L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
La vigna cresce a Firenzuola |
Vicchio, Appenninia Wine Festival, Teatro Giotto, l’atteso talk condotto da Massimo Cirri (Cartepillar Radio Due). La sala si riempie piano piano. Tutti presenti i produttori espositori. Pure anche chi non espone ma vuole essere presente alla “Prima”.
Accanto a me un posto libero. Si avvicina un giovane dai lineamenti orientali e mi chiede di sedere. “Buongiorno mi chiamo (non capisco il nome)”. Altrettanto mi presento. Non ho dubbi: è giapponese. Chiedo conferma. E in un italiano “passabile” inizia a parlare del perché si trova nel teatro Giotto.
- Ho iniziato a produrre vino da queste parti.
- Ma tu sei quel giapponese che abita a Puligno, tra Firenzuola e il passo di Monte Giogo, in quella casa di pietra “spazzata dal vento”?
Tatsuhico Ozaki a Vicchio (foto Il Filo) |
- Sì, sono io.
TATSUHIKO OZAKI, quel “matto” che vuole produrre vino da vitigno giapponese, il Koshu, ad oltre 700 metri di altezza dove il vento domina e spazza via tutto, è seduto accanto a me.
Il talk non mi interessa più. Il racconto di Tatsuhiko, sì.
Pergola e Koshu in Giappone |
Anche perché, in uno dei viaggi fatti in Giappone, ai piedi del Monte Fuji, nell’area viticola di Yamanashi, calpestai una vigna a pergola di Koshu, vitigno considerato a bacca bianca se pur, nella sua maturazione, assuma un colore rosato intenso. Assaggiai allora un vino “dolce”.
La coltivazione di Koshu in Giappone è millenaria. Recenti studi compiuti su ricerche basate sul DNA riconducono questo vitigno alla Vitis Vinifera.
Ed è proprio per questo che Tatsuhko vuole riportare l’autoctono nipponico alle sue origini. Allevarlo in un contesto pedoclimatico ( l’insieme di fattori che integrandosi determinato la buona o la cattiva riuscita dell’impianto di un nuovo vigneto in una determinata e caratteristica zona del mondo simile a quella di provenienza)simile a Yamanashi.
“Complessivamente avrò in un prossimo futuro, un ettaro e mezzo di vigneto che dal prossimo anno alleverò metà a Pinot Nero e metà a “Koshu”. Per adesso ho messo 3 mila metri quadri di Pinot Nero, mentre gli altri li impianterò verso Aprile 2024”.
Facendo un rapido conteggio, impianto, crescita e successiva vinificazione, la prima bottiglia di uno e dell’altro, non prima del tardo 2027.
grappolo di Koshu |
Massimo Cirri interrompe il nostro dialogo pregando TATSUHIKO OZAKI a salire sul palco e raccontare la sua avventura.
È finito il talk e Tatsuhiko è la star del mattino. Molti colleghi si avvicinano per chiedere l’intervista. Ma la mia, a bassa voce, ha tutto un altro significato.
L’appuntamento al 2027, a Puligno, tra Firenzuola e il Passo del Monte Giogo, in quella casa di pietra “spazzata dal vento”.