
| L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
“Sento che ora non è più il tempo di fare dell’Arte per l’Arte, ma dell’Arte per l’Umanità”.
Pellizza da Volpedo
Sono davvero pochi gli artisti la cui immagine e il cui destino risultino, all’interno della memoria collettiva, indissolubilmente legati ad un’unica loro creatura, e che, pertanto, siano noti al grosso pubblico, quasi soltanto grazie ad essa.
Tutti, infatti, conosciamo il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, capolavoro ultracitato e in mille modi utilizzato, e da molti amatissimo per il fatto di saperci parlare, forse come nessun’altra opera d’arte, di lotte di popolo, di movimenti sindacali, di proteste di piazza, di gente umile che lotta per i propri diritti, di figli e figlie del popolo stanchi e stanche di chinare il capo e fermamente determinati/e a cambiare la storia, di masse di oppressi dignitosissimamente marcianti contro tutti i muri e i fili spinati di tutte le tirannie.
| Il Quarto stato |
![]() |
Ma pochi, però, sono coloro che hanno una qualche familiarità con la variegata produzione del pittore piemontese, e pochi sono anche probabilmente coloro che hanno piena consapevolezza della sua
| Lo specchio della vita |
![]() |
importanza nella storia dell’arte italiana ed europea. Cosa questa dovuta soprattutto a due fattori:
le sue opere sono sparse in diverse gallerie e musei italiani, oppure fanno parte di collezioni private;
prima di quella attualmente in corso a Milano, l’unica mostra dedicata alla sua produzione risale all’oramai lontanissimo 1921.
E’ quindi da salutare con gioia e sincera gratitudine la mostra monografica ottimamente curata da Aurora Scotti e Paola Zatti, e co-prodotta dal Comune di Milano GAM - Galleria d'Arte Moderna in collaborazione con METS Percorsi d'Arte (associazione culturale da anni impegnata nella promozione dell'arte italiana dell'Ottocento in particolare dei pittori divisionisti), allestita presso i locali della Galleria d’Arte Moderna di Milano, indubbiamente il sito maggiormente idoneo per una simile iniziativa, ospitando già la grande tela del Quarto Stato, nonché quadri importanti di artisti vicini a Pellizza e da lui molto amati, come Giovanni Segantini e Angelo Morbelli.
L'esposizione, composta da una quarantina di opere tra dipinti e disegni, è articolata nelle cinque sale al pianoterra della Villa Reale riservate alle mostre temporanee di GAM e nella sala del Quarto Stato al primo piano del museo, e documenta con efficacia l'intero percorso dell'artista, dagli anni della formazione fino all’approdo alla pionieristica sperimentazione divisionista, della quale è stato, senza alcun dubbio, uno dei massimi protagonisti.
Certamente assai apprezzabile è che, al fine di facilitare la comprensione della genesi del Quarto Stato ed anche mettere in luce i rapporti dell'artista con la ricca eredità del passato (vedi, in particolare, il Raffaello della Scuola di Atene), sia stata fatta la saggia scelta di esporre anche alcuni dei grandi cartoni preparatori pervenutici, ed una serie di studi, bozzetti preparatori e disegni finiti di singole figure.
Pur essendo lo sguardo di Pellizza rivolto costantemente al mondo degli umili e, in particolar modo, al dramma dell’umana esistenza, percepito e rappresentato nelle sue varie manifestazioni (Sul fienile, Speranze deluse, Fiore reciso), a dominare, nella maggior parte dei lavori esposti, è la presenza della natura che abbraccia, accarezza e sospinge oltre i confini della solitudine e della sofferenza (vedi, in particolar modo, L’idillio di primavera, La passeggiata amorosa e L’amore nella vita): la “bella natura” che, come ebbe a scrivere all’amico Occhini nell’aprile del 1903, “assorbe l’uomo e lo annienta per campeggiare essa stessa sfolgorando la sua immortale bellezza”.
| Autoritratto |
![]() |
Numerosi i quadri carichi di valenze simbolistiche che meriterebbero di diventare oggetto di attenta indagine esegetica. Vedi, ad esempio, Lo specchio della vita, frutto di ben quattro anni di lavoro e presentato alla Promotrice di Torino del 1898. Qui, con una raffinatissima tecnica divisionistica, ci viene proposta una scena agreste ingannevolmente poco significativa, ambientata sul greto del torrente Curone, nei pressi dell’abitazione di famiglia:
| Passeggiata amorosa |
![]() |
un semplice gregge in cammino, immerso nel sole e parzialmente riflettentesi nelle acque palustri. Ma quel gregge proviene da lontano, dalla lettura del Purgatorio dantesco, laddove, nel canto III, si parla delle “pecorelle” che avanzano “timidette”, “semplici e quete” e che
“ciò che fa la prima, e l’altre fanno”.
Di che si tratta, quindi? Di una amara denuncia? Di una rassegnata descrizione dell’impossibilità di cambiamento sociale? Di una severa rampogna nei confronti della secolare sottomissione ignava delle masse contadine?
Credo che nella poetica pellizziana non ci sia posto per annunciazioni nicciane e tronfie posture dannunziane. Il cuore del pittore palpita all’unisono con quello degli umili e degli oppressi, e dalle sue pennellate trasuda un compassionevole consentimento empatico che gli impedisce di ergersi a giudice e tantomeno a tribuno.
Di lì a poco, dalla pietas di cui è imbevuta quest’opera, nascerà il capolavoro del Quarto Stato. E quelle pecorelle “timidette”, prive di identità ed incapaci di ardire, si trasformeranno nelle nobili figure, emananti arcaica fierezza e consapevolezza nitidissima della propria dignità e dei propri diritti che, nel suo massimo capolavoro, avanzano (e continuano ad avanzare) per conquistarsi un legittimo posto nella Storia.
“Bisogna infine volgersi a Pellizza da Volpedo per sentirsi illuminati da un sole che sembri davvero quello dell’avvenire”
Primo Levi
-------------
Pellizza da Volpedo. I capolavori
26 settembre 2025 - 25 gennaio 2026
A più di un secolo dall’ultima e unica mostra monografica dedicata all’artista piemontese, realizzata nel 1920 alla Galleria Pesaro, Milano ripercorre la vicenda artistica e biografica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) in un’esposizione ideata dalla Galleria d’Arte Moderna che di lui conserva, oltre al suo capolavoro, il Quarto Stato, alcune opere altrettanto significative della sua produzione artistica.
INFOLINE E UFFICIO GRUPPI:
Per informazioni e prenotazioni gruppi e scuole
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
02 87159711 (dal lunedì al venerdì, dalle 9:30 alle 13:00)