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Bicycle Man di Renato Pagliuso: la serie thriller visionaria che pedala controvento.

By Antonella Piliego June 27, 2025 99

Bicycle Man è un thriller unico, gratis su Chili: un liquido verde ha riscritto il destino, trasformando l'ordinario in un incubo che si aggrappa all'anima. Sei pronto a guardare?

Se sei capitato qui non è un caso, forse qualcosa ti ha chiamato da lontano, una voce bassa, nascosta tra i giorni tutti uguali, sepolta nella polvere dei soliti racconti. Ora fermati un istante e respira, perchè voglio svelarti una storia che non ha chiesto il permesso di esistere: si chiama Bicycle Man e non assomiglia a nulla di già visto.

È una vicenda che nasce come certe piante testarde, quelle che spuntano in luoghi improbabili, tra le crepe dell'asfalto, sfidando l'indifferenza e il tempo. Non si nota subito ma, una volta vinta la soglia, resta.

È una serie, certo, ma prima ancora è un gesto, una dichiarazione d'esistenza, una poesia aspra, pedalata a fatica controvento, lungo le strade spigolose del Sud.

La serie

Bicycle Man si articola in sei episodi di circa mezz'ora ciascuno, disponibili gratuitamente su Chili. Sono frammenti densi, nervosi, pronti a esplodere. Un thriller intimo, visionario, spietato e intriso di malinconia, che danza sul confine tra il crudo realismo e l'allucinazione più sottile, tra il sogno e la trama che plasma le esistenze. Inizia piano, quasi in sordina, e termina come una fitta che non ti abbandona più.

La trama

Tutto ha inizio in una piccola, appartata e silenziosa officina di biciclette. Qui, parlano le catene arrugginite, i copertoni appesi e gli attrezzi consumati dal tempo. È la bottega di Sam, un meccanico anziano e solitario, affiancato da Vania, una ragazza schiva e intelligente a cui vuole bene come a una figlia. Sam ripara ciò che non funziona più, aggiusta silenzi, conosce la pazienza e la pratica con il cuore, ormai abituato a rimanere ai margini. Tra lui e Vania c'è un legame profondo, fatto di gesti e sguardi, che non necessita di spiegazioni.

Poi, un giorno qualsiasi - perché tutto, nelle storie vere, accade in un giorno qualsiasi - la quiete viene squarciata. Nel laboratorio di Sam irrompe uno sconosciuto, braccato da due uomini senza scrupoli, con un contenitore in mano colmo di uno strano, brillante liquido verde. Nel panico più totale, cerca rifugio nel retrobottega e, in un gesto disperato quanto incomprensibile, versa quel fluido nel serbatoio della macchina del caffè, la stessa che Sam usa per offrire una tazza ai suoi clienti affezionati.

Ciò che segue è una metamorfosi agghiacciante: quel fluido, concepito per scatenare la ferocia nei cani da combattimento, negli esseri umani libera impulsi omicidi, visioni distorte, rabbie primordiali. E Sam, ignaro, ne diventa la prima, involontaria vittima.

Dalle ombre della città, emerge Norma, detta  "la Rossa", una cliente abituale di Sam. Inconsapevolmente, anche lei assapora quel caffè contaminato e si trasforma, divenendo una killer imprevedibile, una figura inquietante. Norma è la carne e il sangue della diffusione del contagio, un passo ulteriore verso l'abisso in cui questa sostanza trascina chiunque ne venga toccato.

Nel frattempo, il detective Frank Loria, uomo risoluto e pragmatico, si trova a indagare sull'omicidio di Samantha Kilk, avvenuto sulla spiaggia, sorella della spagnola Marcela. Per una coincidenza che appare solo tale, Loria verrà trascinato in questo nuovo mistero, che cresce e si ramifica come una macchia d'olio, estendendo senza sosta il suo perimetro. I fili si annodano, le strade si incrociano e Bicycle Man pedala nel mezzo di questa tormenta, con le mani sporche di sangue e un cuore colmo di verità.

La Calabria: il cuore pulsante della serie

La Calabria in Bicycle Man non è mero sfondo: è una presenza viva, tangibile, che plasma e dà sostanza a ogni respiro narrativo. Con la sua luce cruda che accarezza i borghi antichi e le case dai muri segnati dal tempo, i suoi silenzi sospesi che vibrano nell'aria salmastra, la regione guida lo sguardo e imprime un senso profondo a ogni fotogramma.

La serie è stata girata tra Rossano e la Piana di Sibari, attraversando ben cinquantaquattro location reali, senza set ricostruiti né scorci alterati.

