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Con l’Unesco un premio alla memoria di Antonio Russo, vice-presidente della Free Lance International Press
Il Presidente dei clubs Unesco Italia, Maria luisa Stringa, e |
Si sono ritrovati tutti a Firenze i giornalisti freelance il 4 dicembre scorso ed insieme alla stampa locale e ai media radio-televisivi per ricordare Antonio Russo, il nostro compianto vice presidente, reporter di guerra e coraggioso giornalista freelance caduto in Georgia il 16 ottobre del 2000.
L’occasione è stata la premiazione di cinque bravi giornalisti liberi professionisti che si sono particolarmente distinti nel corso della loro carriera per la loro attività nell’ambito del giornalismo cartaceo, fotografico e radio-televisivo. La premiazione è avvenuta nel corso della giornata di studi organizzata dal Centro Unesco di Firenze e dall’Osservatorio Internazionale dei giovani Unesco con la collaborazione della Free Lance International Press e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze per celebrare il 55°Anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.
Sono passati 55 anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e, considerando anche i recenti conflitti dall’Afghanistan all’Iraq, nessuno tra i
L'attrice Antonella Ponziani |
paesi firmatari può dire di averla onorata.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” recita l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948. Ma è davvero così? Gli uomini, visti i fatti, non agiscono “gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Troppe le vittime innocenti e neanche l’alternarsi di dittatori e governi possono essere considerati degli “effetti collaterali”.
Era il 10 dicembre 1948, poco dopo la fine della guerra mondiale, quando è stata scritta la solenne Dichiarazione Universale dei diritti umani, per promuovere il diritto di ciascuno di noi allo “stare insieme” e perché l’orrendo massacro della guerra non avesse a più ripetersi.
Nel preambolo, l’Assemblea generale dell’Onu considerava il riconoscimento dei diritti umani, uguali e inalienabili per tutti gli uomini, come il “fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.
A 55 anni da quelle solenni promesse, firmate da tutti i paesi delle Nazioni Unite ed oggi, violentemente calpestate, siamo arrivati ad un punto critico. “Dobbiamo
ricostruire i rapporti tra gli uomini sulla giustizia e sulla solidarietà e praticare la Dichiarazione universale come unico antidoto per vincere la guerra” ha ricordato la Presidente del Centro Unesco di Firenze e Presidente dei clubs Unesco d’Italia, Maria Luisa Stringa, nel sottolineare l’impegno di tutti gli operatori, medici, volontari, giornalisti compresi, nei teatri del disagio e dei conflitti armati.
I giornalisti e la guerra hanno ormai destini indissolubilmente legati. Ma come raccontano i fatti? Quale ruolo hanno “dentro la guerra”? I reporter di guerra sono gli spettatori “esperti” che riferiscono quanto vedono e strumenti “consapevoli” di propaganda e consenso. Sono anche gli “impotenti” amplificatori di comunicati e immagini diffusi dagli alti comandi militari e critici interpreti di eventi spaventosi dietro cui si nascondono giganteschi interessi. Sono i narratori di tragedie umane “dentro la guerra, ” un generale crollo di ogni forma di umana pietà. E’ questo che raccontano i giornalisti in guerra, e rischiano la vita ogni giorno per farlo, per testimoniare la realtà dei fatti.
I giornalisti premiati a Firenze, sono un grande contributo al giornalismo freelance, ed esempi di quel professionismo coraggioso che tanto aveva rappresentato Antonio Russo prima di essere
barbaramente ucciso in Georgia dalle mani sconosciute di un commando.
Giorgio Fornoni |
Il premio al giornalismo video è andato a Giorgio Fornoni, giornalista freelance di Report - noto programma di inchieste in onda su Raitre – da anni in prima linea nelle zone più disastrate del mondo per fare reportage dall’alto significato sociale ed umano.
Lucia Vastano |
Il premio al giornalismo scritto è stato consegnato a Lucia Vastano, giornalista freelance che ha collaborato con Associated Press, Corriere d’Informazione, Boston Globe, e che da 20 anni va in giro per il mondo per raccontare le “grandi guerre” in presa diretta e le “piccole guerre” di casa nostra, in cui le violazioni dei diritti umani ci richiedono risposte sempre più urgenti.
Particolarmente significativo il premio giornalismo radiofonico a Nancy Roc - reporter haitiana – come riconoscimento per il programma “Metropolis”, in prima linea per la tenace difesa della libertà dei media indipendenti, in onda su Radio Metropole ad Haiti e di cui Nancy Roc è ideatrice e conduttrice. Secondo l’Institute International de la Presse, Haiti è uno dei paesi al mondo in cui la situazione della stampa è più critica. I giornalisti sono minacciati di morte e aggrediti dai sostenitori di un governo autoritario e violento che incita ad applicare la formula “tolleranza zero” per impedire una corretta informazione. E le ultime notizie pervenuteci dall’ambasciata italiana non sono confortanti sulla sorte della giornalista, che è ancora viva ma in situazione di estremo pericolo.
Per il premio al giornalismo fotografico, è stata la volta di Roberto Dotti fotografo freelance, che attraverso il giornalismo d’immagine, racconta le tragedie del mondo contemporaneo e dedito agli studi delle religioni e filosofie orientali, fin dall’età giovanile, fotografa le tragedie immani dei popoli più vessati di questo pianeta, dal Kossovo, all’Afghanistan al Kurdistan.
Nella sezione editoria è stata premiata, Lidia Castellani, giornalista di politica e scrittrice, per il suo libro “Mamma senza paracadute”- Salani
Roberto Dotti |
editore. Diversamente dagli scenari apocalittici prefigurati a volte dai media di città popolate da anziani, nel suo libro, Lidia Castellani, riflette con intelligenza e sensibilità e con toni drammaticamente ironici sull’evoluzione di una donna in carriera, che
Lidia Castellani |
sceglie di dedicarsi alla figlia appena nata, trovando una realizzazione inaspettata in un ruolo spesso poco valorizzato e mal interpretato dalla comunicazione.
Particolarmente atteso il premio speciale al premio Nobel per la pace, Ikeda per il suo costante impegno nella promozione dei diritti umani e dei valori della pace, contro guerre, differenze sociali e morte. Non potendo essere presente il premio è stato ritirato dal rappresentante della Soka Gakkai, movimento per i diritti umani e per la pace di cui Ikeda ne è il Presidente.
Insieme ad Emergency, sono intervenute alla premiazione, Amnesty International, Peace Link, la Croce Rossa Italiana e l’Associazione internazionale dei critici letterari per testimoniare l’impegno che queste associazioni hanno nei teatri di guerra e nella promozione della pace e della difesa dei diritti umani.
Questo è l’appello finale dell’Unesco: ”La comunicazione dei diritti umani e il diritto all’identità culturale”. E questo deve essere il primo dei compiti da scrivere nella nostra agenda, al primo gennaio 2004, e riuscirci è davvero nelle nostre mani. Basta guerra, basta morti, basta vittime.