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L’anno scorso ci fu chi preferì rimanere a casa in pantofole per non partecipare allo “spettacolo deludente” di un ViniCirco decrepito, cadente e scadente e chi, quest’anno, improvvisato imprenditore vinicolo, pur di primeggiare e farsi notare (i soliti maligni bisbigliano che lo faccia perché il “suo” vino non riesce a donargli visibilità) ha strombazzato a tutti i venti la ormai retorica filippica: “il Vinitaly deve essere spostato a Milano in una sede più europea”. Queste due posizioni estreme, come sempre accade nell’analisi dettagliata di atteggiamenti e posizioni al limite dell’esagerazione, celano una parte di verità ma il buon senso porta ad altre conclusioni.
Nell’edizione appena conclusa, la cinquantesima, abbiamo registrato una maggiore attenzione tendente a circoscrivere tutti quei fenomeni da baraccone, privilegiando quei cambiamenti importanti attesi da tempo. È stata una Fiera più Fiera dove gli investimenti sostanziosi hanno di fatto consegnato al visitatore strutture efficienti e servizi adeguati. Insomma è valsa la pena togliersi le pantofole, uscire di casa e partecipare alla 50° Edizione del Vinitaly.
Diverso il risultato della logistica esterna che ha fatto gridare allo scandalo il neo-imprenditore vinicolo noto ed apprezzato professionista in altro campo.
Durante la presentazione dell’Edizione 2016 avvenuta a Roma ebbi a scrivere sull’argomento:”tutti noi restiamo fiduciosi delle predisposizioni per rendere più facilitati sia l’ingresso verso la Fiera sia l’uscita alla sera. Speriamo che la Polizia Locale di Verona abbia in serbo un Piano per la circolazione per non registrare e narrare le dolenti note di tutti gli anni unite alle scene raccapriccianti che ne conseguono”.
È andata un po’ meglio, in particolare nella gestione delle corse delle navette da e per i parcheggi scambiatori e per la Stazione Centrale di Porta Nuova. Per il resto niente nuove da segnalare. Forse O.T. (il nome dell’etichetta dei suoi vini) tutti i torti non li ha.
Ma alla fine, checché se ne dica, il Vinitaly ha vinto la sua sfida dichiarata alla vigilia: sarà un Vinitaly di qualità! 130.000 operatori, dei quali 50.000 da 140 Paesi con 28.000 Top Buyer accreditati e le 29.000 presenze al fuori salone Vinitaly and the Cit;, sono numeri da capogiro.
Il centro storico di Verona fulcro di quella diversificazione che ha orientato moltissimi wine lover, appassionati e giovani, verso degustazioni, spettacoli, eventi culturali riempiendo piazze e locali e diversificando così l’offerta con maggiore spazio-fiera alla Fiera.
Wine business in Fiera e Wine festival in città.
E su questo, caro O.T., VeronaFiere ha mantenuto quanto promesso alla vigilia.
Nei quattro giorni (per inciso qualcuno torna a dire e scrivere che sono pochi dopo la cantilena durata anni per ridurre i cinque praticati agli attuali quattro), oltre agli incontri b2b ( acronimo che significa business-to-business, commercio internazionale), si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, incontri anche di formazione sul mondo del vino. Non dimentichiamo le esclusive degustazioni di Vinitaly International Academy sotto l’attenta regia di Ian D’Agata.
Vinitaly, come in tutte le sue edizioni, non si è limitato alla promozione del Vino Italiano. Un padiglione per gli ospiti stranieri Vininternational, il padiglione di Sol&Agrifood, la manifestazione sull’agroalimentare di qualità ed Enolitech, la rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola.
E poi quando si rilasciano 2.357 accrediti per giornalisti provenienti da 47 paesi diversi dopo attenta selezione significa che l’intenzione e l’interesse è altissimo.
La 51° Edizione di Vinitaly è in programma dal 9 al 12 aprile 2017. Continua a prevalere il buon senso: niente pantofole e sempre a Verona. Save the Date