relative al pagamento accoppiato, con una percentuale di sostegno che può al 13% (quasi sicura la destinazione di una percentuale rilevante di queste risorse alla zootecnia bovina da latte e da carne). Il Psn dovrà definire anche le Ocm (organizzazioni comuni di mercato), dove sono previsti interventi settoriali sui consumi ortofrutta, vitivinicolo, olio di oliva e apicoltura e forse anche zootecnia.
La decisione più difficile è però quella che riguarda la modalità di corresponsione degli aiuti del primo pilastro di sostegno al reddito: se rimane il sistema dei titoli, allora occorrerà applicare obbligatoriamente la presente rimandata convergenza interna che scontenterà tutti quei settori che beneficiano della quota maggiore di quei settori contributi.