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Vaccinazione obbligatoria e il diritto inalienabile alla salute

By Alberto Zei February 04, 2020 4270

La partecipazione dei cittadini alle decisioni dello Stato sulla salute pubblica, è un esempio di emancipazione civica del nostro Paese

 

 

Si è svolta a Roma nella settimana scorsa nella Sala Stampa dei Deputati, una conferenza sul costo-beneficio sociale dell’obbligatorietà sanitaria di vaccinazione. In considerazione dell’importanza anche internazionale dell’argomento trattato, presiedeva la conferenza di Dott. Virgilio Violo, giornalista e Presidente della Free Lance International Press. Alle relazioni di conferenza hanno partecipato il Dott. Fabio Franchi, medico infettivologo e il Prof. Livio Giuliani, matematico e biofisico.

La trattazione è iniziata con un rendiconto statistico molto circostanziato sulle varie sfaccettature di prevenzione tra le più importanti patologie a cui è possibile opporsi attraverso la vaccinazione.

 

 

La statistica delle vaccinazioni

Il Dott. Franchi ha illustrato su basi statistiche le conseguenze della dibattuta questione sull’opportunità o meno della vaccinazione collettiva dei soggetti a cui questa è destinata.   Si tratta perlopiù di bambini nell’età evolutiva, che talvolta non reagiscono secondo le attese di protezione degli stessi vaccini generando dubbi e contestazioni sulla reale efficacia della profilassi.

Il Dott. Franchi continua la sua relazione mettendo in evidenza attraverso dati della statistica ufficiale la seria possibilità di incorrere con la vaccinazione in reazioni patologiche indotte nella popolazione. Questa situazione avrebbe innescato nel tempo l’ attuale e non indifferente allarme sociale da parte di coloro che si oppongono all’obbligatorietà dei vaccini. Ciò in quanto a loro avviso, il rimedio si rivelerebbe, statisticamente parlando, peggiore del pericolo a cui il vaccino fa fronte, ossia, peggiore di quanto ciascuno sarebbe capace di fronteggiare gli eventuali agenti patogeni esterni con le proprie difese immunitarie naturali.

Ma anche le più accurate precisazioni statistiche si prestano a contestazioni di coloro che sono favorevoli o contrari alla vaccinazione di massa. Ad avviso del Dott. Franchi pertanto, una larga parte dei dati ufficialmente divulgati non corrisponderebbero alla realtà dei fatti. La qualcosa però, lascerebbe intendere per effetto di questa difficoltà di chiarezza che la verità sugli esiti statistici delle vaccinazioni non può dare alcun contributo a chi vorrebbe avere la consapevolezza dei pro e dei contro per por fine a seri dubbi insorti sulla pericolosità delle vaccinazioni praticate obbligatoriamente, soprattutto ai bambini in età prescolare. Questo perché a fronte dei risultati ottenuti dalle varie vaccinazioni, obbligatorie o facoltative, ognuno continua a seguire i propri ostinati convincimenti supportati dai dati statistici ai quali presta più fede.

 

 

Gli equivoci della statistica

Va però considerato che la statistica è una scienza molto efficace ma si presta ad essere interpretata in modo distorto. Ciò avviene di continuo da parte di coloro che si avvalgono dei valori rilevati per evidenziare i risultati matematici che convalidano i loro iniziali convincimenti. L’aspetto controverso dell’ interpretazione si fa interessante e meriterebbe un approfondimento. Un esempio potrebbe dare maggiore rappresentazione di immagine sull’equivoco a cui si va incontro quando pur dicendo il vero, si distorce la verità. Ne sono a riprova i risultati elettorali secondo cui i partiti hanno vinto o migliorato la propria posizione. Esemplificando ulteriormente il concetto, si consideri un prodotto che costa 50 e il giorno dopo il prezzo sale a 100. È corretto dire che in un sol giorno il prezzo è aumentato del 100%. Ma è altrettanto corretto dire che rispetto al prezzo odierno, ieri quello stesso prodotto costava il 50% in meno. Ecco che come si diceva, i dati forniti dalle statistiche sono esatti, vanno però valutati, così come le statistiche della ultime elezioni. Ritornando al tema trattato e al contenuto delle normative vigenti, talvolta contraddittorie, il Dott. Giuliani spiega con dovizia di particolari, la qualità e la quantità dei vaccini che vengono destinati periodicamente alla popolazione. Si tratta di disposizioni perlopiù ministeriali, che riguardano l’obbligatorietà dei vaccini da destinare ai bambini nell’età evolutiva e gli atri tipi di vaccino soprattutto influenzale, da somministrare in particolare   agli anziani e alla popolazione più sensibile. Nel concreto dei risultati attesi dalla popolazione va precisato che questi vaccini spesso non sembrano strettamente aderenti alle necessità biologiche a cui periodicamente sono destinati.

 

 

Un caso poco responsabile

E’ stato interessante, comprendere, da quanto riferito dal Dott. Giuliani, anche un ulteriore motivo per cui talvolta una vaccinazione distribuita in massa per necessità influenzali, non reagisce nel modo compatibile all’impegno sanitario e finanziario sopportato dallo Stato. Questo si è verificato e molto probabilmente continuerà a verificarsi per ragioni di convenienza di investimento delle industrie farmaceutiche; investimento finanziario e tecnologico assunto per la realizzazione del prodotto, allorquando si è preferito, prima porre fine alle scorte di un vaccino antinfluenzale precedente ma che si è rivelato, come c’era da immaginarsi, inadeguato alle necessità del momento. Ciò è avvenuto , come si trattasse di qualcuno che per rimediare a previsioni sbagliate sull’approvvigionamento precedente, o sulla composizione del vaccino, avesse voluto giustificare la ingente e inutile spesa sostenuta, distribuendo un vaccino antinfluenzale non adeguato. In altri termini è stato “ignorato” che il vaccino influenzale può essere un antidoto efficace solo nei confronti del ceppo virale del momento e non di quello del virus dell’ondata   precedente.

La somministrazione di vaccini di questo genere nell’intento di arginare la diffusione di temute patologie di massa, secondo i relatori ha avuto risultati molto deludenti se non peggiori di quelli ottenuti  dalla gente che non si è vaccinata.

Un risultato di questo genere non può dare la necessaria consapevolezza ai cittadini della convenienza del costo-beneficio che la vaccinazione obbligatoria contiene nell’interesse collettivo, quando quello relativo alla propria famiglia rischia di naufragare in nome della legge.

Allo stato attuale delle cose è auspicabile un ulteriore approfondimento sulle ragioni individuali di reazioni patologiche ai vaccini somministrati, a cui finora non sembra sia stata data una esauriente risposta.

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Last modified on Tuesday, 04 February 2020 13:36
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