I cortili assolati, i vicoli tortuosi che profumano di storia, le case che si aggrappano alle colline, appartengono a un mondo autentico, scelto e abitato per la sua forza evocativa. Le spiagge della Calabria, ampie e selvagge, con la sabbia che si fonde con le rocce e il mare che sussurra antiche storie, diventano non solo scenario, ma complici silenziosi dei drammi che si consumano, luoghi dove la bellezza può celare l'orrore più inaspettato. Qui, la realtà non accompagna: la realtà domina il racconto.

La visione di Renato Pagliuso

Renato Pagliuso, penna già nota per opere come Racconto Calabrese (con il volto americano di Robert Woods), Solitudine di un regista, Malena 2021 e Film Onirico, firma con Bicycle Man uno dei suoi progetti più arditi.

Un racconto che affonda le radici nella Calabria, non limitandosi a descriverla, ma facendola vibrare nell'anima stessa della narrazione, con la tensione del reale e la forza inesorabile della memoria.

Pagliuso non ha cercato fondi pubblici né reti di sicurezza, ma aveva solo un'idea che lo teneva sveglio la notte. E così ha riunito attorno a quella visione mani, volti, accenti e amici, trasformando l'ostinazione nella forza motrice del progetto.

Con cura meticolosa e determinazione inflessibile, ha edificato questa serie, dedicandole un impegno silenzioso e costante, come si fa con ciò che è destinato a sfidare il tempo, rifuggendo sprechi e clamori, guidato da un amore feroce per la sua arte.

Non ha mai inseguito il guadagno, solo l'imperiosa necessità di raccontare. Per questo, ama ripetere una frase che sente cucita addosso, come una seconda pelle: "Io non faccio cinema per fare soldi. I soldi li faccio per fare cinema." (Walt Disney).

 

Un realismo visionario a pedali

C'è qualcosa di antico in Bicycle Man, non tanto nel tema, che anzi si muove con leggerezza tra visioni futuribili e derive allucinate, quanto nel modo in cui decide di raccontarsi.

La narrazione abbraccia una lentezza intenzionale, che non teme il silenzio e offre spazio alla presenza concreta degli oggetti, alla gravità dei gesti, all'eloquenza dei volti. Ogni dettaglio è accolto con reverenza, senza mai cedere alla fretta, preferendo suggerire piuttosto che spiegare.

Ed è in quell’equilibrio sottile che affiora un forma delicata di realismo visionario, capace di insinuarsi tra le pieghe del quotidiano, come un sogno inaspettato che prende corpo in una stanza disordinata alle tre del pomeriggio.

 

Un atto di fede per il cinema indipendente

Bicycle Man è una serie piccola solo se la si misura con il metro sbagliato. In realtà, è un grandioso atto d'amore per il cinema indipendente.

È nata da una visione ostinata, da un'urgenza creativa che non ha tollerato attese. È una domanda lanciata nel vento, una sfida allo status quo: cosa accade quando un regista decide di non attendere il "permesso"? Quando sceglie di girare comunque, di dare voce a ciò che pulsa dentro, anche se nessuno, apparentemente, lo ha chiesto?

Ciò che accade è proprio questo: nasce una serie che non ha precedenti. Una voce ruvida, forse volutamente stonata rispetto al coro dominante, ma profondamente intrisa di sincerità. È il suono autentico di chi sa che le storie, quelle che contano davvero, trovano sempre il modo di emergere.                  E la verità, quando trova la sua strada, arriva sempre. Anche a pedali.

Cast e produzione

Nel cast che dona vita a questa storia, troverai: Fernando Di Virgilio, Raffaella Reda, Paolo Mauro, Merixtell Laso, Valentina Savane, Carmelo Giordano, Emilia Brandi, Romy Costantino.

Le musiche, che tessono l'anima sonora, sono opera del duo Di Bona & Sangiovanni (The Villa Studios); la fotografia, che cattura la luce cruda e l'ombra, è di Jonathan Elia; il montaggio, che dà ritmo e respiro, è di Tony Perri. L'addetto stampa che ne amplifica la voce è Euristeo Ceraolo.

Pagliuso, presidente della casa di produzione Esterno Giorno Film Productions, iscritta al MIBAC tra le imprese cinematografiche autorizzate, ha segnato il suo debutto cinematografico con il lungometraggio Racconto Calabrese, uscito nelle sale italiane nel 2016.

Nel 2011, un prestigioso riconoscimento, il premio La Maschera d’Argento, onorificenza un tempo tributata a icone come Liz Taylor, Totò, Walter Chiari e Oreste Lionello, ha suggellato il suo talento.

Negli anni, ha dato vita a numerosi progetti, raccogliendo riconoscimenti importanti a livello nazionale e internazionale.

 

*Bicycle Man è un'opera consigliata a un pubblico adulto, data l'intensità dei suoi contenuti e la delicatezza dei temi affrontati.

 

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Last modified on Friday, 27 June 2025 04:25
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