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SETTE ACCADEMICI ITALIANI: SUI VACCINI ANTICOVID BASTA CON I DOGMI ANTISCIENTIFICI!

By Roberto Fantini November 13, 2022 1708

 Sette accademici italiani* hanno recentemente diffuso un documento-manifesto con il quale esprimono giudizi fortemente critici nei confronti delle strategie antipandemiche adottate dai governi Conte e Draghi (accusate di essere dogmaticamente antiscientifiche e di essere risultate fallimentari), salutando invece con favore l’inizio di un nuovo corso avviato dal nuovo governo.

Queste, in sintesi, le loro argomentazioni:

  • L’Italia risulta essere uno dei paesi in cui è stato registrato il maggior numero di morti. Certamente peggio di altri paesi (come la Svezia) che non hanno fatto ricorso a misure restrittive analoghe a quelle nostrane.

Ciò dovrebbe farci riflettere in merito alla scarsa qualità delle nostre strutture sanitarie e in merito alle modalità adottate nella registrazione dei decessi.

  • Il tanto osannato e sbandierato “modello Italia”, quindi, in cosa si sarebbe contraddistinto? Nell’occultare i dati;

nello scoraggiare le autopsie “(che ci avrebbero permesso di capire in anticipo la fisiopatologia del virus)”;

nell’imporre “regole assurde (paracetamolo e vigile attesa, banchi a rotelle)”.

  • Perché si è voluto mantenere “colpevolmente” il silenzio in merito all’efficacia del trattamento tempestivo con antinfiammatori e antivirali?

 “Si voleva che il vaccino emergesse come salvifico e insostituibile? Questo è il modus operandi delle tecniche di persuasione basate sulla paura, che hanno ispirato i media con l’obiettivo di sostenere il vaccino finanche a negarne gli effetti collaterali.”

  • E’ stato oramai ampiamente accertato che i cosiddetti vaccini anticovid non sono in grado di impedire il contagio. Cosa questa che era possibile evincere già dalla semplice lettura dei documenti tecnici e cosa segnalata in molteplici sedi e anche all’interno di audizioni parlamentari. Sul loro presunto strapotere, invece, sono stati imposti obblighi vaccinali e repressi fondamentali diritti e libertà del cittadino. La stessa Pfizer ha pubblicamente “ammesso che studi finalizzati a valutare il blocco della trasmissione virale non sono mai stati condotti.”

Per cui, se un vaccino non è in grado di mettere al riparo dal contagio, se non previene l’infezione, perché continuare a considerarlo tale? 

In base, quindi, alla chiara assenza di fondamento scientifico, sarebbe pertanto “saggio e logico” che l’imposizione liberticida del green pass (che ha avuto, tra l’altro, il tragico effetto di alimentare “risentimento e divisioni all’interno del nostro stesso popolo”), venisse al più presto rimossa.

E’ insensato invitare a “credere” in un qualche vaccino. Per avallare una terapia non è certo necessario abbracciare la via della fede: occorre, bensì, essere “convinti dai dati”.

 Fideismo e dogmatismo sono radicalmente antitetici al metodo scientifico.

Inoltre, non andrebbe ignorato o sottovalutato il fatto che la principale azienda impegnata nella produzione vaccinale anticovid “in passato si è resa responsabile di fatti eticamente inaccettabili, spesso penalmente rilevanti.”

Incomprensibile, poi, risulta la “segretezza sui contratti di acquisto dei vaccini e sulle modalità di produzione degli stessi”.

Anche l’ossessivo ricorso ai tamponi (dimostratisi incapaci di fornire dati affidabili) andrebbe prontamente accantonato.

 

Pertanto, le misure adottate dal nuovo governo vengono salutate come “frutto del buon senso che rifugge dall’ideologia”, volte a sanare “una frattura con quei medici che, spinti dal dubbio critico, si erano sottratti a un obbligo che costituzionalmente resta dubbio se non arbitrario e che ora sono doverosamente riabilitati per quanto ancora attendano il giusto risarcimento.”

 

 

 

*Mariano Bizzarri, Francesco Fedele, Gennaro Sardella, David Conversi (Università La Sapienza, Roma)

Marco Cosentino (Università Insubria)

Vanni Frajese (Università di Roma Foro Italico)

Paolo Bellavite ( Università di Verona-in quiescenza)

Ciro Isidoro (Università del Piemonte Orientale)

Roberto Verna  (Università La Sapienza, Presidente WASPaLM)

 

 

 

 

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